Qualche tempo fa (in realtà quasi due anni fa) scrivemmo che avremmo monitorato i lavori di restauro del Ninfeo degli Hortii Liciniani a via Giolitti per constatarne l’avanzamento. In questi giorni siamo testimoni di una buona notizia : sono state rimosse le impalcature esterne dalla parte che guarda verso la stazione Termini ed è quindi già visibile la porzione della cupola messa in sicurezza e mondata dalle erbacce che nel corso dei decenni erano cresciute sopra. Già in questa fase è possibile ammirare l’imponenza e la bellezza del monumento che risalterà ancor di più a lavori ultimati. Non sappiamo se la data del 2015 sarà rispettata per la fine del restauro anche perchè la parte interna presenta delle particolarità che abbisognano di maggior attenzione e cura da parte dei restauratori e degli archeologi, ma l’importante è che il monumento venga ridonato alla cittadinanza e a tutti coloro che verranno per visitarlo dopo oltre un secolo di chiusura e abbandono. Contestualmente alla riapertura del Ninfeo dovranno anche essere prese delle decisioni importanti riguardo alla linea ferroviaria Laziali – Giardinetti : non è possibile che un treno passi a pochi centimentri dalle fondamenta del monumento procurando dei danni irreparabili (il 50% della cupola che aveva resistito nel corso dei secoli a terremoti e intemperie, si è sbriciolata negli ultimi cento anni per l’incessante presenza dei microsismi causati dal passaggio dei convogli). Perdurando questa situazione, tra qualche anno ci ritroveremmo nella medesime condizioni rendendo vano il restauro e sprecando in malo modo tutti i fondi che sono stati necessari per effettuarlo.
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4 marzo : questa mattina Porta Maggiore in Venezia Style….
Non bastassero i lavori di cui parliamo nel post precedente, non bastasse il traffico allucinante di questi giorni, stamattina, verso le 8,30 un’oretta dopo la fine dell’acquazzone, Porta Maggiore sembrava la laguna di Venezia. Ma è possibile che non si riesca a liberare una volta per tutte tombini e caditoie da detriti e fango ? Speriamo che il tempo ci assista altrimenti per i 3 milioni di pellegrini attesi per la fine di aprile sarà veramente dura (per noi residenti lo è sempre).
Non siamo visionari
Lo scorso mese di maggio pubblicammo il post “Un consiglio per il nuovo sindaco, chiunque esso sia” sottilineando che in una città come Roma fosse necessario utilizzare delle nuove discipline e formare delle nuove figure professionali per gestire al meglio i problemi derivanti dalla scoperta di reperti archeologici praticamente in ogni cantiere che preveda opere di scavo nel centro della città ma anche in tante altre zone. E che non sia un problema campato in aria o un consiglio da non prendere in considerazione lo testimonia il fatto che la Luiss Business School ha organizzato un master proprio per formare tecnici altamente qualificati su questo argomento e che siano in fase di definizione i quadri normativi atti a qualificare delle nuove professionalità che sappiano orientarsi sia nel comparto dell’archeologia sia in quello della pianificazione territoriale.
Per maggiori informazioni sul master e sulle prospettive professionali relative a questo nuovo ambito cliccare sull’immagine
Il Colosseo e gli altri….
Non vogliamo ritornare sull’argomento della pseudo-pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali perchè se ne dicono fiumi di parole ogni giorno e si può essere d’accordo sul progetto globale ma non su questo provvedimento che è affrettato e impasticciato (e i continui cambiamenti lo testimoniano) . E poi ormai è accertato, gli stessi tecnici del comune ammettono a mezza bocca che il traffico veicolare nelle vie limitrofe aumenterà di almeno il 30 % con conseguente innalzamento degli indici di inquinamento (non lo dicono ma è ovvio) e disagi a non finire per chi abita e lavora lì. Vorremmo solamente far notare che esistono dei monumenti di serie A e monumenti di serie B se non addirittura C,D e oltre. Da un comunicato di Legambiente del 5 luglio (vedi il documento intero in .pdf)
E’ irresponsabile chi vuole continuare anche solo per qualche mese a lasciare al Colosseo e aiFori il ruolo di spartitraffico per le automobili, stiano attenti i vari politicanti romani arischiare di avere sulla coscienza nuovi crolli per vibrazioni e smog-dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-
Bene, finalmente qualcuno si è accorto che le vibrazioni e lo smog possono essere deleterie per la salute dei monumenti (e non solo!) e perchè no, anche dei palazzi vicini. Però mi sembra che queste affermazioni si rilascino solo in presenza di grandi eventi mediatici : nella vita di tutti i giorni e con dei monumenti importanti sì, ma non come il Colosseo, i politici, le organizzazioni ambientaliste, gli opinionisti e i giornalisti di grido, scusate il termine, se ne fregano del tutto.
Sono decenni che andiamo dicendo che il Ninfeo degli Horti Liciniani o Tempio di Minerva Medica si sta sbriciolando a causa dei continui microsismi dovuti alla vicinanza (pochi centimetri, vedi foto!) della ferrovia Laziali Giardinetti e finalmente da un anno e mezzo è iniziato un restauro conservativo per cercare di mettere in sicurezza ciò rimane di questo monumento. Ma se non si cambia registro e si attua un provvedimento simile a quello del Colosseo tra qualche anno saremo ancora a lamentarci nuovamente di pezzi staccatisi e muri che si sibriciolano. E dire che non è affatto un monumento di sere B ma, anzi, uno dei più importanti e conosciuti dell’antichità romana studiato da architetti e artisti di tutti i tempi.E non lo dico io ma Mariarosaria Barbera la Soprintendente ai beni archeologici di Roma in questo articolo (vedi) apparso il 14 Maggio di quest’anno su “Il Messaggero”. E’ mai possibile che si continui a parlare e sparlare del Colosseo e dell’area archeologica attigua che già oggi è di gran lunga il più visitato monumento d’Italia e quindi uno dei primi al mondo e non ci si renda conto che all’Esquilino (ma anche in tante altre parti di Roma) ci sarebbe materiale per creare delle aree archeologiche di eccezionale interesse e costringere i turisti a rimanere più giorni o a ritornare ?

Possibile che a nessuno sembra importare che il Ninfeo degli Horti Liciniani (vedi foto della ricostruzione grafica da “Il Messaggero”) e la Basilica sotterranea di Porta Maggiore (monumento non raro ma unico!) siano chiusi al pubblico e che Porta Maggiore anneghi nel traffico con l’orrore di un treno (perchè di treno si tratta anche se a scartamento ridotto) che passa sotto i suoi bellissimi e secolari archi. Ma non si tratta del Colosseo e di via dei Fori Imperiali e quindi l’impatto mediatico è enormemente inferiore e non vale la pena di spendere qualche parola, prendere qualche provvedimento serio o indire degli incontri con i cittadini per decidere cosa fare per migliorare la situazione. E a nulla valgono le indicazioni e i progetti di architetti ed urbanisti (ne riparleremo nei prossimi post su via Giolitti), sembra di parlare davanti a un muro di gomma tanto l’indifferenza per questo problema regna ed è regnata sovrana da sempre. Vorrei chiedere l’aiuto degli archeologhi e dei tecnici che stanno lavorando al restauro del Tempio di Minerva Medica e che sperano di aprirlo al pubblico nel 2015 per sensibilizzare l’opinione pubblica che a Roma non esiste solo il Colosseo ma tanti altri monumenti che devono essere preservati e valorizzati. La cultura non deve essere sbandierata solo per operazioni a grande impatto mediatico e non serve alla città creare un eden archeologico e lasciare intere zone abbandonate a se stesse. Se il Ninfeo degli Horti Liciniani stesse in una qualsiasi altra città sarebbe un punto di riferimento assoluto e sarebbe visitato da centinaia di migliaia di turisti ogni anno creando posti di lavoro direttamente e indirettamente. Invece qui a Roma è un secolo che è chiuso.
Un consiglio per il nuovo sindaco di Roma, chiunque esso sia
Uno dei problemi più gravi che attanaglia la nostra città ( ma non solo, perchè è un male nazionale) è la cronica inadempienza da parte delle aziende fornitrici a terminare i lavori nei tempi prescritti . E’ inutile elencare tutti gli esempi che rientrano in questa casistica, chiunque ha avuto (o ha) modo di constatare come si sappia sempre la data d’inizio di un cantiere ma mai quella della fine, ed è inutile rimarcare i disagi che sono costretti a sopportare i residenti e i consistenti aumenti dei costi che creano voragini nei bilanci pubblici. Nel nostro rione un esempio eclatante è il nuovo palazzo dell’ENPAM a Piazza Vittorio con addirittura anni di ritardo rispetto alla data originaria di consegna. Per carità, nel frattempo sono intervenuti dei problemi enormi da risolvere, ma proprio per questo sarebbe ora che sia l’amministrazione pubblica sia le ditte fornitrici iniziassero ad utilizzare in maniera opportuna degli strumenti che consentirebbero di limitare al massimo questa brutta abitudine. Sto parlando del Project Managment (da non confondere con il Project Financing tanto in voga in questi ultimi tempi) che è una disciplina nata durante la seconda guerra mondiale ma che ha avuto la sua definitiva consacrazione negli anni ’60 con il progetto Apollo della NASA.
Si tratta in parole povere della pianificazione preventiva di un qualsiasi progetto tenendo presente risorse, tempi e costi. In presenza di una gara per l’appalto di un lavoro non ci si può fermare alla sola presentazione del preventivo economico e dei tempi di massima per il completamento dell’opera ma grazie a questo strumento si possono elencare in maniera dettagliata le varie fasi del progetto con analisi particolari per quanto riguarda le risorse (umane, economiche, finanziarie) i tempi necessari per il completamento delle varie attività e l’ordine cronologico per l’esecuzione delle stesse (per esempio non è possibile tirar su i muri se prima non si sono terminate le operazioni di scavo per le fondamenta) pianificando ed ottimizzando in questo modo anche i costi. In pratica si tratta di mettere nero su bianco le fasi dell’intera esecuzione di un progetto partendo dall’idea fino alla fine dei lavori.

Il processo inizia con la WBS (work breakdown structure) ossia lo scompattamento delle varie attività con i legami che le legano l’una all’altra. Operazione propedeutica che serve alla creazione del diagramma di Gantt che è il fulcro della programmazione e del controllo del progetto. Cosa importantissima perchè il project Managment è una realtà dinamica e con l’analisi degli stati di avanzamento è possibile, con le opportune modifiche, rivedere i tempi dell’intero progetto e addirittura cercare di rientrare nei termini di consegna concordati stretchando o comprimendo le attività legate a quella in ritardo. Si potrebbe obiettare che spesso durante lo svolgimento delle fasi di un progetto (e il palazzo dell’ENPAM a piazza Vittorio ne è un esempio eclatante) succedono dei fatti non preventivati che ne ritardano o addirittura ne stravolgono i piani originari, ma il project managment prevede anche queste situazioni grazie al cosiddetto risk managment (pianificazione dei rischi) che da semplice parte è assurto negli ultimi tempi a disciplina a sè stante. Si tratta di valutare in sede preventiva tutti i possibili rischi e valutarne l’impatto con l’esecuzione dell’intero progetto sia in termini di tempi che di costi.

In una città come Roma l’uso di queste tecniche è assolutamente indispensabile ben sapendo che specialmente nelle zone centrali basta scavare anche una piccola buca per trovare reperti archeologici di grande importanza e rilevanza. Da una parte il ricorso alle procedure sopradescritte, dall’altra la creazione di squadre di professionisti composte da membri dei soggetti interessati (sovraintendeza, comune e ditte) pronti ad intervenire in tempi ristretti e con le idee chiare, comporterebbe uno snellimento delle pratiche necessarie per sbloccare i lavori e tutti ne trarrebbero benefici e vantaggi, dai residenti, alle amministrazioni alle aziende che eseguono i lavori. Vorrei segnalare un blog di un amico che parla di Risk Managment (vedi) : d’accordo, è una pubblicazione per addetti ai lavori, ma sarebbe ora che tutti i soggetti interessati iniziassero a rendersi conto che è arrivato il momento di cambiare registro e programmare qualsiasi opera con la massima onestà prima di tutto ma anche con più professionalità e competenza. Per ultimo una piccola annotazione : il primo atto dell’A.S. Roma (proprietà americana e quindi abituata a queste situazioni) per la costruzione dello stadio di proprietà, è stato la creazione di un team di project managers per programmare tutte la fasi del lavoro addirittura prima dell’individuazione definitiva del sito e delle necessarie autorizzazioni !
Un piccolo spiraglio di luce
I
n questi giorni i media hanno enunciato una lunga sequela di brutte notizie : catastrofi, omicidi efferati, suicidi, morti di personaggi illustri, dibattiti sulla crisi che sembra non finire mai. Eppure, per noi che abitiamo all’Esquilino nei giorni scorsi, sul Messaggero, è apparso un articolo (vedi) che parla una volta tanto di un qualcosa di positivo. Riguarda il cosiddetto Tempio di Minerva Medica conosciuto anche come Ninfeo degli Horti Liciniani : da tempo non ci si rassegnava all’idea di vederlo chiuso, abbandonato e in balia di microsismi dovuti principalmente al passaggio del treno Laziali – Giardinetti che nell’arco di un secolo (come dice anche l’articolo) ha sbriciolato il 5o per cento di quel che rimaneva della cupola (vedi immagini d’epoca a lato). Abbiamo dedicato negli ultimi tempi due post sull’argomento meravigliandoci sul primo per l’esiguità dello stanziamento e denunciando sul secondo un ritardo consistente riguardo alla fine dei lavori del primo lotto. Ma l’articolo rimette un pò le cose a posto : perchè, sembra, che il finanziamento complessivo sia di 2 milioni di euro, cifra più consona all’importanza dell’intervento, e che, finalmente nel 2015 a lavori ultimati sarà ridonato alla sua dignità di opera d’arte e aperto al pubblico potendo divenire così un ‘attrazione turistica di grande impatto.
Quello che a prima vista potrebbe sembrare uno sperpero di danaro pubblico in un momento come questo di grande emergenza sociale è, invece, un esempio di ciò che bisognava fare da tempo nel campo della cultura e che colpevolmente non si è fatto. In genere, nel nostro paese e nella nostra città, investire sulla cultura non solo non è sbagliato ma è un rimedio efficace per creare posti (tanti) di lavoro qualificato e di salvare dal degrado interi quartieri. Nello specifico il restauro e la valorizzazione del Tempio di Minerva Medica può risolvere problemi urbanistici e di viabilità nel nostro rione e può essere l’inizio per la creazione di un formidabile parco archeologico insieme a Porta Maggiore e la sua area. Prossimammente indicheremo perchè questo lavoro rappresenta un punto fondamentale per l’avvio di un processo di riqualificazione che speriamo definitiva dell’intero Esquilino.

P.S. Oggi, 17 maggio, è apparso su “La Repubblica” (vedi) un articolo che parla di un gruppo marmoreo “Il Leone che azzanna il Cavallo” che è ritornato a Roma dopo una parentesi di nove mesi al Getty Museum Villa di Malibù dove ha attratto circa 600.000 visitatori. E’ un dato che deve far riflettere sulle enormi potenzialità che la città di Roma (e l’Italia tutta) ha e che dovrebbero essere sfrtuttate per creare veramente migliaia e migliaia di posti di lavoro direttamente e indirettamente.
I sampietrini ritrovati
Qualche tempo fa abbiamo pubblicato una foto di via Guglielmo Pepe con un’orrenda striscia di asfalto al posto dei sampietrini tolti a causa di lavori effettuati per la posa di cavi per l’alta tensione. Ci siamo preoccupati e non poco perchè i sampietrini erano spariti. Ma poi dopo un altro cantiere sempre per il medesimo motivo fortunatamente le cose sono tornate al loro posto e di ciò ne diamo atto.
Sfortunatamente continua ad avere problemi il blocco di travertino utilizzato come dissuasore e base per le catene che impediscono l’accesso tra via Principe Umberto e via Guglielmo Pepe. Dalla scorsa estate sarà la quinta volta che questo blocco viene divelto : possibile che non si riesca a ripararlo una volta per tutte ? E, tra l’altro, cosa non di poco conto, quanto sono venute a costare le precedenti riparazioni ?
Iniziano i lavori alla Stazione Termini
Uno scarno comunicato apparso sul sito Roma Mobilità (vedi) sancisce per il 12 marzo l’inizio dei lavori propedeutici per la realizzazione della nuova galleria Servizi e il parcheggio multipiano alla Stazione Termini.
In questo link la storia sintetica del progetto
Osservazioni e approfondimenti in quest’altro link
Per una volta siamo arrivati in anticipo !
Proprio ieri abbiamo pubblicato un post (l’oggetto misterioso) con alcune fotografie che testimoniano lo stato di degrado di un punto di viale Manzoni. Nei mesi ed anni passati abbiamo più volte evidenziato lo stato di assoluta incuria in cui versa questo bellissimo viale del centro di Roma con foto e testimonianze di marciapiedi dissestati, alberi tagliati e mai più ripiantati, cabine telefoniche abbandonate, segnaletica stradale carente se non proprio assente, affissioni abusive su muri e impianti regolari e buche e voragini varie. Finalmente, complici anche le elezioni, è apparso su “Il Messaggero” del 20/02/2013 questo articolo a firma di Riccardo Tagliapietra in cui vengono evidenziate alcune emergenze di strade del centro storico di Roma e i relativi costi per ripristinare una situazione di decoro e sicurezza. Viale Manzoni ha bisogno della cifra maggiore tra quelle necessarie per la riparazione di ben 14 strade del centro a rischio chiusura !
Da “Il Messaggero” la cartina degli interventi con relative spese

Speriamo che i lavori non rimangano solo sulla carta e vengano eseguiti in tempi rapidi, con la necessaria professionalità e vengano rispettati i tempi di esecuzione stabiliti. Roma e l’Esquilino hanno bisogno di viale Manzoni finalmente ridonato ad un situazione di decoro.
Lavori a Porta Maggiore
Da oggi 8 ferbbraio fino a domenica sera saranno effettuati dei lavori di manutenzione sui binari del tram a Porta Maggiore. L’intervento richiederà una modifica per le linee 3, 5, 8, 14 e 19 e per la ferrovia Termini-Giardinetti. A tal proposito fino al termine dei lavori viaggeranno dei bus navetta al posto dei tram.
Maggiori informazioni e dettagli sul sito di Roma Mobilità









