In occasione della Festa del Cinema di Roma torna per la quarta edizione Proiezioni, la rassegna curata dalla Casa dell’Architettura ricca di film, convegni, mostre, presentazioni editoriali e talk. L’edizione 2025 è incentrata sul dialogo tra cinema e architettura e diretta a indagare la città con uno sguardo privilegiato su Roma come scenografia urbana di vita quotidiana.
Un interessante articolo di Filippo Neri pubblicato su Facebook nel gruppo “Memorie di Roma” relativo alla Villa Conti anticamente situata davanti alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e demolita in seguito al rifacimento urbanistico del Rione Esquilino effettuato dopo il 1873
Tra le numerose ville di Roma, che sono scomparse a fine ‘800, vi è anche la villa Conti , che si trovava davanti alla basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Di questa villa si sa poco, l’unica immagine che ho trovato è il disegno di Lievin Cruyl del 1670. In questo luogo vi erano le Terme Eleniane, costruite intorno al 220 dC da Eliogabalo, insieme al palazzo Sessoriano e all’Anfiteatro Castrense. L’anfiteatro, nel 272, venne inglobato nelle Mura Aureliane e le arcate furono murate. Nel 310 il palazzo Sessoriano divenne l’abitazione di Flavia Giulia Elena, madre dell’imperatore Costantino, e, quando vennero autorizzate le chiese, un salone del palazzo fu trasformato nella prima basilica di Santa Croce. Nel 323 un incendio distrusse le terme e Elena, proclamata in seguito santa, le fece restaurare e divennero le Terme Eleniane. Intorno al 530 le terme smisero di funzionare per la rottura degli acquedotti e andarono in rovina. Intorno al 1400 gli Orsini, nel momento della loro massima potenza, si costruirono una villa su questi ruderi, ma una parte delle terme, che ancora resisteva, fu fatta demolire da Sisto V per aprire la Strada Felice, che da Trinità de Monti giungeva a Santa Croce. Alla fine del Seicento gli Orsini vendettero a Lotario Conti, duca di Poli, la tenuta, con la casa colonica costruita sulle terme. Lotario aveva sposato nel 1677 Lucrezia Colonna, ricca vedova, e avevano acquistato il palazzo su cui, poco dopo, verrà realizzata la Fontana di Trevi. Inoltre nel 1721 il fratello di Lotario fu eletto pontefice, con il nome di Innocenzo XIII. Vittoria, figlia di Lotario sposò Gaetano Sforza Cesarini, così beni e titoli passarono a questa famiglia. A fine ‘800 la tenuta venne lottizzata e la Cooperativa dei ferrovieri vi costruì sei palazzi.
Lievin Cruyl – 1670
Nolli Villa Orsini Conti
Terme Eleniane (Lanciani?)
Nolli – 1748
Foto satellitare attuale del luogo dove sorgeva Villa Conti
Negli anni passati ci siamo più volte interessati al progetto di ristrutturazione della ex Zecca di Stato in via Principe Umberto ritenedolo uno dei punti cardine per il processo di riqualificazione del Rione Esquilino. Se fino al 2019 sembrava tutto andare nel verso giusto dall’inizio della pandemia in poi sono cambiate diverse cose e a parte lo stravolgimento del cronoprogramma che indicava il 2023 come l’anno della conclusione dei lavori si è cominciato ad assistere anche dall’esterno che qualcosa non coincideva con il progetto originario.
Il tutto inizia ufficialmente nel 2016 con la decisione di creare il Museo della Zecca nello stabile storico di via Principe Umberto. Vi proponiamo alcuni nostri post in ordine cronologico per avere un’idea di quello che si era deciso con filmati, immagini e documenti ufficiali
Nei prossimi articoli pubblicheremo la cronaca delle ultime vicissitudini legate a questo sofferto progetto e le iniziative che associazioni e cittadini stanno per intraprendere per contrastare le delibere che hanno portato all’odierna decisione (e realizzazione) di creare degli uffici al posto del tanto decantato e reclamizzato centro culturale.
Una rassegna di testimonianze, protagonisti e architetture di rilevante interesse dall’eclettismo al razionalismo: un patrimonio culturale italiano, ora in eredità al popolo libico, pressoché sconosciuto in Italia e opera di oltre 70 tra architetti e ingegneri. Considerata l’importanza della Libia nel sistema delle relazioni internazionali dell’Italia e il rilevante valore culturale dell’argomento, l’esposizione vuole dare un contributo alla comprensione della storia e dell’architettura della prima metà del Novecento in Nord Africa.
Con formule consolidate e contenitori innovativi, la settima edizione di FAR propone un viaggio alla scoperta delle tante dimensioni attraverso le quali si trasforma e si racconta lo spazio urbano, in un calendario di appuntamenti che fonde cultura, partecipazione e intrattenimento.
Ricostruire i percorsi che hanno determinato la città contemporanea, con lo sguardo alle connessioni tra passato e presente, valorizzando i nuovi canali di diffusione del dibattito sul progetto: l’edizione 2025 del Festival dell’Architettura di Roma – FAR25, organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma (OAR) con il patrocinio di Roma Capitale, presenta un programma ricco di incontri, che punta a catturare l’interesse di tutti, affiancando nuovi format a convegni istituzionali. L’apertura di FAR25 è fissata per venerdì 20 giugno, presso la sede OAR alla Casa dell’Architettura / Complesso monumentale dell’Acquario Romano, con l’evento “Opening FAR” che darà il via alle giornate del Festival (ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti).
Il talk iniziale (ore 17:00) su “La rete istituzionale per la politica culturale sull’Architettura” coinvolgerà Alessandro Panci, Presidente OAR, Alice Buzzone, Direttrice FAR e Consigliera OAR, Massimiliano Smeriglio, Assessore alla Cultura Roma Capitale, Emanuela Bruni, Presidente Fondazione MAXXI, Orazio Carpenzano, Preside Sapienza Università di Roma, Giovanni Formica, Direttore Dipartimento Roma Tre, e sarà seguito da una tavola rotonda, moderata da Claudia Ricciardi, Consigliera OAR, sui vincitori dei concorsi di progettazione banditi negli ultimi anni dall’Ordine degli Architetti di Roma. La serata dell’inaugurazione di FAR25 sarà animata dal dj set a cura di Mala Movida.
Visionario e anticipatore, Piranesi ha influenzato il pensiero spaziale moderno e ha posto le basi per una riflessione sulla rovina, l’astrazione e la complessità architettonica, temi che queste opere reinterpretano attraverso linguaggi e tecnologie contemporanee.
In mostra, incisioni originali come Le Vedute di Tivoli, la Pianta di Roma, il Campo Marzio e le Carceri d’Invenzione dialogano con opere di dieciarchitetti internazionali: Luca Galofaro, David Greene, Junya Ishigami, Amanda Levete, Thom Mayne, Minimaforms, Wolf Prix, Stefano Pujatti, Smiljan Radic e Michael Young. Visionario e anticipatore, Piranesi ha influenzato il pensiero spaziale moderno e ha posto le basi per una riflessione sulla rovina, l’astrazione e la complessità architettonica, temi che queste opere reinterpretano attraverso linguaggi e tecnologie contemporanee. Il percorso espositivo invita a ripensare il rapporto tra visione e costruzione, tra memoria e invenzione, in un confronto aperto tra storia, teoria e progetto.
Il ciclo conversazioni sulla pratica del progetto promuove il racconto del progetto di architettura inteso come ricerca, sperimentazione spaziale e indagine figurativa attraverso una serie di lecture di architetti che presentano le loro opere. Una ricognizione inevitabilmente eterogenea del fare architettura, incentrata tuttavia su un comune aspetto: il progetto come occasione di riflessione critica sulla città e società contemporanee.
L’incontro vedrà coinvolto l’architetto Sergei Tchoban, direttore generale di @tchobanvossarchitekten poi in dialogo con Michela Falcone, architetto e docente all’Architectural Association | @aaschool .
a cura di Pasqualino Solomita| LetteraVentidue Edizioni
Questo libro raccoglie circa trent’anni di disegni a mano libera, a testimonianza di altrettanti decenni di ricerca, riflessioni ed esplorazioni personali di Marco Peroni, ingegnere strutturale: un volume che vuole essere allo stesso tempo un quaderno di lavoro ma anche la rappresentazione visiva del percorso di un progettista, il cui viaggio continua ancora oggi. Le illustrazioni, per lo più di progetti mai realizzati o spesso irrealizzabili, sono unite dal filo conduttore della forma strutturale e vanno a delineare un sentiero di progettazione libera portato avanti nel tempo.
Un invito all’esercizio del pensiero trasversale per aprire la mente e prepararla per le sfide, anche quelle più piccole, dei progetti quotidiani.