Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un post (vedi) sulla natura particolare del sottosuolo di via Giolitti ritenendolo del tutto inadeguato al passaggio di un treno a scartamento ridotto data la presenza dei cosiddetti “sinkholes antropogenici”, cavità naturali ed artificiali dovute alla natura del terreno (antiche cave di tufo) e alla presenza di moltissimi reperti archeologici. Puntualmente, visti gli scavi che da circa due mesi i tecnici di Italgas stanno effettuando a viale Manzoni per lavori di adeguamento della rete di trasporto del gas, sono venuti alla luce al’incrocio tra via Giolitti e viale Manzoni alcuni reperti archeologici che, se solo fossero stati ritrovati nell’area dei Fori Imperiali avrebbero riempito le pagine dei giornali, ma visto che sono stati ritrovati all’Esquilino e per giunta sotto una strada molto trafficata non ne sarà data notizia sulla stampa che conta e dopo una frettolosa analisi sarà messo tutto a tacere come è stato fatto per altri casi del genere negli anni passati.
E’ evidente che si tratta di un arco in laterizio e la struttura superiore forse di una volta a botte (impossibile stabilire con un’unica analisi visiva se coeva all’arco) , tra l’altro perfettamente integra, che lascia immaginare la presenza di un antico portico che risulta incredibilmente presente (la zona è quella indicata dall’ellisse rossa) anche in una ricostruzione virtuale tratta dal sito francese http://www.maquettes-historiques.net che abbiamo pubblicato nel post “L’Esquilino come era ai tempi dell’antica Roma”
Sempre sullo stesso asse viario vogliamo ricordare i reperti rinvenuti durante gli anni passati:
Per esempio, quelli durante la costruzione dell’Hotel ES Radisson (gli unici che sono stati preservati ma che hanno costretto, a suo tempo, a rivedere completamente il progetto dell’hotel);
quelli durante i lavori Acea davanti alla chiesa di Santa Bibiana nel 2001;
quelli durante i lavori Terna a via Bixio angolo via Giolitti nel 2010/2011 (i rilevamenti durarono più di un anno, quindi i reperti erano tutt’altro che di scarsa importanza);
ed infine la voragine di due anni fa all’incrocio di Porta Maggiore che ha riportato alla luce i resti di un tempio di epoca repubblicana, tutti con un unico comune denominatore: via Giolitti e i suoi tesori archeologici. Purtroppo non bastano questi esempi per convincere gli amministratori a intraprendere un serio piano di riqualificazione urbanistica della via e delle strade adiacenti che parta da Porta Maggiore e continui per l’asse viario verso la Stazione Termini con la conseguente dismissione del treno Laziali Centocelle che nella tratta finale (Porta Maggiore – Laziali) è utilizzato ormai da pochi intimi e che tanti danni arreca alle strutture di via Giolitti impedendo, di fatto, qualsiasi progetto valido per riportare la via a qui livelli di vivibilità e di decoro urbano che meriterebbe.

L’ha ribloggato su ilcantooscuro.