Immagine 1: Pirro Ligorio – IL Tempio di Minerva Medica e la Schola Medicorum
Templum Minervae Medicae, altramente detto Pantheum. Fu dove oggidì è detto l’edificio delle Galluzze, di forma decagona, vicino de la via Praenestina, a man sinistra, nell’andare alla porta chiamata Maggiore della città, come si vede nel disegno impiedi posto nella Roma stampata. Lo quale tempio i moderni scrittori tirati dalla poca diligenza l’hanno posto per la Basilica di Caio e di Lucio, lo quale era nel Foro Boario, talché l’hanno poste le cose dell’oriente nell’occidentale sito della città. Ma per tacere le loro sciocchezze, diremo come Antonino Pio fu l’autore d’esso tempio, come si trova nella medaglia e nella sua vita, e quivi fu accanto la Schola de’ Medici, cioè la Schola Medicorum, dalla quale fu tolta la imagine di Aesculapio e posta nell’atrio Palatino da Marco Comodo imperatore. Ora delle cose ch’erano dedicate in questo tempio si sono vedute le imagini rotte a minutuoli, e trovate da messer Cosmo Medico Iacomelli, e quantunque fussero rottissime, chi avea ingegno poteva conoscere la condizione delle cose, e per li nomi d’alcune scritti […].
Tempio di Esculapio over d’altri dei. Questa pianta è in Roma tra porta San Lorenzo e Porta Maggiore. Gli scrittori moderni, non riguardando le ragioni che si doverebbeno considerare in far iudicio di così fatte cose, ingannati dal nome, che volgarmente si chiama le Galluzze, han creduto esser la basilica di Caio e di Lucio. Noi, che non discompagnamo punto li pareri e conietture nostre da le ragioni di buoni scrittori, non discostandoci da le regole d’architettura e da l’autorità di Vitruvio, diciamo che facendosi le basiliche di forma quadrata con portichi intorno, per regola osservata ella non può esser basilica, e che la forma istessa di quello edificio, qual’è di diece ancoli, mostra ben chiaro l’errore di coloro che l’han così chiamata, onde con più ragionevoli considerazioni siamo in opinione che fosse tempio, ma a chi dedicato non sappiamo. Questa ragion di architettura mi pare che debba valere, nondimeno non lasciarò dire. Scrive Plinio che la Basilica di Lucio Paulo aveva le colonne di marmo frigio e secondo questa autorità non si può dire che questa fusse quella, perché non avea colonne così celebrate. E non ho voluto restare di porvi l’autorità di Papinio, il quale dice che la regia di Paulo era nel foro romano, pur sia come si vuole, non è basilica. L’ edificio oggi si vede assai intiero, et è coperto. La pianta era solo di diece angoli, ma per le molte aperture, cominciandosi a ruinare, si vede ch’ella fu ristaurata, e giontovi una fodra da la parte di fuori, et oltre vi fecero di più le parti segnate A. L’ornamenti di nicchi della parte aggiunta erano ornati da la parte di fuori come a quella di dentro di essa giunta, e ciò ne mostra apertamente l’istesso edificio. Le cornici che ornavano i detti nicchi le mostraremo signate A B nella seguente faccie. Le colonnette di essi nicchi erano di granito bianco schizzati di nero, e parte di esso erano di porfido, la parte del tempio di fuori nella seguente carta è segnata B. […]
Così si esprimeva Pirro Ligorio famoso architetto del ‘500 (1513-1583) che per primo attribuì il nome di Tempio di Minerva Medica al monumento di via Giolitti. In realtà, come si può facilmente dedurre anche da questi scritti, polemizzò aspramente con molti artisti, architetti ed eruditi del suo tempo sulle origini di quasi tutti i monumenti dell’ Antica Roma allora conosciuti (vedi questo articolo di Gennaro Tallini), ma una cosa è certa, riconobbe nel cd. Trempio di Minerva Medica un monumento di eccezionale importanza e tale da essere a buon diritto inserito tra quelli più rappresentativi dell’Antichità Classica non solo da un punto di vista architettonico ma anche da un punto di vista storico e scientifico perchè immaginò che fosse anche il centro della Schola Medicorum.
…si indaga come, quando e perché Pirro Ligorio (ca. 1513-83) scelse di legare un santuario dedicato a Minerva Medica, citato nei Cataloghi Regionari del IV secolo d.C., che elencavano i monumenti di Roma come situati sull’Esquilino, con il padiglione tardo-antico decagonale situato vicino la stazione Termini, ehe aveva la seconda più grande cupola a Roma dopo il Pantheon. Il saggio stabilisce che il catalizzatore fu la scoperta di molte statue, inclusa quella di Minerva, nel 1552. Viene esaminato il destino di questi ritrovamenti e ugualmente il tentativo di Ligorio di individuare la misteriosa Schola Medicorum sullo stesso sito.
Ecco tre pagine manoscritte di Pirro Ligorio relative al cd. Tempio di Minerva Medica e conservate presso “Bodleian Library, Oxford, MS Canon. Ital. 138, fol. 26v: exterior and interior views of the Esquiline pavilion. (Reproduced by the kind permission of The Bodleian Libraries, University of Oxford.)”
Immagine 3 – Pirro Ligorio: Manoscritto sul Tempio di Minerva MedicaImmagine 4 – Pirro Ligorio: Manoscritto sul Tempio di Minerva MedicaImmagine 5 – Pirro Ligorio: Manoscritto sul Tempio di Minerva Medica
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