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Due facce della stessa realtà

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Lo scorso 10 gennaio il “Corriere della sera” pubblicava un articolo di Paolo Brogi intitolato “Crisi e affari, i cinesi lasciano l’Italia serrande chiuse nella China Town di Roma” (vedi) . In sintesi si affermava con dati alla mano (suffragati anche dal “Financial Times”) che molti dei  cinesi arrivati  a Roma avevano deciso di tornare in patria temporaneamente o definitivamente chiudendo i loro esercizi a causa del perdurare della crisi  nel nostro paese e attratti dal boom economico che caratterizza la Cina di questi tempi.

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Il 20 gennaio su “La Repubblica” appariva un altro articolo  a firma Rory Cappelli intitolato “Un nuovo negozio cinese al giorno boom di centri massaggi e coiffeur” (vedi)

Apparentemente due articoli in antitesi ma tutto sommato sono due facce della stessa realtà.

Ha ragione il Corriere della Sera quando afferma che all’Esquilino ci sono diverse saracinesche abbassate, basta fare due passi per rendersene conto (lo abbiamo fatto notare anche in post precedenti) e non è solo la crisi la causa di queste chiusure ma anche l’incessante e meritoria opera delle Forze dell’Ordine che in questi ultimi tempi hanno smascherato delle verie e proprie centrali criminose dedite all’importazione e al commercio di merci contraffatte e pericolose con conseguente elevata evasione fiscale. Insomma l’equazione Esquilino=commercio e guadagno facile inizia finalmente a vacillare e molti di questi “imprenditori” hanno deciso di fare dietro front.

Dall’altra parte è anche vero che ci sono state diverse nuove aperture non solo di coiffeur e centri massaggi ma anche bar, lavanderie, enoteche e negozi per la prima infanzia anche se è più giusto parlare più che di aperture  vere e proprie di riconversioni di esercizi che vendevano vestiti di scarsa qualità . C’è dunque,un ritorno alla normalità (chiamamola così) commerciale, anche i cinesi si sono accorti che non era possibile continuare ad aprire nel medesimo luogo centinaia di attività che vendevano la stessa merce  ma c’era bisogno di differenziare l’offerta. Insomma ciò che non sono riuscite a gestire le nostre autorità negli anni passatii (un piano del commercio decente) lo sta facendo la crisi e  il mercato con le sue regole.

Campagna informativa “Falso ? No, grazie”

Il 29 maggio c’è stata la firma in Campidoglio per un protocollo d’intesa a favore della lotta alla contraffazione. La campagna ha preso il nome di “Falso, no grazie”. E’ un passo importante perchè, anche se purtroppo messo in secondo piano dalle notizie del terremoto in Emilia, testimonia come la lotta al falso sia finalmente riconosciuta anche a livello istituzionale come un problema di primaria impostanza sia per i capitali che muove sia per le infiltrazioni della mala vita organizzata nel nostro territorio e nel nostro rione.

Questo il testo ufficiale dal sito di Roma Capitale

Roma, 29 maggio – Vigili e doganieri insieme per combattere merce falsa e contraffatta. Siglato in Campidoglio un protocollo d’intesa tra Roma Capitale e Agenzia delle Dogane per lo scambio di informazione e competenze, in modo da combattere meglio contraffazione ed evasione fiscale.

La cooperazione tra Polizia locale di Roma Capitale e Agenzia delle Dogane durerà un anno e avrà l’obiettivo di individuare la filiera illecita e reprimere così la vendita di prodotti non a norma o del tutto falsi.

I vigili procederanno agli accertamenti e alla repressione delle frodi e della contraffazione, qualora, durante i servizi ordinari, vengano ravvisati elementi di illecito. L’Agenzia delle Dogane da parte sua metterà a disposizione la sua banca dati, insieme a risorse e tecnologie.

“Quando la merce arriva in strada – ha detto il comandante dei vigili Angelo Giuliani – la sfida è difficile da vincere. È importante fare un discorso a ritroso, lavorando sulle indagini a monte per capire i flussi della merce contraffatta. Roma è un museo a cielo aperto e la sua immagine viene danneggiata da queste persone che ingannano turisti e cittadini vendendo merce falsa”.
 
Il protocollo prevede anche una campagna di comunicazione per romani e turisti. La campagna “Falso? No, grazie!” prevede la distribuzione di pieghevoli informativi in più lingue, di locandine a forma di borsa da esporre in alberghi o negozi, nei luoghi più turistici, da piazza di Spagna a Fontana di Trevi, dai Fori Imperiali a Trastevere fino al Colosseo e piazza del Popolo. Anche un sito internet informerà e sensibilizzerà i consumatori sui rischi legati all’acquisto di prodotti contraffatti.

“L’obiettivo è fare in modo che il fenomeno della contraffazione nei prossimi anni diminuisca”, ha spiegato l’ assessore capitolino alle Attività produttive Davide Bordoni.
 

La contraffazione dei marchi incide sull’economia, soprattutto per i danni provocati alle imprese, ma anche per le minori entrate per lo Stato. Va detto, inoltre, che dietro i prodotti contraffatti spesso si nascondono sfruttamento minorile e negazione dei diritti dei lavoratori. Da non sottovalutare, infine, il fatto che i materiali utilizzati, siano spesso lontani dagli standard di sicurezza previsti dalla legge.
 

Come sottolinea il presidente della Commissione Commercio di Roma Capitale, Ugo Cassone: “Per difendere la storia, la cultura, le tradizioni manifatturiere, i marchi del made in Italy e le migliaia di posti di lavoro che gravitano attorno a questo settore, e anche sulla scìa del recente inasprimento delle sanzioni per i reati di falso e per l’introduzione nel nostro Paese delle grosse somme di denaro che ne derivano, Roma Capitale promuove una campagna di informazione e sensibilizzazione dei consumatori sui rischi derivanti dall’acquisto di merce contraffatta”.
 

Il Consigliere comunale Maurizio Berruti, vice presidente della Commissione Personale e Statuto, che insieme al presidente della Commissione Commercio, Ugo Cassone, ha curato il progetto, ha dichiarato che la contraffazione delle merci e l’abusivismo commerciale determinano una illegalità destabilizzante per il mercato a grave discapito per il commercio onesto, l’intera filiera ad esso collegato e dei consumatori

Il volantino ufficiale della campagna (file .pdf)

Una goccia nell’oceano

Nel mese di marzo pubblicammo questo post segnalando una situazione assurda : l’ennesimo negozio di scarpe cinesi che aveva aperto  (non entriamo nel merito come) lasciando addirittura le insegne e la tenda del precedente esercizio che vendeva tutt’altro genere di articoli (elettronica di consumo). A distanza di un mese, evidentemente, qualcuno ha recepito che forse si era andati oltre la decenza e ha obbligato l’attuale negoziante a togliere sia l’insegna sia la tenda.

Certo è una ben magra consolazione rispetto al disastro commerciale che si è pepretrato nell’ultimo decennio all’Esquilino, ma in un perodo di crisi prendiamo atto anche di questa goccia.

I cartoni “icone” dell’Esquilino

Nei prossimi giorni speriamo che siano finalmente prese delle decisioni serie sul problema dei rifiuti di Roma, altrimenti ci ritroveremo a dover combattere una realtà non troppo dissimile da quella di Napoli. Quindi ci vogliono delle direttive responsabili e lungimiranti da parte di chi ci amministra perchè si abbondonino per sempre le discariche tipo Malagrotta e si inizi a ragionare in termini di raccolta differenziata, termovalorizzatori e tecnologie innovative per il ciclo di raccolta dei rifiuti e  produzione di energia . Ma tutto questo non basterà se non si farà opera di convincimento  anche drastica (multe!)   sui cittadini e su molti operatori commerciali. Abbiamo spesso stigmatizzato il comportamento di tanta gente che non esita a buttare presso i cassonetti o addirittura dove capita sul marciapiede, rifiuti ingombranti di qualsiasi genere, abbiamo più volte reso pubblica la pessima abitudine di tanti soggetti politici e non di insozzare con manifesti i muri e i cassonetti del rione, ma oggi vogliamo puntare il dito su un problema tipico del rione Esquilino : i cartoni. Le prime due foto sono state scattate nei giorni immediatamente precedenti  le feste pasquali di sera e di mattina, la terza addirittura durante il giorno di Pasqua.

Via Principe Umberto di sera
Via Principe Umberto di mattina
Pasqua a via Principe Umberto

Come si può facilmente vedere nelle prime due foto oltre al decoro urbano c’è un problema di viabilità sul marciapiede : ci si passa a malapena specie se si ha il carrello della spesa o una valigia. E la risoluzione non è affatto facile perchè l’Esquilino è una delle poche zone di Roma interessata a una doppia raccolta, la notte i rifiuti e il pomeriggio i cartoni e quindi non possiamo chiedere di più, specie in un momento così difficile, all’AMA.

Una via d’uscita c’era : quella di vietare il commercio all’ingrosso dentro la cerchia delle mura Aureliane. E non era una presa di posizione cervellotica e astrusa ma nasceva dall’evidenza che tale tipo di commercio comporta nelle zone centrali in termini di raccolta di rifiuti, carico e scarico merci, traffico e parcheggi. Abbiamo utilizzato volutamente l’imperfetto perchè dopo quello che è successo all’Esquilino in questi ultimi dieci, dodici anni ci viene da pensare che questa disposizione non sia più attuale o addirittura non esista più visto il numero industriale di grossisti (cinesi per lo più) che hanno impiantato la loro attività nel nostro rione. Se la norma è ancora in vigore bisognerebbe far piazza pulita, come in altri ambiti, di chi ha permesso questo stato di cose, se la norma non è più attuale bisognerebbe ripristinarla subito perchè non venga in mente a qualcuno di iniziare un’attività di grossista nel nostro rione peggiorando una situazione già al limite.

A pensar male….

Qualcuno.anni fa, diceva ” A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca…” . Da qualche giorno si fa un gran parlare dello scandalo che ha travolto alcuni vigili  e tecnici addetti al rilascio e al controllo di autorizzazioni commerciali per la zona del centro storico di Roma. Non ci vuole grande intuito per immaginare che una zona prediletta per questo problema sia stata ed è l’Esquilino con centinaia di attività iniziate in barba a disposizioni e provvedimenti sul commercio che le varie amministrazioni via via succedutasi negli anni passati hanno emanato . Tre anni fa pubblicammo questo post sperando che finalmente cambiasse qualcosa in tema di autorizzazioni commerciali nel centro storico e particolarmente nel nostro rione , ma invano,   perchè è tutto rimasto invariato come sempre. Potremmo fare decine e decine di esempi su come questo ennesimo provvedimento non abbia portato ad alcun risultato ma, aspettando che la magistratura faccia il proprio corso e sperando che sia fatta piena luce, ci limiteremo ad esaminare un solo caso sollevando però il dubbio che, in generale, oltre allo scandalo delle mazzette per il rilascio di autorizzazioni commerciali ci sia anche un notevole danno economico alle casse del comune o di Roma Capitale come si dice da un pò di tempo.   Ora, scusate, ma devo fare un flashback autobiografico per raccontare un’esperienza che ho vissuto in prima persona.    Diversi anni fa decisi di chiudere una attività commerciale di cui ero amministratore unico. Vennero iniziate le pratiche per la disdetta delle varie autorizzazioni all’allora III circoscrizione e quando si trattò della tassa sulla pubblicità (le insegne in parole povere) il vigile incaricato mi intimò di togliere le stesse non oltre una settimana dalla data di presentazione per la cessazione altrimenti avrebbe elevato una multa di svariati milioni di lire.

 A via Principe Eugenio, alla fine di luglio 2011, chiude o meglio si sposta in via Merulana Sabatini  uno dei pochissimi negozi  storici  (elettronica,  elettrodomestici e telefonia) che erano rimasti nella via. Dopo qualche mese di chiusura le serrande  si riaprono con il solito show room cinese che vende scarpe (come avrà fatto? Vedi sopra!) ma l’insegna e la tenda a tuttoggi è rimasta quella di Sabatini (cliccare per ingrandire la foto). Ora io mi chiedo ma come mai i vigili tanto ligi alle disposizioni venti anni fa sono diventati così “buonisti” tanto da lasciare un’insegna con alcune  sponsorizzazioni eccellenti che non ci azzecca nulla (come direbbe un noto politico ex magistrato) con l’attività che si svolge all’interno del  negozio e con il nuovo conduttore dell’esercizio ? Ora dal momento che nè il vecchio propretario  nè il nuovo hanno interesse a continuare a pagare per quell’insegna (mi sembra ovvio!) ci si chiede se negli ultimi anni siano stati mai fatti dei controlli sui mancati introiti della tassa sulla pubblicità e sulla liceità di molte insegne visto che, passeggiando per il rione, di esercizi non in regola con le norme vigenti ce ne sono a bizzeffe. Ma gli stessi dubbi potremmo estenderli alla TARSU (tassa sui rifiuti)   : come verrà calcolata specie in quegli esercizi che sono stati frazionati (più o meno abusivamente) dal momento che si riferisce alla superficie adibita alla vendita e verosimilmente le mappe catastali ancora non saranno state aggiornate (se mai lo saranno) ? In attesa di una qualsiasi risposta vorremo comunque far notare che almeno la crisi attuale non guarda in faccia nessuno dal momento che sempre in via Principe Eugenio in un tratto di poche decine di metri ben tre negozi cinesi hanno chiuso ed ‘è comparso il cartello “affittasi”

P.S. Dalle foto appare evidente un altro problema che affligge il rione e in genere tutta Roma : non esiste un fabbricato che non sia deturpato da sgorbi e scritte dei graffitari. Sarebbe ora di prendere qualche provvedimento serio …

New Entry all’Esquilino

La “Pianoforti Di Marco” che afferma essere il più grande negozio al mondo specializzato in pianoforti classici ha scelto il nostro rione per aprire uno show-room. Si trova in via Giolitti n. 36 nella cosiddetta ala Mazzoniana della Stazione Termini nel complesso del ristorante “Convoglia”.

Pianoforti Di Marco in via Giolitti

Nell’affermare che la definitiva riqualificazione dell’Esquilino non possa che passare oltre che da provvedimenti amministrativi mirati e  lungimiranti anche dall’apertura di negozi di qualità, nel formulare l’augurio di un grande successo alla catena  “Pianoforti Di Marco”  esprimiamo la speranza di vedere nel prossimo futuro  altri centri con marchi prestigiosi aprire succursali nel nostro rione.

I furbetti dell’Esquilino

Durante il mese di agosto abbiamo ricevuto un’ accorata e-mail a firma del sig. E. Faustinella il quale lamentava l’assenza del comune e della regione nel controllo delle autorizzazioni per aprire nuovi locali all’Esquilino. In particolare citava un locale a Piazza Vittorio  trasformato da antico e storico negozio di abbigliamento in un bar ristorante . Detto che forse la critica andava estesa anche ad altre amministrazioni, c’è da dire che le stesse situazioni le ritroviamo anche in altre zone dell’Esquilino. In particolare,   in via Principe Umberto un’autoscuola e agenzia di pratiche automobilistiche che svolgeva la sua attività da decenni si sta trasformando in lavanderia (cinese ovviamente)

Nuova lavanderia a via Principe Umberto
Nuova lavanderia a via Principe Umberto

e, incredibile, nello stabile dove è situato l’ex cinema Apollo a via Cairoli che aspetta da almeno dieci anni i lavori di restauro e ristrutturazione da parte del comune è apparso in quattro e quattr’otto l’ennesimo show room cinese di vestiti di infima qualità (ne sentivamo tanto il bisogno) con la saracinesca semi abbassata, segno che non dovrebbe essere completamente in regola.

Negozio cinese a via Cairoli
Nuovo negozio cinese a via Cairoli nello stabile dell'ex cinema Apollo

 Il problema è che o le disposizioni emanate negli anni passati dalle diverse amministrazioni che si sono succedute sono talmente vaghe ed incomplete che basta un semplice cavillo per bypassarle (ed hanno quindi un’utilità pari a carta straccia) o all’interno degli uffici che dovrebbero controllare l’effettivo rispetto di queste disposizioni c’è gente disposta a chiudere un occhio se non tutti e due. Da qui non si esce !

A via Bixio succede spesso

E’ inutile star qui a ricordare che il divieto della vendita all’ingrosso esteso a tutto il centro storico non è un’idea balzana venuta a qualcuno in un momento creativo ma una vera e propria necessità per far sì che non succedano fatti come questo. Tutti sanno dell’incessante andirivieni dei furgoni e camioncini all’Esquilino, tutti sanno della sosta in seconda (e terza) fila , tutti sanno che esistono vie il cui parcheggio è assoluto monopolio dei commercianti cinesi ma spesso tutto questo non basta ed allora si occupano spazi giustamente preclusi ai più e si obbligano i pedoni (non importa se bambini, anziani o disabili) a scomodissime quanto pericolose divagazioni sulla strada .

Sosta no problem
Anche una sogliola non passerebbe

Lasciamo a voi le considerazioni del caso ricordando però che fatti del genere ormai sono diventati normali nel nostro rione e accadono tutti i giorni senza che, purtroppo, nessuno prenda i necessari provvedimenti.

Eppur qualcosa si muove

Nonostante mille problemi e mille difficoltà, non ultima la crisi di questo periodo che attanaglia le attività produttive,  negli ultimi tempi nel quadrante sud – est dell’Esquilino (una delle zone più disastrate del rione) qualcosa di nuovo si è visto se non altro per alimentare una flebile speranza di un difficile e lungo percorso per un ritorno alla normalità in campo commerciale. A via Bixio angolo via Principe Eugenio il rinomato ristorante cinese Hang Zhou ha rilevato il precedente esercizio. Per alcuni si tratta del miglior ristorante cinese di Roma, in ogni caso è  un locale di qualità presente da anni anche sulla guida del Gambero Rosso. Se così non fosse molti clienti non si affannerebbero a fare la fila la sera a via Bixio per aspettare il proprio turno !

Hang Zhou a via Bixio

 A via di Porta Maggiore al posto del negozio cinese fatto chiudere con i sigilli dall’autorità giudiziaria alla fine dello scorso anno (vedi) è subentrata la “Mondo Clima” azienda che si occupa di impianti solari, di climatizzazione, riscaldamento e ristrutturazioni edilizie

Mondo Clima a via di Porta Maggiore

 Un doveroso saluto di benvenuto e un “in bocca al lupo” alle due aziende che in un momento così difficile hanno scelto il nostro rione per svolgere la loro attività.

Novità sempre a via di Porta Maggiore per il negozio di abbigliamento “Made in Italy” che non riusciva ad aprire (vedi). Viste le difficoltà è stato trasformato in una vetrina di mobili in massello da rifinire che fa capo alla vicina ferramenta

Vetrina di mobili in massello

In tempi di affissioni abusive ed impianti publicitari obbrobriosi una bella vetrina fa il suo effetto ! Un “in bocca al lupo” anche per questa novità.

Il bello e il brutto del week end appena passato

Iniziamo con una buona notizia : a via Principe Umberto dopo tempo immemorabile ha aperto finalmente , dopo lunga gestazione , un negozio “normale”  un “3 Store” .

3 Store a via Principe Umberto

Interno del 3 StoreAbbiamo scambiato quattro chiacchiere con il gestore (al quale auguriamo di cuore il successo della sua iniziativa) che ci ha confermato il fatto che fino all’ultimo ci sono state delle complicazioni burocratiche e amministrative per poter aprire l’esercizio. Segno che allora gli uffici che si occupano del controllo delle licenze commerciali esistono e funzionano all’interno delle istituzioni deputate a questo compito. Ci si chiede perchè lo stesso rigore non venga esercitato anche nei confronti di tanti altri esercizi che gravitano nel rione Esquilino. E quanto questa esigenza di legalità non sia da prendere sotto gamba lo testimonia anche il secondo gravissimo evento registrato nel week end . Purtroppo in un ristorante cinese del rione c’è stata una sparatoria di chiaro stampo malavitoso ( una sorta di “gambizzazione”) tra cittadini cinesi (vedi articoli de “La Repubblica” e “Il Tempo“).  Confidiamo nell’oscuro e paziente lavoro delle nostre Forze dell’Ordine perchè riescano a far chiarezza  su questo nuovo inquietante avvenimento e smascherare ciò che si cela dietro il fenomeno della merce contraffatta  che ormai ha raggiunto livelli intollerabili.   Contemporaneamente speriamo di vedere tante altre aperture di negozi come il 3 Store.