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2021 anno della rinascita? Speriamo, ma con giudizio e programmazione

Anche se finalmente si intravvede uno spiraglio di luce che ci fa sperare nella fine di questo autentico incubo che si protrae da circa un anno, i danni che ha arrecato il covid-19 sono notevoli e spesso irreparabili. Persone care che non ci sono più, situazioni economiche al collasso, posti di lavoro persi e un orizzonte pieno di dubbi ed incertezze. L’atmosfera che si respira per le strade in questa fine d’anno 2020 e inizio 2021  è tutt’altro che festaiola: molti esercizi commerciali e alberghi chiusi, chi temporaneamente chi definitivamente. E l’Esquilino non è da meno di altri luoghi di Roma e d’Italia, ecco alcune foto di negozi e alberghi che hanno abbassato le saracinesche ma sono molti, molti di più.

 

Il tempo delle parole è finito occorrono subito delle decisioni e dei fatti sia a livello centrale sia a livello locale per cercare di favorire una ripresa economica che non può essere lenta o rimandata  a chissà quando, ma deve dare la possibilità concreta di far ripartire l’economia per favorire l’occupazione sia dei più giovani in attesa di primo impiego per scongiurare il pericolo che se ne vadano dall’Italia , sia di chi ha perso il lavoro ma ha ancora tanti anni davanti a sè per arrivare alla pensione.

E non è ammissibile che vengano proposti rimedi raffazzonati e privi di una visione strategica, tutti i settori dell’economia devono essere adeguatamente supportati con strumenti certi, validi e specifici.

L’Esquilino ha già pagato pesantemente negli ultimi venti anni le conseguenze di una mancata visione programmatica per quanto riguarda il commercio e il turismo, la fruizione delle risorse culturali, i problemi sociali, la rigenerazione  di immobili non più utilizzati, i problemi legati alla mobilità.

I segnali di una timida ma precisa ripresa c’erano tutti prima dell’uragano covid-19: diversi progetti notevoli partiti o in dirittura di lancio, tanti buoni propositi per cercare di programmare tutte queste attività verso il comune intento di una riqualificazione globale del Rione. Cerchiamo di non disperdere quel poco di buono che era stato fatto ed anzi proprio in una situazione di rinascita cerchiamo  non solo di continuare ma anche di recuperare il tempo perduto, e conditio sine qua non, con l’impegno, la presenza e la disponibilità delle varie istituzioni perchè non si cada di nuovo negli errori del passato.

Che non venga promossa un’ulteriore fioritura di micromarket, di agenzie di servizi solo per stranieri, di negozi che “vendono” all’ingrosso tutti le medesime merci spesso di infima qualità, insomma di attività completamente slegate dal territorio e dalle esigenze di chi ci risiede. La prossima apertura di musei, centri culturali, siti archeologici e giardini deve essere il volano per nuove occasioni di lavoro legate alla valorizzazione di tutto ciò. Sarebbe delittuoso e insopportabile ricadere nei medesimi errori degli ultimi decenni.