Innanzitutto cosa vuol dire “workaround”? E’ un termine inglese, utilizzato nel project management, che significa “soluzione alternativa”, “aggirare l’ostacolo”, insomma tutto quello che si può ragionevolmente fare in poco tempo in presenza di un serio impedimento per non pregiudicare il completamento di un progetto o per non prolungarne troppo i tempi di realizzazione. Da un punto di vista generale avrebbe un significato positivo se fosse utilizzato adeguatamente: immaginiamo di percorrerre una strada per arrivare in un determinato posto e all’improvviso ci troviamo di fronte a un muro invalicabile. Di buttarlo giù non se ne parla perchè non abbiamo i mezzi e non c’è neppure il tempo necessario e quindi non ci resta che trovare un’alternativa: o un’altra strada o una porta o un varco da qualche altra parte per oltrepassare il muro. L’importante è non pregiudicare lo scopo del viaggio, cioè arrivare alla meta nel tempo prestabilito o comunque con un ritardo accettabile, fermo restando che in un secondo momento occorrerà risolvere il problema in maniera definitiva.
Il Comune e le sue municipalizzate (AMA in prima linea) hanno adottato questo metodo molto spesso negli ultimi tempi non per risolvere i problemi in maniera definitiva, ma, come si dice qui a Roma solo per “metterci una toppa”. Vediamo alcuni esempi rilevati nel Rione Esquilino
Esempio n. 1

Via Cairoli: si rompe un parapedonale, la soluzione, se non antieconomica, sarebbe quella di ripararlo oppure di sostituirlo e invece cosa si inventano?

Lo legano con l’immancabile nastro giallo a quello vicino in attesa di tempi migliori (ma quanti mesi o anni passeranno?)
Esempio n. 2

Via Micca: ci sono autovetture in sosta vietata che ostacolano il passaggio specie di autocarri e furgoni?

Rimuovere le vetture o multarle? Non se ne parla, meglio togliere il divieto e il passaggio pedonale per allargare la carreggiata
Esempio n.3

A viale Manzoni c’è una rete arancione abbandonata da mesi che spesso, srotolata da qualche cretino o ubriaco, ostacola il passaggio dei pedoni sul marciapiede?

Di levarla neanche per sogno ma la si acciuffa accanto ai cassonetti in attesa che qualche ubriaco o cretino la srotoli di nuovo
Esempio n. 4

Ma qui non vengono neppure nastrati, vengono solo lasciati per terra o al massimo spostati per mesi e mesi, tanto a cosa servono?
Esempio n. 5

Alla fine del lavoro si radunano le transenne utilizzate e la segnalitica. Peccato che a novembre siano ancora lì in attesa di essere portate via
Infine ci sarebbe da evidenziare come il Comune cerca di risolvere il problema dei tanti senza fissa dimora che vivono sulle strade dell’Esquilino
ma l’argomento è complesso e delicato e merita un approfondimento specifico.