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3-4 settembre 2022 #Minervadascoprire, weekend al cd. Tempio di Minerva Medica. Prenotazione obbligatoria

Sabato 3 e domenica 4 settembre 2022

apertura straordinaria del

cd. Tempio di Minerva Medica

prenotazione obbligatoria

Le visite, a cura dell’archeologa Simona Morretta, si succederanno dalle 9.30 alle 12.30 ad intervalli di un’ora con un massimo di trenta partecipanti per turno. Il sito è accessibile alle persone con difficoltà motorie.
Per prenotare è necessario compilare l’apposito modulo.

 

L’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore a 360°

Un’esperienza innovativa grazie al post pubblicato da 360 Vsio sul proprio account Facebook. Lo splendore dell’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore  visibile spostando semplicemente il mouse e cliccando contemporaneamente il tasto siinistro. Vedrete lo splendido soffitto dorato e il pavimento cosmatesco come se foste all’interno della basilica.

La Cappella Sistina a Santa Maria Maggiore

La Basilica di Santa Maria Maggiore è senza alcun dubbio uno dei monumenti più conosciuti  e più visitati della città di Roma. Qualche anno fa un sito americano fece un sondaggio online chiedendo ai suoi lettori quale fosse la preferita tra le quattro basiliche maggiori di Roma e la precelta risultò proprio,incredibilmente, Santa Maria Maggiore doppiando addirittura i voti per San Pietro!

E’ difficile trovare qualche romano che non sia mai entrato nella storica basilica ma sicuramente pochi conoscono la storia dalle origini ai giorni nostri specialmente per quanto riguarda le due cappelle cupolate maggiori (Sistina e Paolina).

L’articolo seguente, opera di Nicoletta Marconi, oltre alla storia della Cappella Sistina  a Santa Maria Maggiore, con dovizia di particolari  descrive i progetti e l ‘organizzazione del cantiere e delle maestranze.


Il “Quadrato Magico” una curiosità storica e archeologica visibile a Roma solo all’Esquilino

Un’altra particolarità ed esclusività del Rione Esquilino è la presenza del Quadrato Magico Sator nei sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore.  Si tratta di un palindromo che può essere letto in qualsiasi verso ma le parole rimangono sempre le stesse. Pur essendo numerosi i rinvenimenti di questo reperto in Italia e in Europa, a Roma, l’unico visibile è appunto quello che si trova nei sotterranei della basilica. Il significato di questa singolare iscrizione latina è tuttora controverso e si sono fatte diverse ipotesi di traduzione e interpretzione: nel seguente articolo tratto dall’account Facebook “Anticae viae” notizie e curiosità per saperne di più

Ritorno al passato

Nei mesi scorsi sono iniziati i lavor di restauro dell’esterno della chiesa di Santa Maria Immacolata all’Esquilino, di stile neo gotico, costruita nei primi anni del XX secolo a via Emanuele Filiberto. E iniziando l’indagine conoscitiva delle torri campanarie, con grande stupore, si è scoperto che il colore originario delle mura esterne era assai diverso da quello che abbiamo ammirato fino a poco tempo fa.

Ecco il post apparso sull’account facebook della chiesa di Santa Maria Immacolata all’Esqilino (cliccare per leggerlo) e di seguito alcune fotografie dei lavori in corso con il colore originario riprinistinato sulla torre di destra.

In occasione di “AcquAria”, delle mostre e degli eventi conosciamo meglio l’Acquario Romano

L’Acquario Romano è un edificio momumentale costruito alla fine del XIX secolo a Piazza Manfredo Fanti. La sua storia è veramente particolare e inconsueta specie per un monumento concepito al centro di una grande città. Potrete apprendere molte notizie al riguardo ascoltando le due audioguide seguenti create appositamente per far conoscere la storia e le note salienti di questo splendido edificio dell’Esquilino

A seguire alcuni post tratti da vari account Facebook e Twitter relativi alla mostra “AcquAria”  con le suggestive proiezioni di immagini marine  sulla facciata dell’Acquario Romano

Audioguida adulti

Audioguida bambini

Infine tre stampe della fine dell’800 create da Dante Paolocci che ci restituiscono il monumento come era subito dopo la sua inaugurazione

5 agosto 2022: La rievocazione del miracolo della neve ad agosto all’Esquilino sui social

Ecco alcuni post apparsi su Facebook e Twitter reletivi alla rievocazione storica del miracolo della Madonna della neve. In realtà erano moltissimi ma abbiamo scelto, per ovvi motivi di spazio, quelli più rappresentativi

Cosa era l’alchimia e cosa facevano gli alchimisti nel passato?

Uno dei monumenti più interessanti ed esclusivi dell’Esquilino è senza dubbio la cosiddetta Porta Magica o Porta Alchemica situata nei giardini di Piazza Vittorio accanto ai Trofei di Mario. Da secoli le iscrizioni incise intorno alla porta hanno affascinato studiosi e semplici curiosi sul loro significato che la leggenda popolare vuole attribuire alla facoltà di trasformare il piombo in oro. Per quanto riguarda il monumento in sè esistono diverse pubblicazioni in merito (l’ultima in ordine di tempo in questo link) ma cos’era l’alchimia e chi erano gli alchimisti? In questo breve ma interessantissimo filmato tratto dal suo account Facebook il professor Alessandro Barbero ce lo spiega in maniera chiara ed esauriente  .

Per finire un interessante articolo sulla Porta Magica e sul luogo dove sorgeva la villa Palombara apparso sull’account Facebook di Museq

I sotterranei di Santa Maria Maggiore

Un interessante articolo di Angelo Mortati relativo ai sotterranei della Basilica si Santa Maria Maggiore tratto dall’account Facebook “Roma Antica”.  Anche le immagini provengono dalla medesima fonte

catacombe moderne e misteri antichi
chiamati i sotterranei catacombe moderne perché in qualche modo le richiamano, trattandosi di cunicoli che si aprono e girano lungo il perimetro della Basilica creando dei sostegni, per un motivo funzionale: consolidare il sottosuolo per l’assetto statico e creare un’intercapedine intorno in modo da ridurre l’eccessiva umidità proveniente dal terreno essendo le fondazioni e le mura dell’edificio addossate alla collina; umidità tale da minacciare il prezioso pavimento cosmatesco della Basilica.
I reperti visibili due muri di “opus reticulatum” di un grande edificio romano. risalente al I secolo avanti Cristo fino all’età di Cesare, resti di un ambiente con delle nicchie e apparati di riscaldamento con parti di muro recanti dipinti e tracce di pavimento con mosaici. Si è constatata la caratteristica tipica dei siti, l’evoluzione nel tempo con la costruzione di nuove strutture su quelle precedenti: qui sembra si tratti di due stanze aggiunte tra il II e il III secolo che furono prima decorate con marmi alle pareti, poi con affreschi: si tratta di un calendario agricolo diviso in due semestri la cui collocazione potrebbe essere o sulla stessa parete o su due pareti, una magari nella parte opposta del periplo dei sotterranei. Del calendario, in gran parte svanito, si apprezzano i resti di affreschi finemente decorati e le iscrizioni sulle operazioni stagionali. E’ il più antico pervenuto e l’unico nel luogo in cui fu affrescato; Filippo Magi, a cui va la scoperta, lo ritiene di poco successivo al 332 dopo Cristo perché sono menzionati i Ludi sarmatici celebrati dal 25 novembre al 1° dicembre dopo la vittoria in tale anno di Costantino sui Sarmati. nei 17 metri di lunghezza per ogni semestre erano scritti a caratteri bianchi su sfondo rosso i fatti da ricordare; i pannelli relativi ai singoli mesi intervallati per quasi tre metri tra l’uno e l’altro da dipinti di scene relative ai lavori del singolo mese. Il più visibile è il mese di settembre restaurato nel 2000 a cura dei Musei Vaticani con una veduta agreste finemente dipinta, una costruzione al centro, scene bucoliche intorno. Si avverte la delicatezza delle figure dipinte, alte meno di dieci centimetri, e si intravedono le scritte sui ludi circensi in corrispondenza della prima decade di ottobre e sui ludi sarmatici alla fine di novembre. Ci fu una successiva fase di affreschi forse per il deterioramento di quelli preesistenti e il calendario venne ricoperto da pitture di scarso valore di tipo geometrico con decorazioni colorate a scacchiera. Una chicca, per così dire, è il palindromo latino che si intravede: tre parole che suonano nello stesso modo sia se sono lette da destra sia da sinistra, è la scritta in graffito Roma summus amor.
Il mistero del Calendario e del Macello L’archeologa snocciola una serie di fonti, prima tra tutte il “Liber Pontificalis”, con le vite dei Pontefici a partire da Pietro, dove si parla della Basilica di Liberio presso (letteralmente “iuxta”) il Macello di Livia. Questo edificio doveva essere del I secolo dopo Cristo , nel II secolo c’erano altri ambienti. Ma se era un ambiente collegato al Macello, cioè al mercato, come si spiega il calendario delle lavorazioni agricole? E’ difficile trovarvi un nesso, né è stata accettata l’ipotesi avanzata dallo scopritore Filippo Magi, che i resti sotto la basilica fossero proprio del Macello intitolato nell’anno 7 a Livia, la celebre moglie di Augusto; non corrisponde la struttura, dai resti murari e da altri reperti sembra indubbio si trattasse di un cortile con portico, forma inusitata nei mercati.
Ma le ipotesi e l’enigma non impediscono di ammirare l’“opus reticulatum” del muro di contenimento del colle e di notare le irregolarità naturali e i dislivelli dei terrazzamenti originari. Diverse le opere murarie a sinistra e a destra, interrogativo di più facile risposta, e comunque meno intrigante dell’enigma vero e proprio: Macellum o Domus romana? C’è da guardare il pavimento con il mosaico, la parte dove spuntano resti di colonne che dovevano sostenere il porticato intorno al cortile. L’archeologa Adelaide Sicuro fa un excursus storico delle trasformazioni cittadine, serve a capire come le destinazioni mutano nel tempo fino a quando si arriva alla costruzione della grande basilica dedicata alla Madonna, “iuxta Macellum Liviae”, quella Liberiana “sparita” non quella attuale che realizzerà Sisto III dopo il Concilio di Efeso del 431, in posizione sopraelevata di sei metri sul piano stradale di allora, costruendola sopra l’edificio preesistente che risultò così interrato. Colpiscono le pareti dove sono collocate in bella vista le tegole d’epoca romana .Ci sono bolli del periodo classico, bolli pagani e bolli cristiani con in mezzo il monogramma di Cristo, 66 di queste tegole hanno il bollo di Cassio. Si distinguono anche i bolli di Teodorico del VI secolo , uno con la scritta “in nomine Dei”, un altro con “Maria Madre di Cristo”; alla fine dell’VIII secolo il monogramma di papa Adriano I. Vi è collocata una serie di tegole da Caligola Nerone ad Eugenio IV.
Indirizzo: Piazza di Santa Maria Maggiore-Rione Monti(Roma centro) Telefono: 06 69886802 (ore 9.00-18.15)

ORARIO : Il museo e l’area archeologica sono temporaneamente in manutenzione.

Biglietto intero: € 5,00
Ridotto: € 4,00

L’app “Museq” illustrata in un servizio di RAI TG2 “Tutto il bello che c’è”

Il servizio di Massimiliano Clarizio sull’app Museq andato in onda il 31 marzo 2022 alle ore 13:30 nel programma di RAI TG2 “Tutto il bello che c’è”

Alcune immagini dell’interessantissimo servizio andato in onda