Come è noto a quei tempi non esisteva la fotografia, ma c’erano degli ottimi pittori che riproducevano i momumenti dell’epoca con grande maestria e meticolosa attenzione anche nei minimi particolari. Ecco due post apparsi sul gruppo Facebook “Memorie di Roma” di Michela Foianesi e Filippo Neri che con l’ausilio di due dipinti d’epoca (il primo di Willem van Nieulandt) ci danno l’idea di come appariva la basilica di Santa Maria Maggiore prima della definitiva ristrutturazione del XVIII secolo , su progetto di Ferdinando Fuga, che le ha donato l’odierno aspetto.
Ma ancora più evidente l’aspetto della piazza e della basilica in questo acquerello anonimo.del XVII secolo
La storia del Palazzo Brancaccio, per decenni sede del Museo di Arte Orientale ed oggi sede di importanti mostre di arte contemporanea e di un raffinato ristorante, in due interessanti articolo di Michela Foianesi e Filippo Neri pubblicati sull’account Facebook “Memorie di Roma” che raccontano le fasi e gli aneddoti che hanno portato alla costruzione di questo splendido edificio, il tutto corredato da diverse immagini d’epoca.
Forse non tutti sanno che i rintocchi udibili alle ore 21:00 di ogni giorno che provengono dalla basilica di Santa Maria Maggiore sono generati da una copia della campana a cui è legata la storia della pastorella, forse cieca, che si era persa nei campi dell’Esquilino e che abbiamo pubblicato in questo post. Dopo molto tempo tornerà a Santa Maria Maggiore la campana originale e sarà esposta lungo il percorso che porta alla Loggia delle Benedizioni. Ecco la storia non dell’evento legato alla pastorella ma della campana stessa in un post dell’account Facebook della basilica
Un interessante articolo di Filippo Neri tratto dal gruppo Facebook “Memorie di Roma” relativo ai “Trofei di Mario” monumento archeologico situato nel giardino di Piazza Vittorio. Il testo è corredato da alcune stampe d’epoca che evidenziano la topografia dell’Esquilino prima delle demolizioni successive al 1870
I Trofei di Mario in altre stampe d’epoca tra cui alcune rielaborazioni. Completano la rassegna le statue che dettero il nome (erroneo) al monumento ora situate in Campidoglio
In ottica giubilare, per conoscere meglio alcuni luoghi del Rione Esquilino, che durante il prossimo anno saranno oggetto di visite di centinaia di migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo, inziamo con alcune notizie su San Giovanni in Laterano “La Madre di tutte le Chiese”.
Iniziamo con un articolo di Filippo Neri tratto dall’account Facebook “Memorie di Roma” relativo alla Basilica di San Giovanni in Laterrano e del suo complesso edilizio che con l’ausilio di stampe d’epoca ci illustra il suo aspetto prima della definitiva ristrutturazione avvenuta tra il XVII e il XVIII secolo ad opera di numerosi architetti tra cui anche il Borromini
Seguiranno nei post successivi alcuni filmati che ci illustreranno la storia della Basilica dalle sue origini fino ad oggi
In attesa che vengano rinnovati ( o riconfermati) i vertici del Museo Storico della Liberazione a via Tasso, il cui mandato è scaduto il 20 dicembre 2023, il presidente uscente, professor Antonio Parisella, ha deciso di mantenere l’apertura del Museo fino a nuove disposizioni da parte del Ministero dei Beni Culturali.
Ecco il suo comunicato apparso sugli account dei social network del Museo e di seguito l’intervista rilasciata al TGR Lazio il 5 gennaio 2024 nell’edizione delle ore 14:00
«Il museo storico della Liberazione sarà regolarmente aperto dal lunedì ore 9.30 alla domenica ore 18.30. Ciò nonostante dal 20 dicembre sia senza vertici non avendo provveduto il ministero della Cultura a rinnovare l’incarico al presidente e ai componenti del Comitato direttivo di nomina ministeriale. Il presidente uscente, sotto la sua personale responsabilità, ha deciso di non consegnare le chiavi ma di aprire comunque»
Il 2 dicembre si festeggia Santa Bibiana a cui è dedicata una delle chiese più antiche del Rione Esquilino. Negli anni scorsi abbiamo descritto l’ architettura barocca, e la splendida statua della santa all’interno ambedue opere di Gian Lorenzo Bernini, oggi vogliamo occuparci di un aspetto storico poco conosciuto che ha determinato la costruzione della chiesa originaria nel IV secolo d.C..
Ecco un articolo di Claudio Colajacono tratto dall’account Facebook “Leggende Romane”
Santa Bibiana: storia di una fossa comune
Risale a V secolo la macabra scoperta di una fosse comune, contenente oltre undicimila corpi, nella zona oggi a ridosso dei binari della stazione Termini, in via Giolitti. Si tratta dei resti di poveri cristiani martirizzati a seguito della terribile persecuzione scatenata con violenza dall’imperatore Giuliano l’Apostata poco più di un secolo prima. A quell’epoca il cristianesimo aveva ormai preso vigore, i seguaci di Gesù si moltiplicavano e ponevano un serio problema all’ormai decadente Impero Romano, fondato su valori lontani da quelli professati dal Nazareno. Tra quei corpi, la tradizione cristiana ha individuato quelli di un’intera famiglia barbaramente uccisa. Si tratta di Defrosa e delle sue figliole Demetria e la giovanissima Bibiana. Defrosa fu decapitata, mentre Demetria morì di crepacuore. Alla piccola Bibiana toccò però la sorte più crudele: fu affidata a una prostituta nel tentativo di corrompere la sua anima pura. La giovane non cedette e per punizione fu frustata a morte con un flagello di piombo e il suo corpo venne gettato in una fossa. Per rendere omaggio e degna sepoltura a così tanti martiri, fu quindi costruita una piccola chiesa dedicata proprio alla tenera Bibiana. Nel Seicento Bernini le rese onore edificando la meravigliosa facciata che possiamo ammirare oggi, sua opera prima come architetto. Sua è anche la meravigliosa statua di Santa Bibiana, posta sull’altare maggiore, sotto il quale sono conservate le reliquie delle tre donne e, nella navata di sinistra, si trova il cippo di colonna sulla quale la santa subì il martirio. Un’antica consuetudine, in uso presso molti luoghi considerati sacri, prevedeva di preparare una bevanda miracolosa con il materiale ricavato dalle testimonianze del martirio. In questo caso, i fedeli raschiavano la superficie della colonna estraendone una sottile polvere che, mischiata all’erba e alla terra idealmente intrisa del sangue di Bibiana, creava una sorta di pozione prodigiosa. Lo sviluppo urbanistico della zona ha tolto molto del contesto periferico in cui la chiesa era inserita fino a poco più di un secolo fa. L’atmosfera raccolta di una chiesa di campagna ha così ceduto il passo a quell’aria transitoria, provvisoria, tipica dei luoghi che sorgono nei pressi di binari ferroviari.
(Claudio Colajacono – I love Roma)
Il calendario liturgico per la festa del 2 dicembre
IAlle Terme di Diocleziano la grande mostra “𝗗𝗮𝗰𝗶𝗮 – 𝗹’𝘂𝗹𝘁𝗶𝗺𝗮 𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗶𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗥𝗼𝗺𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮̀”: oltre 1000 reperti archeologici che ripercorrono lo sviluppo storico e culturale del territorio dell’attuale Romania lungo un periodo di oltre mille anni, dall’VIII secolo a.C. al VII secolo d.C.
La mostra, a cura del Muzeul Național de Istorie a României e del Museo Nazionale Romano, celebra anche un doppio anniversario per le relazioni bilaterali tra Italia e Romania: 15 anni dalla firma del Partenariato Strategico Consolidato tra i due Paesi e 150 anni dall’istituzione della prima agenzia diplomatica romena in Italia.
L’evento, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Romania e del Presidente della Repubblica Italiana, è organizzato dall’Ambasada României în Italia / Ambasciata di Romania in Italia, Ministerul CulturiiMinisterul Afacerilor Externe, Ministerul Apararii Nationale, Institutul Cultural Român / Romanian Cultural Institute attraverso l’Accademia di Romania e il Ministero della Cultura.