In questi giorni si stanno montando i primi ponteggi davanti alla facciata dell’edificio dell’ex Zecca di Stato a via Principe Umberto. Segno inequivocabile che inizieranno a breve i lavori per la ristrutturazione dell’edificio che diverrà uno dei centri culturali più belli di Roma e non solo. In questa prima fase si tratta del restauro e ritinteggiatura dei muri esterni del complesso architettonico: tutto procede come da cronoprogramma, infatti era stato affermato già alla presentazione del progetto che il restauro delle mura esterne potesse svolgersi in modalità parallela se non non addirittura propedeutica ai lavori di ristrutturazione interna con la creazione finale di terrazze panoramiche e rivestimenti particolarissimi su alcune superfici. Non solo si tratta di un lavoro di grande importanza per la cultura in genere e per le ricaduta positiva che ci potrà essere per il Rione Esquilino ma se il buongiorno si vede dal mattino potrà anche essere preso come modello per l’ottima pianificazione che, siamo sicuri, ci potrà regalare questo nuovo spendido polo culturale nei tempi previsti.

Come conciliare questo ottimo progetto della Zecca con il degrado del mercato alimentare.
Si potrà esporre qualche reperto archeologico, rinvenuto all’esquilino, esempio la cornucopia, attualmente ai musei capitolini?.
Sarebbe interessante fare conoscere questi tesori.
Per quanto riguarda il primo quesito nei mesi scorsi (prima del lock down) ci sono stati diversi incontri proprio per discutere di questo. Sono state prospettate soluzioni architettoniche e più semplici rimedi (per esempio la creazione di una isola ecologica per i rifiuti più moderna e meno impattante). Ovviamente si è fermato tutto ma si dovrebbe riprendere da dove ci si era fermati nei prossimi mesi. La seconda idea è anche una nostra idea che abbiamo formulato già diversi anni fa proponendo la ex Zecca anche come un Museo dell’Esquilino. Non è detto che non si riesca a fare qualcosa di interessante.