Dal 4 dicembre 2025 al 12 aprile 2026
MUSEO NAZIONALE ROMANO – PALAZZO MASSIMO
Memorie sommerse; i bronzi del Ponte di Valentiniano
un progetto espositivo a cura di Federica Rinaldi e Agnese Pergola.
Dal 4 dicembre 2025 al 12 aprile 2026
MUSEO NAZIONALE ROMANO – PALAZZO MASSIMO
un progetto espositivo a cura di Federica Rinaldi e Agnese Pergola.
11 ottobre 2025
cd. TEMPIO DI MINERVA MEDICA
Prenotazione obbligatoria
Il primo ad intuire la funzione del monumento è stato Stendhal nel suo Promenades dans Rome.
L’11 ottobre riaprirà al pubblico il Tempio di Minerva Medica, uno dei monumenti che meglio caratterizza il paesaggio urbano del rione Esquilino.
Tre turni alle ore 10.00 , alle ore 11.00 e alle ore12.00. L’evento è gratuito con prenotazione obbligatoria per gruppi di 30 persone per turno.
Compila il modulo per prenotare le visite dell’ 11 ottobre
Un interessantissimo video su Porta Maggiore e dintorni realizzato da “Turista in casa” che evidenzia uno dei monumenti più belli e più importanti di Roma Antica ma dimenticato dalle istituzioni, svilito dal mercatino abusivo di merce riciclata dai cassonetti e/o rubata e letteralmente massacrato dal continuo passaggio di autoveicoili, tram e treni.
Quello che avrebbe potuto diventare un sito archeologico di primaria importanza e bellezza continuerà ad essere una rotatoria per il traffico incessante anche dopo i lavori di trasformazione del “trenino giallo” in tram
Tra l’altro, cosa che pochi conoscono, in un fornice di Porta Maggiore sono presenti degli affreschi di epoca romana che se non restaurati corrono il rischio di essere persi per sempre
Tornano le Giornate Europee del Patrimonio, il 27 e il 28 settembre la Soprintendenza Speciale di Roma propone un ricco programma di aperture straordinarie, visite guidate, inaugurazioni e novità

27 settembre 2025
♦ Apertura straordinaria con visite guidate gratuite anche del Tempio di Minerva Medica in via Giolitti.
Le visite sono con prenotazione obbligatoria compilando gli appositi moduli:
Turno ore 15.30 di sabato 27 settembre
https://forms.gle/4SNMmb9HkgES2mZw6
Turno ore 16.30 di sabato 27 settembre
https://forms.gle/vgzPxNGtcJRZsAhw8
Turno ore 17.30 di sabato 27 settembre
https://forms.gle/WLxxHQ7Thznvjott9
28 settembre 2025
Domenica 28 settembre sarà eccezionalmente aperta alle visite anche la Basilica sotterranea di Porta Maggiore. Come sempre i posti sono contingentati per questo è necessaria la prenotazione:
Turno delle 15.30 di domenica 28 settembre
https://forms.gle/UodcxtJe46wZ42tE9
Turno delle 16.30 di domenica 28 settembre
https://forms.gle/QajuTBSNw3mk8RMH9
Turno delle 17.30 di domenica 28 settembre
https://forms.gle/k6DTcxy5rSb7mgrYA

ore 17:00 e 18.00
Visita guidata
Area Archeologica di Santa Croce in Gerusalemme

A seguire
ore 21:00
VORTEX di Gaspar Noé, 2021, Italia, 142’
versione orginale con sottotitoli in italiano
Una coppia di anziani trascorre le giornate nel proprio appartamento parigino: l’uomo (Dario Argento) è un critico cinematografico impegnato a concludere il suo libro Psyche: cinema e sogni, mentre la moglie (Françoise Lebrun) è una psicologa che sta combattendo contro l’alzheimer. Nel loro appartamento, insieme a pile di libri e ricordi, rischiano di perdersi in un abisso.
«Ci sono film che non ti aspetti e non ti aspetteresti mai. Che la fantasia non riesce a concepire. Che non esistono neanche nei sogni più proibiti. Quelle cose che appaiono, così, all’improvviso e trasformano l’impossibile in possibile. Vortex di Gaspar Noé è uno di questi. Castrato e umiliato da Thierry Frémaux che l’ha selezionato in Cannes Premier (quando avrebbe meritato di certo il concorso) e programmato il penultimo giorno del festival alle 23.30 nella Salle Debussy, il film a Cannes non è in pratica esistito, eppure è stato uno delle più sorprendenti scoperte di questa 74esima edizione. Sorprendente per tanti aspetti. Uno su tutti Dario Argento. Chi si sarebbe mai immaginato di vederlo nei panni del protagonista assoluto di un film, per altro recitato in francese? Certo qualche cammeo in passato lo aveva anche fatto (Amore all’ultimo morso di John Landis, Il cielo è sempre più blu di Antonello Grimaldi), ma questa volta Dario è presente sullo schermo per tutto il tempo. Per di più, è cosa nota che Gaspar gira senza copione e i dialoghi vengono improvvisati al momento. Dario Argento se la cava alla stragrande e riesce persino a commuovere. Ecco, la commozione è un’altra cosa che non ti aspetti. Non te l’aspetti in un film di Gaspar Noé. Fin da Seul contre tous, Noé ci ha abituato alle emozioni forti, alla violenza estrema (Irréversible), al sesso spinto (Love), alle visioni allucinogene (Climax), raccontando il genere in un modo che, nel bene o nel male (o lo si ama o lo si odia), solo lui sa fare. Con Vortex, invece, Gaspar affronta un tema privato, delicato e, sulla carta, difficile» (Manlio Gomarasca).

ore 18.00
Visita guidata
Area Archeologica di Santa Croce in Gerusalemme

A seguire
ore 21:00
PHENOMENA di Dario Argento, 1985, Italia, 109’
«C’è una sperduta regione della Svizzera infestata da un pazzo che da anni va assassinando fanciulle trafugandone il corpo. C’è un collegio femminile dove arriva fresca fresca la protagonista, con il suo sonnambulismo e la sua misteriosa capacità di comunicare con gli insetti. C’è un entomologo paralitico (Donald Pleasence) con scimmietta-infermiera (determinante, come gli insetti, nella soluzione della vicenda). E soprattutto ci sono una serie di orrori insostenibili» (Fabio Ferzetti). «A sensazione, a pelle, in Phenomena ci trovo tante cose mie. Tanto mio cinema. Ma anche tante storie private. Tanti personaggi che ho conosciuto, che ho amato, che mi hanno amato, cui ho fatto del bene, che mi hanno fatto del male, che ho aiutato, che mi hanno tradito, che non conosco, che non conoscerò mai. Per me, samurai, è stato come un viaggio mistico quindi, quasi religioso, tra bellezze ed orrori, tra sensazioni tenere e terribili» (Argento).

ore 18.00
Visita guidata
Area Archeologica di Santa Croce in Gerusalemme

A seguire
ore 21:00
TENEBRE di Dario Argento, 1982, Italia 101’
Uno scrittore americano di polizieschi, venuto a Roma per presentare il suo ultimo libro, si trova invischiato in un giallo. «La trovata di Argento, che si è scritto il soggetto e la sceneggiatura da solo, è questa: a metà del film viene ucciso anche l’assassino! Ma chi ha ucciso allora l’assassino? E perché i delitti continuano a ripetersi? Questo risvolto esce un po’ dalla norma del giallo, così come il convulso finale» (Callisto Cosulich). «Ho lavorato con il nostro grande direttore della fotografia Luciano Tovoli: abbiamo voluto una luce metallica, solare in una Roma moderna d’acciaio e cemento, per nulla barocca o decadente. La nostra è una Roma cattiva, con una luce fredda e totale contrapposta alle tenebre dell’anima, della mente. La città diventa un puzzle di immagini» (Argento).

ore 18.00
Visita guidata
Area Archeologica di Santa Croce in Gerusalemme

A seguire
ore 21:00
4 MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO di Dario Argento, 1971, Italia, 104’
Roberto Tobias (Michael Brandon), batterista in un gruppo rock, si sente seguito da alcuni giorni da un misterioso individuo. Una sera, finite le prove con il proprio gruppo, decide di affrontare direttamente il proprio persecutore: trascinato in un teatro, lo uccide accidentalmente utilizzando in maniera maldestra lo stesso pugnale dell’aggressore… «Volevo raccontare la storia di una coppia, un marito e una moglie che vivono sotto lo stesso tetto ma che non sanno nulla l’uno dell’altro, ognuno di loro può avere dei segreti inconfessabili, tremendi. […] In questo film ho esasperato tutto ciò che avevo appreso fino a quel momento, ho cercato di ottenere il massimo dell’inventiva utilizzando i macchinari più strani. Per la sequenza finale ho usato la Pentazet, una macchina che apparteneva all’Università di Lipsia che la utilizzava per lo studio della fusione dei metalli, l’unica al mondo a raggiungere una velocità di ripresa di 18.000 e – in teoria – 30.000 fotogrammi al secondo. Noi siamo riusciti ad arrivare a 12.000 fotogrammi con un procedimento particolare. Il risultato finale è una splendida e fluidissima sequenza al rallentatore» (Argento).

ore 21.00
IL GATTO A NOVE CODE di Dario Argento, 1970, Italia, 112’
«Un enigmista cieco, impersonato da Karl Malden, passeggiando in strada, con la nipotina di dieci anni ode i frammenti di una conversazione dalla quale arguisce trattarsi di un ricatto. Poco dopo un guardiano di un importante Istituto di Genetica, viene tramortito da uno sconosciuto che penetra nell’istituto senza rubare niente. Il giorno seguente, uno scienziato dell’istituto stesso viene spinto sotto un treno dalla pensilina della stazione da una mano ignota che però un fotografo di un giornale riesce a riprendere. […] Il gatto a nove code è un film geometrico e lucido che ha dalla sua una notevole spettacolarità d’impianto e una forte, sia pur rozza, carica di suspense. L’ombra del dubbio cade di volta in volta sui principali personaggi del film, per arrivare infine a una soluzione ingegnosa alla quale nessuno ha certamente pensato. Così come è ingegnoso il movente in un certo senso scientifico dei cinque delitti» (Onorato Orsini). «La sequenza del cimitero è molto bella, tesa, sorprendente, ironica. Con quella scena ho inaugurato la serie di quelle che io definisco ‘sequenze lunghe’. Lunghe perché durano anche mezz’ora. Sono costruite alla perfezione, con lunghi ed estenuanti crescendo. […] La tecnica della ripresa in soggettiva era un tipo di ripresa che avevo largamente usato per L’uccello dalle piume di cristallo. Applicarla nuovamente per questo film è stato come proseguire un mio percorso evolutivo. Il gatto a nove code è un film di transizione perché mi ha permesso di esaminare bene i miei mezzi. Ho cercato di capire i miei limiti e le mie possibilità, come un buon atleta che sperimenta se riesce a reggere le lunghe distanze e capire quindi la sua specialità» (Argento).
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«Certa gente è fatta così, deve spremere ogni opera d’arte fino all’ultima goccia e gridarlo ai quattro venti» (E. Jelinek, "La pianista")
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