Associazione Culturale
Alberto Grifi
presenta
a dieci anni dalla scomparsa del regista
da martedì 2 a giovedì 4 maggio
c/o Itis Galilei ingresso laterale di via Bixio, 80/a
(angolo via Conte Verde) – Roma
EVENTO SPECIALE
VIVA GRIFI
al cineasta più rappresentativo
del cinema underground e militante italiano
19.00 interviene Roberto Silvestri
VERIFICA INCERTA (30′, 1964)
L’OCCHIO È PER COSÌ DIRE L’EVOLUZIONE BIOLOGICA DI UNA LAGRIMA / AUTORITRATTO AUSCHWITZ (35′, 1965-68/2007)
IN VIAGGIO VERSO ALBERTO GRIFI (17′, 2013) di canecapovolto
21.00 interviene Donatello Fumarola
IL GRANDE FREDDO (20′, 1971)
LIA (26′, 1977)
ALBERTO GRIFI (29′, 2006) di Insu^tv
Mercoledì 3 maggio
19.00 intervengono Adriano Aprà e Stefania Rossi
ANNA (225′, 1975)
Giovedì 4 maggio
19.00 interviene Annamaria Licciardello
MICHELE ALLA RICERCA DELLA FELICITÀ (23′, 1978)
DINNI E LA NORMALINA (27′, 1978)
MA CHI È QUESTO GRIFI (28′, 1998) di Cristina Mazza e Giordana Meyer
21.00 intervengono Alessandra Vanzi e Roberto Perpignani
A PROPOSITO DEGLI EFFETTI SPECIALI (66′, 2001, versione inedita)
Un massacro cinematografico di film hollywoodiani famosi rimontati pensando al Dada; presentato per la prima volta a Parigi suscitò l’entusiasmo di Marcel Duchamp, Man Ray, Max Ernst. E l’ostentato disprezzo di molti famosi critici cinematografici italiani. JohnCage, entusiasta della colonna sonora, lo presentò al New York Museum of Modern Art.
La voce over legge una denuncia in cui si descrivono i maltrattamenti subiti da un giovane trasferito dal carcere di S. Vittore di Milano al carcere di Mamone in Sardegna.
Le immagini, tra le quali scarti di Il deserto rosso in cui Monica Vitti cerca di piangere, sono state trovate nei cestini di qualche moviola e montate con un film girato nel campo di concentramento di Auschwitz.
Un’intervista di Canecapovolto ad Alberto Grifi con Roberto Silvestri.
Un film sulla pittura e la sua negazione. Giordano alle prese con la Bella Addormentata. È una sfida. Riuscirà l’arte, libera dai musei e dalle accademie, a restituire alla bambina stuprata e abbandonata sulla neve il desiderio di vivere? Giordano, Principe Azzurro carico di schiacciafarfalle e giochi ottici rotanti, arranca affondando nella neve e…ma la creatività rivoluzionaria non è quella che fa cantare l’uccello in gabbia: è quella per la quale l’uccello prigioniero la gabbia la rompe!
Lia (1977, 26′)
L’intervento di una studentessa al “controconvegno” alla Fabbrica della Comunicazione di Brera, opposto al convegno di antipsichiatria di A. Vermiglione.
“Quale era la promessa rivoluzionaria? Era quella di cambiare la vita. E’ inutile cercare di inscenare al cinema com’è bella la vita… la vita è brutta; bisogna invece lottare per cambiarla e filmare mentre questo accade, filmare mentre questa vita diviene più bella, socialmente più attiva e significativa …”
Ciao Alberto le tue parole restano vive.
Michele alla ricerca della felicità (1978, 23′Film prima commissionato e poi censurato da Raidue, dove Michele, detenuto politico assiste alle violenze e all’accanimento delle guardie su un tossicomane.
Racconto fantapolitico dove lo stato rende i cittadini dei lavoratori modello attraverso una droga, la normalina, ma con esiti inaspettati..
Intervista fiume di Alberto Grifi nella quale racconta le sue origini e le sue prime esperienze che attraversano la storia italiana contemporanea e gli avvenimenti più importanti della nostra società: l’infanzia durante il fascismo, la fortuna di appartenere a una famiglia di artigiani del cinema dalla quale eredita la passione e la creatività, la scoperta dell’importanza del lavoro cinematografico autonomo e lontano dall’industria del cinema, gli anni ’70 e della contestazione giovanile affiancati dell’estrema sperimentazione di nuovi linguaggi, la militanza politica, la continua lotta straordinaria ma necessaria per conservare il proprio territorio di libertà.

Film sul tema dell’eredità lasciata al cinema underground dalle avanguardie storiche; con Alessandra Vanzi (La Gaia Scienza) nel ruolo di Miss Ontophilogenesis, Grifi e Man Ray (girato nel suo studio parigino con Gianfranco Baruchello) riflessi in uno specchio deformante.











