Abbiamo più volte evidenziato come presso il cd. Tempio di Minerva Medica il passaggio pedonale protetto sia ostruito da un muro del monumento che, di fatto, obbliga i pedoni a passare sulle rotaie.
Fino a poco tempo fa era presente, da tempo immemore, un limite di velocità per i convogli fissato a 15 km/h (vedi foto sopra) sia per motivi di sicurezza per i pedoni, sia per un minimo di riguardo per attutire, per quanto possibile, vibrazioni e rumori. L’Associazione abitanti di via Giolitti – Esquilino negli incontri avuti nei mesi scorsi con la Presidenza della Commissione Mobilità di Roma Capitale ha più volte fatto presente che questo limite era continuamente disatteso dai macchinisti della linea Laziali Centocelle e ha richiesto che venisse rispettato. Sapete qual è stata la risposta? Lo hanno tolto ! (vedi foto qui sotto), quindi ora i treni possono viaggiare a qualsiasi velocità senza alcun limite fregandosene della sicurezza dei pedoni e arrecando seri problemi e danni ai monumenti e ai palazzi vicini.
Dall’altra parte della strada, dove i pedoni dovrebbero poter camminare più sicuramente, per la mancanza di manutenzione e pulizia possiamo assistere a questi spettacoli: foglie mai rimosse che con la pioggia diventano una poltiglia viscida e pericolosa, fogne perennemente ostruite che riducono l’attraversamento pedonale in questo stato.
Infine un’ulteriore gemma dei marciapiedi disastrati di via Giolitti : ecco come è ridotto un altro tombino
Ma di interventi non se ne parla: magari in prospettiva si prevede di spendere centinaia di milioni di euro per tenere in vita questa inutile e dannosa ferrovia (nel tratto Porta Maggiore – Laziali) ma non si riescono a trovare pochi spiccioli per i pedoni.
Abbiamo spesso messo in evidenza come il manto stradale a via Giolitti versi in pessimo stato, abbiamo spesso evidenziato come il passaggio pedonale protetto accanto al cd. Tempio di Minerva Medica sia di fatto completamente ostruito da un antico muro di epoca romana, abbiamo misurato la esigua larghezza del passaggio pedonale (78 cm.) dall’altra parte del monumento e alla fine abbiamo criticato l’idea di vietare l’accesso ai pedoni da un lato del tunnel di Santa Bibiana per ricavarne una pista ciclabile con la conseguente soppressione della fermata ATAC della linea 71, ma ora vorremmo far vedere in che stato versano i marciapiedi di via Giolitti.
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E mentre i poveri pedoni e ancor di più le persone diversamente abili si devono arrangiare tra buche, ostacoli, restringimenti e divieti senza che nessuno si faccia carico di questi problemi, il Comune, in questi ultimi giorni, ha trovato le risorse per effettuare dei rappezzi solo sulla sede stradale della linea ferroviaria Laziali Centocelle proprio accanto ai marciapiedi disastrati.
Di per sè potrebbe sembrare un semplice problema di priorità ma non è così perchè a giugno l’associazione degli abitanti di via Giolitti riuscì a concordare un incontro con i responsabili della Commissione dei Lavori Pubblici di Roma Capitale per un sopralluogo attraverso i marciapiedi e le sedi stradali di via Giolitti. Il risultato fu ovvio, nessuno potè contestare il pessimo stato della strada e dei marciapiedi e la necessità di immediati lavori di manutenzione. Ma il ritornello fu sempre lo stesso: “non ci sono le risorse e quindi bisogna aspettare il prossimo bilancio per trovare i fondi per riparare le buche”. In parole povere, campa cavallo che l’erba cresce e le buche aumentano. Poi, a sorpresa, si scoprì che il tratto stradale che va da Porta Maggiore alla Stazione dei Laziali è di competenza del I Municipio, ma non la sede stradale della ferrovia, che dovrebbe essere di competenza comunale (dovrebbe perchè, non dimentichiamolo, la proprietà della ferrovia è ancora della Regione Lazio). E i marciapiedi? In questo guazzabuglio di competenze a chi spetta ripararli? Improvvisamente, nei giorni scorsi, le risorse per attappare le buche della sede stradale della più sgangherata ferrovia d’Italia, che nel tratto Porta Maggiore – Laziali è utilizzata da pochi intimi, si sono trovate e i rappezzi sono stati eseguiti. E i pedoni? Beh, quelli possono pure aspettare, visto che, in fin dei conti, per tanto tempo li hanno portati in giro dicendo che con l’arrivo della Metro C il trenino Laziali Centocelle sarebbe stato soppresso e che via Giolitti sarebbe finalmente rifiorita, salvo cambiare completamente idea alla vigilia del completamento della tratta della metropolitana fino a S. Giovanni. E quindi che vuoi che sia qualche buca in più o in meno……
Per la seconda volta, in poco tempo, a via di Porta Maggiore sono state ripristinate le strisce pedonali solo nel tratto che era stato interessato da una riparazione ed il resto della strada è stato lasciato nelle condizioni assurde in cui versava (praticamente strisce inesistenti da una parte e sbiadite dall’altra).
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Certo sono le regole dei bandi di gara, ma a chi giova questa assurda situazione? Non si potrebbe aggiungere una piccola clausola che obbliga a ripristinare le strisce per l’intera larghezza della strada? Non crediamo che questo fatto creerebbe problemi economici alle ditte che eseguono i lavori per un pò di vernice in più, non solo, ma in un momento in cui, purtroppo, dobbiamo registrare diverse vittime tra pedoni e ciclisti un ausilio alla sicurezza stradale (strisce perfettamente visibili) sarebbe un’esigenza prioritaria sicuramente ben accetta da tutti. Ed invece ci tocca assistere a questi assurdi papocchi che ci mettono in ridicolo nei confronti dei non pochi turisti che animano le nostre strade.
Da qualche anno a questa parte ogni volta che, come privati cittadini o come appartenenti ad associazioni, si chiede qualche miglioramento alle autorità competenti ci si sente rispondere sempre la stessa frase: avete ragione ma mancano le risorse per risolvere il problema! Ciò potrebbe far presupporre un miglioramento nella gestione dei lavori pubblici, in particolare una pianificazione che tenga conto di tempi e costi per ottenere un tangibile risparmio e che stia attenta a non vanificare gli sforzi per rendere migliore la città e non dia permessi per fare dei lavori perfettamente inutili, ma non è così e quello che è successo in questi ultime settimane all’Esquilino ne è una fedele testimonianza.
A viale Manzoni all’inizio di aprile 2017 si è provveduto a riasfaltare completamente il manto stradale nel tratto compreso tra via Giolitti e via Principe Eugenio perchè erano stati effettuati dei lavori Italgas fin dall’ottobre 2016. Nell’arco di un mese ben due volte sono state aperte due buche e successivamente riattapate rendendo vano il lavoro di inizio aprile sia da un punto di vista strutturale (prossimi problemi di avallamenti) sia da un punto di vista estetico. Ecco la sequenza fotografica; da notare come la segnaletica stradale orizzontale evidenzi due buche distinte della stessa forma e dimensione fatte in tempi diversi.
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Ma se in questo caso potevamo supporre una colpevole mancanza di pianificazione e di comunicazione tra i vari uffici e dipartimenti comunali, quello che è successo in questi giorni a via di Porta Maggiore è inaccettabile e prefigura con ragionevoli dubbi scenari che, invece di aiutare la città a venir fuori dal pantano della cattiva amministrazione e della corruzione, ci sguazza ancora dentro.
Il 28 aprile è arrivato uno dei camioncini addetti alla manutenzione stradale e ha effettuato questo intervento per ovviare alla mancanza di sampietrini nella corsia preferenziale di via di Porta Maggiore
Premesso che era un lavoro che evidentemente era stato programmato da tempo perchè il problema era vecchio di anni, la rabbia per il pressapochismo e la qualità insufficiente per il rattoppo raffazzonato era tale da costringerci a scattare una foto. Ma non potevamo immaginare quello che sarebbe successo solo una settimana più tardi: infatti dall’8 maggio si è chiusa completamente la corsia preferenziale di via di Porta Maggiore per eseguire dei lavori alle rotaie e quindi i sampietrini sono stati completamente rimossi per poi riposizionarli.
Per cui il lavoro eseguito il 28 aprile è risultato non solo di pessima qualità ma perfettamente inutile. Ci piacerebbe sapere quanto verrà a costare alle casse comunali e come mai dopo anni di attesa si è provveduto ad eseguirlo solo una settimana prima che risultasse completamente inuattabile. Un caso di programmazione al contrario?
Non bastasse il fatto che i lavori Italgas a viale Manzoni siano stati pianificati nei periodi peggiori dell’anno per quanto riguarda il traffico, dimenticando che questa strada è una delle più trafficate dell’intero centro Storico di Roma, nonostante le opere di scavo e di sostituzione dei tubi fossero terminate , quasi tutte le buche richiuse e il cartello indicasse come il 3 di marzo il termine dei lavori (foto 3), è rimasto da asfaltare l’ultimo tratto fino al 9 marzo (foto 1) , sicuramente quello più invasivo ed anche pericoloso per veicoli e pedoni chissà per quale motivo (foto 2). Non sono stati ritrovati reperti archeologici (o se lo sono stati è stato fatto finta di niente), c’erano i mezzi per asfaltare la strada per gli altri tratti, rimane veramente un mistero perchè sia stato lasciato da fare questo piccolo tratto di strada all’incrocio con via Principe Eugenio (foto 4). Solo il 10 di marzo finalmente si è provveduto a finire il lavoro e togliere di mezzo le reti arancioni e liberare la strada ma lasciando il WC chimico (foto 5). Poco male, anzi sarebbe una buona idea per evitare che troppe persone utilizzino secchioni, muri e alberi per espletare i loro bisogni fisiologici.
Possibile che non vengano mai rispettate le date di chiusura dei lavori e che a pagare siano sempre i residenti costretti a vivere in un autentica bolgia dantesca con l’inquinamento ambientale e acustico alle stelle e nessuno pensi che un traffico del genere ostacoli anche i mezzi di soccorso (ambulanze, vigili del fuoco e forze dell’ordine) costretti a stare in fila anche loro?
Via Principe Umberto
Via Principe Eugenio
Via Principe Eugenio
Via Conteverde
Via Principe Umberto
Possibile che nel terzo millennio con tutti gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione non si riesca a pianificare un lavoro in modo da recare il minor fastidio possibile a chi ha la sfortuna di risiedere nei luoghi interessati? E per ultimo speriamo che si attui quella metodologia di ripristino del manto stradale perchè ora viale Manzoni assomiglia a un vero e proprio patchwork con un numero esorbitante di rattoppi.
Forse saremo stati noiosi, forse non importava a molte persone che il semaforo all’incrocio tra via Principe Umberto e via Bixio funzionassse male, però alla fine, dopo post (vedi) e diverse segnalazioni siamo riusciti a far sì che finalmente le luci si accendessero correttamente sia per i pedoni che per gli automobilisti. Vediamo adesso quanto durerà questa riparazione. La speranza è che non ci sia più bisogno di rimetterci le mani.
Ormai sono anni che il semaforo all’incrocio tra via Principe Umberto e via Bixio funziona male. La segnalazione per i pedoni dalla parte verso la ex Zecca di Stato risulta sempre bloccata sul rosso inducendo chi non conosce questo semaforo a dubbi e incertezze che spesso scaturiscono in attraversamenti nei tempi errati e quindi rischiosi e pericolosi.
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La coppia di turisti ritratta nelle foto ha aspettato ben tre scatti semaforici prima di avventurarsi nell’attraversamento. E così fanno tutti coloro che hanno bisogno di attraversare via Principe Umberto presso quell’incrocio e non ne conoscono la dinamica. In tutto questo lasso di tempo ci sono state decine di segnalazioni ai Vigili Urbani e al Comune e, a onor del vero, ci sono stati decine di interventi degli addetti ai semafori, ma non è mai stato risolto il problema. Pensavamo che gli ultimi lavori effettuati (sostituzione prima di un semaforo e poi della centralina come si vede dalle foto)
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fossero finalmente risolutivi, purtroppo siamo da capo a dodici e il semaforo funziona sempre male. Possibile che nel 2017 in piena era digitale non si riesca a far funzionare bene un sempilice semaforo?
Dopo la sorgente a via Giolitti davanti la chiesa di Santa Bibiana che ha riversato acqua per giorni sulla strada ed è stata riparata il 21 dicembre, dopo il problema idrico del 22 dicembre a via Pianciani che ha costretto i Vigili Urbani a chiudere la strada e l’ACEA a lavorare tutta la notte per riaprirla il 23 e ripristinare il servizio, il giorno di Natale via Giolitti si è risvegliata con una nuova sorgente (vedi foto al lato), questa volta all’altezza del cd. Tempio di Minerva Medica. Questo nuovo fatto si presta a un paio di considerazioni : la prima è che le condutture dell’acqua specialmente al centro di Roma (e all’Esquilino in maniera particolare) sono letteralmente un colabrodo. L’ACEA sa benissimo che la maggior parte dell’acqua trasportata si disperde nel terreno con enorme dispendio di risorse, sarebbe ora che le autorità competenti (dallo Stato al Comune) cominciassero a programmare interventi in questo senso per rimodernare la rete idrica che è rimasta quella di secoli fa. La seconda considerazione è che era un guasto annunciato: ecco come si presentava ad ottobre (vedi foto al lato) il punto da dove è sgorgata l’acqua: la buca era stata segnalata e al comune erano al corrente del problema tanto che per mesi era stata circoscritta dalle pseudo transenne di plastica arancione che poi sono state rimosse senza che vennisse effettuato un intervento degno di questo nome. Questo è l’ennesimo episodio che testimonia come via Giolitti abbia bisogno di un intervento straordinario di riqualificazione urbanistica progettato da professionisti capaci e non lasciato all’improvvisazione di chi non vuol capire come possa essere pericoloso lasciare una via tanto importante in queste condizioni.
Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un post (vedi) sulla natura particolare del sottosuolo di via Giolitti ritenendolo del tutto inadeguato al passaggio di un treno a scartamento ridotto data la presenza dei cosiddetti “sinkholes antropogenici”, cavità naturali ed artificiali dovute alla natura del terreno (antiche cave di tufo) e alla presenza di moltissimi reperti archeologici. Puntualmente, visti gli scavi che da circa due mesi i tecnici di Italgas stanno effettuando a viale Manzoni per lavori di adeguamento della rete di trasporto del gas, sono venuti alla luce al’incrocio tra via Giolitti e viale Manzoni alcuni reperti archeologici che, se solo fossero stati ritrovati nell’area dei Fori Imperiali avrebbero riempito le pagine dei giornali, ma visto che sono stati ritrovati all’Esquilino e per giunta sotto una strada molto trafficata non ne sarà data notizia sulla stampa che conta e dopo una frettolosa analisi sarà messo tutto a tacere come è stato fatto per altri casi del genere negli anni passati.
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E’ evidente che si tratta di un arco in laterizio e la struttura superiore forse di una volta a botte (impossibile stabilire con un’unica analisi visiva se coeva all’arco) , tra l’altro perfettamente integra, che lascia immaginare la presenza di un antico portico che risulta incredibilmente presente (la zona è quella indicata dall’ellisse rossa) anche in una ricostruzione virtuale tratta dal sito francese http://www.maquettes-historiques.net che abbiamo pubblicato nel post “L’Esquilino come era ai tempi dell’antica Roma”
Sempre sullo stesso asse viario vogliamo ricordare i reperti rinvenuti durante gli anni passati:
Per esempio, quelli durante la costruzione dell’Hotel ES Radisson (gli unici che sono stati preservati ma che hanno costretto, a suo tempo, a rivedere completamente il progetto dell’hotel);
quelli durante i lavori Acea davanti alla chiesa di Santa Bibiana nel 2001;
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quelli durante i lavori Terna a via Bixio angolo via Giolitti nel 2010/2011 (i rilevamenti durarono più di un anno, quindi i reperti erano tutt’altro che di scarsa importanza);
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ed infine la voragine di due anni fa all’incrocio di Porta Maggiore che ha riportato alla luce i resti di un tempio di epoca repubblicana, tutti con un unico comune denominatore: via Giolitti e i suoi tesori archeologici. Purtroppo non bastano questi esempi per convincere gli amministratori a intraprendere un serio piano di riqualificazione urbanistica della via e delle strade adiacenti che parta da Porta Maggiore e continui per l’asse viario verso la Stazione Termini con la conseguente dismissione del treno Laziali Centocelle che nella tratta finale (Porta Maggiore – Laziali) è utilizzato ormai da pochi intimi e che tanti danni arreca alle strutture di via Giolitti impedendo, di fatto, qualsiasi progetto valido per riportare la via a qui livelli di vivibilità e di decoro urbano che meriterebbe.
I problemi causati dal passaggio della linea ferroviaria Laziali Centocelle a via Giolitti, sono amplificati da un aspetto critico da sempre sottovalutato ma di estrema importanza per la sicurezza di residenti e utilizzatori del treno: il sottosuolo della strada.
I progettisti che nella metà dell’800 idearono la sede ferroviaria delle linee che arrivano alla Stazione Termini, non solo si posero questo problema, ma si preoccuparono della statica dei due monumenti che erano situati nelle vicinanze: la chiesa di Santa Bibiana e il cd. Tempio di Minerva Medica (all’epoca non c’erano ancora i palazzi). Si attestarono a un distanza di circa 20 metri e fecero appoggiare le rotaie su un terrapieno in maniera da rinforzare il sottofondo ed attutire le vibrazioni causate dal passaggio dei treni.
Chi progettò e in seguito realizzò nel 1910 la ferrovia a scartamento ridotto Roma Fiuggi non solo non osservò alcuna precauzione riguardo alla distanza relativa a palazzi e monumenti (il trenino passa praticamente accanto al cd. Tempio di Minerva Medica) ma non si preoccupò neanche di analizzare il sottosuolo e creare un sottofondo in grado di resistere al passaggio dei treni e di attutire le vibrazioni prodotte dai convogli e amplificate dai cosiddetti “sinkholes antropogenici” di cui parleremo più diffusamente in seguito.
Come è ora con il trenino che continua la sua opera distruttrice
Eccco due articoli scritti a distanza di dieci anni l’uno dall’altro ma che evidenziano una realtà che è stata approfondita da una pubblicazione del 2015 dal nome “Analisi della suscettibilità ai sinkholes antropogenici nel centro urbano di Roma”
Dal Quotidiano “l’Unita’” 29 dicembre 2004
Edizione di Roma, pagina 2 estratto dall’articolo
“Tra Termini e Porta Maggiore, in viaggio tra le buche. Municipio V: c’è l’emergenza sfollati, le strade dovranno aspettare. Municipio I: siamo in attesa dei fondi 2005” di Paolo Molinari (articolo completo)
Scendendo verso Porta di San Lorenzo incontriamo la prima buca: non molto larga, ma profonda abbastanza da mettere in difficoltà anche il motociclista più esperto. Passati gli archi, troviamo una vera voragine: una trentina di centimetri di diametro, profonda almeno quindici. La fortuna è che si trova in corrispondenza dell’arco riservato al passaggio pedonale. Lasciamo Porta San Lorenzo e giriamo in Via Giolitti.Buche più o meno grandi, ma niente in confronto a quel che troviamo di fronte il tempio di Minerva Medica: un intero tratto di strada completamente sconnesso. Nel mezzo una lunga e profonda apertura. Le auto che si trovano a passare su quei cinque, sei metri di Via Giolitti si inclinano paurosamente a sinistra. Arriviamo a Piazza Porta Maggiore, ultima tappa della passeggiata odierna. Le auto che entrano ed escono dalle mura seguono traiettorie obbligate, le poche ancora libere da buche e sampietrini sporgenti
Dopo 12 anni la situazione è praticamente la medesima nonostante gli innummerevoli rappezzi che sono stati effettuati in questo lasso di tempo con la buca che diventa sempre più profonda con il passare dei giorni.
Via Giolitti Tempio di Minerva Medica 1
Via Giolitti Tempio di Minerva Medica 2
Via Giolitti Tempio di Minerva Medica 3
La verità, purtroppo, è una sola: il sottosuolo di via Giolitti è sicuramente pieno di cavità di origine naturale ed archeologica. D’altro canto nel luglio del 2014 quando si è aperta un’enorme voragine all’altezza dell’incrocio con piazza di Porta Maggiore sotto le rotaie del treno Laziali Centocelle (e sono stati ritrovati i resti di un tempio di età repubblicana databile tra il II e il I secolo a.C:), il Messaggero pubblicò un articolo relativo a questo avvenimento, eccone un estratto:
Via Giolitti tra voragini e scavi archeologici: ora si teme per i palazzi
„A preoccupare, invece, sono le fondamenta di un palazzo che sta alla fine di via Giolitti. In prossimità del cedimento, eroso dalle ultime piogge, vi sarebbe un avvallamento profondo. Condizione che potrebbe mettere a rischio la stabilità dei palazzi, tanto da convincere i tecnici a ipotizzare una verifica statica su alcuni edifici.“
……
„Il tempio (quello rinvenuto nella voragine non quello di Minerva Medica ndr.) sarà ripulito e una volta documentato, l’area sarà rivestita con materiali protettivi, per essere salvaguardata per studi futuri, e poi riempita con soluzione tecnica tale da garantire la sicurezza delle volte nell’ottica di dare priorità alla riapertura del servizio ferroviario della ex Roma-Pantano.“
Fin qui abbiamo pubblicato articoli apparsi sulla carta stampata e fotografie riprese in questi giorni ma nel 2015 uno studio scientifico (Memorie descrittive della Carta Geologica d’Italia XCIX 2015, pp. 167-188 figg 27; 1 tav ft. Analisi della suscettibilità ai sinkholes antropogenici nel centro urbano di Roma – G. Ciotoli, S. Nisio, R. Serafini) oltre alla constatazione di un aumento esponenziale di aperture di voragini nel territorio cittadino, afferma (pubblicazione completa) :
L’area della Stazione Termini costituiva in passato un bacino di approvvigionamento del tufo, in parte bonificata, ancora oggi nasconde dei vuoti sconosciuti: nel ’98 a Via Giolitti si aprì una voragine, un altro evento si verificò il 26 novembre del 2010 (vedi); nei pressi di Porta Maggiore che mise in luce dei cunicoli sotterranei; l’ultimo sinkhole antropogenico è del 7 luglio 2014 presso Piazza di Porta Maggiore angolo Via Giolitti che ha coinvolto le rotaie del tram e ha messo in evidenza ampi locali sotterranei con resti archeologici di età romana.
Ora chiediamo con ancor più fermezza che vengano prese delle decisioni serie per il futuro della linea Laziali Pantano a via Giolitti, la natura del suo sottosuolo e i danni dovuti alle piogge e ai terremoti di questi ultimi tempi dovrebbero allarmare chiunque abbia un pò di buon senso e abbia a cura la sicurezza e il benessere dei cittadini. Secondo noi è assurdo far passare un mezzo pesante decine e decine di tonnellate su un fondo inesplorato ma sicuramente pieno di cavità e cunicoli. Fin qui la sorte è stata molto benevola con aperture di voragini senza che si verificassero incidenti a cose e persone ma perchè continuare a far finta di niente e mettere a repentaglio la sicurezza di decine e decine di residenti e viaggiatori. Ecco il panorama di questi giorni a via Giolitti : transenne, ponteggi, buche e crepe paurose sulla sede delle rotaie del treno Laziali Centocelle (cliccare per ingrandire)
Via Giolitti Tempio di Minerva Medica 3
dobbiamo aspettare l’apertura della prossima voragine perchè siano presi dei provvedimenti?