Ogni tanto su Facebook, mi capita di leggere una cosa del genere
A Roma c’è un Piero della Francesca e nessuno lo sa. Quel San Luca lassù, col suo bravo toro, è suo. Ma inspiegabilmente nessuna indicazione o targhetta lo segnala, e la gente ignara ci passa sotto per raggiungere le toilettes.
Premesso che è doveroso invitare a una maggiore valorizzazione di un’importante testimonianza del Quattrocento romano, l’attribuzione di tale opera a Piero della Francesca è ben poco fondata…
Se chi grida ai quattro venti questa cosa non è un addetto ai lavori, passi pure, è una testimonianza di orgoglio civico, ma se a dirlo è un pittore, mi cadono le braccia…
Anche perché dietro quell’affresco vi è una storia tanto complessa, quanto affascinante, il cui principale protagonista, il il cardinale di Rouen Guillaume d’Estouteville, è un personaggio, per dirla all’americana, larger than life.
Normanno, uomo coltissimo, amico fraterno…
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