Il 2024 si apre con una bella notizia: il cd. Tempio di Minerva Medica dal mese di febbraio riapre al pubblico! Per ora si tratta solo di due domeniche (la seconda e la quarta) di ogni mese con prenotazione obbligatoria ma finalmente è stato rotto l’incantesimo e dopo oltre un secolo questo monumento così imponente e così importante per la storia dell’architettura potrà essere visitato, si spera, da molte persone, siano esse turisti e/o appassionati di archeologia.
Ecco il servizio di Donatella Ansovini realizzato il 19 gennaio 2024 per la rubrica Grandarte del TGR Lazio nell’edizione delle ore 14:00
Contestualmente si sta lavorando anche per dotare il monumento di una illuminazione adeguata affinchè nelle ore serali e notturne non sia avvolto dalle tenebre e perchè no, sia possibile organizzare eventi culturali non solo di giorno.
Per prenotare le visite cliccare sul pulsante seguente che apre la pagina dedicata sul sito Coopculture
Il Tempio di Minerva Medica con le sue altissime pareti, le ampie aperture verso l’esterno, una cupola di grandezza straordinaria (è la terza per ampiezza nella Roma antica, dopo quella del Pantheon e delle Terme di Caracalla), rappresenta un esperimento architettonico che anticipa forme e articolazioni sviluppate nei secoli successivi. L’edificio era, probabilmente, un padiglione di rappresentanza, utilizzato per banchetti e ricevimenti anche nel periodo invernale, grazie ad un sistema di riscaldamento a ipocausto. Da sempre caratterizza il paesaggio dell’Esquilino e le sue architetture sono state riprodotte più volte da pittori e paesaggisti nel corso dei secoli e sarà aperto al pubblico domenica 14 e domenica 28 gennaio con due turni di visita a cura di Coopculture alle 14 e alle 15, la prenotazione è obbligatoria suwww.coopculture.it
Statua di Santa Bibiana – Gian Lorenzo Bernini 1625
Ricorre il 2 dicembre la festa di Santa Bibiana, patrona della chiesa omonima a via Giolitti. Per chi non conoscesse la storia della Santa rimandiamo al seguente link che descrive con dovizia di particolari la tristissima sorte di Bibiana e della sua famiglia decimata nell’arco di un anno al termine di atroci sofferenze al tempo dell’imperatore Giuliano l’apostata. Per ciò che riquarda l’aspetto religioso rimandiamo al bollettino ufficiale per il mese di dicembre 2020 della chiesa di Santa Bibiana con tutti gli orari delle celebrazioni, ma vorremmo sottolineare e ricordare ancora una volta l’eccezionale valore artistico della chiesa che vanta ben due primati: la chiesa è la prima opera architettonica di G.L. Bernini, la statua all’interno sull’altare maggiore è la prima a tema religioso sempre del Bernini.
Maggiori informazioni sulla chiesa e sulle sue antiche origini le potete trovare al seguente link
Facciata della chiesa di Santa Bibiana – G.L. Bernini 1625
Informazioni sugli affreschi e sui dipinti di Pietro da Cortona e Agostino Ciampelli presenti all’interno della chiesa al seguente link
Pianta settecentesca dell’area all’interno delle Mura Aureliane tra I Trofei di Mario e Porta Maggiore
Enrico Gallocchio
Abitare nel Mediterraneo Tardoantico
Il cd. Tempio di Minerva Medica a Roma: tra Horti e Palatia
Un articolo di Enrico Gallocchio che ha per tema il cd. Tempio di Minerva Medica alla luce dei rilievi effettuati in occasione del recente restauro del monumento. Dalle diverse fasi della sua costruzione alle ipotesi di uso del monumento: da edificio panoramico a sede di incontri di alta rappresentanza. In ogni caso un monumento di eccezionale importanza per la storia dell’architettura e assolutamente unico. L’articolo è corredato di numerose immagini molto interessanti perchè ritraggono non solo il monumento prima del 1828 anno in cui ci fu un crollo di notevole entità ma anche la zona dell’Esquilino vicina a Porta Maggiore come appariva nella seconda metà del ‘700
Un interessantissimo articolo del Prof. Federico Guidobaldi dal titolo:
Horti nominis sui: considerazioni sulla residenza esquilina di Licinio Gallieno e sulla topografia degli Horti nell’area sud-est di Roma
Si tratta di un’analisi storico-topografica sugli antichi Horti che erano situati nella parte est dell’Esquilino (grosso modo via Giolitti e vie limitrofe, dalla Stazione Termini a Porta Maggiore). Inoltre viene trattata con dovizia di particolari storici l’origine del cd. Tempio di Minerva Medica anche alla luce degli ultimi rilievi effettuati in occasione dei recenti lavori di restauro e consolidamento del monumento.
E’ dei giorni scorsi la notizia di accordi stipulati per la sponsorizzazione dei lavori di restauro del Colosseo e dei Fori Imperiali. Ci permettiamo di suggerire a qualche coraggioso ed intraprendente imprenditore che nel rione Esquilino ci sono tanti monumenti, non certo al livello di quelli sopracitati, ma sicuramente importanti e prestigiosi che aspettano da anni di essere restaurati, valorizzati e ridonati all’interesse turistico.
Ninfeo degli Horti Liciniani
Iniziamo con il Ninfeo degli Horti Liciniani (conosciuto anche come Tempio di Minerva Medica), splendido monumento del IV secolo d. C., unica parte arrivata fino ai giorni nostri dell’immenso complesso edilizio che era la dimora dell’imperatore Licinio Gallieno. E’ la terza cupola dell’antica Roma per ampiezza di diametro dopo quelle del Pantheon e di Santa Maria degli Angeli . E’ un monumento conosciutissimo da sempre e immortalato nei secoli passati da svariati artisti primo tra tutti il Piranesi.
Tempio di Minerva Medica - G.B. Piranesi
Restaurarlo e aprirlo al pubblico (è chiuso da decenni) non solo darebbe alla zona un impulso turistico non indifferente ma potrebbe essere utilizzato anche per altri eventi. A tal proposito riproponiamo un ottimo studio in 3D realizzato da mywaay46 che pubblicammo in uno dei primi post di questo blog : è un esempio di come il Ninfeo potrebbe essere utilizzato per ambientazioni scenografiche di grande effetto e quindi di grande impatto mediatico.
Anche se può sembrare incredibile attualmente è sempre chiuso e in stato di quasi abbandono con una ferrovia (Laziali – Giardinetti) che passa a pochi centimetri e che reca danni considerevoli per i continui microsismi dovuti alle vibrazioni causate dal passaggio dei convogli. Un restauro mirato e una riquaificazione urbanistica della porzione di strada (via Giolitti) su cui insiste, con la relativa dismissione dell’ormai obsoleta ferrovia in vista anche dell’ormai prossima apertura della nuova Metro C, donerebbe non solo al rione ma alla città di Roma un altro monumento capace di attrarre migliaia e migliaia di turisti.