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Dal 12 al 18/1/24 “Esaltazioni Emotive” Mostra personale di Anna Gubellini al Medina Art Gallery

Dal 12 al 18 gennaiio 2024

MEDINA ART GALLERY – VIA MERULANA, 220

Esaltazioni Emotive

Mostra personale

di

Anna Gubellini

Come indica l’Arch. Bruno N. Rapisarda nella sua nota critica, l’artista riversa sulla tela passioni informali senza mediazioni intellettualistiche. Con padronanza del colore, il segno di fa vibrante di trepidazione, incandescente. Ogni gesto non è pensato ma appare necessario.

“L’amore per la pittura mi ha proiettato in un mondo parallelo di assoluta felicità. Mentre dipingo mi sento passionalmente coinvolta nella mia stessa azione pittorica, è così che mi libero da ogni censura logica. La mia opera vuole esprimere questo stato di indefinibile esaltazione emotiva. Il risultato che emerge è un impasto di prospettive cromatiche che addensandosi e diradandosi ritmicamente sono la materia corporea della mia intima essenza… solo in questo mi riconosco”.

Dall’1 al 14/12/23 “Future Landscapes – Sense International Art Fair” al Medina Art Gallery

Dall’ al 14 dicembre 2023

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 32 – 34 e 4 – 6

Future Landscapes

Sense International Art Fair

A cura di Luca Curci l’exhibition presenta 𝘤𝘰𝘭𝘭𝘦𝘤𝘵𝘪𝘷𝘦 𝘢𝘯𝘥 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘫𝘦𝘤𝘵𝘴 di artisti contemporanei emergenti internazionali:
PHOTOGRAPHY, PAINTING, VIDEO ART, INSTALLATION/SCULPTURE AND PERFORMANCE ART.
𝘋𝘢 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘢𝘱𝘱𝘭𝘪𝘤𝘩𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢 𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦𝘥 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘯𝘵𝘪𝘷𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘰𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘪 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘪 𝘱𝘢𝘦𝘴𝘢𝘨𝘨𝘪. 𝘋𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘭𝘦 𝘤𝘪𝘵𝘵𝘢̀ 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰𝘳𝘢𝘯𝘦𝘦 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘶𝘥𝘢𝘤𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘰𝘳𝘴𝘰 𝘥𝘪 𝘦𝘷𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦𝘴𝘵𝘦𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘪𝘳𝘢 𝘢 𝘳𝘪𝘦𝘲𝘶𝘪𝘭𝘪𝘣𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘣𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘵𝘳𝘢 𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘦 𝘯𝘢𝘵𝘶𝘳𝘢: 𝘱𝘦𝘳 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘨𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘦𝘤𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘢 𝘮𝘢 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘯 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘰 𝘦𝘴𝘱𝘦𝘳𝘪𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦…
 

Dal 10 al 23/11/23 “Soile Yli Mäyry, Un viaggio nell’Espressione” Mostra personale al Medina Art Gallery

Dal 10 al 23 novembre

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 32,34,36

Soile Yli Mäyry, Un viaggio nell’Espressione

 

Soile Yli-Mäyry: L’Arte delle Emozioni Astratte

Soile Yli-Mäyry è una pittrice finlandese che si si caratterizza per la propria abilità nell’esprimere emozioni attraverso opere astratte dai colori vivaci e accesi. La sua tecnica spazia fra quadri dalle spatolate sottili, linee di colore e una tecnica mista che conferisce alle tele una peculiare profondità tridimensionale.

Attraverso le sue opere cattura la “fragilità umana”, cercando di superare divisioni e pregiudizi. Dunque, l’ esposizione promette un’immersione nel mondo dell’artista, fatto di colori vivaci e astrazioni che invitano il pubblico a esplorare la complessità dell’umanità e la sua relazione con la natura in un mondo sempre più urbanizzato.

Radici Familiari: Il Contesto di Soile Yli-Mäyry

Soile Yli-Mäyry nasce, vive e lavora a Kuortane, in Finlandia, ma durante l’inverno, quando le temperature diventano polari, espone le sue opere all’estero. Sebbene Soile non ami parlare della sua vita privata, è importante sottolineare che il contesto familiare ha avuto un ruolo significativo nella sua crescita come artista. Cresciuta in una famiglia numerosa, Soile ha vissuto con genitori sordomuti, dove il linguaggio dei segni era la norma. Questa esperienza ha impresso in lei l’importanza dei segni, che si riflettono nelle sue opere. La sua relazione con il padre, per il quale ha agito come interprete, ha svolto un ruolo chiave nel suo percorso.

Un Viaggio di Ispirazione e Impegno

Fin dalla giovane età, l’artista ha sempre manifestato una chiara passione per il disegno e l’arte. Dipingeva i suoi primi quadri in un rifugio antiatomico senza finestre, esprimendo ciò che non poteva vedere con i colori sulla tela. Il punto di svolta nella sua vita e carriera artistica arriva con la scoperta casuale di un quadro di Kokoschka, un momento di ispirazione che l’ha spinta a viaggiare a Vienna per studiare l’arte. Da quel momento, Soile inizia questo viaggio a soli 18 anni, una decisione che avrebbe cambiato il corso della sua vita e che ha dimostrato l’importanza di credere in se stessi e perseverare nelle proprie passioni.

Nel proprio lavoro, Soile Yli-Mäyry si ispira a Beuys, un artista che ha creato una propria teoria artistica e ha influenzato molti campi. Infine, affronta temi come il sogno, la forza della natura, la freneticità del tempo moderno e l’alienazione causata dalla tecnologia.

Dal 10 al 16/11/23 “L’uomo è una strana questione” mostra fotografica al Medina Art Gallery

Dal 10 al 16 novembre 2023

MEDINA ART GALLERY – VIA MERULANA, 220

L’uomo è una strana questione. Simili e soluzioni

mostra fotografica di

Luca Padua

“L’Uomo è una strana questione. Simili e soluzioni” – testo dell’autore Luca Padua

A 14 anni, dopo la contaminazione di mio padre e della sua Contaflex, facevo il mio ingresso nel mondo della fotografia, acquistando la mia prima macchina fotografica, una Pentax MX: una reflex completamente manuale, tutta nera e bellissima, che ha segnato l’inizio della mia passione non negoziabile a catturare il mondo attraverso l’obiettivo. Nel tempo, l’obiettivo è rimasto costante, ma il “mezzo” si è trasformato da analogico a digitale e la camera oscura è “entrata nel computer”. La fisicità della fotocamera, l’occhio, le mani, il dito, lo scatto dovevano trovare in me una nuova lettura del rapporto tra il fisico e il virtuale.

Fotografare è prima di tutto avere una macchina in mano e, nel 2018, una nuova svolta: una fascinazione con una digitale (mirrorless e linea pura). Il battesimo fu un viaggio in Provenza e lì è nato un nuovo connubio; la febbre è progressivamente è risalita: fotografare, fotografare, fotografare.

Il digitale era finalmente arrivato sotto le mie dita…

…e la mia Sony, una leggera compagna, ha cominciato a essere sempre presente, anche quando semplicemente andavo a camminare per Roma.

Per le caratteristiche intrinseche del mezzo, si può fotografare dovunque e tutto, ma inevitabilmente si finisce col prediligere un tipo di fotografia. Rimettendo in ordine gli anni e le fotografie, mi sono accorto che ho sempre avuto un’irrefrenabile curiosità e attrazione per l’Uomo. Da giovane, le foto erano terribilmente coerenti con il mio carattere francamente “pesante”. Ma con il tempo (per fortuna di chi mi sta accanto), ho acquisito una lettura ironica di questa strana questione che è l’Uomo. Ed ho fotografato sempre più spesso anche persone che mettevano in atto variegate soluzioni, fugaci, per vivere a pieno un momento e forse ridurre le sofferenze, che sono sempre simili e spesso tragiche.

Camminando con una macchina fotografica al collo o in tasca…

…ci si accorge di tanti piccoli quadri, frammenti di una vita, che fanno sorridere, scherzi del caso quotidiano; soggetti che diventano attori inconsapevoli di quella scena, per un istante. Allineamenti che ti fanno guardare con avidità quello che ti circonda per apprezzare la Vita e alleggerirla.

La macchina fotografica può accrescere l’empatia per la realtà positiva. La macchina, usata così, porta a una diluizione del dolore che ci circonda. È noto che le brutture calamitano lo sguardo – ci sono studi sull’inevitabilità dello sguardo condotto su un gatto schiacciato sull’asfalto – ma accorgersi dell’ironia costruita dal caso per pochi istanti, è possibile solo se si hanno un mirino e un obiettivo a portata di mano. La macchina fotografica in quei casi è come un cane da cieco che guida su ciò che non si riuscirebbe a vedere.

Forse è qualche segnale del reale…

… – un uomo eccentrico, una camminata atipica, un cane che guarda – che è in grado di mettere in moto i nostri sensi, allertarci del fatto che a breve può accadere qualcosa di singolare, o addirittura eccezionale, tale da dover essere ripetuto in un’immagine che resti anche quando tutto è passato.

Appena avverto quel sentore, freneticamente afferro la macchina, come la pistola in un film western, e devo decidere se ho tempo di fare qualche regolazione. Se l’obiettivo è ancora nel mirino, anche con la macchina precariamente in mano, mi preparo allo scatto, pronto per il duello fatale contro la volatilità del tempo. Se riesco a scattare, ho vinto contro il tempo e vuol dire che la voracità di fissare per sempre quel duecentocinquantesimo di secondo appena passato è soddisfatta.

Riesco a vincere…

…vuol dire che sono entrato in quella frazione di secondo con un occhio nel mirino (e l’altro occhio chiuso); con una visione solitaria, senza intrusi. Per me la foto nasce con la visione di quel limitato rettangolo di mondo e il nero intorno. Non riesco a fotografare bene o, meglio non riesco a vedere la foto che sarà, guardando uno schermo sul dorso della macchina. Mi ricorda il cellulare. È come sussurrare versi d’amore di Montale mentre in una stazione stridono i freni di un treno che arriva.

La fotografia richiede curiosità, sensi in allerta, concentrazione, empatia, libertà, intuito, fortuna e… fidarsi di un dito!

Luca Padua

Dal 31/10 al 9/11/23 ““Rome Solo Exhibit di Zoja Sperstad” al Medina Art Gallery

Dal 31 ottobre al 9 novembre 2023

MEDINA ART GALLERY – VIA MECENATE 32,34,36

Mostra personale di

Zoja Sperstad

Con recensione e presentazione del Prof. Ermanno Di Sandro Art & Architecture Critic

L’Artista e la Sua Visione

Come analizzato nel testo di recensione del Prof. Arch. Ermanno di Sandro Art & Architecture Critic, Zoja Sperstad, artista naturalizzata norvegese, è una pittrice orgogliosamente figurativa di caratura internazionale. Caratterizzata da capacità artistico-compositive strabilianti, è ricca di inesauribili risorse creative e di fertili esperienze scaturite dal suo vissuto e dai suoi studi filosofici. Nonché da riflessioni etiche e artistiche sulle sorti del mondo.

Fuoriclasse nei campi che fanno capo al linguaggio iconico-espressivo, Zoja – come adora farsi chiamare – è capace di veicolare con immediatezza il suo armonioso mondo che si fa portavoce di un chiaro messaggio e un’innata visione di libertà e ottimismo. Per fare ciò utilizza un linguaggio molto raffinato, ma che appare al contempo semplice e accattivante, armonioso quanto profondo, bello quanto universale.

Lo Stile e l’Arte di Zoja

L’artista è moderna ma anche contemplativa, saldamente legata al classicismo figurativo, che predilige a discapito del freddo astrattismo. Nelle sue opere ama trasmettere serenità e amore, e non tensioni, perché il suo vastissimo mondo interiore è meraviglioso e sereno; tratto caratteristico è, infatti, la sua anima sognante, ciò che prova e che la fa emozionare, e il suo contatto speciale con la natura. La mission dell’artista è salvare il mondo anche grazie alla bellezza delle sue opere, veri e propri pezzi d’arte che possano aiutare gli eletti e le persone sensibili a vivere in un mondo migliore.

Roma e la Missione dell’Artista

Zoja considera la città di Roma la sua meravigliosa e straordinaria quanto dinamica scena artistica; la città eterna è prestigioso sipario della nostra civiltà e può ancora oggi salvare tutte le culture del mondo, soprattutto quelle del mondo occidentale, che sono attanagliate da una grave crisi di identità e numerosi conflitti.

Nella capitale italiana, nella Medina Art Gallery, esporrà con un vernissage figurativo e di grande impatto, quadri ispirati alla meravigliosa Roma Barocca avente come rappresentanti figure quali Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini, grandi papi e importanti famiglie nobiliari. Ma si ispirerà anche alla Roma Imperiale e al classicismo raffinato del sommo Antonio Canova e di Giuseppe Valadier.

Dal 20 al 26/10/23 “Chiara Gizzi, mostra personale” al Medina Art Gallery

Dal 20 al 26 ottobre 2023

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 4,6

Chiara Gizzi

Mostra personale

Chiara Gizzi : un’artista poliedrica

Chiara Gizzi è un’artista poliedrica. Ha sperimentato molto nel mondo della pittura, della danza e del teatro. Nata nel 1972 a Roma, ha iniziato il suo percorso formativo presso il liceo artistico di Via Ripetta, e parallelamente ha intrapreso la carriera nel campo dell’animazione, focalizzandosi in particolare sui cartoni animati.

Con il passare degli anni, ha accumulato una vasta gamma di esperienze: da decoratrice d’interni a scenografa per il Teatro dell’Opera di Roma. Fino a contribuire alla creazione in Mediaset, di ambientazioni pittoriche per il programma televisivo “Ciao Darwin” su Canale 5. Inoltre, ha dato vita a scenografie di grande impatto presso gli Studios di Cinecittà.

La carriera artistica

La Gizzi ha sviluppato una dimensione artistica più intima con numerose mostre personali, esponendo le sue opere al Porto Turistico di Roma, alla Casa della Cultura nella capitale, nell’ambito della manifestazione “Lettere in Viaggio” di Ostia, alla galleria Artotek, etc… Inoltre, ha entusiasmato il pubblico con performance di live-painting presso il Roma 70 Village e con la pubblicazione di opere su Le Letterate Magazine.

La “Tools Collection” e la Magia della Luce

Negli ultimi anni si è dedicata alla pittura, attraverso la creazione di una sua “Tools Collection”. Oggetti di uso quotidiano, permeati di una loro anima, entrano in relazione con la pittrice assumendo un valore artistico emozionale e poetico. La sua “Tools Collection” diventa un mezzo per rappresentare ritratti suggestivi di luoghi, persone, momenti ed emozioni che ci accompagnano nel day-by-day. Spesso questi oggetti sono recuperati in strada, fotografati e proiettati sulla tela come metafora di un percorso.

Nella creazione delle sue opere, Chiara Gizzi pone una particolare attenzione sugli effetti della luce: come ombre e riflessi si manifestano sulle diverse superfici. Questo studio consente all’oggetto stesso di riflettere il mondo circostante e di dare vita ad una narrazione all’interno della narrazione. L’artista, come una vera e propria “gazza ladra,” è attratta irresistibilmente da tutto ciò che è lucente.

Dal 14 al 25/10/23 “Foresta Emozionale” Mostra personale di Pierluigi Casagrande al Medina Art Gallery

Dal 14 al 25 ottobre 2023

MEDINA ART GALLERY – VIA MERULANA, 220

Foresta Emozionale

Mostra personale di

Pierluigi Casagrande

Pierluigi Casagrande – l’analisi della curatrice Eleonora Pallotta

Pierluigi Casagrande, all’età di 58 anni, ha intrapreso la sua avventura nel mondo della pittura, esplorando l’utilizzo di nuovi materiali. Ha cominciato dipingendo bastoni di legno e successivamente ha scoperto i tubi di cartone. La scelta di utilizzare superfici diverse dalla tela rappresenta una sfida alle convenzioni artistiche. Mentre l’impiego di materiali quotidiani trasforma il modo tradizionale di creare e osservare l’arte.

I Quadri Tubolari

Attraverso il suo approccio originale, l’artista rivoluziona radicalmente il processo di creazione e fruizione dell’Arte. I tubi di cartone diventano il mezzo attraverso cui rievocare viaggi, ricordi d’infanzia, la natura, la spiritualità, la sofferenza umana, da cui emergono dettagli di famose opere d’arte che spesso sfuggono. L’artista si concentra su una visione frammentata, in cui ogni figura viene percepita nella sua unicità e successivamente riscoperta come parte di un tutto che acquisisce significato solo al termine dell’interpretazione dell’opera.

Inizialmente, i tubi che danno vita alle sue opere provocano nello spettatore una sensazione di smarrimento, poiché non viene offerta una visione completa, ma frammentaria. Questa prima emozione di perdita di senso è essenziale per immergersi nel vortice di comprensione e interpretazione originale dell’opera.

Ogni quadro “tubolare” racconta una storia diversa, molti sono reinterpretazioni di opere di importanti artisti storicizzati adattate a un nuovo supporto. Ogni opera già conosciuta assume un significato diverso e suscita un nuovo sentimento con cui il pubblico può relazionarsi.

“Foresta emotiva”

Le storie narrate in questa “foresta emotiva” prendono vita attraverso una luce colorata che avvolge ogni figura. I colori dell’arcobaleno e le forme rotonde delle figure, create attraverso il mezzo pittorico, diventano i protagonisti delle opere.

Il desiderio di Pierluigi Casagrande è toccare l’animo dello spettatore, cercando di suscitare emozioni attraverso i suoi tubi, indipendentemente dal loro carattere positivo o negativo.

I dipinti si presentano come tronchi d’albero, ognuno dei quali racchiude le radici di un’emozione che avvolge lo spettatore, trasportandolo in una vera e propria foresta emotiva.

La sua tecnica atipica suscita emozioni e sentimenti differenti di volta in volta, offrendo la possibilità di perdersi e ritrovarsi in un vortice di significato che si materializza attraverso l’opera.

Dal 13 al 19/10/23 “Bosco Oscuro: da Berlino a Roma al Medina Art Gallery

Dal 13 al 19 ottbre 2023

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 4,6

Waldgang | Bosco Oscuro

da Berlino a Roma

Olga Lunow e Susanna Cardelli

Da Berlino a Roma : il progetto artistico di Olga Lunow e Susanna Cardelli

Nell’incantevole sinfonia della natura, due artiste berlinesi, Olga Lunow e Susanna Cardelli, si incontrano per abbracciare il mistero del Waldgang, il “bosco oscuro”, un sentiero nel bosco che guida l’anima attraverso le vie della morte, del commiato, per giungere, infine, all’accettazione e all’armonia della speranza. Questa straordinaria convergenza artistica dona la vita ad un’installazione unica, dove la pittura e la calligrafia si fondono in un dialogo profondo tra due diverse lingue artistiche.

Il mondo visionario di Olga Lunow

Nel mondo visionario di Olga Lunow, la pittura diventa un medium per esplorare il confine tra la vita e la morte. Le sue tele verticali si ergono come sentinelle tra gli alberi, trasformando il bosco in un palcoscenico per la memoria. Qui, le figure dipinte si confondono con gli alberi, diventando alter-ego dei cari defunti. Questa rappresentazione evoca il desiderio umano di avvicinarsi all’eternità, ma è la stessa foresta millenaria a offrire la chiave per comprendere la nostra mortalità. Il bosco, custode della vita, diviene il luogo in cui possiamo confrontarci con la morte e, in questo processo, riscoprire noi stessi.

Susanna Cardelli e la calligrafia

Nel mondo della calligrafia di Susanna Cardelli, le parole prendono vita in una danza di caratteri delicati e decorativi, alternati a una scrittura più audace e personale. Questo flusso di coscienza registra desideri, gioie, ma anche la paura e il rifiuto della nostra finitezza. Le sue parole, trascritte spontaneamente giorno dopo giorno su un rotolo di carta di 26 metri, diventano un dialogo con la natura quando portate nel bosco. Posate sulla terra, si piegano e torcono, mimetizzandosi tra le foglie secche e i ramoscelli. Queste parole, alla ricerca di un luogo dove perdurare, sembrano serpeggiare tra gli arbusti, cercando di annientare l’ineluttabile.

Il Bosco Oscuro a Berlino

La prima tappa di questo progetto è avvenuta nel cuore di una riserva naturale limitrofa a Berlino, il 21 luglio 2023, con un’installazione temporanea, ma profondamente significativa. In un’esperienza senza pubblico, le due artiste hanno dato vita a un’opera straordinaria che ha cercato di catturare l’essenza stessa della foresta. L’installazione è stata un atto di improvvisazione, guidato dalla foresta stessa. Non c’è stato alcun danno causato all’ambiente naturale, ma piuttosto un rispetto profondo e un adattamento all’atmosfera circostante. Le opere d’arte e la foresta si sono fuse in un’unione straordinaria, creando un’armonia visiva e spirituale.

Il Bosco Oscuro a Roma

Dopo il trascinante “exploit” nella foresta tedesca, le opere di Susanna Cardelli ed Olga Lunow trovano dimora a Roma, nella sede espositiva di Medina Art Gallery. Qui, le tele e la calligrafia originali saranno esposte insieme alla documentazione fotografica dell’installazione nel bosco. Questo trasferimento geografico rappresenta una transizione dalla Germania lineare, con la sua tradizione protestante severa, all’anima barocca, indomita e imprevedibile di Roma. Le artiste affermano che a Roma si sentiranno “tranquille e (ri)composte” all’interno della cornice, metaforica e reale, della galleria Medina.

In questo incontro tra arte, natura e memoria, Waldgang si svela come un viaggio verso la comprensione della nostra mortalità e il ritrovamento della speranza, celebrando la bellezza e l’eternità intrinseca alla vita e alla natura stessa.

 

Dal 6 al 12/10/23 “L’arte della natura selvaggia” Mostra personale di Giovanni Addessi al Medina Art Gallery

Dal 6 al 12 ottobre 2023

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 4,6

L’arte della natura selvaggia

Mostra personale di

Giovanni Addessi

Introduzione alla mostra – parola alla curatrice Francesca Romana Lobianco

La mostra “L’Arte della Natura Selvaggia” è un’immersione senza precedenti nell’universo visionario di Giovanni Addessi JOHN WILD. In questa prima personale, l’artista ci guida in un viaggio profondo attraverso la fusione tra la natura selvaggia e l’Arte, offrendo una prospettiva unica sulla nostra relazione con il mondo naturale. Con paesaggi surrealisti e figure umane di spalle immerse in vasti scenari, cattura l’essenza incontaminata e misteriosa della Natura.

Allargando gli orizzonti dell’immaginazione

Le tele di Addessi sono dei veri e propri inni alla bellezza della natura e alla sua essenza selvaggia e incontaminata. Ogni dipinto è una porta aperta verso paesaggi che sembrano provenire da un mondo di puro sogno e fantasia, dove la distinzione tra realtà e immaginazione si dissolve.

Riflessione sul nostro posto nel mondo

Un elemento distintivo del suo lavoro è la rappresentazione umana di spalle, che evoca un senso di mistero e anonimato. Ogni figura si fonde perfettamente con il paesaggio circostante, fino a diventare parte integrante di esso.

 
Inoltre, attraverso l’uso del colore, trasmette una vasta gamma di emozioni, che spaziano dall’inquietudine alla serenità, dalla meraviglia alla malinconia. I paesaggi dipinti, che sembrano estendersi all’infinito, invitano lo spettatore a riflettere sul proprio ruolo nel mondo e sulla nostra responsabilità nella tutela della natura.

In conclusione, l’esposizione vuole essere un invito a immergersi nel regno selvaggio dell’Arte e della natura, a riflettere sulla nostra connessione con l’universo circostante e a trovare un rifugio in questa fusione tra realtà e immaginazione.

Dal 6 al 12/10/23 “Tecnografie primitive” Mostra di Eugenio Cirese al Medina Art Gallery

Dal 6 al 12 ottobre 2023

MEDINA ART GALLERY – VIA MERULANA 220

Tecnografie primitive

mostra personale di

Eugenio Cirese

Primitive, a ricordare un immaginario antico che riappare nel computer.

Ma primitivo è termine carico di sensi e Ruggero Savinio, nel testo di presentazione della mostra, scrive che in questa parola ha trovato un modo di Cirese di “conservare le esitazioni, lo slancio e il desiderio che lega alla vita”. Del resto sono tutt’altro che freddi questi lavori digitali. Da arabeschi e colori emergono personaggi, ognuno con la propria intensità emotiva e Cirese è il regista di questa ribalta digitale, una figura autoriale che guida, con l’arte della mano, i suoi attori. Una mano che non viene annullata dal computer, ma danza insieme con mente e nervi.

Ruggero Savinio riflette sulle opere di Cirese e sottolinea come queste figure diventino i portatori dell’impegno al cambiamento dell’artista. Attraverso la loro polivalenza, incarnano non solo la paura e la disperazione ma anche una speranza radiante. In fondo alle Tecnografie primitive, Savinio intravede il cammino verso una rinascita, un viaggio verso la riscoperta dell’umanità e della bellezza nel mondo contemporaneo.

Le Tecnografie di Cirese hanno avuto il loro battesimo pubblico con una proiezione a Palazzo Merulana per il primo compleanno del museo nel 2019, dopo un lungo periodo di produzione appartata, fruibile online solo da una cerchia di amici. Dopo una visione per strada su un grande schermo tv per la festa di Via Merulana, Cirese presenta ora le sue opere su carta: stampe di quello che è nato in un mondo di pixel. Anche un modo per cercare di tenere insieme universi che spesso si vivono come nemici.

La mostra “Tecnografie primitive: il futuro di una volta” è un’opportunità per immergersi in un universo artistico che fonde passato e futuro, realtà e utopia, attraverso i lavori di un talentuoso pittore digitale.