18 febbraio 2023 dalle ore 15:00
STRADE DEL RIONE ESQUILINO
Esquilino Carnival

18 febbraio 2023 dalle ore 15:00
STRADE DEL RIONE ESQUILINO
Dal 10 al 23 novembre 2022
GATSBY CAFE’
Mostra delle fotografie vincitrici del contest fotografico
Opening 10 novembre ore 18:00
Un post pubblicato su Facebook da “Puntarella Rossa” pur con alcune inesattezze: “non si trova in Centro (l’Esquilino) ma neppure in periferia” dicono, peccato che il Rione è non solo all’interno delle Mura Aureliane ma addirittura anche delle Mura Serviane prima cinta muraria della Roma delle origini e appartiene in tutto e per tutto al I Municipio. Poi affermano ” La prima zona dove si arriva a Roma, ma anche quella meno di interesse per i turisti.” e ti credo se loro stessi nell’articolo, ma come fanno tutti istituzioni comprese, non menzionano alcun monumento dell’Esquilino (e ce sono di fantastici e importantissimi). Comunque prendiamo per buone le indicazioni su quello che in fin dei conti è la loro specialità: le recensioni sulle eccellenze gastronomiche in questo caso del Rione Esquilino.,
Continua la descrizione dei Colli di Roma dal libro Vita d’ogni in Roma Antica.
[Autrice: Maria Paoli
Editore: Felice Le Monnier – Firenze – 1962]
Vediamo oggi l’Esquilino e il Viminale.
Sono brevi, ma non meno interessanti dei precedenti, i paragrafi dedicati all’Esquilino e al Viminale, due colli con origini ben diverse fra loro.
Poco più di due minuti di presentazione, della quale non anticipiamo nulla.
La storia dei sette colli è iniziata nei post precedenti dedicati al Palatino (estratto n°2), all’Aventino e al Celio (estratto n°3) e terminerà a breve con il Quirinale e il Campidoglio.
Ecco la presentazione. Buona lettura!
Riportiamo di seguito l'indice (basta un click sull'immagine per ingrandirla) invitando chiunque avesse curiosità per uno specifico paragrafo a segnalarcelo.
Il post pubblicato qualche giorno fa da Esquilino Chiama Roma su Facebook (link al post) ci dà lo spunto per qualche riflessione sul progetto di recupero del giardino intitolato a Willy Montero Duarte, che ha preso il via da circa quattro mesi e i cui lavori dovrebbero giungere al termine in questa primavera.
Nel post veniva evidenziato come la parte dell’acquedotto visibile sia solo una porzione dell’opera, essendo gran parte dell’intera struttura sotterranea, a causa dello svolgersi degli eventi nel corso della storia, sia per cause naturali che per azioni umane.
Il fatto è suffragato dalle immagini, che riportiamo anche sopra: lo studio del Piranesi di circa tre secoli fa, la foto d’epoca (presumibilmente di fine ‘800) e il giardino ai giorni d’oggi.
Ogni attività di scavo prevista dal progetto nelle immediate vicinanze delle arcate avrebbe potuto portare alla luce il resto dell’acquedotto o magari altri reperti o scoperte interessanti dal punto di vista storico e artistico.
Ma se ragioniamo dal punto di vista della gestione di progetto, la questione ci induce ad alcune considerazioni.
Come ogni responsabile di progetto ben sa, scoperte inattese, sono imprevisti o rischi che, se non analizzati, pianificati e gestiti correttamente, mettono a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi di progetto e nella quasi totalità dei casi compromettono il rispetto dei tempi e dei costi previsti.
Di fronte ad un imprevisto può talvolta interrompersi il ciclo di vita del progetto in attesa di prendere decisioni sulle azioni da intraprendere.
Bisogna interpellare i soggetti competenti, impiegare risorse e tempo, per individuare lo scenario di soluzioni possibili (che si può fare?) e il piano di azione (che faremo?) per affrontare ogni rischio, o anche le opportunità da cogliere.
La disciplina del project management insegna a considerare i rischi non solo in un’accezione negativa, poiché da essi possono nascere delle opportunità. L’importante è tenerne conto già in fase di pianificazione di progetto.
Nel ciclo di vita di un progetto, la pianificazione è la fase più impegnativa; quella in cui analizzando il contesto, gli obiettivi e i risultati da raggiungere, si deve redigere un piano, con le risorse a disposizione, che eviti le insidie del fallimento del progetto.
Perciò sono da prendere in considerazione anche i rischi da gestire.
Essi vanno in primo luogo individuati, poi analizzati per prevedere strategie che includono piani di monitoraggio e azioni per mitigarli, modi di aggirarli o affrontarli di fronte al loro verificarsi.
Il fine è quello di evitare aggravi di costo o ritardi del progetto, talvolta addirittura il fallimento.
Durante il lavoro di recupero del giardino, in fase di scavo per le opere di illuminazione, pare si siano ritrovati cunicoli della vecchia Centrale del latte di cui si era persa memoria; un evento che si è trasformato nell’opportunità operativa di utilizzare un tracciato preesistente e in una riscoperta di rilievo storico-culturale sull’utilizzo che quello spazio ha avuto nel corso del tempo.
Ogni progetto è unico!
Per progetti ancora più complessi, soprattutto se di riqualificazione del territorio in siti storici come quelli del rione Esquilino, ricco di un patrimonio artistico sotterraneo, la necessità di una iniziale analisi multidisciplinare che non trascuri problematiche, rischi e opportunità, diviene ancora più pressante.
Già in fase di definizione iniziale di ogni progetto andrebbero coinvolti i soggetti con le competenze necessarie e pensiamo ad esempio ad architetti, storici dell’arte, archeologi, professionisti di gestione progetto.
Porsi le giuste domande, individuare i potenziali problemi, analizzare e valutare gli eventuali impatti, prima ancora di pensare a proposte di soluzioni, permette di partire “con il piede giusto” e giungere ad una pianificazione che pone le basi per il successo del progetto…. e talvolta tramuta rischi negativi in opportunità che creano valore.
In attesa di giungere al completamento del progetto e di fruire del giardino di Willy il prima possibile, ci piace chiudere con qualche citazione di illustri personaggi, a proposito di problemi, soluzioni e opportunità.
Se avessi solamente un’ora per risolvere un problema, passerei 55 minuti a definire bene il problema e 5 minuti a pensare alle soluzioni (Albert Einstein)
Dovunque guardiamo su questa terra, le opportunità prendono forma dentro i problemi (Nelson Rockefeller)
Nessun problema può resistere all’assalto di una riflessione approfondita (Voltaire)
La mappa dell’immagine in evidenza è tratta dal sito https://laromanatoponomastica.weebly.com/esquilino.html
Giunga a tutti voi l’augurio più sincero perchè sia una Pasqua di Resurrezione in tutti i sensi
Se qualcuno pensa che le varianti ai vari Piani Regolatori siano figlie dei nostri tempi si sbaglia di grosso. Guardate questi particolari di due mappe di Roma, i primi relativi a quella del P.R. ufficialmente approvato nel 1883 i secondi di un’altra mappa pubblicata nel 1888 con qualche opera in più realizzata ma con non poche variazioni rispetto a diverse idee e linee guida di solo 5 anni prima
Nell’immagine 1 c’è la pianta di Piazza Vittorio a sinistra quella del P.R. del 1883 con la piazza divisa in quattro grandi quadranti con una rotonda in mezzo per collocare la statua monumentale del re Vittorio Emanuele II. L’asse viario che da Santa Croce in Gerusalemme arrivava a Santa Maria Maggiore non era interrotto dalla Piazza. Nella seconda immagine a destra scompaiono i quadranti e la statua commemorativa e l’asse viario viene interrotto.
Nell’immagine a sinistra c’è l’idea di creare un tunnel alla fine di viale Manzoni per oltrepassare la ferrovia, in quella di destra, del 1888, scompare questo tunnel di viale Manzoni, rimane quello di Santa Bibiana (che sarà realizzato qualche anno dopo) ma ne viene immaginato un altro che da Porta San Lorenzo arriva a via Mamiani. In realtà diversi decenni dopo (1938) sarà realizzato con la nuova Stazione Termini il sottopassaggio Turbigo ma in asse con via Cappellini
Dal Canale Youtube Etruschannel
Dopo il successo del primo video introduttivo, entra nel vivo, con la conferenza di oggi, la passeggiata sui Colli di Roma nel Rinascimento, nostro omaggio a Raffaello.
Filippo Coarelli ci conduce innanzitutto sull’Esquilino, la cui rappresentazione, nella Sala dei Sette Colli, compare sul lato corto meridionale della stanza, al di sopra della porta che immette nell’adiacente Sala delle Arti e delle Scienze, ove sono esposte le oreficerie Castellani.
Insieme a quella di Villa Giulia, che significativamente le si contrappone sull’opposta parete corta, è la veduta più accurata della sala e nella quale nessuno degli elementi paesaggistici e monumentali selezionati dai decoratori rinascimentali per caratterizzare il colle appare casuale, come non è casuale la scelta dell’elemento “attuale” correttamente inserito nell’antico contesto topografico dell’Esquilino: il gruppo del Laocoonte scoperto nel 1506, che offre a Filippo Coarelli l’occasione per uno straordinario excursus sulla scultura, sulla domus Titi e sugli Horti di Mecenate alla luce delle più recenti scoperte e acquisizioni.
Due interessanti particolari della mappa prospettica di Roma di Giovanni Maria Maggi del 1625 (in alto nella sua completezza) che si riferiscono a due chiese dell’Esquilno che non esistono più:
San Giuliano all’Esquilino
L’area è quella dell’odierna Piazza Vittorio Emanuele II con i Trofei di Mario e la chiesa di Sant’Eusebio (perfettamente riconoscibile anche nella stampa di Antonio Tempesta qui accanto). Si hanno notizie della chiesa fin dal 1220 e nello Stato Temporale delle Chiese di Roma del 1662 conservato nell’Archivio Segreto Vaticano si legge quanto segue “La chiesa ha il choro, il campanile con una campana sola e la sagrestia, ha solamente un altare, e detta chiesa serve per cimitero per li religiosi. Il monastero ha un cortile con un giardinetto et un pozzo. Ha un dormitorio con 6 celle per li religiosi. Ha 4 altre camere. Possiede poi vigne, censi etc. per 140 sc.“. Venne demolita nel 1874 per far posto all’odierna Piazza Vittorio Emanuele II. Per maggiori informazioni clicca al seguente link
San Matteo in Merulana
Chiesa antichissima le cui origini risalgono addirittura al V secolo d.C.. Era situata nella zona riconducibile ai giorni nostri all’incrocio tra via Merulana e via Alfieri. Compare nel Catalogo di Torino del 1320 con questa dicitura ” Hospitale sancti Matthei de Merulana habet priorem et fratres ordinis Cruciferorum VIII“. Dopo varie vicissitudini anche architettoniche venne definitivamente demolita nel 1799, in quanto in stato di abbandono, durante l’occupazione francese di Roma. Per maggiori informazioni clicca al seguente link
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