9-15 aprile 2021 “Roma International Photo Exhibition” allo Studio Medina

Organizzato da Art & Culture Korea (Presidente Pung-young Kwak) e VicelArtTour; la “Mostra fotografica internazionale di Roma 2021” si terrà presso la Medina Roma Art Gallery; dal 9 aprile al 15 aprile 2021 (dopo il 25/31 marzo mostra presso fGallery in Corea del Sud). Scrivi a info@medinaroma.com per qualsiasi tipo di informazione.

Scopri le opere nella Mostra fotografica internazionale di Roma:

La grande scultura di papa Pio IX in Santa Maria Maggiore

Avatar di Michelangelo BuonarrotiMichelangelo Buonarroti è tornato

Nel cuore della Basilica papale di Santa Maria Maggiore, a Roma, c’è una grande scultura che raffigura un pontefice raffigurato in ginocchio mentre, con il rosario appeso alle mani giunte, adora la Reliquia della Mangiatoia in cui Gesù venne alla luce.

L’opera raffigura papa Pio IX ed è opera di Ignazio Jacometti.

Pio IX, al secolo Giovanni Maria Battista Pietro Pellegrino Isidoro Mastai Ferretti, entrò cardinale nella Sistina uscendone proclamato papa nell’anno 1846. A oggi è il pontefice con il più lungo pontificato della storia, dopo San Pietro: 31 anni, 7 mesi e 23 giorni.

Papa Pio IX commissionò al Vespignani il rifacimento della cripta al di sotto dell’Altare della Confessione che accoglie il prezioso reliquiario in cristallo a forma di culla. Al suo interno tradizione vuole siano conservati alcuni pezzi di legno della mangiatoia in cui venne messo Gesù appena venuto alla luce.

Il reliquiario…

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Arco di Gallieno “E quindi uscimmo a riveder le stelle” 34 artisti hanno interpretato i 34 canti dell’ Inferno della Divina Commedia

Un interessante progetto dell’Associazione Arco di Gallieno “E quindi uscimmo a riveder le selle“: 34 artisti hanno ideato 34 bozzetti relativi ai 34 canti dell’Inferno di Dante Alighieri che saranno realizzati in ceramica  per un’installazione permanente nel rinnovato giardino di Piazza Dante. Questo il link per conoscere i nomi degli artisti e per vedere i bozzetti che vengono pubblicati uno per giorno. Quando saranno tutti pubblicati dedicheremo un post con una galleria con tutti i bozzetti. Questo il comunicato ufficiale del’Arco di Gallieno

In occasione dei 700 anni dalla morte di Dante, Arco di Gallieno presenta “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, un progetto che vede coinvolti 34 artisti che hanno interpretato i 34 canti dell’ Inferno. I bozzetti relativi, che qui presenteremo di volta in volta, verranno realizzati in ceramica e collocati permanentemente nel giardino di Piazza Dante all’ Esquilino. Lo scopo del progetto è quello di favorire lo sviluppo di capacità, collaborazione, solidarietà, empatia e armonia tra i cittadini e le diverse comunità straniere presenti all’ Esquilino

Un post dall’account Facebook di Bordi Belle Arti con un filmato su questo progetto

Il recupero del giardino “Willy Montero Duarte” – riflessioni su storia, rischi e opportunità

Il post pubblicato qualche giorno fa da Esquilino Chiama Roma su Facebook (link al post) ci dà lo spunto per qualche riflessione sul progetto di recupero del giardino intitolato a Willy Montero Duarte, che ha preso il via da circa quattro mesi e i cui lavori dovrebbero giungere al termine in questa primavera.

Nel post veniva evidenziato come la parte dell’acquedotto visibile sia solo una porzione dell’opera, essendo gran parte dell’intera struttura sotterranea, a causa dello svolgersi degli eventi nel corso della storia, sia per cause naturali che per azioni umane.
Il fatto è suffragato dalle immagini, che riportiamo anche sopra: lo studio del Piranesi di circa tre secoli fa, la foto d’epoca (presumibilmente di fine ‘800) e il giardino ai giorni d’oggi.

Ogni attività di scavo prevista dal progetto nelle immediate vicinanze delle arcate avrebbe potuto portare alla luce il resto dell’acquedotto o magari altri reperti o scoperte interessanti dal punto di vista storico e artistico.

Ma se ragioniamo dal punto di vista della gestione di progetto, la questione ci induce ad alcune considerazioni.

Come ogni responsabile di progetto ben sa, scoperte inattese, sono imprevisti o rischi che, se non analizzati, pianificati e gestiti correttamente, mettono a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi di progetto e nella quasi totalità dei casi compromettono il rispetto dei tempi e dei costi previsti.
Di fronte ad un imprevisto può talvolta interrompersi il ciclo di vita del progetto in attesa di prendere decisioni sulle azioni da intraprendere.
Bisogna interpellare i soggetti competenti, impiegare risorse e tempo, per individuare lo scenario di soluzioni possibili (che si può fare?) e il piano di azione (che faremo?) per affrontare ogni rischio, o anche le opportunità da cogliere.

La disciplina del project management insegna a considerare i rischi non solo in un’accezione negativa, poiché da essi possono nascere delle opportunità. L’importante è tenerne conto già in fase di pianificazione di progetto.

Nel ciclo di vita di un progetto, la pianificazione è la fase più impegnativa; quella in cui analizzando il contesto, gli obiettivi e i risultati da raggiungere, si deve redigere un piano, con le risorse a disposizione, che eviti le insidie del fallimento del progetto.
Perciò sono da prendere in considerazione anche i rischi da gestire.
Essi vanno in primo luogo individuati, poi analizzati per prevedere strategie che includono piani di monitoraggio e azioni per mitigarli, modi di aggirarli o affrontarli di fronte al loro verificarsi.
Il fine è quello di evitare aggravi di costo o ritardi del progetto, talvolta addirittura il fallimento.


Durante il lavoro di recupero del giardino, in fase di scavo per le opere di illuminazione, pare si siano ritrovati cunicoli della vecchia Centrale del latte di cui si era persa memoria; un evento che si è trasformato nell’opportunità operativa di utilizzare un tracciato preesistente e in una riscoperta di rilievo storico-culturale sull’utilizzo che quello spazio ha avuto nel corso del tempo.


Ogni progetto è unico!
Per progetti ancora più complessi, soprattutto se di riqualificazione del territorio in siti storici come quelli del rione Esquilino, ricco di un patrimonio artistico sotterraneo, la necessità di una iniziale analisi multidisciplinare che non trascuri problematiche, rischi e opportunità, diviene ancora più pressante.
Già in fase di definizione iniziale di ogni progetto andrebbero coinvolti i soggetti con le competenze necessarie e pensiamo ad esempio ad architetti, storici dell’arte, archeologi, professionisti di gestione progetto.

Porsi le giuste domande, individuare i potenziali problemi, analizzare e valutare gli eventuali impatti, prima ancora di pensare a proposte di soluzioni, permette di partire “con il piede giusto” e giungere ad una pianificazione che pone le basi per il successo del progetto…. e talvolta tramuta rischi negativi in opportunità che creano valore.

In attesa di giungere al completamento del progetto e di fruire del giardino di Willy il prima possibile, ci piace chiudere con qualche citazione di illustri personaggi, a proposito di problemi, soluzioni e opportunità.

Se avessi solamente un’ora per risolvere un problema, passerei 55 minuti a definire bene il problema e 5 minuti a pensare alle soluzioni (Albert Einstein)

Dovunque guardiamo su questa terra, le opportunità prendono forma dentro i problemi (Nelson Rockefeller)

Nessun problema può resistere all’assalto di una riflessione approfondita (Voltaire)

La mappa dell’immagine in evidenza è tratta dal sito https://laromanatoponomastica.weebly.com/esquilino.html 

Pasqua 2021 – Sinceri auguri a tutti

Pasqua 2021

Giunga a tutti voi l’augurio più sincero perchè sia una Pasqua di Resurrezione in tutti i sensi

Sinceri Auguri

Aprile 2021: novità sul blog

Dal mese di aprile  il nostro blog,  grazie alla collaborazione di Donatella Cardillo, si arricchirà di nuovi contenuti in quanto, partendo da spunti ed eventi relativi al Rione Esquilino, affronteremo temi specifici spesso legati alla gestione dei progetti, di grande  attualità specie per il momento che stiamo vivendo che ci vedrà tutti impegnati (si spera) a lavorare per una ripresa sollecita ed importante per il periodo del post pandemia. Tutte le risorse che saranno disponibili, non possono e non debbono essere sprecate; mai come ora è necessaria una rigorosa programmazione per tutti gli interventi (e sono tanti) che dovranno essere effettuati nel nostro Rione così come in tutta la città di Roma.

Ecco che strumenti e metodi che esistono da tempo diventano, secondo il nostro parere,  essenziali e indispensabili per il buon esito dei numerosi progetti che saranno realizzati.

La presentazione di Donatella Cardillo

Quando Mauro Vetriani,   responsabile della comunicazione e portavoce dell’Associazione degli abitanti di Via Giolitti, mi ha chiesto di collaborare a questo blog, non ho esitato ad accettare, anzi ho accolto l’invito con una ventata di entusiasmo…in questi tempi di distanziamento coltivare relazioni e impegnarsi per iniziative utili è una leva per guardare con ottimismo al futuro.

Prima di scrivere qualsiasi articolo, qualche riga di presentazione:
sono nata a Minturno, ultimo paese della costa laziale, da padre minturnese e madre siciliana (di Noto) ma sono romana di adozione, vivendo a Roma dal 1986, quando studentessa universitaria, alla facoltà di Scienze Statistiche ed Economiche dell’Università “La Sapienza”, ho iniziato la mia vita “da fuori sede” abitando in vari quartieri: San Lorenzo, Arco di Travertino, San Giovanni.

Dopo la laurea ho lasciato temporaneamente Roma per specializzarmi in Project Management a Lerici (La Spezia) e poi sono ritornata a Roma dove ho iniziato a lavorare nel 1997 come Consulente e docente di Project Management. Risale a questa data la conoscenza con Mauro, mio collega, con cui è nata una grande amicizia e collaborazione nel lavoro (occupandoci entrambi anche di siti web e blog) e nel tempo libero.

Vivo oggi con la mia famiglia nel quartiere di Ottavia dove sono giunta dopo aver abitato prima a Prati, poi a Monte Mario.
Il mio percorso professionale nel Project Management continua. Sono certificata Project Management Professional (PMP) con il Project Management Institute (PMI) e sia per esigenze lavorative che per passione non smetto mai di formarmi.

Il mio legame con l’Esquilino passa per Mauro che mi ha sempre reso partecipe delle tante iniziative della sua Associazione e delle tante altre Associazioni che risiedono e ruotano attorno a questo Rione, ricco di storia, di cultura, ma anche pieno di problematiche da affrontare e risolvere.

Ho iniziato un paio di anni fa a voler esserci e a partecipare ad alcuni tavoli di lavoro che vedevano assieme le varie associazioni e ho avuto modo di conoscere tante belle persone che dedicano tempo ed energie e fanno rete per portare avanti esigenze e idee di miglioramento.
Il mio primo contributo più attivo è stato partecipare al progetto “Luce sull’Esquilino” iniziato a febbraio 2019, un censimento dello stato dell’illuminazione di strade, incroci, attraversamenti pedonali, al fine di supportare gli Enti preposti alla risoluzione dei problemi con segnalazioni mirate (link al post).
Luce sull’Esquilino è un bel esempio di progetto partecipato, che ha visto coinvolte le associazioni: Abitanti Via Giolitti, Arco di Gallieno, Esquilino in Comune, Esquilino Vivo, RES (Rete Esquilino Sociale), Comitato di Piazza Vittorio Partecipata, Il Cielo sopra Esquilino.
Qualche risultato lo ha dato a dimostrazione del fatto che uniti possiamo fare eco e dare un contributo da cittadini attenti e attivi per rendere Roma più bella e vivibile.

Ringrazio ancora Mauro,
ci leggerete, se vorrete, sui prossimi post su questo blog.
Saremo lieti di ogni commento, considerazione, condivisione,

Donatella Cardillo

Piazza Vittorio, oltre 100 persone e più di 40 veicoli controllati

Comunicato stampa della Polizia Roma Capitale

Continuano i controlli in zona Esquilino da parte della Polizia Locale di Roma Capitale: solo ieri oltre 100 le persone identificate in piazza Vittorio e nelle vie limitrofe, nei confronti delle quali si è proceduto ad accertare anche la regolarità degli spostamenti durante l’ultimo giorno della “zona rossa”. Le pattuglie dei caschi bianchi, I Gruppo Centro “Ex Trevi”, in collaborazione con il personale della Polizia di Stato Commissariato Esquilino, hanno sottoposto a verifiche oltre 40 veicoli, elevando quattro sanzioni per irregolarità legate al mancato rispetto delle normative anti-Covid. Tramite l’intervento di personale di AMA sono stati rimossi 12 metri cubi di masserizie e rifiuti presenti sotto i portici di piazza Vittorio, in via Statilia e Porta Maggiore. I controlli proseguiranno anche nei prossimi giorni

Roma, 30 marzo 2021
 


Polizia Roma Capitale
Comando Generale
Reparto Rapporti con la Stampa
Via della Consolazione, 4
00186 Roma

I aprile 2021: storia e tradizione del “Pesce d’Aprile”

Oggi è il primo aprile giorno in cui, per tradizione,  sono ammessi scherzi, burle e bugie (alcune divenute famose). Ma ci siamo mai chiesti quale è l’origine di questa tradizione? Perchè proprio il il primo giorno di aprile? In questo bel post dal  blog “Io Donna”  , tutte le risposte storiche a questi interrogativi

Pesce d’aprile: scherzi, frasi, origine e storia – iO Donna

C’è un giorno dell’anno – uno solo – in cui si può mentire impunemente senza essere criticati o additati come bugiardi cronici. In quel giorno, chi racconta qualche frottola può venir considerato, al massimo, un semplice giocherellone. Stiamo parlando del 1° aprile, data internazionalmente riconosciuta come la giornata degli scherzi e delle burle. Che, solo per oggi, vengono chiamati “pesci d’aprile”: chi ci casca, infatti, “abbocca” all’amo di qualche burlone.

Questa festa è nota in tutto il mondo, e prende nomi diversi a seconda dei vari Paesi in cui viene “onorata”: da noi è il Pesce d’Aprile, mentre nei paesi anglofoni si chiama April Fool’s Day (dopo spiegheremo perché) o Pescado de Abril negli Stati di lingua spagnola.

Ma perché il Pesce d’Aprile si festeggia il primo giorno del mese? Ci sono diverse teorie sulla nascita di questa divertente ricorrenza. Per scoprire la prima ipotesi dobbiamo spostarci in Francia nel XVI secolo. A quel tempo, prima del 1582, il calendario in uso prevedeva che i festeggiamenti per il nuovo anno si svolgessero tra il 25 marzo e il 1° aprile, giorno dedicato alla festa, alle libagioni e ai banchetti.

Successivamente, con l’avvento – e l’utilizzo – del calendario gregoriano, il capodanno fu spostato al primo di gennaio, com’è universalmente festeggiato nella maggior parte dei Paesi del mondo. Questo mutamento di data, però, lasciò interdetta la maggior parte della popolazione, che fece fatica ad abituarsi a questo cambio di tradizione.

Così, chi continuò a festeggiare il cambio di anno secondo l’antico calendario, prese il nome di “sciocco di aprile. Non a caso, in inglese il nostro Pesce d’Aprile viene chiamato invece April Fools’ Day, ovvero “il giorno degli sciocchi d’aprile”.

Chi continuava a festeggiare ancora secondo l’antico calendario era infatti considerato un po’ “tonto” e ridicolizzato con inviti a feste inesistenti, regali assurdi o pacchetti privi di contenuto. Dalla Francia di Re Carlo IX e dalla Germania degli Asburgo, la tradizione si diffuse poi in Inghilterra nel XVIII secolo e negli altri stati europei.

Nel nostro Paese l’usanza di farsi degli scherzi e dirsi bugie impunemente il 1° aprile risale al periodo storico che va dal 1860 al 1880. Sembrerebbe che la prima città ad accogliere questa abitudine di origine francese, che abbiamo raccontato nel paragrafo precedente, fosse Genova.

Qui, questa nuova tradizione si diffuse a macchia d’olio, dapprima tra i ceti medio-alti della città e poi a tutto il resto della popolazione. Travalicò poi i confini della città per raggiungere tutte le regioni d’Italia.

C’è invece una teoria che collega la tradizione del Pesce d’Aprile addirittura all’antica Roma. Forse meno accreditata della precedente, questa spiegazione risalirebbe ai tempi della Roma imperiale. Precisamente subito dopo le Idi di Marzo, quando i contadini e gli allevatori della città organizzavano i festeggiamenti in onore della Dea Cibele (quando ancora la religione romana era politeista), protettrice degli animali e dei luoghi selvatici.

Il nome di questa ricorrenza era Hilaria, dalla parola latina hilaris che significa “giocoso”: la caratteristica peculiare era che durante il giorno della festa erano concessi mascheramenti e scherzi di ogni tipo. In pratica, una sorta di antesignano del carnevale d’epoca medioevale: ci si poteva travestire da chiunque, anche da personalità in vista della vita pubblica, e organizzare burle e scherzi senza essere puniti.

Balli, canti e danze in onore della divinità si protraevano per giorni e notti, e il vino che scorreva a fiumi aiutava a rendere tutti più sciolti e propensi a farsi scherzi a vicenda, prontamente archiviati dopo la fine del periodo di festa.

Un’altra teoria sposta ancora più indietro le lancette del tempo e farebbe risalire le origini del pesce d’Aprile addirittura all’Antico Egitto. Secondo questa stravagante spiegazione – la meno accreditata tra le tre, ma forse la più fantasiosa – Antonio durante una battuta di pesca avrebbe chiesto a un suo schiavo di attaccare un grande pesce al suo amo, per fare bella figura con la sua adorata Cleopatra e vincere la gara di pesca.

Ma la regina d’Egitto, che tutto era tranne che credulona, intuì subito l’inganno e sostituì l’enorme pesce con un misero pesciolino finto rivestito di pelle di coccodrillo, per prendere in giro il compagno. Chi di scherzo ferisce, di pesce… perisce!

Oltre alla spiegazione fornita dall’ultima tesi, questa denominazione porta subito a pensare ai pesci che abboccano all’amo, proprio come una “vittima” credulona abbocca a una burla o a una bugia. Un’altra teoria, invece, sottolinea come ci sia un legame tra il 1° aprile e il segno zodiacale dei pesci, in cui è collocata questa data.

Oppure, ancora, si racconta che per qualche motivo misterioso i pescatori, nei giorni tra fine marzo e inizio aprile, a causa di correnti marine non favorevoli, tornassero a riva con le reti quasi completamente vuote. Questo scatenava l’ilarità e le prese in giro della popolazione, che li ritenevano incapaci di fare bene il proprio lavoro e un po’ “stupidotti”.

L’ultima spiegazione sul perché si dica “pesce” di aprile si lega invece alla religione. Si narra infatti che il beato Bertrando di San Genesio, patriarca di Aquileia, abbia salvato la vita al Papa, liberandolo da una grossa spina di pesce conficcatasi nella sua gola dopo un banchetto. Da quel momento, oltre a festeggiare, nella città di Aquileia non si mangia pesce ogni 1° aprile. Quasi per esorcizzare e allontanare dalla città una possibile tragedia o evento negativo.