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Non ci piace e ci piace

Non ci piacciono i negozi dell’Esquilino che basano la loro lucrosa attività sull’illegalità. E qui ce n’è uno dei (purtroppo) pochi esempi sui tanti che  ci potrebbero essere in cui le autorità e le forze dell’ordine sono riuscite a far chiarezza e disporre sanzioni.

Così si presentava il negozio a via di Porta Maggiore prima delle feste natalizie verso la fine di novembre

 Situazione a fine novembre

chiuso, con i sigilli sulle serrande.

Così è ancora oggi, a marzo, chiuso e con i cartelli affittasi

Affittasi

Ma c’è anche qualcosa che ci piace e vorremmo che fosse di esempio
Tintoria lavanderia a via Giolitti

 A parte le scritte odiose sulle colonne e i sui muri è una nuova tintoria lavanderia self service a via Giolitti poco oltre la stazione dei Laziali gestita da personale cinese. Oltre la obiettiva utilità di tale esercizio constatiamo le insegne e le scritte in italiano, i macchinari di ultima generazione, il locale allestito più che decorosamente, personale cinese  che parla l’italiano, rilascio di ricevuta fiscale e per ultimo (e non guasta) cortesia tutta orientale nel trattare i clienti. In una parola è questa l’integrazione che vorremmo vedere nel nostro rione (e non solo)…

Analisi Esquilino : il Commercio

E’ inutile cercare perifrasi o eufemismi : il commercio è il problema del nostro rione. Da quindici anni nonostante fiumi di parole, disposizioni e proclami non si è risolto praticamente nulla. Sono scomparsi quasi tutti i negozi e le botteghe artigiane tradizionali a favore di attività del tutto estranee alla tradizione commerciale del rione e romana in genere . Tutto ciò causa gravi problemi nelle direzioni più disparate. Analizziamoli.

Problemi ai residenti : E’ la cosa più evidente perchè mancano negozi che offrono servizi anche di prima necessità . Chi ha la possibilità usa l’automobile per recarsi  nei centri commerciali ma specialmente  gli anziani hanno grosse difficoltà non solo per reperire quello di cui hanno bisogno per vivere ma anche per scambiare due parole con qualcuno.

Problemi di parcheggio e traffico : Furgoni, furgoncini, automobili sempre parcheggiate ed altre in seconda e terza fila che spesso ostruiscono o rendono difficoltoso il passaggio dei mezzi pubblici, è questo il panorama del rione. E’ evidente che vigili urbani e ausiliari del traffico o sono in numero inadeguato o non svolgono il loro compito con la dovuta solerzia ed attenzione. Oltretutto delle cervellotiche scelte di viabilità escogitate negli anni passati hanno reso più problematici i flussi del traffico con strettoie, curve e divieti che erano assenti nel progetto originario dell’Esquilino moderno con tutte le strade diritte ed  ortogonali.

Problemi per la raccolta dei rifiuti : Quando fu stabilito che non era possibile svolgere delle attività all’ingrosso all’interno delle mura aureliane si pensò soprattutto  alle  conseguenze che tali attività avrebbero comportatato. E il problema dei rifiuti è una di queste. Nonostante la raccolta  avvenga, salvo rare eccezioni, tutte le notti e nel pomeriggio passi un camion dell’AMA attrezzato per i cartoni quasi sempre ci si imbatte in cassonetti stracolmi e cartoni e pallet in quantità industrale. E qui non esiste alternativa o si fanno rispettare le disposizioni vigenti vietando una volta per tutte le attività all’ingrosso in una zona centrale di Roma come l’Esquilino o dovremo convivere con la mondezza e i cartoni pur con la raccolta differenziata, la raccolta porta a porta o qualsiasi altro tipo di raccolta che si potranno inventare perchè non possiamo pretendere che l’AMA passi tutte le ore!

Il problema dell’illegalità diffusa : E’ senza dubbio il più subdolo tra i problemi ma senz’altro il più grave. Sia perchè, è cronaca di tutti i giorni, la malavita organizzata nostrana è scesa a patti con la malavita cinese per gestire il traffico della merce contraffatta che ha superato per volume e valore quello della droga infiltrandosi così nel nostro rione, sia perchè non solo la gente comune ma anche gli organi di informazione sembrano ormai rassegnati a questo stato di cose. Il 3 gennaio su “Il Messaggero” è apparso un articolo (vedi) a firma di Claudio Marincola dal titolo “Esquilino, dove la svendita dura 365 giorni” in cui si evidenziavano i prezzi stracciati praticati per scarpe, jeans, calzini e salopette dagli show room cinesi e la crescente integrazione dovuta al fatto di possedere potenti SUV fuori dal negozio e vestire Prada o Gucci (loro!). Che poi la commessa non conosca l’italiano o che i negozi siano sempre vuoti, beh, qual’è il problema ? E che dietro questi prezzi si nascondano sfruttamento della mano d’opera anche minorile, evasione fiscale e contributiva, traffico illecito di merce, merce contraffatta, immigrazione clandestina e uso di ogni mezzo per non osservare leggi e disposizioni del nostro paese e della nostra città, non ci si fa quasi più caso.

Prospettive : Non certo rosee. E questo perchè all’Esquilino il commercio viaggia ancora a due velocità. Elevatissima quella degli extracomunitari : si chiude, si apre, si cambia attività con una facilità irrisoria : ancora oggi in quattro e quattr’otto dove si vendevano vestiti ci sa fa una banca (cinese ovviamente) .Vedere per credere a via Cairoli dove è ancora rimasta un’insegna rovesciata del negozio di origine che una decina di anni fa vendeva surgelati ! Da treno accelerato a vapore per tutti gli altri perchè se per caso un italiano nonostante tutto volesse  aprire un’attività commerciale  all’Esquilino di intoppi e di bastoni tra le ruote ne troverebbe a profusione. Prova ne sono questi due negozi che non riescono ad aprire, il primo a via Principe Umberto uno store di un nota azienda di telecomunicazioni

negozio 3 a via Principe Umberto

l’insegna c’è dall’estate 2008 e il negozio all’interno è pronto da mesi (compresa la videosorveglianza all’esterno) ma non riesce ad aprire.

Il secondo a via di Porta Maggiore :

Negozio di abbigliamento made in Italy

E’ pronto dall’estate 2009 e dovrebbe vendere generi di abbigliamento made in Italy con arredi definiti e merce già all’interno e una vetrina illuminata ma anche questo non riesce ad aprire.

Cambierà qualcosa nel 2010 ?

Come era e com’è

Nei mesi scorsi le forze dell’ordine hanno visitato diversi locali adibiti a ristorazione nel rione Esquilino elevando delle multe  per illeciti amministrativi e carenze per le norme igieniche vigenti. E’ inutile ricordare che la maggior parte  di questi locali sono condotti da personale cinese e per alcuni si è arrivati addirittura alla chiusura. Non ha fatto eccezione il ristorante  che è all’angolo tra via Emanuele Fliberto e via Bixio che è rimasto chiuso per più di due mesi ed ha riaperto da pochi giorni. Non entro nel merito della migliorie igieniche  non essendo un cultore della cucina cinese ma balza all’evidenza un cambiamento notevole : le insegne, prima erano così (fonte Google Earth Street View, clicca per ingrandire)

 
Ristorante cinese
Ristorante cinese

Non c’è nulla da fare, più la mettiamo questa foto più viene oscurata anche se di pubblico domino (chiunque può andare su Google Earth -Street View e vedere come era la situazione qualche tempo fa in quell’incrocio). Sappiate che c’erano insegne solo in cinese. C’era forse scritto qualcosa di sconveniente ?

 Ora sono così con le indicazioni anche in italiano e finalmente comprensibili a tutti (clicca per ingrandire).

Se dobbiamo rallegrarci perchè  non viene disattesa un norma comunale vigente da parecchio tempo (scritte in doppia lingua) dobbiamo purtroppo rilevare che l’appartamento al piano  superiore ha installato delle unità esterne per condizionatori deturpando anche con i tubi chilometrici l’estetica del bel palazzo umbertino . Un maggior senso di responsabilità e un maggior controllo da parte di tutti dovrebbe evitare di arrivare a questi eccessi che certo non aiutano nel difficile tentativo di riqualificare l’Esquilino.

Il segnaposto non c’è più

Ricordate la macchina segnaposto dei post “parcheggi pubblici ma privati” e “parcheggi pubblici ma privati 2” ? Bene, non c’è più !

 

La vettura segnaposto non cè più
La vettura segnaposto non c'è più

Non so se possa essere stata la nostra segnalazione a far spostare finalmente quell’autovettura ma è un dato di fatto che non c’è più. Che non stesse lì da poco lo testimoniano anche queste due foto tratte da google street view scattate molti mesi fa in due momenti diversi .

 

Vettura segnaposto 1
Vettura segnaposto 1

 

Vettura segnaposto 2
Vettura segnaposto 2

 

Certo con questo non sono stati  risolti tutti i problemi di scarico merci che continua ad avvenire nelle ore più disparate nei giorni feriali e festivi ma evidenziare un qualcosa che non va anche se rappresenta una goccia in un oceano evidentemente serve a qualcosa.

Vecchie regole del commercio all’Esquilino

Quando a Febbraio venne approvata la delibera proposta dall’assessore al commercio del Comune di Roma Davide Bordoni per  riqualificare, pianificare e promuovere lo sviluppo del rione  sotto il profilo sia commerciale-artigianale che sociale, molti pensarono finalmente ad una svolta. In questo blog però nel post “Nuove regole del commercio all’Esquilino” si evidenziò un nuovo fenomeno che se non monitorato poteva portare a nuovi problemi  : la proliferazione abnorme di nuove attività come money transfer , pseudo istituti di credito o assicurativi comunque gestiti e rivolti a cittadini esclusivamente extracomunitari in stragrande maggioranza cinesi. Un esempio tipico a via di Porta Maggiore dove c’era un ‘agenzia di viaggi (nella foto tratta da Google Street aveva appena chiuso tanto che sui cristalli c’erano ancora le locandine che  pubblicizzavano viaggi verso mete esotiche)

 

Immagine Google Earth
Immagine Google Earth

Ora c’è (?), se qualcuno conosce il cinese ce lo dica.

 

Ciò impone alcune considerazioni

  1. Assoluta inosservanza della disposizione che obbliga i titolari di esercizi commerciali ad esporre delle insegne comprensibili e quindi in questo caso in doppia lingua(italiano e cinese)
  2. E’ un esercizio non riconducibile  a quelle categorie merceologiche che dovrebbero essere incentivate (artigianato, merci di prima necessità) dalle nuove disposizioni per il rinascimento commerciale del rione
  3. E’ l’ennesimo esempio all’Esquilino dell’uso distorto del termine “integrazione” : è infatti un esercizio creato da cittadini cinesi ad uso esclusivo di  altri cittadini cinesi.
  4. Dopo la proliferazione di pseudo show-room sempre vuoti con alle spalle attività illecite (è notizia di queste ore dell’ennesimo mega sequestro da parte della GdF  di centinaia di migliaia di oggetti contraffatti) è abbastanza inquietante che stiano nascendo come funghi questi esercizi.

Sinceramente non vorremmo cadere dalla padella alla brace. Se esistono delle regole facciamole rispettare, se esistono degli organi di controllo facciamoli controllare per ripristinare una parvenza di legalità nel rione. Pensiamo che l’Esquilino abbia già dato molto in questi anni e una nuova presa per i fondelli  sarebbe dura da digerire e porterebbe la credibilità delle istituzioni da parte dei residenti a livelli prossimi allo zero.

Parcheggi pubblici ma privati 2

Mercoledì 1 aprile 2009 ore 19,30 :

Ricordate la macchina segnaposto del commerciante cinese? Eccola sulla sinistra della foto 1, dopo essere stata spinta a mano e parcheggiata rigorosamente sulle strisce pedonali.

 

 E al suo posto ? C’è il camioncino sulla destra (anch’esso sulle strisce pedonali). E perché sta lì ? Per scaricare, ovvio, in barba alle disposizioni del comune, decine e decine di cartoni “Made in China” (foto 2)

 

Giovedì 2 aprile ore 8.00 :

Finite le operazioni di scarico il camioncino se ne è andato e la macchina segnaposto ,sempre spinta a mano, è stata rimessa al “suo” posto  (foto 3).

Nuove regole per il commercio all’Esquilino

E’ notizia di qualche giorno fa che la Giunta Comunale ha approvato la delibera proposta dall’assessore al commercio del Comune di Roma, Davide Bordoni, per  riqualificare, pianificare e promuovere lo sviluppo del rione  sotto il profilo sia commerciale-artigianale che sociale. La novità è che questa delibera è a tempo indeterminato e non con il limite di due anni come quelle precedenti. E’ chiaro che non si può non essere d’accordo con le linee guida di questa nuova disposizione, ma il problema è che  non succeda come nel passato quando le belle parole e le buone intenzioni rimanevano lettera morta (o quasi) perché c’era sempre qualcuno che trovava qualche appiglio per aggirare le leggi o c’era uno scarsissimo controllo per l’applicazione delle stesse.  La situazione commerciale all’Esquilino, è inutile nasconderlo, attualmente è compromessa e ci vorranno anni ed anni per cercare di rimettere le cose un po’ a posto. Non è solo il fatto della presenza di centinaia e centinaia di show room e grossisti cinesi ma quello che è successo negli ultimi anni ha inflazionato il mercato degli affitti degli  esercizi commerciali  tanto che non è raro vedere (ce ne sono pochi ma ce ne sono) negozi  lasciati da commercianti cinesi rimanere chiusi da anni perché nessuno è in grado di pagare canoni tanto elevati.  Ben vengano incentivi e facilitazioni per aprire nel rione attività tradizionali e ben vengano i divieti a nuove aperture di negozi di vestiti e scarpe come ne sono stati aperti a centinaia, ma attenzione, negli ultimi tempi (è storia recentissima) sono spuntati dei nuovi esercizi alquanto misteriosi. Serrande semi abbassate, inferriate tipo Alcatraz( il che fa supporre un giro cospicuo di denaro) scritte solo in cinese (come nell’esempio della fotografia qui sotto a via Bixio)

o del tutto assenti come in un altro analogo esercizio in via Principe Umberto ma gestito da bengalesi.   Ecco il rione non ha bisogno di negozi del genere così come di altri internet point, money transfer, punti per scommesse sportive e sale giochi. Il nostro sogno sarebbe quello di rivedere dei negozi normali dove comprare cose normali così come avviene in tanti altri posti della città. E’ forse chiedere troppo ? La liberalizzazione delle licenze avviata con la legge Bersani è senz’altro un segno dei tempi che cambiano ma va gestita in maniera oculata se non si vogliono creare dei nuovi mostri come l’Esquilino o come S. Lorenzo con tutti i pub e i locali che rendono la vita difficile ai residenti . Non ci resta che aspettare  e sperare che finalmente ci sia un’inversione di tendenza ma è chiaro che sarà una via lunga e difficile. A questo proposito vorrei raccontare un aneddoto capitato al sottoscritto qualche giorno fa. Rientravo a casa verso le otto di sera quando ho visto un paio di volanti della polizia davanti ad un negozio cinese. Non so per quale motivo fossero lì ma proprio nel momento in cui arrivavo io se ne andavano i poliziotti avendo terminato il loro servizio. Appena le macchine della polizia hanno girato l’angolo improvvisamente sono spuntati decine di extracomunitari africani che erano nascosti tra le autovetture, nei portoni, nei bar e in ogni angolo possibile. E’ inutile dire che poi sono entrati tutti nel negozio in questione. Certo  non è affatto facile estirpare le cattive abitudini e riportare tutto nell’abito della legalità ma proviamoci o meglio ci provino le autorità deputate a questo. Ognuno cerchi di fare il proprio dovere dal Comune al Municipio, dai Vigili Urbani ai funzionari dei vari uffici senza perdersi in inutili polemiche che fanno solo gli interessi di chi vuole che l’Esquilino rimanga nello stato in cui è stato ridotto negli ultimi anni.

sogni, progetti e realtà

La Repubblica 17/05/2002

“Dalla nuova Piazza Vittorio all’arte il futuro dell’Esquilino

Si può raccontare in mille modi l’esplosione dei prezzi delle case di questo Esquilino che affianca la stazione Termini e ne assorbe gran parte delle energie lungo strade e piazze che sembrano non avere mai pace. E’ il rione più indaffarato, movimentato e un po’ alieno, non al resto del mondo ma proprio ai romani più tradizionalisti; strade e piazze che la destra vuole ancora a “tolleranza zero” verso gli extracomunitari, e che invece muove decine di volti noti della sinistra ad organizzare cose inusuali, come una nostop di lettura dedicata a Gadda perché “l’Esquilino è anche nuova cultura”. Sono luoghi comunque, di grande caos nel senso più allargato e sociale. Ma proprio per questo sono anche le strade dove ormai da anni l’amministrazione di centrosinistra ha messo in piedi un tour de force di progetti urbanistici – il più eclatante lo spostamento del mercato di Piazza Vittorio, il più futuribile una grande piastra ideata da Grandi Stazioni che ricoprirà parte dei binari di Termini per consentire il parcheggio di centinaia di auto, ma anche la vendita all’asta, in autunno, di centinaia di case comunali in via Giolitti – anche per dimostrare politicamente qualche altra cosa: che conta di più dare spazi decorosi a un mercato ad alto rischio igienico, restaurare portici e risanare palazzi fatiscenti, illuminare ben bene strade quasi straniere per ridare orgoglio al rione umbertino, piuttosto che far spazio solo a eclatanti blitz polizieschi, alla voglia di pugno duro della destra o alle fiaccolate con slogan di vero razzismo. E così sempre più l’Esquilino sta diventando l’agglomerato di metri cubi di antico pregio con il più formidabile potenziale di crescita, complice anche il passaparola dei pionieri artisti, registi, scrittori, attori che da qualche anno vi hanno trovato casa.
Un esempio, piazza Vittorio: da un giorno all’altro, dopo il via dell’ultimo banco, i prezzi al metro quadro delle case con affaccio è balzato di un milione di lire tondo tondo, dai 3 ai 4, per poi continuare a crescere perché i cantieri proseguono, ed entro l’estate partirà anche il rifacimento del marciapiede intorno, con i lastroni di basalto suggeriti dalle soprintendenze. E sotto i portici, si completerà il colorato pavimento in bullettato genovese. E se il nuovo Ambra Jovinelli va e vive, a breve si aprirà di fronte il grande albergo da 250 stanze con megaparcheggio pubblico. Vicino, nella ex caserma Sani e alla ex elementare Pellico di piazza Dante cominceranno a circolare gli studenti della Sapienza, mentre sta andando in appalto l’allargamento dei marciapiedi di via Merulana. E nel cosiddetto “palazzo bombardato” tra via Merulana e via Labicana un altro privato realizzerà un hotel di lusso. L’Acquario di piazza Fanti sarà sede dell’Ordine degli Architetti, mentre il “dente cariato”, sì, lo chiamano così, di via Giolitti verrà in parte abbattuto e in parte sarà un altro albergo, con un suo quasi gemello a cinque stelle anche all’inizio di via Marsala. Ma si lavora molto anche per accellerare lo spostamento dei magazzini cinesi che tormentano le notti degli abitanti, nelle aree di Commercity fuori dal Gra e sono finiti i lavori del nuovo “giardino delle mura” in via Carlo Felice. E il Campidoglio un po’ si autocelebra, sta consegnando casa per casa un depliant sul nuovo volto dell’Esquilino.

di Simona Casalini
da La Repubblica del 17/05/2002″

 

Un vecchio articolo di “La Repubblica” che fotografa la situazione dell’Esquilino  nel 2002. Da allora diversi progetti sono stati realizzati, altri sono ancora in corso d’opera (come il palazzo in costruzione a Piazza Vittorio che sarà esaminato in un prossimo post), altri sono stati per il momento accantonati (copertura-parcheggio sulla stazione Termini, mega albergo a via Marsala).  Uno solo non ha visto mai la luce ed è stato abbandonato senza che nessuno ci dicesse mai il perché : il trasferimento delle attività commerciali cinesi a Commercecity all’esterno del GRA. Come il problema fosse già importante e sentito anche allora lo testimoniano le parole dell’articolista  e che il progetto esistesse e fosse già in fase di realizzazione ve lo confermo io insieme a tante altre persone dell’Associazione degli abitanti di via Giolitti con le quali partecipai  alle riunioni con gli esponenti dell’allora assessorato alle attività produttive  del Comune di Roma con a capo l’On. Valentini che ci assicurarono che in sei mesi quasi tutti i magazzini all’ingrosso sarebbero stati trasferiti.  Perché c’è stato un brusco stop ? Perché, in pratica , non è stato trasferito quasi alcun magazzino ? Perché il Comune non mai dato nessuna spiegazione di questo dietro front ?  Perché nel corso degli anni successivi  fino ad oggi (vedi Via A. Cappellini) è continuata la caccia  ad  altri immobili del rione da parte dei commercianti cinesi ? A Milano nella scorsa estate è stato siglato un patto tra la comunità cinese di Via Sarpi e il Comune per la costruzione di un nuovo centro per il commercio al di fuori della città storica e questo in concomitanza con la realizzazione di opere di urbanizzazione che stanno  cambiando la faccia a quel quartiere tanto simile al nostro Esquilino . Perché qui a Roma con una struttura già pronta e che ora ha addirittura la nuova Fiera di Roma  vicino non si è dato il via al progetto ? Chi si è opposto, e perché ? Ci piacerebbe avere delle risposte ma anche in mancanza di queste è lecito chiedersi se è ancora troppo presto per assistere ad  un ritorno alla normalità e alla legalità per le attività commerciali del nostro rione .