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l’Esquilino e i diversi progetti in atto, ma si pensi anche al territorio perchè abbiano delle importanti ricadute positive per il Rione

Un articolo del “Corriere della Sera” dell’agosto del 2018

Roma, il declino e le archistar in fuga. Sparite le attenzioni internazionali

Non si parla da un po’ di tempo di progetti di una nuova grande architettura, come mancano le polemiche sulle opere

E in realtà, dopo le numerose realizzazioni a cavallo del XX e XXI secolo di nuove strutture interessanti da un punto di vista architettonico nella città di Roma non se ne sono viste più e, in genere, sembrerebbe che di progetti interessanti ce ne siano veramente pochi, ma, guarda caso, molti di questi almeno per ciò che riguarda ristrutturazioni e riutilizzazioni sono localizzati nel Rione Esquilino.

Tralasciamo le realizzazioni  terminate e inaugurate negli anni passati, comunque importanti, come i progetti di restauro e riutilizzazione di Villa Altieri e del Palazzo Merulana che a buon diritto ricadono tra quelli del precedente periodo, elenchiamo quelli in corso d’opera o di prossima realizzazione:

La piastra della Stazione Termini

E’ un progetto di notevole consistenza non solo da un punto di vista tecnico ed economico, ma, si spera, anche per i risvolti urbanistici che potrebbe generare. I 1300 posti auto potrebbero liberare dalla sosta gran parte di via Giolitti e via Marsala rendendo più fluida la circolazione e, lo spostamento dei capolinea degli autobus  sulla piastra libererebbe una parte consistente di Piazza dei Cinquecento dando la possibilità di ridisegnare questo spazio a favore dei pedoni e dei turisti (vedi). C’è però bisogno di un’attenta rivisitazione della mobilità circostatante altrimenti si rischia di creare nuovi colli di bottiglia e nuove criticità.

La ristrutturazione della ex Cabina ACEI della Stazione Termini

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La Cabina ACEI  rimasta in servizio fino al 1989, quando la sua funzione fu sostituita da impianti tecnologicamente più avanzati. Al suo interno si trovano tre banchi di manovra a due ordini di leve (730 leve in tutto), il sistema che veniva impiegato per regolare il traffico ferroviario e che sarà integrato nel percorso di visita del nuovo centro culturale. Dalla stessa stanza, si potrà osservare tutta la ferrovia sottostante attraverso la vetrata unica concepita dall’architetto Mazzoni.

Preservare la storia della tecnica e della mobilità italiana e al contempo mettere un nuovo spazio culturale al servizio della cittadinanza: è il progetto annunciato da Fondazione Fs Italiane, che raccoglie la memoria storica delle Ferrovie Italiane. Nell’attuale Cabina ACEI (ovvero Apparato Centrale Elettrico a Itinerari) di Roma Termini sorgerà luogo in cui sarà possibile consultare gli archivi della fondazione, visitare mostre, partecipare a eventi e conferenze.

Il progetto della ex Zecca di Stato

E’ un progetto ambizioso e fortemente innovativo: creare all’interno di una bellissima e grande struttura d’epoca uno spazio culturale multifunzionale per un museo, per mostre temporanee, per una biblioteca, per una sala convegni  e per mettere a disposizione ulteriori aree per l’artigianato di alta qualità e la ristorazione ferma restando la permanenza della Scuola dell’Arte della Medaglia conosciuta e rinomata in tutto il mondo (vedi nostro post). Al bando hanno risposto architetti e progettisti di chiara fama internazionale ed è risultato vincitore il gruppo Atelier Alfonso Femia/AF517 . Compito di tutti, dall’amministrazione a noi residenti, cercare di creare un ambiente urbanistico idoneo per una simile realizzazione: non è immaginabile un afflusso di turisti in un luogo con le varie criticità attuali.

Il piano archeologico sotterraneo presso la sede dell’ENPAM a Piazza Vittorio

E’ un progetto altamente innovativo tendente ad esporre pubblicamente i numerosissimi ritrovamenti archeologici venuti alla luce nel corso dei lavori di scavo per la costruzione della nuova sede dell’ENPAM a Piazza Vittorio. Si tratta di un patrimonio di grande valore e di indiscusso interesse che sarà esposto e valorizzato in un ambiente sotterraneo multifunzionale. Anche qui è necessario portare a termine un’opera di riqualificazione dell’intera piazza e non solo dei giardini.

L’esposizione dell’Aula Gatti

Piazza Dante

E’ un ulteriore, fantastico ambiente di epoca romana dell’Esquilino  facente parte del complesso degli Horti Lamiani, rinvenuto già a fine ‘800 nei sotterranei del Palazzo della Cassa Depositi e Prestiti a Piazza Dante. L’intero edificio è stato interessato da anni da un’opera di ristrutturazione. La Soprintendeza Capitolina ai Beni Culturali aveva proposto un progetto (vedi immagine) per esporre questo monumento all’interno del giardino di Piazza Dante suscitando non poche perplessità. Da oltre un anno e mezzo non abbiamo più notizie certe sulle decisioni prese. Non sarebbe una cattiva idea proporre un bando di gara magari solo per un progetto di idee per valorizzare al meglio questa opera di inestimabile valore.

A questi progetti si aggiungono quelli già portati a termine come la riqualificazione dei giardini di Piazza Vittorio e di  Piazza Dante e quello ancora in fase di realizzazione  del giardino di Piazza Pepe con la rivalutazione del tratto di acquedotto romano del’Anio Vetus.

Tutti progetti assai interessanti ma bisognosi di una cabina di regia che sappia valorizzare il territorio su cui insistono per evitare che diventino tante cattedrali nel deserto

Piazza Vittorio: una sbirciatina tra le inferriate prima della riapertura ufficiale

Ormai è questione di giorni, dopo due anni di attesa riapre il giardino di Piazza Vittorio. Prima dell’evento ufficiale che ridonerà questo angolo di Roma a tutti i  cittadini abbiamo scattato alcune foto tra le sbarre della recinzione, eccole:

In attesa di poter finalmente rientrare all’interno del giardino e scongiurando le autorità competenti a mantenere in condizioni di normale decenza questa autentica oasi nel centro di Roma senza che si ricada in poco tempo negli errori del passato vogliamo dare un’ulteriore buona notizia: come sapete in questi ultimi giorni era nato il problema  deila colonia felina che da decenni abita nel giardino presso il monumento dei Trofei di Mario che si vorrebbe spostare in altro luogo.

Premesso che questi simpatici animali ormai fanno parte del paesaggio come in numerosi altri siti archeologici di Roma e non avrebbe alcun senso spostarli (ma a chi danno fastidio?)

vogliamo dare due buone notizie  tratte dall’account Facebook “I gatti della Porta Magica”

Speriamo di poter dare a breve la notizia della riapertura ufficiale magari con qualche altra immagine dall’interno

Due gocce di speranza

Come avevamo già  detto in un precedente post sono iniziati i lavori di restauro della facciata esterna dell’ex Zecca di Stato (vedi). La novità è che è stato esposto il cartello ufficiale dei lavori che prevede la fine degli stessi entro la fine del 2020, il 10 dicembre per l’esattezza. Tutto procede come programmato e quindi non ci dovrebbero essere spiacevoli sorprese nè pericoli di prolungamenti significativi per il completamento dell’intero progetto.

E incredibilmente si è mosso qualcosa anche sul fronte del cd. Tempio di Minerva Medica. Infatti nei giorni scorsi è stata rivista ed adeguata la recinzione accanto alla porta d’ingresso principale del monumento. Non più una rete posticcia sopra i listelli metallici

La recinzione prima e dopo l’intervento
Prima la recinzione era tutta come il cancello ora è così

ma una recinzione integrale più sicura e più bella esteticamente. Speriamo che questo lavoro sia l’inizio non solo per il completamento dell’intera recinzione con la distruzione e la sostituzione dei pannelli orrendamente graffitati che delimitavamo l’area del cantiere

e che ancora sono lì, ma che sia propedeutico alla definitiva apertura al pubblico del cd. Tempio di Minerva Medica

Sopralluogo della Sindaca Virginia Raggi al cantiere del giardino di Piazza Vittorio

Video ufficiale della Sindaca di Roma pubblicato sull’account “Virginia Raggi” di Facebook del sopralluogo effettuato l’8 febbraio 2020 per rendere conto alla cittadinanza dello stato dei lavori nel giardino di Piazza Vittorio iniziati a marzo del 2019.

Dicembre 2017 : il punto sui restauri del cd. Tempio di Minerva Medica

Terminati restauri all’interno del monumento dalla parte di via Giolitti è partito l’ennesimo lotto che riguarda il restauro delle absidi e delle arcate dalla parte opposta.

Come si evince dal cartello l’inizio dei lavori è stato fissato per il 02/11/2017 e avrà una durata complessiva di 240 giorni. Quindi per maggio 2018 si dovrebbe porre la parola fine ai lavori di restauro, ripristino e messa in sicurezza del monumento.

Abbiamo utilizzato il condizionale per diversi motivi: in primo luogo non conosciamo lo stato della parte esterna situata dal lato delle linee ferroviarie che partono e arrivano alla Stazione Termini e quindi non possiamo affermare se sono stati eseguiti già dei lavori oppure è necessario un ulteriore bando di gara per un altro lotto, e poi se, come tutti auspichiamo, venisse presa la decisione di riaprirlo al pubblico c’è assolutamente bisogno di creare un arredo interno (giardini, viali, alberi e box informativi) consono all’importanza e alla mole del monumento.

Ci auguriamo che il 2018 sia finalmente un anno di svolta  perchè è inconcepibile che per colpa di un progetto dissennato del 1910, anno in cui venne dato il permesso di costruire una ferrovia che passa  non a pochi metri ma addirittura a pochi centimetri, il Tempio di Minerva Medica, amato ed apprezzato nei secoli passati tanto da essere il monumento di Roma Antica più riprodotto dai pittori e dagli incisori dopo il Colosseo, sia chiuso al pubblico.

 

Risolti i problemi idrici a via Giolitti in questo inizio di settembre 2017, ma…

Dopo oltre due mesi, nei primi giorni di settembre sono stati effettuati i lavori dall’ACEA per riparare la falla alla conduttura dell’acqua che si era aperta davanti al sottopassaggio di Santa Bibiana con relativo parziale allagamento della sede stradale.

Dopo circa due giorni è stato risolto anche l’analogo problema davanti al cd. Tempio di Minerva Medica.

Ricordando che si è trattato di  rotture  che si erano già manifestate alla fine di dicembre dello scorso anno praticamente negli stessi punti e che agli ultimi piani di non pochi stabili dell’Esquilino, ormai da oltre un anno e mezzo, in alcune ore non arriva l’acqua, non possiamo che rinnovare la preghiera alle autorità compenti di programmare dei lavori defnitivi di sostituzione della condotta idrica che trasporta questo bene così prezioso verso la Stazione Termini, perchè, anche per gli stravolgimenti climatici avvenuti negli ultimi anni, non è più ammissibile che si sprechi una tale quantità d’acqua sia per le perdite continue sia per delle vere e proprie falle che vengono riparate dopo mesi.

L’Esquilino dei misteri – secondo episodio – Un lavoro dimenticato a via Micca

A via Pietro Micca, poco prima delle feste natalizie alcuni operai hanno piantato dei paletti per la strada e hanno recintano due tratti della via con la rete arancione. Nessun avviso, nessun cartello di inizio lavori, nessun intervento plausibile (voragine, tombino, muro pericolante). Dopo pochi giorni la situazione era già questa

20170126_152550Dopo un paio di settimane

20170128_085041Poi così

20170226_094609Dall’altra parte della strada


e infine così

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Ci chiediamo in primo luogo perchè sono stati creati questi due recinti. Da residenti non sarebbe sbagliato conoscere anche in anticipo di che interventi si tratta e quanto tempo dovrebbero durare i lavori. Ma quello che è successo a via Micca è veramente assurdo: nessun avviso, nessun cartello,  nessun intervento, nessuna emergenza visibile e i lavori ormai dimenticati. Ma è normale tutto ciò?

 

L’Esquilino dei misteri – prima parte, un cantiere con sospensione e fine dei lavori “ad libitum”

Non si tratta del filone esoterico (peraltro molto interessante ed intrigante) relativo al nostro Rione, ma più semplicemente di alcuni fatti  che, ai più, sono difficili da capire.

Iniziamo con il primo mistero. Lo scorso mese di ottobre abbiamo pubblicato un post (“Le incompiute del Rione Esquilino” vedi) in cui esprimevamo dei dubbi sui lavori  presso l’ala dell’Istituto Galilei con l’ingresso a  Viale Manzoni che avrebbero dovuto essere terminati ad agosto 2016 ma sono tutt’ora ben lungi dall’essere ultimati. Evidentemente qualcuno ha recepito il messaggio e ha tolto l’enorme cartello che era posizionato fuori dal cancello

20161114_151325 e al suo posto ne   è comparso un altro molto più piccolo  e non più esposto all’esterno   ma all’interno dell’edificio in ristrutturazione e quindi assai poco visibile

12-11-16-16-21-office-lensA parte la considerazione di vedere  in un cantiere quasi sempre deserto  un esercito di  professionisti con vari livelli di responsabilità   tra  cui addirittura due archeologi  per una ristrutturazione di un palazzo di inizio ‘900  ,  vorremmo però sapere quali sono i motivi di questo ritardo mostruoso:  sono stati ritrovati reperti archeologici  ?  O si tratta  semplicemente dei soliti problemi economici e  finanziari a bloccare questi lavori,  visto che la data di ultimazione  dei lavori , fissata inizialmente ad agosto del 2016,  era stata spostata al 2020 e la cosa più incredibile che la sospensione degli  stessi che in precedenza era  dal 15/12/2014 al 04/05/2015 era lasciata senza  l’anno di scadenza quindi, come si dice, “ad libitum”. Ma il cartello è stato cambiato di nuovo ed ora ce n’è uno ancora più criptico  e incomprensibile

20170128_145433dal momento che permane la sospensione “ad libitum” in questo caso senza alcuna data di  fine periodo ma, in compenso,   quella  della conclusione dei lavori  specificata ora è divenuta il 7/12/2016 (!?), cioè avrebbero dovuto essere terminati da circa due mesi mentre chiunque può constatare che l’edificio è  ancora   allo   stato iniziale del restauro. Un minimo di trasparenza e chiarezza da parte dei soggetti interessati sarebbe senz’altro auspicabile visto che si tratta di un lavoro di non piccola entità.

Durante i lavori Italgas a viale Manzoni ritrovati reperti archeologici

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un post (vedi) sulla natura particolare del sottosuolo di via Giolitti ritenendolo del tutto inadeguato al passaggio di un treno a scartamento ridotto data la presenza dei cosiddetti “sinkholes antropogenici”,  cavità naturali ed artificiali dovute alla natura del terreno (antiche cave di tufo) e alla presenza di moltissimi reperti archeologici. Puntualmente, visti  gli scavi  che da circa  due mesi i tecnici di Italgas stanno effettuando a viale Manzoni per lavori di adeguamento della rete di trasporto del gas, sono venuti alla luce al’incrocio tra via Giolitti e viale Manzoni alcuni reperti archeologici che, se solo fossero stati ritrovati nell’area dei Fori Imperiali avrebbero riempito le pagine dei giornali, ma visto che sono stati ritrovati all’Esquilino e per giunta sotto una strada molto trafficata  non ne sarà data notizia sulla stampa che conta e dopo una frettolosa analisi sarà messo tutto a tacere come è stato fatto per altri casi del genere negli anni passati.

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E’ evidente che si tratta di un arco in laterizio e la struttura superiore  forse di una volta a botte (impossibile stabilire  con un’unica  analisi visiva se coeva  all’arco) , tra l’altro perfettamente integra, che lascia immaginare la presenza di un antico portico che risulta incredibilmente presente (la zona è quella indicata dall’ellisse rossa) anche in una ricostruzione virtuale tratta dal sito francese  http://www.maquettes-historiques.net che abbiamo pubblicato nel post “L’Esquilino come era ai tempi dell’antica Roma

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Sempre sullo stesso asse viario vogliamo ricordare i  reperti  rinvenuti durante gli anni passati:

Per esempio, quelli durante la costruzione dell’Hotel ES Radisson (gli unici che sono stati preservati ma che hanno costretto, a  suo tempo, a rivedere completamente il progetto dell’hotel);

quelli durante i lavori Acea davanti alla chiesa di Santa Bibiana nel 2001;

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quelli durante i lavori Terna a via Bixio angolo via Giolitti nel 2010/2011 (i rilevamenti durarono più di un anno, quindi i reperti erano tutt’altro che di scarsa importanza);

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ed infine la voragine di due anni fa all’incrocio di Porta Maggiore che ha riportato alla luce i resti di un tempio di epoca repubblicana, tutti con un unico comune denominatore: via Giolitti e i suoi tesori archeologici. Purtroppo non bastano  questi esempi per convincere gli amministratori a intraprendere un serio piano di riqualificazione urbanistica della via e delle strade adiacenti che parta da Porta Maggiore  e continui per l’asse viario verso la Stazione Termini con la  conseguente dismissione  del  treno  Laziali Centocelle  che  nella tratta finale (Porta Maggiore  – Laziali) è utilizzato ormai da pochi intimi e che tanti danni arreca alle strutture di via Giolitti impedendo, di fatto, qualsiasi progetto valido per riportare la via a qui livelli di vivibilità e di decoro urbano che meriterebbe.

 

Le “incompiute” del Rione Esquilino

A viale Manzoni,  nei pressi dell’incrocio con via Emanuele Filiberto c’è  in bella mostra questo cartello presso un’entrata secondaria dell’Istituto  Tecnico Galileo Galilei-Palazzzina E (cliccare per ingrandire).

office-lens-20160921-172224Si riferisce a dei lavori regolarmente assegnati dopo un bando di gara per “il consolidamento, messa in sicurezza e riqualificazione funzionale”  e  finanziati (almeno si spera) dalla “Città Metropolitana di Roma Capitale” in pratica la ex Provincia di Roma. Ma leggendo le date i conti non tornano : a fronte di un lavoro non certo misero (€ 1.823.383,87) notiamo queste specifiche “Data consegna lavori – 25/11/2014”, “Data ultimazione lavori – 22/03/2016”, “sospensione dei lavori – dal15/12/2014 al 04/05/2015″ ” Data ultimazione lavori – 09/08/2016″

La situazione a ottobre  2016 è questa:

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i lavori ci sembrano ben lungi dall’essere terminati, anzi per dirla tutta il cantiere sembra abbandonato . Non vorremmo che andasse a finire come l’emblema dei progetti incompiuti, anzi mai iniziati, all’Esquilino : l’ex cinema teatro Apollo.

cairoli2 Dal 2005, infatti, per circa quattro anni questo cartello è rimasto appeso   a via Cairoli sopra una delle porte dell’ex cinema  specificando dei lavori per creare  all’inizio un edificio da destinare ad un’ipotetica “Casa dei Comici” per cambiare idea in seguito e  ricavarne un “Centro Polifunzionale”  avveniristico (vedi progetto) . Purtroppo  i lavori non iniziarono mai e nel 2009 venne tolto anche il cartello. Da allora è sceso l’oblio su questa struttura : autorità, attori, registi e artisti in genere sempre pronti a scendere in campo per altre situazioni analoghe (per esempio l’ex cinema America)   si sono completamente dimenticati di questo edificio (tra l’altro bellissimo e raro esempio di liberty) che ormai è chiuso da più di 15 e anni ed è stato spesso oggetto di occupazioni e versa, attualmente, in uno stato di vergognoso degrado e abbandono.

Le  foto testimoniano come gli stessi graffitari abbiamo più volte cambiato gli scarabocchi nel corso di tutti questi anni e  il  terrificante degrado di una porta secondaria a via Giolitti con dei rifiuti che sono lì da anni e aumentrano continuamente. Sarebbe ora che alle parole seguissero i fatti; se il Comune o chi per esso non è in grado di provvedere alla riqualificazione di questi immobili abbia il coraggio di fare delle scelte e di coinvolgere dei privati per dei progetti seri. A che serve  tenere questi edifici  chiusi e abbandonati?