E’ sempre una gioia, vedere nascere un nuovo murale a via Giolitti: perché è un compimento di una lungo cammino, smesso contrastato. Mi ricordo ancora quando lancia l’idea la prima volta, anni fa, in una riunione di uno dei tanti comitati che tendono a nascere come funghi e morire altrettanto rapidamente, qui all’Esquilino.
Uno dei, ehm, grandi artisti locali cominciò a urlare, a strabuzzare gli occhi, a battersi il petto come un gorilla in gabbia
“Non capisci nulla, l’Esquilino è ottocentesco, la street art non c’entra nulla, è un pugno in un occhio”.
Ben peggio mi accadde, quando, dopo che la Casa dei diritti sociale mi chiese di dargli una mano, nell’ormai lontano 2015, in occasione di Esquilindo, per realizzarlo nel concreto, questo benedetto murale.
Dopo avere contattato e avuto la disponibilitò Mauro, grazie alla nostra cara amica Togaci, parlai della cosa in un’altra riunione: non l’avessi mai fatto… Mai…
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