Visitando il Museo delle terme di Diocleziano, all’improvviso ci si trova davanti il chiostro grande dell’antica certosa, che occupa il corpo centrale dell’antico tepidarium, dove i monaci ebbero le loro celle.
Tra una statua romana e l’altra, all’improvviso ci trova davanti una strana porta; da una parte, un’anta reale, una tavola di legno dipinta a trompe-l’oeil, con colori a olio, il cui lato interno, è decorato con scomparti che ospitano gli oggetti tipici di una cella certosina. Dall’altra, l’ingresso illusorio a una cella, con il ritratto di un monaco, in compagnia di un gatto.
Si comincia da un teschio ed un crocifisso, in riferimento alla meditazione sulla morte ed alla riflessione sulla passione di Cristo, per passare poi, nello scomparto successivo, al rosario, strumento di preghiera, la candela fumante, l’umile aiuto per le preghiere notturne, la clessidra, simbolo dello scorrere del tempo, i pennini ed il calamaio, elencati nella…
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