E’ inutile cercare perifrasi o eufemismi : il commercio è il problema del nostro rione. Da quindici anni nonostante fiumi di parole, disposizioni e proclami non si è risolto praticamente nulla. Sono scomparsi quasi tutti i negozi e le botteghe artigiane tradizionali a favore di attività del tutto estranee alla tradizione commerciale del rione e romana in genere . Tutto ciò causa gravi problemi nelle direzioni più disparate. Analizziamoli.
Problemi ai residenti : E’ la cosa più evidente perchè mancano negozi che offrono servizi anche di prima necessità . Chi ha la possibilità usa l’automobile per recarsi nei centri commerciali ma specialmente gli anziani hanno grosse difficoltà non solo per reperire quello di cui hanno bisogno per vivere ma anche per scambiare due parole con qualcuno.
Problemi di parcheggio e traffico : Furgoni, furgoncini, automobili sempre parcheggiate ed altre in seconda e terza fila che spesso ostruiscono o rendono difficoltoso il passaggio dei mezzi pubblici, è questo il panorama del rione. E’ evidente che vigili urbani e ausiliari del traffico o sono in numero inadeguato o non svolgono il loro compito con la dovuta solerzia ed attenzione. Oltretutto delle cervellotiche scelte di viabilità escogitate negli anni passati hanno reso più problematici i flussi del traffico con strettoie, curve e divieti che erano assenti nel progetto originario dell’Esquilino moderno con tutte le strade diritte ed ortogonali.
Problemi per la raccolta dei rifiuti : Quando fu stabilito che non era possibile svolgere delle attività all’ingrosso all’interno delle mura aureliane si pensò soprattutto alle conseguenze che tali attività avrebbero comportatato. E il problema dei rifiuti è una di queste. Nonostante la raccolta avvenga, salvo rare eccezioni, tutte le notti e nel pomeriggio passi un camion dell’AMA attrezzato per i cartoni quasi sempre ci si imbatte in cassonetti stracolmi e cartoni e pallet in quantità industrale. E qui non esiste alternativa o si fanno rispettare le disposizioni vigenti vietando una volta per tutte le attività all’ingrosso in una zona centrale di Roma come l’Esquilino o dovremo convivere con la mondezza e i cartoni pur con la raccolta differenziata, la raccolta porta a porta o qualsiasi altro tipo di raccolta che si potranno inventare perchè non possiamo pretendere che l’AMA passi tutte le ore!
Il problema dell’illegalità diffusa : E’ senza dubbio il più subdolo tra i problemi ma senz’altro il più grave. Sia perchè, è cronaca di tutti i giorni, la malavita organizzata nostrana è scesa a patti con la malavita cinese per gestire il traffico della merce contraffatta che ha superato per volume e valore quello della droga infiltrandosi così nel nostro rione, sia perchè non solo la gente comune ma anche gli organi di informazione sembrano ormai rassegnati a questo stato di cose. Il 3 gennaio su “Il Messaggero” è apparso un articolo (vedi) a firma di Claudio Marincola dal titolo “Esquilino, dove la svendita dura 365 giorni” in cui si evidenziavano i prezzi stracciati praticati per scarpe, jeans, calzini e salopette dagli show room cinesi e la crescente integrazione dovuta al fatto di possedere potenti SUV fuori dal negozio e vestire Prada o Gucci (loro!). Che poi la commessa non conosca l’italiano o che i negozi siano sempre vuoti, beh, qual’è il problema ? E che dietro questi prezzi si nascondano sfruttamento della mano d’opera anche minorile, evasione fiscale e contributiva, traffico illecito di merce, merce contraffatta, immigrazione clandestina e uso di ogni mezzo per non osservare leggi e disposizioni del nostro paese e della nostra città, non ci si fa quasi più caso.
Prospettive : Non certo rosee. E questo perchè all’Esquilino il commercio viaggia ancora a due velocità. Elevatissima quella degli extracomunitari : si chiude, si apre, si cambia attività con una facilità irrisoria : ancora oggi in quattro e quattr’otto dove si vendevano vestiti ci sa fa una banca (cinese ovviamente) .Vedere per credere a via Cairoli dove è ancora rimasta un’insegna rovesciata del negozio di origine che una decina di anni fa vendeva surgelati ! Da treno accelerato a vapore per tutti gli altri perchè se per caso un italiano nonostante tutto volesse aprire un’attività commerciale all’Esquilino di intoppi e di bastoni tra le ruote ne troverebbe a profusione. Prova ne sono questi due negozi che non riescono ad aprire, il primo a via Principe Umberto uno store di un nota azienda di telecomunicazioni

l’insegna c’è dall’estate 2008 e il negozio all’interno è pronto da mesi (compresa la videosorveglianza all’esterno) ma non riesce ad aprire.
Il secondo a via di Porta Maggiore :

E’ pronto dall’estate 2009 e dovrebbe vendere generi di abbigliamento made in Italy con arredi definiti e merce già all’interno e una vetrina illuminata ma anche questo non riesce ad aprire.
Cambierà qualcosa nel 2010 ?