
Nelle chiacchiere da bar sport che in questi giorni si sono scatenate sul destino del Museo Tucci, alcune preoccupazioni emerse sono di indubbio valore: si va dal sospetto che il trasloco all’Eur possa essere causa di un danno erariale, al timore che la nuova sede espositiva non risolva, anzi peggiori i problemi di quella vecchia, essendo inadatta per un allestimento moderno o incapace di attrarre nuovi visitatori, la preoccupazione per i tempi di chiusura o il dubbio che il modello “isola dei musei” possa, a differenza di altre capitali europei, essere adatto anche a Roma.
Poi, ovviamente, come sempre accade in questi casi, vi sono perle di sublime stupidità: mi limito a citarne un paio, entrambe sparate da un paio di presunti intellettuali esquilini. La prima è
“Con il Tucci chiude l’unico museo d’arte orientale d’Italia”
che fa sorridere per la sesquipedale ignoranza. In Italia e potrei sbagliarmi, perché…
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Spero di no. Adoro questo museo, pero’ potrebbe aggiornare un po’ le stanze, le spiegazione, forse aggiungere un bel caffe’ e piu’ attivita’ culturale (discorsi, conferenze, musica). Sarebbe un peccato spostare una collezione di questo genere a EUR, pero’ i musei di oggi devono avere una strategia per attrare la gente. Spero tanto che il Brancaccio rimanga a Via Merulana.