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Tempio di Minerva Medica: dalle statue ai materassi

Al tempo del suo massimo fulgore nelle nicchie del cd. Tempio di Minerva Medica c’erano statue meravigliose,  poi nei secoli successivi anche se spogliato di queste e dei rivestimenti preziosi aveva sempre mantenuto una sua dignità anche nei periodi peggiori tanto da essere preso a modello da numerosi artisti  per la realizzazione di altri monumenti a loro volta divenuti patrimonio dell’umanità e per innumerevoli stampe e dipinti.

Oggi al posto delle statue troviamo i materassi

 

e la situazione generale peggiora sempre di più come testimoniano le fotografie seguenti

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Piange il cuore vedere un monumento del genere ridotto in questo stato  oltretutto tenendo presente che un’altra delle concause che contribuisce a tenere il cd. Tempio di Minerva Medica in queste condizioni è ben lungi dall’essere risolta

La fantasia ha sempre caratterizzato il cd. Tempio di Minerva Medica non solo nel nome ma anche in diversi quadri che ha ispirato

Sarà che le origini di questo monumento sono tuttora incerte e tutt’altro che definite sarà che anche il nome di Tempio di Minerva Medica (e di tutti gli altri) è stato attribuito nei secoli passati più con la fantasia che con argomentazioni fondate  ma  si è fatto spesso ricorso all’immaginazione anche per il paesaggio e la collocazione in ambiti antichi di questa incredibile e bellissima costruzione

In questa prima immagine J.B. Pillement nel XVIII secolo immagina il cd. Tempio di Minerva Medica immerso in un paesaggio suggestivo e bucolico ma assolutamente inventato: lo specchio d’acqua sotto il monumento, la scalinata all’ingresso e la collinetta in secondo piano tutto molto bello ma solo nell’immaginazione dell’artista
Non è da meno G.P. Pannini che sempre nel XVIII secolo immagina scenari dell’antica Roma assolutamente fantastici accostando monumenti distanti tra loro: qui il Tempio di Minerva Medica in mezzo a molti templi, la colonna Traiana, un arco di trionfo, un obelisco e addirittura la statua di Marco Aurelio

In questo altro dipinto, sempre il Pannini immagina i cd. Tempio di Minerva Medica in un altro suggestivo scenario sempre con la presenza della statua di Marco Aurelio, un obelisco e diversi altri templi.

In quest’altro dipinto (immagine in bianco e nero) il monumento è inserito in un ulteriore ambiente inventato

In quest’altro dal nome “Capriccio di rovine romane con predicatore” il monumento appare con la piramide Cestia, un edificio a pianta circolare che unisce il Tempio di Vesta e il Tempio della Sibilla a Tivoli, l’obelisco di Augusto a Piazza del Popolo e le “colonnacce” del Foro di Nerva

G.P. Pannini Capriccio di rovine Romane con predicatore 1745

 

Ma che il Pannini amasse questo monumento e lo ritenesse tra quelli più importanti dell’antichità classica lo testimonia questa ulteriore sua opera in cui immagina una enorme struttura con molte sculture originali e i quadri di tutti i più importanti monumenti di Roma Antica, una sorta di Museo virtuale ante litteram

e il Tempio di Minerva Medica fa bella mostra di sè tra il Colosseo e la Basilica di Massenzio

Anche Niccolò Codazzi già nel XVII secolo immagina il cd. Tempio di Minerva Medica accanto ad una poderosa costruzione con altissime colonne e lo ritrae in queste due opere. Nel secondo dipinto appare in secondo piano un altro misterioso monumento.

Come ultima immagine abbiamo scelto una rara incisione presumibilmente del XVII secolo che ritrae l’interno del monumento come era nellla realtà e non nell’immaginazione dei numerosi artisti che lo hanno ritratto nei secoli passati.

 

Il cd. Tempio di Minerva Medica come non l’avete mai visto

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cd. Tempio di Minerva Medica

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Appena disponibile il visore 3D potrete ammirare il cd. Tempio di Minerva Medica da tutte le angolazioni possibili spostandovi semplicemente  con il mouse tenendo premuto il tasto sinistro

Buona visione!

 

Terminati i restauri interni al cd. Tempio di Minerva Medica, ed ora ?

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Dopo circa tre mesi di inattività,  nei giorni scorsi sono tornati tecnici ed operai all’interno del cd. Tempio di Minerva Medica per smantellare i ponteggi, segno inequivocabile dell’avvenuto termine dei lavori interni di restauro. Non sappiamo se con questo ultimo lotto siano terminati del tutto i lavori di ricostruzione e di ristrutturazione  del monumento iniziati nel 2012 o rimangano ancora da effettuare ulteriori interventi (cercheremo di scoprirlo nelle prossime settimane), ma già da ora si pone una domanda: che cosa ne sarà di questo monumento al termine dei ciclo dei restauri?

Dopo i milioni di euro di denaro pubblico spesi per salvarlo da un più che probabile crollo e metterlo in sicurezza dobbiamo aspettarci di vederlo ancora chiuso e privare cittadini e turisti del facoltà di visitare un monumento patrimonio dell’umanità per l’UNESCO? Cosa oltretutto sancita dalla Costituzione della Repubblica Italiana (Art.9 comma 2).

Oppure aspettare rarissime ed episodiche occasioni di aperture straordinarie come il 5 ottobre u.s. con la visita organizzata da Open House Roma?

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Ce lo chiediamo anche noi, da decenni, come valorizzarlo. Purtroppo per alcune istituzioni e per molti tecnici attuali più che una risorsa, oltre che un monumento di eccezionale importanza e bellezza, il cd. Tempio di Minerva Medica appare come un rudere che dà fastidio al continuo ed incessante via vai di treni semi vuoti della linea Laziali Centocelle a via Giolitti.

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Pirro Ligorio e il Tempio di Minerva Medica

Immagine 1: Pirro Ligorio – IL Tempio di Minerva Medica e la Schola Medicorum

Templum Minervae Medicae, altramente detto Pantheum. Fu dove oggidì è detto l’edificio delle Galluzze, di forma decagona, vicino de la via Praenestina, a man sinistra, nell’andare alla porta chiamata Maggiore della città, come si vede nel disegno impiedi posto nella Roma stampata. Lo quale tempio i moderni scrittori tirati dalla poca diligenza l’hanno posto per la Basilica di Caio e di Lucio, lo quale era nel Foro Boario, talché l’hanno poste le cose dell’oriente nell’occidentale sito della città. Ma per tacere le loro sciocchezze, diremo come Antonino Pio fu l’autore d’esso tempio, come si trova nella medaglia e nella sua vita, e quivi fu accanto la Schola de’ Medici, cioè la Schola Medicorum, dalla quale fu tolta la imagine di Aesculapio e posta nell’atrio Palatino da Marco Comodo imperatore. Ora delle cose ch’erano dedicate in questo tempio si sono vedute le imagini rotte a minutuoli, e trovate da messer Cosmo Medico Iacomelli, e quantunque fussero rottissime, chi avea ingegno poteva conoscere la condizione delle cose, e per li nomi d’alcune scritti […].

Tempio di Esculapio over d’altri dei. Questa pianta è in Roma tra porta San Lorenzo e Porta Maggiore. Gli scrittori moderni, non riguardando le ragioni che si doverebbeno considerare in far iudicio di così fatte cose, ingannati dal nome, che volgarmente si chiama le Galluzze, han creduto esser la basilica di Caio e di Lucio. Noi, che non discompagnamo punto li pareri e conietture nostre da le ragioni di buoni scrittori, non discostandoci da le regole d’architettura e da l’autorità di Vitruvio, diciamo che facendosi le basiliche di forma quadrata con portichi intorno, per regola osservata ella non può esser basilica, e che la forma istessa di quello edificio, qual’è di diece ancoli, mostra ben chiaro l’errore di coloro che l’han così chiamata, onde con più ragionevoli considerazioni siamo in opinione che fosse tempio, ma a chi dedicato non sappiamo. Questa ragion di architettura mi pare che debba valere, nondimeno non lasciarò dire. Scrive Plinio che la Basilica di Lucio Paulo aveva le colonne di marmo frigio e secondo questa autorità non si può dire che questa fusse quella, perché non avea colonne così celebrate. E non ho voluto restare di porvi l’autorità di Papinio, il quale dice che la regia di Paulo era nel foro romano, pur sia come si vuole, non è basilica. L’ edificio oggi si vede assai intiero, et è coperto. La pianta era solo di diece angoli, ma per le molte aperture, cominciandosi a ruinare, si vede ch’ella fu ristaurata, e giontovi una fodra da la parte di fuori, et oltre vi fecero di più le parti segnate A. L’ornamenti di nicchi della parte aggiunta erano ornati da la parte di fuori come a quella di dentro di essa giunta, e ciò ne mostra apertamente l’istesso edificio. Le cornici che ornavano i detti nicchi le mostraremo signate A B nella seguente faccie. Le colonnette di essi nicchi erano di granito bianco schizzati di nero, e parte di esso erano di porfido, la parte del tempio di fuori nella seguente carta è segnata B. […]

Così si esprimeva Pirro Ligorio famoso architetto del ‘500 (1513-1583) che per primo attribuì il nome di Tempio di Minerva Medica al monumento di via Giolitti. In realtà, come si può facilmente dedurre anche da questi scritti, polemizzò aspramente con molti artisti, architetti ed eruditi del suo tempo sulle origini di quasi tutti i monumenti dell’ Antica Roma allora conosciuti (vedi questo articolo di Gennaro Tallini), ma una cosa è certa, riconobbe nel cd. Trempio di Minerva Medica un monumento di eccezionale importanza e tale da essere a buon diritto inserito tra quelli più rappresentativi dell’Antichità Classica non solo da un punto di vista architettonico ma anche da un punto di vista storico e scientifico perchè immaginò che fosse anche il centro della Schola Medicorum.

Immagine 2 – Pirro Ligorio: Pianta di Roma Antica

Da “Papers of the British School at Rome © 2011 British School at Rome”

…si indaga come, quando e perché Pirro Ligorio (ca. 1513-83) scelse di legare un santuario dedicato a Minerva Medica, citato nei Cataloghi Regionari del IV secolo d.C., che elencavano i monumenti di Roma come situati sull’Esquilino, con il padiglione tardo-antico decagonale situato vicino la stazione Termini, ehe aveva la seconda più grande cupola a Roma dopo il Pantheon. Il saggio stabilisce che il catalizzatore fu la scoperta di molte statue, inclusa quella di Minerva, nel 1552. Viene esaminato il destino di questi ritrovamenti e ugualmente il tentativo di Ligorio di individuare la misteriosa Schola Medicorum sullo stesso sito.

Ecco tre pagine manoscritte di Pirro Ligorio relative al cd. Tempio di Minerva Medica e conservate presso “Bodleian Library, Oxford, MS Canon. Ital. 138, fol. 26v: exterior and interior views of the Esquiline pavilion. (Reproduced by the kind permission of The Bodleian Libraries, University of Oxford.)”

Bodleian Library, Oxford, MS Canon. Ital. 138, fol. 26v: exterior and interior views of the Esquiline pavilion. (Reproduced by the kind permission of The Bodleian Libraries, University of Oxford.)
Immagine 3 – Pirro Ligorio: Manoscritto sul Tempio di Minerva Medica
Bodleian Library, Oxford, MS Canon. Ital. 138, fol. 26r: plan. (Reproduced by the kind permission of The Bodleian Libraries, University of Oxford.)
Immagine 4 – Pirro Ligorio: Manoscritto sul Tempio di Minerva Medica
Archivio di Stato, Turin, Cod. a.III.12.J.10, fol. 136v: plan. (Reproduced by the kind permission of the Archivio di Stato, Turin.)
Immagine 5 – Pirro Ligorio: Manoscritto sul Tempio di Minerva Medica

Tempio di Minerva Medica: autentica superstar per gli artisti del passato: parte seconda

Pubblichiamo altre immagini tra le numerosissime esistenti sul cd. Tempio di Minerva Medica in una ideale carrellata attraverso i secoli

1552 Pirro Ligorio – Ricostruzione del Tempio di Minerva Medica
1618 Willem van Nieulandt II – Nynphaeum in Rome
1629 Giovan Battista Mercati – Tempio di Minerva Medica e Santa Bibiana
1646 Jan van de Velde II – Travellers in Front of the Minerva Medica Temple in Rome
1700 ca. Ferdinando Galli Bibiena – Tempio di Minerva Medica
1753 Giuseppe Vasi – Tempio di Minerva Medica presso Porta Maggiore
1754 Richard Wilson – The Temple of Minerva Medica
1755 Jonathan Skelton – The Temple of Minerva Medica
1758 Adolf Friedrich Harper – Temple of Minerva Medica
1800 ca. E Hearth – Tempio di Minerva Medica (incisione su acciaio)
1811 Joseph Mallord e William Turner – The Temple of Minerva Medica
1826 Pietro Parboni – Veduta del Tempio di Minerva Medica
1927 Louis Conrad Rosenberg – Temple of Minerva Medica

 

Settembre 2018: Lo stato dei restauri presso il cd. Tempio di Minerva Medica

Purtroppo registriamo l’ennesimo ritardo relativo alle date del restauro del cd. Tempio di Minerva Medica a via Giolitti (in alto in una suggestiva ricostruzione grafica dello Studio Twilight).

Il cartello parla chiaro : 240 giorni dal 2 novembre 2017 data di inizio lavori di questa ultima fase: siamo a settembre 2018 e i lavori sono fermi da almeno 2 mesi tutt’altro che terminati come testimoniano le impalcature presenti all’interno del monumento

I casi sono due: o tardano ad arrivare i fondi per il pagamento dei lavori fin qui eseguiti o in sede d’opera è stato scoperto qualcosa di nuovo e di interessante e c’è bisogno di ulteriori risorse finanziarie per poter proseguire. Non è un’ipotesi peregrina perchè da questo interessantissimo articolo di  di Luisa Chiumenti del 2 dicembre del 2015 si evincono non solo notizie sugli evidenti e gravi danni che il cd. Tempio di Minerva Medica ha subito nel secolo XX ma dell’intenzione di continuare ricerche conoscitive per arrivare a notizie certe sull’origine e la funzione di questo fantastico monumento.

Abbiamo estratto alcuni passi dell’articolo; per chi volesse leggerlo integralmente è presente il relativo link in fondo alla pagina.

I restauri avvenuti nel secolo scorso, mirati a salvaguardare il monumento dai progressivi e continui cedimenti delle fondamenta, costruite in un terreno irregolare su strutture preesistenti, hanno purtroppo reso ancora più precarie le condizioni generali, determinando una progressiva riduzione della cupola superstite.

In effetti, dai primi del Novecento al 2006, già si era verificata una riduzione del volume della cupola di quasi di oltre il 50%, per cui il rischio di crolli della porzione superstite e la possibile perdita di gran parte dell’antico edificio hanno portato la Soprintendenza a prendere la decisione di effettuare un importante intervento architettonico di restauro sull’intero monumento, sia da un punto di vista strutturale che formale, tenendo conto delle criticità strutturali ma evitando di stravolgere l’immagine strutturale della costruzione

Verranno comunque continuate, dopo questo recupero preliminare della stabilità strutturale del monumento, le opere di scavo archeologico di tipo conoscitivo, tendente alla completa valorizzazione del complesso nel suo contesto urbanistico di riferimento.

Vorremmo ricordare che “La tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione” è sancito  dall’art. 9 comma 2 della Costituzione della Repubblica Italiana e chiunque agisca in direzione opposta è passibile di denuncia penale. Ci auguriamo quindi che si ripensi alle prese di posizione di questa amministrazione riguardo all’ammodernamento della linea Laziali Giardinetti che non tiene conto delle ormai oggettive e inoppugnabili prove delle vibrazioni e dei relativi danneggiamenti che provoca il passaggio del “trenino” e dei danni al paesaggio  derivanti dai tralicci e dalle rotaie accanto al monumento. Il fatto che questa ferrovia sia stata costruita prima che entrassero in vigore leggi ad hoc per la salvaguardia del patrimonio artistico e monumentale non esime a prendere in considerazione azioni che verrebbero intraprese in qualsiasi altro paese civile.

Restauri a Roma: il tempio di Minerva Medica in via Giolitti

 

La documentazione ufficiale dell’ENEA relativa alle vibrazioni rilevate sulla struttura del cd Tempio di Minerva Medica

L’Associazione Abitanti Via Giolitti – Esquilino mette a disposizione di tutti lo “Studio e Monitoraggio della struttura del Tempio di Minerva Medica- Roma, eseguito dall’ENEA.

Chi vorrà potrà leggerlo e studiarlo con attenzione, con la mente sgombra da teorie preconcette o patetiche nostalgie, solamente comprenderlo, rispettando l’impegno e le competenze di chi ha studiato in scienza e coscienza le condizioni in cui versa il Monumento.

Gli Abitanti di Via Giolitti hanno trovato conferme alle preoccupazioni e  agli allarmi lanciati, finora inutilmente, sulla necessità di trovare soluzioni a breve, medio e lungo termine.

Pertanto torniamo a ribadire che è necessario intervenire subito fermando il treno a scartamento ridotto Laziali – Centocelle a Porta Maggiore.

Pubblichiamo anche i dati rilevati nel mese di giugno 2018 dal lunedì al venerdì  del numero dei passeggeri del trenino da Porta Maggiore alle Laziali e dalle Laziali a Porta Maggiore, conteggio eseguito alla fermata di Santa Bibiana.

I dati sono stati rilevati da Cristina Torelli dell’Associazione Abitanti Via Giolitti.

Maria Prassede Capozio

Presidente dell’Associazione Abitanti via Giolitti Esquilino

A questo punto ci chiediamo: cosa bisogna ancora produrre per scongiurare l’idea di continuare a perpetrare questo autentico scempio ai danni di un monumento unico ed importante come il cd. Tempio di Minerva Medica chiuso al pubblico da quando è stata inaugurata la linea ferrotranviaria Roma Fiuggi (1916) oggi divenuta Laziali Centocelle?

Vogliamo mettere in discussione anche i risultati a cui è pervenuto L’ENEA, ente pubblico la cui autorevolezza è riconosciuta in tutto il mondo?

Per chi lo volesse può leggere i dati a disposizione in questi documenti ma, in estrema sintesi, le conclusioni sono riportate nella seguente slide

Ora si può capire per quale motivo tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX chi progettò le prime linee tranviarie di Roma si guardò bene di far passare i tram a via Giolitti (allora, in quel tratto si chiamava via Principe di Piemonte) accanto al cd. Tempio di Minerva Medica inventandosi un giro tortuosissimo per andare da Porta Maggiore alla Stazione Termini quando avrebbe potuto utilizzare un percorso rettlineo più corto, più agevole e più economico da realizzare.

Pianta delle linee tranviarie di Roma (zona dell’Esquilino) del 1911

Ma negli anni successivi (1910) gli interessi economici ebbero il sopravvento e si concesse ad un privato (ing. Clementi) la facoltà di costruire questa ferrovia che passava per via Giolitti per il suo uso e consumo: era stata infatti ideata per trasportare, insieme al personale addetto, le pietre dalle cave del basso Lazio da cui si ricavavano i sanpietrini con i quali si era pavimentata quasi l’intera città di Roma. Per la sfortuna dell’ingegnere il progressivo e notevole sviluppo dei mezzi su ruote di gomma mise in crisi l’industria del sanpietrino perchè bisognava costruire strade con metodi di pavimentazione più rapidi ed economici e la società creata per la gestione della ferrovia fallì dopo solo pochi anni dalla sua creazione. Da allora iniziò una lunga storia di fallimenti e  cambi di proprietà  che continua ancora oggi: è notizia di questi giorni infatti che la Regione Lazio stia facendo di tutto per regalare al Comune di Roma la proprietà della Laziali Centocelle e non ne voglia più sapere di questa linea. E’ forse un caso?

Via Giolitti e la grande bruttezza

Due splendide immagini del cd. Tempio di Minerva Medica scattate  alla fine dell’ottocento. La prima ci mostra il monumento  quando ancora non esisteva l’attuale via Giolitti, la seconda  alla fine del XIX secolo quando non era stata ancora creata la ferrovia Roma Fiuggi.

Ed ecco come questo monumento è ridotto oggi: forse l’unico di Roma Antica nel mondo con dei tralicci arrugginiti addossati direttamente sui muri.

E non è che la situazione di Santa Bibiana, opera di G.L. Bernini, sia migliore: ecco uno scorcio della facciata con in primo piano la massicciata della ferrovia Laziali Centocelle con tralicci, pali, scambi e binari che non sarebbero accettati neanche in una stazioncina di un paese sperduto. Invece siamo nel pieno centro di Roma che molti indicano essere la città più bella del mondo

Il dramma è che ci siamo talmente abituati a tanta bruttezza che non ci facciamo più caso. Ma anche le istituzioni che dovrebbero vigilare sui monumenti di questa splendida città, almeno in questo caso, sembra che se ne siano completamente dimenticate.

Questa bruttezza favorisce anche una grande ignoranza, guardate questo tweet; il Cd. Tempio di Minerva Medica viene soprannominato “coso”, c’è chi sostiene che è il monumento dei pendolari (chissà poi perchè) ed anche chi crede che sia un esempio di archeologia industriale appartenente  alla ex Centrale del Latte

Insomma dobbiamo ringraziare chi, un secolo fa, permise che venisse costruita una ferrovia in una via che non poteva ospitarla: se si voleva che dei monumenti ammirati per secoli cadessero nell’oblio e nel degrado, beh, ci sono sicuramente riusciti.

Vi indichiamo una pagina dell’ottimo sito “Roma Ieri ed Oggi” che con elaborazioni grafiche mette ancora di più in risalto la diversità tra le vedute del cd. Tempio di Minerva Medica tra la fine del secolo XIX ed oggi vedi

E per finire il titolo di un convegno che si terrà il 26 marzo presso la sede della Fondazione Exclusiva che ci vede completamente d’accordo

Le vibrazioni procurate dal traffico al cd. Tempio di Minerva Medica: i primi risultati dei monitoraggi effettuati negli ultimi anni

L’Associazione Abitanti di Via Giolitti – Esquilino da molti anni sta cercando di portare avanti un discorso di civiltà relativo alla risoluzione dei problemi che la linea ferroviaria Laziali Giardinetti provoca nei confronti sia dei residenti che devono subire continue vibrazioni nelle loro abitazioni accompagnate da rumori spesso insopportabili sia nei confronti dei palazzi e soprattutto dei monumenti della via sottoposti a sollecitazioni che specie nel caso del cd. Tempio di Minerva si sono rivelate al di sopra di ogni ragionevole limite di sopportazione. Purtroppo in Italia, paese leader nel mondo per numero di monumenti e siti archeologici, non esiste una legislazione che tuteli il patrimonio artistico e monumentale da questo punto di vista: le vibrazioni causate dal traffico, sia esso veicolare, ferroviario o tranviario. Ma il buon senso e la ragione dovrebbero prevalere nelle decisioni di chi amministra un bene pubblico così importante e delicato come il patrimonio monumentale di Roma.

Negli ultimi anni siamo stati anche bersagliati e insultati da chi non vuol capire che la nostra posizione critica nei confronti della linea Laziali Giardinetti non scaturisce da una visione retrograda del trasporto pubblico ma dall’evidenza dei fatti. Fatti che avrebbero dovuto evitare, già un secolo fa, di far passare una ferrovia così vicina a monumenti importanti come il cd. Tempio di Minerva Medica e la Chiesa di Santa Bibiana.

Con l’eccezione di alcune rilevazioni eseguite negli anni ’90 che, pur di parte (commissionate dal Comune di Roma, vedi nostro post del 2016), avevano attestato in maniera inequivocabile delle vibrazioni anomale nel palazzo di fronte al Tempio (n. civico 401 di via Giolitti), fino ad oggi, ci si basava su sensazioni soggettive che pur non potendo essere smentite o sottovalutate rimanevano insufficienti per un’azione efficace nei confronti di chi non vuol capire o fa finta di non capire e vuole perseverare in questa assurda decisione di mantenere la ferrovia a via Giolitti.

Finalmente dopo anni di misurazioni da parte di un ente, l’ENEA, la cui autorevolezza è al di sopra di qualsiasi ragionevole contestazione o dubbio, sono stati pubblicati i primi dati relativi a queste rilevazioni contestualmente ai metodi rigorosamente scientifici e rispondenti a standard internazionalmente riconosciuti e alle apparecchiature utilizzate per arrivare a  questi risultati.

Ebbene le risultanze sono sconvolgenti anche aldilà delle certezze che noi residenti avevamo da sempre: i dati certificano per quanto riguarda la parte esterna del Tempio di Minerva Medica, quella con il “trenino” che passa accanto alle mura del monumento, il superamento del limite fissato in Germania (vista l’assenza di una analoga regolamentazione italiana) per questo tipo di situazioni di circa 10 volte. E non si pensi che il limite tedesco sia quello piu gravoso da rispettare perchè in Svizzera esiste una normativa ancora più severa. E non ci sono dubbi, è il trenino a causare le vibrazioni che superano di gran lunga i limiti perche nè il traffico ferroviario da e per la Stazione Termini nè il traffico veicolare di via Giolitti originano vibrazioni che possano destare allarme come ampiamente dimostrato da questa documentazione.

Di seguito le immagini dei grafici e delle conclusioni estrapolate dagli articoli pubblicati e i link per chi volesse leggerli integralmente (in lingua inglese).

Fig. 1: La strada con la linea Laziali Centocelle che passa accanto al monumento e le linee ferroviarie che passano vicino al tempio di Minerva Medica. Le varie posizioni scelte per i sensori utilizzati per le rilevazioni.
Fig. 2: I valori PCPV (Peak Component Particle Velocity) misurati all’esterno del cd. Tempio di Minerva Medica raggiungono quasi i 20 mm/s. La normativa svizzera limita questo valore a 1,5 mm/s quella tedesca 2,5 mm/s

 

Fig 3: Fotografia aerea del cd. Tempio di Minerva Medica e un’immagine del lato nord ovest che evidenzia i restauri effettuati nella parte superiore
Fig. 4: Il grafico che confronta i valori di PCPV rilevati al passaggio del traffico veicolare, dei treni e del “trenino” chiamato tram per distinguerlo dalle altri mezzi di trasporto.. Le risultanze sono chiare e non necessitano altre spiegazioni. I picchi notevolmente più elevati sono quelli registrati al passaggio del “trenino”.
Fig. 5: Le conclusioni. “Mentre il traffico stradale non rappresenta una causa di vibrazioni,le stesse originate dal passaggio del “trenino” in via Giolitti producono notevoli valori di PCPV in alcuni punti delle fondazioni.”

 

Documento n.1: URBAN TRANSPORT VIBRATIONS AND CULTURAL HERITAGE SITES IN ROME: THE CASES OF THE TEMPLE OF MINERVA MEDICA AND OF THE CATACOMB OF PRISCILLA

Documento n.2: IMPACT OF TRAFFIC VIBRATION ON THE TEMPLE OF MINERVA MEDICA, ROME: PRELIMINARY STUDY WITHIN THE CO.B.RA. PROJECT

Documento n.3: Non-destructive tests for structural diagnosis of the so-called Temple of Minerva Medica, Rome