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La Piazza Pepe che vorrei. Il report dei risultati della consultazione popolare indetta dal Polo Civico Esquilino

Nei mesi scorsi il Polo Civico Esquilino ha indetto una consultazione popolare ponendo alcuni quesiti sul tema della riqualificazione di Piazza Pepe perchè al posto di un luogo semiabbandonato e teatro di spaccio e assunzione di droghe si creassero degli spazi utili, per lo sport, per la cultura,  e per lo svago di cittadini di tutte le età. Alla fine della raccolta delle schede e ‘analisi delle risposte e delle proposte  il Polo civico ha pubblicato il documento con il report dei risultati

TTV: Il tram delle occasioni perdute?

Nel 1951 uscì un film che è rimasto nella storia del cinema: “Un tram che si chiama desiderio” con Vivien Leigh e Marlon Brando. Sembrava il titolo giusto anche per il tram ora denominato TTV (Termini – Tor Vergata). Il desiderio era quello di vedere finalmente riqualificate Porta Maggiore e via Giolitti ed invece, come sembra, l’opera nascerà con tanti compromessi che alla fine scontenteranno un pò tutti, dai residenti ai fruitori del servizio.

Ma andiamo con ordine.  E’ ormai assodato che il glorioso “trenino” della linea Laziali – Centocelle, dopo oltre un secolo di onorata carriera, abbia i giorni contati per essere sostituito da un “moderno” tram, Vi domanderete perchè abbiamo utilizzato le virgolette per l’aggettivo moderno, non certo per le nuove vetture tranviarie che dovrebbero essere di ultima generazione (anche se le caratteristiche tecniche sono avvolte tuttora nel mistero), ma soprattutto per il tracciato che, per diversi tratti, rimarrà lo stesso, addirittura con alcuni peggioramenti (leggi: binario unico). Purtroppo a fronte di un corposo finanziamento (si tratta di oltre 200 milioni di euro)  si è pensato solo all’ammodernamento delle vetture, alla sostituzione dei binari per adattarli al diverso scartamento e ai prolungamenti del tracciato ma senza entrare nel merito di diverse considerazioni di natura urbanistica, trasportistica e di mobilità in generale

  • Di natura urbanistica: Porta Maggiore e via Giolitti avrebbero potuto essere riqualificate in maniera definitiva e ridonate alla cittadinanza e ai turisti per essere fruite per quello che sono, ossia degli autentici scrigni di arte, architettuta, archeologia, storia e cultura. Ed invece, specie Porta Maggiore rischia di rimanere il solito nodo tranviario (il più grande di  tutta Roma) nonchè uno spartitraffico per l’incessante passaggio di decine di migliaia di mezzi su gomma ogni giorno. A tal proposito un esauriente video andato in onda su RAI NEWS
  • Di natura trasportistica: La linea nasce “vecchia” con un tracciato che per lunghi  tratti è stato ideato più di un secolo fa e che rende difficile, se non addirittura impossibile, il ricorso a tecnologie moderne per favorire il transito e il passaggio agli incroci dei tram. Un numero notevole ed eccessivo di fermate (oltre 30) che rende velleitaria la previsione di 47 minuti (!!)  per la durata del tragitto da Termini a Tor Vergata (senza considerare traffico, tratti a binario unico  e punti caldi come Porta Maggiore). Il tracciato che per diversi chilometri è un doppione di quello della Metro C che ancora oggi risulta ampiamente sottoutilizzata ed in più il mancato passaggio accanto alla futura stazione del Pigneto che rende difficoltoso e scomodo lo scambio con la stessa Metro C e i treni locali in direzione Termini.  A tal proposito un articolo dal sito di Metrovia con riscontri puntuali e rigorosi

Tram TTV: Il peggio è nemico del bene

E un video, sempre di Metrovia

  • Mobilità generale: E’ risaputo che il Rione Esquilino è il luogo del I Municipio con il più alto volume di traffico veicolare e pubblico. Dai numerosissimi capolinea di mezzi pubblici che arrivano alla Stazione Termini all’incessante via vai dei bus che vanno e vengono dagli aeroporti di Roma, dai flussi di traffico che provengono da ogni parte della città agli innumerevoli alberghi e B&B che ogni giorno accolgono migliaia di persone. Sarebbe ora di rivedere in maniera analitica e scientifica i problemi relativi ai  flussi del traffico e regolare le vie di accesso e di transito in maniera da rendere tutto più fluido e meno pasticciato, ma il rischio che ci si limiti a qualche pedonalizzazione senza opportuni cambiamenti dei flussi e senza curarsi delle possibili conseguenze che ne deriverebbero è veramente grande.Tra l’altro non si capisce perchè a differenza dell’altra linea in via di costruzione (la TVA) non siano stati organizzati degli incontri con le associazioni e la cittadinanza per uno scambio di idee e informazioni.

Per finire un appunto a chi gestisce la campagna di informazione del Comune di Roma: questo è il cartello che reclamizza il rinnovamento del deposito Atac sito in via Prenestina, 45 per poter ospitare i nuovi tram lunhi 33 metri. Vorremmo sapere cosa c’entra Porta Maggiore dato che il deposito dista diverse centinaia di metri dalla piazza e in questo intervento non si parla neppure in prospetiva di un eventuale riqualificazione di Porta Maggiora e della sua area archeologica.

Il Progetto Cittaslow Metropolis inizia a Roma dal Rione Esquilino

Dal sito istituzionale del Comune di Roma

Rione Esquilino, Municipio Roma I Centro con Dmo es. co. Esquilino Comunità – La Porta di Roma aderisce al progetto Cittaslow Metropolis e adotta il concetto del “buon vivere”.

Cittaslowè la rete italiana delle città del buon vivere, impegnata con il progetto Metropolis a portare nelle grandi metropoli una filosofia slow che si ispira alle migliori pratiche dei piccoli borghi. Obiettivo: un modello urbano più lento e orientato alle persone, anche nei quartieri delle grandi città.Dopo le sperimentazioni a Barcellona in Spagna, Busan in Corea del Sud, Bruxelles in Belgio, Taipei a Taiwan e più recentemente a Izmir in Turchia, l’Italia è pronta a partecipare con il Rione Esquilino.

In particolare, nell’area del Municipio I si punterà a lavorare per un modello urbano più umano e sicuro, un turismo più lento e sostenibile, che valorizza prima di tutto persone e territorio, tradizioni e tipicità grazie alla Dmo es. co. Esquilino Comunità – La Porta di Roma, ente no profit che si occupa della promozione di tutte le potenzialità turistiche del rione capitolino e di cui il Municipio Roma I Centro è associato.

L’idea di turismo proposta esce dalle dinamiche tradizionali e valorizza le relazioni con la comunità locale, alla scoperta di un ventaglio di esperienze differenziate da ”vivere e condividere”.L’Esquilino viene considerato il rione perfetto per attuare questa forma di turismo per la presenza di una comunità vivace, attiva e proattiva, portavoce di tante culture diverse. Per il progetto Metropolis il rione rappresenta una realtà dove cittadini e turisti possono trovare una vasta rete di servizi di prossimità come piazze verdi, fermate del trasporto pubblico, luoghi culturali e sportivi, basiliche e teatri.

Il documento del progetto Cittaslow Metropolis – Il buon vivere nelle grandi città

Donne (ma anche Uomini) verso un obiettivo – Progetti e Project Management

Il 5 maggio mi è capitato di seguire il webinar gratuito di Eugenio Rambaldi, dal titolo “Donne verso un obiettivo” iniziativa dedicata alle donne a pochi giorni dalla festa della mamma, per spiegare in parole chiare e semplici come gestire un progetto.

Eugenio è un architetto, professionista del Project Management che ha incrociato la mia vita lavorativa e professionale, come anche quella di Mauro Vetriani che ha ideato e che cura questo blog; per noi un amico con cui avere scambi, idee e ispirazioni da mettere al servizio di chi voglia parlare di progetti.

Grazie anche all’Associazione ASSIREP – Associazione Italiana di Ruoli e Professioni di Project Management – Eugenio mette a disposizione passione ed esperienza con iniziative aperte a tutti, gratuitamente, per far conoscere questa disciplina che appassiona tanti (come noi), ma che ad alcuni appare complicata anche perché piena di acronimi e termini inglesi: WBS, OBS, deliverable, milestone….ma che saranno mai?

Ascoltate questo video e poi potrete dirci la vostra.
Noi riteniamo che a conoscerla bene non se ne possa fare a meno!

In questo periodo storico non sentiamo che parlare di strategie per venire fuori dalla crisi, di Recovery Fund, di altre azioni governative e finanziamenti vari per rilanciare i progetti.

Diventa quindi ancora più importante, possiamo dire necessario, dotarsi di metodi e abilità affinché i progetti possano essere intrapresi e gestiti nel migliore dei modi e con l’approccio e gli strumenti opportuni (non sempre così complessi come qualche pregiudizio fa immaginare) .

C’è un altro presupposto che è importante sottolineare e da cui nasce il desiderio di dedicare alle donne questo webinar.
I dati Istat sulla perdita di lavoro: dei 444mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% è costituito da donne.
Solo a dicembre 2020, gli occupati sono diminuiti di 101mila unità – un crollo quasi esclusivamente femminile – con 99mila donne che sono finite disoccupate o inattive.

Ecco perché ho colto l’occasione e condivido questo video che è la registrazione dell’evento, per chi voglia addentrarsi nella comprensione di quest’affascinante disciplina che è il project management ovvero la gestione dei progetti.

Un webinar sui principi di Project Management dedicato a tutte le donne che hanno desiderio di realizzare un proprio progetto.
Per la visualizzazione a schermo intero cliccare su YouTube

Il video dura un’ora, diffondete pure se lo ritenete interessante, e per qualunque dubbio, noi siamo qua per parlarne insieme.
Chissà che unendo le forze non poniamo le basi per progetti ed obiettivi che abbiamo nel cassetto dei desideri!

Il recupero del giardino “Willy Montero Duarte” – riflessioni su storia, rischi e opportunità

Il post pubblicato qualche giorno fa da Esquilino Chiama Roma su Facebook (link al post) ci dà lo spunto per qualche riflessione sul progetto di recupero del giardino intitolato a Willy Montero Duarte, che ha preso il via da circa quattro mesi e i cui lavori dovrebbero giungere al termine in questa primavera.

Nel post veniva evidenziato come la parte dell’acquedotto visibile sia solo una porzione dell’opera, essendo gran parte dell’intera struttura sotterranea, a causa dello svolgersi degli eventi nel corso della storia, sia per cause naturali che per azioni umane.
Il fatto è suffragato dalle immagini, che riportiamo anche sopra: lo studio del Piranesi di circa tre secoli fa, la foto d’epoca (presumibilmente di fine ‘800) e il giardino ai giorni d’oggi.

Ogni attività di scavo prevista dal progetto nelle immediate vicinanze delle arcate avrebbe potuto portare alla luce il resto dell’acquedotto o magari altri reperti o scoperte interessanti dal punto di vista storico e artistico.

Ma se ragioniamo dal punto di vista della gestione di progetto, la questione ci induce ad alcune considerazioni.

Come ogni responsabile di progetto ben sa, scoperte inattese, sono imprevisti o rischi che, se non analizzati, pianificati e gestiti correttamente, mettono a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi di progetto e nella quasi totalità dei casi compromettono il rispetto dei tempi e dei costi previsti.
Di fronte ad un imprevisto può talvolta interrompersi il ciclo di vita del progetto in attesa di prendere decisioni sulle azioni da intraprendere.
Bisogna interpellare i soggetti competenti, impiegare risorse e tempo, per individuare lo scenario di soluzioni possibili (che si può fare?) e il piano di azione (che faremo?) per affrontare ogni rischio, o anche le opportunità da cogliere.

La disciplina del project management insegna a considerare i rischi non solo in un’accezione negativa, poiché da essi possono nascere delle opportunità. L’importante è tenerne conto già in fase di pianificazione di progetto.

Nel ciclo di vita di un progetto, la pianificazione è la fase più impegnativa; quella in cui analizzando il contesto, gli obiettivi e i risultati da raggiungere, si deve redigere un piano, con le risorse a disposizione, che eviti le insidie del fallimento del progetto.
Perciò sono da prendere in considerazione anche i rischi da gestire.
Essi vanno in primo luogo individuati, poi analizzati per prevedere strategie che includono piani di monitoraggio e azioni per mitigarli, modi di aggirarli o affrontarli di fronte al loro verificarsi.
Il fine è quello di evitare aggravi di costo o ritardi del progetto, talvolta addirittura il fallimento.


Durante il lavoro di recupero del giardino, in fase di scavo per le opere di illuminazione, pare si siano ritrovati cunicoli della vecchia Centrale del latte di cui si era persa memoria; un evento che si è trasformato nell’opportunità operativa di utilizzare un tracciato preesistente e in una riscoperta di rilievo storico-culturale sull’utilizzo che quello spazio ha avuto nel corso del tempo.


Ogni progetto è unico!
Per progetti ancora più complessi, soprattutto se di riqualificazione del territorio in siti storici come quelli del rione Esquilino, ricco di un patrimonio artistico sotterraneo, la necessità di una iniziale analisi multidisciplinare che non trascuri problematiche, rischi e opportunità, diviene ancora più pressante.
Già in fase di definizione iniziale di ogni progetto andrebbero coinvolti i soggetti con le competenze necessarie e pensiamo ad esempio ad architetti, storici dell’arte, archeologi, professionisti di gestione progetto.

Porsi le giuste domande, individuare i potenziali problemi, analizzare e valutare gli eventuali impatti, prima ancora di pensare a proposte di soluzioni, permette di partire “con il piede giusto” e giungere ad una pianificazione che pone le basi per il successo del progetto…. e talvolta tramuta rischi negativi in opportunità che creano valore.

In attesa di giungere al completamento del progetto e di fruire del giardino di Willy il prima possibile, ci piace chiudere con qualche citazione di illustri personaggi, a proposito di problemi, soluzioni e opportunità.

Se avessi solamente un’ora per risolvere un problema, passerei 55 minuti a definire bene il problema e 5 minuti a pensare alle soluzioni (Albert Einstein)

Dovunque guardiamo su questa terra, le opportunità prendono forma dentro i problemi (Nelson Rockefeller)

Nessun problema può resistere all’assalto di una riflessione approfondita (Voltaire)

La mappa dell’immagine in evidenza è tratta dal sito https://laromanatoponomastica.weebly.com/esquilino.html 

“La rigenerazione di Piazza Vittorio – ripartiamo dal basso” un video di “Esquilino chiama Roma”

Un video di “Esquilino chiama Roma” che illustra lo studio di analisi e preparazione fatto in questi ultimi mesi per il restauro e la valorizzazione dei portici di Piazza Vittorio. I lavori, presumibilmente, partiranno nel 2021 e saranno limitati solo ai due portici più degradati e bisognosi di interventi, ma questo approccio rappresenta sicuramente la base per qualsiasi altro lavoro di restauro per restituire  Piazza Vittorio e i suoi portici alla loro originale bellezza.

“Flussi e varchi della Stazione Termini”

Uno dei problemi che spesso causa  il fallimento di un progetto è la mancata analisi preventiva di tutte quelle componenti che concorrono alla programmazione, alla realizzazione e alla fruizione futura del bene che si è progettato. Nel caso della Stazione Termini spesso in sede di progetto ci si dimentica che in tempi normali è un luogo che vede il transito di oltre 400.000 persone ogni giorno (una intera città di medie dimensioni) e quindi non possono essere lasciati al caso i flussi dei viaggiatori e di tutti coloro che passano per la stazione anche per altri motivi (negozi e punti di ristorazione). Ne va della sicurezza, ma anche e soprattutto della stessa ottimizzazione di tutti i servizi che gravitano nell’area. Come vedremo in un prossimo articolo proprio l’agevolazione dei flussi dei passeggeri in entrata e in uscita era stato uno dei problemi principali nel progetto originale del Mazzoni della nuova Stazione Termini.

Tenendo presente che attualmente tutti i flussi pedonali all’interno della stazione sono stati stravolti a causa delle norme restrittive anti coronavirus, per la ripresa della normale attività proponiano uno studio del 2007 di Riccardo Esposito e Maria Elena Indelicato che si occupa proprio di questo problema: i flussi di tutti coloro che transitano per  la Stazione Termini in determinate fasce orarie. Potrebbe sembrare un documento un pò datato ma in realtà l’unico grande cambiamento da allora è lo spostamento del terminal delle linee di autobus per gli aeroporti da via Marsala (allora era piccolo e quasi ininfluente per la vita della Stazione) all’attuale sede a via Giolitti con un traffico che è aumentato in maniera esorbitante (centinaia di corse ogni giorno)  con un conseguente aumento di flusso di viaggiatori all’esterno della Stazione.

Questo per sottolineare che qualsiasi progetto che preveda un aumento del numero delle persone che transitano nell’area della stazione non può prescindere da un’analisi del genere per non correre il pericolo di peggiorare una situazione già molto problematica.

Non tutti sono d’accordo sul progetto del Comune relativo alla nuova linea tranviaria Termini Tor Vergata

Da qualche giorno è nato un nuovo gruppo su Facebook “Abitare a Termini” che nutre molte perplessità sul progetto del nuovo tratto della tranvia che dovrebbe collegare la Stazione dei Laziali con la Stazione Termini lungo via Giolitti. Riportiamo il loro appello consigliando di leggerlo attentamente senza preconcetti sperando che non si creino inutili e sterili polemiche come nel passato ma che si apra un serio e fattivo dibattito che tenga presente le ragioni di tutti (senza nessuno escluso) per arrivare a delle conclusioni e soluzioni realmente condivise.

Dal gruppo Facebook ABITARE A TERMINI

SOS Esquilino. Fermiamo il progetto del tram su via Giolitti!
Il progetto dell’Amministrazione comunale relativo alla linea ferroviaria Laziali – Centocelle ha subito in queste ultime settimane un’accelerazione: il progetto di massima, presentato dal Comune di Roma al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per accedere ai relativi finanziamenti, prevede la trasformazione dell’attuale linea ferroviaria (trenino giallo) in tramvia e il prolungamento dell’attuale capolinea dalle Laziali fino a Termini.
I rendering circolati in questi giorni ipotizzano il capolinea a via Giolitti, angolo via Gioberti, praticamente a ridosso degli edifici i cui civici 101, 119, 137 sono residenziali, pubblici e privati. Questo comporterebbe un eccessivo affollamento dei marciapiedi in prossimità di portoni e negozi; il pericoloso aumento delle vibrazioni alle quali gli edifici sarebbero sottoposti, in aggiunta a quelle già provocate dalla metropolitana (edifici che già in passato hanno richiesto interventi di consolidamento, solo in parte realizzati); l’eliminazione di tutti i parcheggi e delle aree di carico e scarico – anche temporanei. Da anni i residenti di via Giolitti lamentano i disagi e i danni causati agli edifici privati e ai monumenti dall’attuale linea ferroviaria. Anziché eliminare tale disagio e avviare un progetto per la riqualificazione della via, l’Amministrazione comunale decide di estendere tale disagio anche all’area di Termini, già gravata da problematiche complesse.
Via Giolitti, primo impatto per chi arriva a Roma con il treno e quindi asse viario di importanza nevralgica anche sul piano dell’immagine della città, avrebbe bisogno di interventi di valorizzazione delle presenze architettoniche e archeologiche, investendo su arredo urbano, verde, riqualificazione commerciale assieme ad un grande impegno a sostegno delle fragilità sociali e per la sicurezza della zona. Una valorizzazione e una riqualificazione urgentemente necessarie, che l’Amministrazione non può rimandare oltre se non vuole calpestare la dignità dei residenti e di tutti gli attori che operano in ambito turistico, culturale, economico e religioso in quest’area.
In un momento in cui si dovrebbe puntare a ripopolare il centro storico, il Comune di Roma persevera in un progetto che renderà ancora più difficile la vita ai residenti e impedirà quella riqualificazione dell’intero percorso di via Giolittidi cui ci sarebbe assoluto bisogno. L’alternativa al progetto del Comune esiste ed è quella di far proseguire il tram da Porta Maggiore sulla rete già esistente (quella per Piazza Vittorio) opportunamente ammodernata in termini di mezzi e infrastruttura. Una soluzione che eviterebbe di mettere in contrapposizione i bisogni degli utenti del trasporto pubblico con quelli dei residenti dell’area di Termini.
Chiediamo quindi all’Amministrazione comunale di Roma di ripensare il progetto, tenendo conto anche delle nostre legittime esigenze, e di coinvolgere gli abitanti dell’area di Termini in decisioni che potrebbero avere un così grave impatto sulla sicurezza degli edifici e sulla già compromessa vivibilità della zona.
 
per aderire a questo appello rispondi “aderisco” a questo post oppure scrivici una email a abitare.termini@gmail.com