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Le ultime sul Ninfeo degli Horti Liciniani

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In questa incipiente primavera, finalmente, dopo diverso tempo, si cominciano a vedere gli effetti del restauro del Ninfeo degli Horti Liciniani conosciuto anche come Tempio di Minerva Medica iniziato nel 2012. In realtà sono subito piovute critiche (vedi post facebook del 19/03/2015) sull’aspetto finale del lavoro e anche noi  abbiamo raccolto diverse voci di dissenso. Vorremo però tener presente alcune argomentazioni prima di sparare a zero su un lavoro aspettato da decenni da tutti i residenti dell’Esquilino e da tutti coloro che hanno a cuore i monumenti dell’antica Roma specie se importanti come questo :

  1. Prima di eprimere giudizi estetici aspettiamo di valutare l’impatto visivo dell’opera a lavori ultimati per avere uno sguardo d’insieme che non può sussistere in questo momento essendo il Ninfeo ancora parzialmente ricoperto da impalcature.
  2. Trattandosi di un monumento in laterizi appare evidente la scelta compiuta dallo staff che ne cura il restauro : dove la muratura originale non presentava problemi strutturali che pregiudicassero la statica dell’edificio, è rimasta inalterata, viceversa si è dovuto intervenire con operazioni di ripristino completo nel caso di strutture non più in grado di reggere alle sollecitazioni naturali e non (eventi atmosferici e problemi statici).
  3. La natura stessa del momumento : non dimentichiamo che in origine era ricoperto da marmi pregiati e da stucchi policromi andati irrimediabilmente perduti da secoli. La ricostruzione di parti in laterizio senza una adeguata copertura è ovvio che può risultare meno accattivante da un punto di vista estetico rispetto all’originale impreziosito dalla patina del tempo ma è molto diffficile operare in altro modo. Simili considerazioni devono necessariamente essere estese anche alle parti rimaste della cupola.

Aspettiamo quindi la fine di questo lotto di restauri e la conseguente conferenza stampa che ne evidenzi le metodologie che sono state scelte per esprimere un giudizio quanto più obiettivo possibile.

Il Ninfeo degli Horti Liciniani : la situazione attuale e le prospettive (finalmente rosee?)

20141225_113617Il 9  dicembre scorso sono iniziati i lavori che si spera siano quelli definitivi e propedeutici per la riapertura al pubblico del monumento. Anche se è stata coperta (in maniera maldestra) la parte che specifica il tipo di restauro e l’allaccio alla rete (elettrica ?), il manifesto affisso all’entrata del cantiere indica in 180 giorni il limite per questa ultima tranche del complesso lavoro che è stato eseguito per mettere in sicurezza questo autentico gioiello dell’architettura romana classica (vedi immagine di una ricostruzione virtuale) che si va ad aggiungere alle altre meraviglie sparse per la città. Anche se bisognerà aspettare ancora un pò perchè, oltre al restauro, siano ultimate tutte quelle opere necessarie perchè venga finalmente riaperto al pubblico  non possiamo non commentare favorevolmente anche un’altra notizia (in realtà passata quasi di nascosto) che rende finalmente giustizia a questo importantissimo monumento da quasi un secolo relegato ad una posizione di secondo piano se non addirittura di oblio. Finalmente è stato deciso che la ormai obsoleta linea ferroviaria Laziali Giardinetti entro il 2016 cesserà il servizio e quindi un’immagine come questa 20141225_113500che testimonia come il treno passi a pochi centimetri dai muri del ninfeo procurando danni incalcolabili alla sua struttura non la vedremo più (vedi articolo de “Il Tempo” del 25/01/15). E’ chiaro che a questo punto si aprono degli orizzonti insperati e siamo tutti chiamati ad esprimere idee ed avanzare proposte per una vera riqualificazione sia del monumento sia di via Giolitti in generale che vedrà nei prossimi mesi alcuni eventi epocali, dalla riapertura del Ninfeo degli Horti Liciniani alla soppressione della ferrovia, dal restauro esterno di S. Bibiana all’apertura del parcheggio al di sopra dei binari della Stazione Termini. Insomma ci sarà un terreno fertile perchè una zona disastrata e abbandonata da decenni da un punto di vista urbanistico ritorni a rifiorire con soluzioni urbane innovative e qualificanti come zone pedonali, piste ciclabili, giardini attrezzati e viali alberati. Esistono già diversi progetti di professionisti qualificati che hanno partecipato al premio di architettura Catel del 2011 (e analizzeremo  nelle prossime settimane su questo blog quelli che riteniamo più interessanti) che fanno di via Giolitti e della zona archeologica di Porta Maggiore il punto di partenza per la riqualificazione (vera) dell’intero rione. C’è quindi un materiale corposo per poter iniziare una concertazione con le autorità competenti per non sprecare  questa eccezionale opportunità, per donare non solo ai residenti ma alla città intera la riqualificazione e la fruizione di autentiche opere d’arte e nuovi angoli suggestivi e di eccezionale bellezza. Insomma riportare il Ninfeo degli Horti Liciniani  e tutta la zona circostante a delle prospettive bucoliche come nel passato forse non sarà  possibile, ma attuare un progetto serio per la valorizzazione di tutta l’area  è  assolutamente auspicabile.

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Dipinto di Paolo Anesi. Collezione privata

 

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Jean Baptiste Pillement (1767) Muzeum Narodowe, Varsavia

 

 

Il punto sul Ninfeo degli Horti Liciniani

Qualche tempo fa (in realtà quasi due anni fa) scrivemmo che avremmo monitorato i lavori di restauro del Ninfeo degli Hortii Liciniani a via Giolitti per constatarne l’avanzamento. In questi giorni siamo testimoni di una buona notizia : sono state rimosse le impalcature esterne dalla parte che guarda verso la stazione Termini ed è quindi già visibile la porzione della cupola messa in sicurezza e mondata dalle erbacce che nel corso dei decenni erano cresciute sopra. Già in questa fase è possibile ammirare l’imponenza e la bellezza del monumento che risalterà ancor di più a lavori ultimati. Non sappiamo se la data del 2015 sarà rispettata per la fine del restauro anche perchè la parte interna presenta delle particolarità che abbisognano di maggior attenzione e cura da parte dei restauratori e degli archeologi, ma l’importante è che il monumento venga ridonato alla cittadinanza e a tutti coloro che verranno per visitarlo dopo oltre un secolo di chiusura e abbandono. Contestualmente alla riapertura del Ninfeo dovranno anche essere prese delle decisioni importanti riguardo alla linea ferroviaria Laziali – Giardinetti : non è possibile che un treno passi a pochi centimentri dalle fondamenta del monumento procurando dei danni irreparabili (il 50% della cupola che aveva resistito nel corso dei secoli a terremoti e intemperie, si è sbriciolata negli ultimi cento anni per l’incessante presenza dei microsismi causati dal passaggio dei convogli). Perdurando questa situazione, tra qualche anno ci ritroveremmo nella medesime condizioni rendendo vano il restauro e sprecando in malo modo tutti i fondi che sono stati necessari per effettuarlo.

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Il Colosseo e gli altri….

Non vogliamo ritornare sull’argomento della pseudo-pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali perchè se ne dicono fiumi di parole ogni giorno e si può essere d’accordo sul progetto globale ma non su questo provvedimento che è affrettato e impasticciato (e i continui cambiamenti lo testimoniano)  . E poi ormai è accertato, gli stessi tecnici del comune ammettono a mezza bocca che il traffico veicolare nelle vie limitrofe aumenterà di almeno il 30 % con conseguente innalzamento degli indici di inquinamento (non lo dicono ma è ovvio) e disagi a non finire per chi abita e lavora lì. Vorremmo solamente far notare che esistono dei monumenti di serie A e monumenti di serie B se non addirittura C,D e oltre. Da un comunicato di Legambiente del 5 luglio (vedi il documento intero in  .pdf)

E’ irresponsabile chi vuole continuare anche solo per qualche mese a lasciare al Colosseo e ai
Fori il ruolo di spartitraffico per le automobili, stiano attenti i vari politicanti romani a
rischiare di avere sulla coscienza nuovi crolli per vibrazioni e smog
-dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-

Bene, finalmente qualcuno si è accorto che le vibrazioni e lo smog possono essere deleterie per la salute dei monumenti (e non solo!) e perchè no, anche dei palazzi vicini. Però mi sembra che queste affermazioni si rilascino solo in presenza di grandi eventi mediatici : nella vita di tutti i giorni e con dei monumenti importanti sì, ma non come il Colosseo, i politici, le organizzazioni ambientaliste, gli opinionisti e i giornalisti di grido, scusate il termine, se ne fregano del tutto.trenino1 Sono decenni che andiamo dicendo che il Ninfeo degli Horti Liciniani o Tempio di Minerva Medica si sta sbriciolando a causa dei continui microsismi dovuti alla vicinanza (pochi centimetri, vedi foto!) della ferrovia Laziali Giardinetti e finalmente da un anno e mezzo è iniziato un restauro conservativo per cercare di mettere in sicurezza ciò rimane di questo monumento. Ma se non si cambia registro e si attua un provvedimento simile  a quello del Colosseo tra qualche anno saremo ancora a lamentarci nuovamente di pezzi staccatisi e muri che si sibriciolano. E dire che non è affatto un monumento di sere B ma, anzi, uno dei più importanti e conosciuti dell’antichità romana studiato da architetti e artisti di tutti i tempi.E non lo dico io ma Mariarosaria Barbera la Soprintendente ai beni archeologici di Roma in questo articolo (vedi) apparso il 14 Maggio di quest’anno su “Il Messaggero”. E’ mai possibile che si continui a parlare e sparlare del Colosseo e dell’area archeologica attigua che già oggi è di gran lunga il più visitato monumento d’Italia e quindi uno dei primi al mondo e non ci si renda conto che all’Esquilino (ma anche in tante altre parti di Roma) ci sarebbe materiale per creare delle aree archeologiche di eccezionale interesse e costringere i turisti a rimanere più giorni o a ritornare ?

Immagine 4 : Treno che passa soto gli archi a Porta Maggiore
Immagine 4 : Treno che passa soto gli archi a Porta Maggiore

Possibile che  a nessuno sembra importare che il Ninfeo degli Horti Liciniani (vedi foto della ricostruzione grafica da “Il Messaggero”) e la Basilica sotterranea di Porta Maggiore (monumento non raro ma unico!) siano chiusi al pubblico e che Porta Maggiore anneghi nel traffico con l’orrore di un treno (perchè di treno si tratta anche se a scartamento ridotto) che passa sotto i suoi bellissimi e secolari archi. Ma non si tratta del Colosseo e di via dei Fori Imperiali e quindi l’impatto mediatico è enormemente inferiore e non vale la pena di spendere qualche parola,  prendere qualche provvedimento serio o indire degli incontri con i cittadini per decidere cosa fare per migliorare la situazione. E a nulla valgono le indicazioni e i progetti di architetti ed urbanisti (ne riparleremo nei prossimi post su via Giolitti), sembra di parlare davanti a un muro di gomma tanto l’indifferenza per questo problema regna ed è regnata sovrana da sempre. Vorrei chiedere l’aiuto degli archeologhi e dei tecnici che stanno lavorando al restauro del Tempio di Minerva Medica e che sperano di aprirlo al pubblico nel 2015 per sensibilizzare l’opinione pubblica che a Roma non esiste solo il Colosseo ma tanti altri monumenti che devono essere preservati e valorizzati. La cultura non deve essere sbandierata solo per operazioni a grande impatto mediatico e non serve alla città creare un eden archeologico e lasciare intere zone abbandonate a se stesse. Se il Ninfeo degli Horti Liciniani stesse in una qualsiasi altra città  sarebbe un punto di riferimento assoluto e sarebbe visitato da centinaia di migliaia di turisti ogni anno creando posti di lavoro direttamente e indirettamente. Invece qui a Roma è un secolo che è chiuso.

Un piccolo spiraglio di luce

I22957smn questi giorni i media hanno enunciato una lunga sequela di brutte notizie : catastrofi, omicidi efferati, suicidi, morti di personaggi illustri, dibattiti sulla crisi che sembra non finire mai. Eppure, per noi che abitiamo all’Esquilino nei giorni scorsi, sul Messaggero, è apparso un articolo (vedi) che parla una volta tanto di un qualcosa di positivo. Riguarda il cosiddetto Tempio di Minerva Medica conosciuto anche come Ninfeo degli Horti Liciniani : da tempo non ci si rassegnava all’idea di vederlo chiuso, abbandonato e in balia di microsismi dovuti principalmente al passaggio del treno Laziali – Giardinetti che nell’arco di un secolo (come dice anche l’articolo) ha sbriciolato il 5o per cento di quel che rimaneva della cupola (vedi immagini d’epoca a lato). Abbiamo dedicato negli ultimi tempi due post sull’argomento meravigliandoci sul primo per l’esiguità dello stanziamento e denunciando sul secondo un ritardo consistente riguardo alla  fine dei lavori del primo lotto. Ma l’articolo rimette un pò le cose a posto : perchè, sembra, che il finanziamento complessivo sia di 2 milioni di euro, cifra più consona all’importanza dell’intervento, e che, finalmente nel 2015 a lavori ultimati sarà ridonato alla sua dignità di opera d’arte e aperto al pubblico  potendo divenire così un ‘attrazione turistica di grande impatto. A 9240Quello che a prima vista potrebbe sembrare uno sperpero di danaro pubblico in un momento come questo di grande emergenza sociale è, invece, un esempio di ciò che bisognava fare da tempo nel campo della cultura e che colpevolmente non si è fatto. In genere, nel nostro paese e nella nostra città, investire sulla cultura non solo non è sbagliato ma è un rimedio efficace per creare posti (tanti) di lavoro qualificato e di salvare dal degrado interi quartieri. Nello specifico il restauro e la valorizzazione del Tempio di Minerva Medica può risolvere problemi urbanistici e di viabilità nel nostro rione e può essere l’inizio per la creazione di un formidabile parco archeologico insieme a Porta Maggiore e la sua area. Prossimammente indicheremo perchè questo lavoro rappresenta un punto fondamentale per l’avvio di un processo di riqualificazione che speriamo definitiva dell’intero  Esquilino.

Nibfeo degli Horti Liciniani
Nibfeo degli Horti Liciniani

P.S. Oggi, 17 maggio, è apparso su “La Repubblica” (vedi) un articolo che parla di un gruppo marmoreo “Il Leone che  azzanna il Cavallo” che è ritornato a Roma dopo una parentesi di nove mesi al Getty Museum Villa di Malibù dove ha attratto circa 600.000 visitatori. E’ un dato che deve far riflettere sulle enormi potenzialità che la città di Roma (e l’Italia tutta) ha e che dovrebbero essere sfrtuttate per creare veramente migliaia e migliaia di posti di lavoro direttamente e indirettamente.

Lavori al c.d. Tempio di Minerva Medica

Avevamo promesso di vigilare sui lavori al Ninfeo degli Horti Liciniani (tra l’altro le istituzioni preferiscono chiamarlo con il vecchio nome di Tempio di Minerva Medica ndr) e così abbiamo fatto. La data di fine lavori del 14/10/2012 è stata prorogata al 10/04/2013 ed è stato aggiunto un secondo lotto relativo alla ricostruzione e al consolidamento della cupola con data di fine lavori 04/09/2013 , con un importo netto del costo leggermente inferiore a quello del primo lotto e finanziato non più dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ma dal Ministero. per i beni e le attività culturali

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Ovviamente l’aspetto attuale del monumento è questo :

Nibfeo degli Horti Liciniani
Nibfeo degli Horti Liciniani

un cantiere  a tutti gli effetti. Certo sarà molto difficile controllare se sarà rispettata la data del 10/04/2013 per la fine dei lavori del primo lotto vista la contemporaneità con il secondo. Ma vedremo se verrà rispettata la data del 04/09/2103 per la fine dei lavori complessiva.  Fin da ora annunciamo che stiamo preparando un post per consigliare al prossimo sindaco (chiunque esso sia) ma anche a tutti i burocrati che si occupano di lavori pubblici strumenti e metodologie moderne per cercare di mettere un freno alla pessima abitudine che abbiamo qui a Roma (ma non solo, mi sembra che sia un male nazionale)  di non rispettare quasi mai le date di fine dei lavori.

Manifesti abusivi ? Per una volta siamo d’accordo

Abbiamo spesso evidenziato lo scempio che partiti, uomini politici, organizzazioni ed aziende varie perpetrano nel nostro rione e nella nostra città affiggendo su muri, pali e ogni superficie utile decine di migliaia di manifesti spesso abusivi. Ma questa volta facciamo un’eccezione : oltre che garbato e poco invasivo, siamo perfettamente d’accordo con il contenuto del cartello affisso sulla recinzione del ninfeo degli Horti Liciniani. “Riqualifichiamo le aree archeologiche” !  Come non essere d’accordo specialmente per questo monumento dimenticato per decenni dalle autorità competenti ma opera di inestimabile importanza storica, architettonica ed artistica, e come non essere d’accordo in genere per il grandioso patrimonio archeologico di Roma che se valorizzato a dovere potrebbe divenire una miniera inesuribile per il  lavoro di tanti giovani e meno giovani.

Al Ninfeo stanno lavorando

Nel mese di gennaio pubblicammo un post (vedi) in cui davamo notizia di alcuni lavori che si sarebbero eseguiti nel Ninfeo degli Horti Licinianu. A distanza di qualche mese, dopo aver indagato, pubblichiamo una foto che attesta che inequivocabilmente si stanno eseguendo i lavori che erano stati preventivati. Non sappiamo se sarà rispettato il termine previsto (14 ottobre) ma solo il fatto che non si tratti di una presa in giro come lo è  stata per l’ex cinema teatro Apollo è già qualcosa.

Chiediamo però che una volta messo in sicurezza l’edificio non venga di nuovo abbandonato ma, al contrario, giustamente valorizzato. In un momento di crisi come questo cercare delle nuove attrattive nella nostra città non sarebbe un’idea malvagia.

Una buona notizia, ma ……

Ninfeo degli Horti Liciniani

E’ da qualche tempo che  sulla recinzione del Ninfeo degli Horti Liciniani in via Giolitti appare   questo cartello. E’ della Presidenza del Consiglio dei Ministri e indica l’inizio dei lavori di “consolidamento e restauro per la messa in sicurezza e miglioramento sismico” del monumento. Fin qui tutto bene salvo due particolari : il primo è l’esiguità della somma messa a disposizione, 530.000 euro sono equiparibili a ciò che servirebbe, al giorno d’oggi, per la tinteggiatura e la  manutenzione straordinaria (intonaci. cortina, balconi, cornicioni etc.) di un palazzo di media grandezza e non per delle opere che abbisognano grande professionalità e tecnologia all’avanguardia come quelle necessarie per il Ninfeo (ricordiamo che si tratta della terza cupola per ampiezza di quelle arrivate a noi dall’epoca romana). Il secondo punto è che a tutt’oggi, nonostante l’inizio indichi il 19 dicembre 2011 i lavori non sembrano iniziati e dovrebbero terminare il 14/10/2012. Non vorremmo che finisse come l’ex cinema  teatro Apollo con un cartello che è rimasto appeso per circa sei anni senza che nessuno abbia mai iniziato a lavorare  con il risultato attuale di un immobile del comune abbandonato e con il rischio reale di occupazioni varie . Vedremo e riferiremo i prossimi sviluppi.