Dal 7 al 13 febbraio 2025
MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 32,34 ROMA
Rome Open Art
Mostra collettiva a cura di Art Number 23
Il comunicato stampa con l’elenco degli artisti
Dal 7 al 13 febbraio 2025
MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 32,34 ROMA
Il comunicato stampa con l’elenco degli artisti
Dal 31 gennaio al 6 febbraio 2025
MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 4,6 – ROMA
Un viaggio visivo intimo attraverso istanti fugaci, memorie che si allungano, sogni che evaporano e lampi intensi che lasciano spazio alla trasformazione. Questa raccolta di opere – realizzate mescolando fotografia, pittura e arte digitale – compone il racconto di un tempo inatteso, un periodo fatto di lezioni, sbandamento e bagliori.
“Il mio lavoro studia la soggettività delle esperienze e della memoria. Ogni opera è una rappresentazione diretta del soggettivo, sfugge incurante all’esperienza oggettiva, è un’impressione rovesciata trasformata in immagini. Le opere sono così immediate da divenire simboli, impronte esistenziali che esplorano il sentiero che connette all’universale. Ogni frammento rappresenta il dialogo tra realtà e immaginazione, tra speranza e avversione, tra il caos delle emozioni e la ricerca di un equilibrio. Un percorso che mi conduce, frammento dopo frammento, a diradare le nebbie dell’invenzione per arrivare a conoscere chi sono sempre stata”
Emma Rossi Landi, nata a Roma nel 1971, si occupa di cinema, documentari, fotografia e arte visiva. In questa mostra propone una raccolta di collage digitali realizzati con scatti da lei realizzati, foto royalty free, immagini prodotte con l’intelligenza artificiale, dettagli di acquerelli e acrilici da lei stessa realizzati.

Dal 24 gennaio al 6 febbraio 2025
MEDINA ART GALLERY – VIA MERULANA, 220
Mostra personale di
La mostra personale di Beatrice Buccella ci traspone in una realtà sospesa tra memoria e introspezione, dove l’Arte diventa un ponte tra le emozioni individuali e le narrazioni quotidiane. Originaria dei Castelli Romani, classe ’91, Buccella ha sviluppato un linguaggio visivo che affonda le radici nella concretezza del mezzo fotografico e nella sensibilità della pittura. Partendo da fotografie scattate personalmente, rielabora le immagini amplificandone l’essenza emotiva. Non limitandosi a riprodurre la realtà visiva, ma plasmandola, aggiungendo o rimuovendo elementi, esplorando il confine tra ciò che è vissuto e ciò che è sentito.
La quotidianità è il fulcro della sua ricerca, ove trova bellezza nei gesti più semplici che divengono spunto di riflessioni più profonde sulla natura umana e sulle emozioni condivise. L’artista cerca di catturare non solo l’immagine, ma l’energia del momento: la passione di un gesto, la gioia di un’espressione, il peso o la leggerezza di un’azione. La ricerca di Beatrice Buccella non è narrativa ma emotiva. Ogni opera è un tassello del suo percorso personale, un frammento di vita rielaborato con l’intento di comunicare una sua sensazione e un suo stato d’animo. Attraverso un’Arte intima e universale, si mette a nudo e ci offre una finestra sul suo mondo, ricordandoci che l’autenticità delle emozioni si trova ovunque e richiamandoci ad osservare con occhi nuovi la bellezza nascosta nella quotidianità.
Dal 24 al 29 gennaio 2025
MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 32,34,36
a cura di
Dirçəliş (Revival) Youth Social-Psychological Rehabilitation Center
La mostra presenta 60 opere di 22 giovani artisti azerbaigiani, con l’obiettivo di promuovere la pace, lo scambio culturale e l’Arte dell’Azerbaigian.
Fondata nel 1999, Dirçəliş supporta i giovani con disabilità, provenienti da famiglie svantaggiate o residenti in regioni meno sviluppate dell’Azerbaigian. L’organizzazione non governativa ha realizzato oltre 100 progetti a livello locale e internazionale, collaborando con la European Youth Foundation e altre istituzioni globali.
“Questa mostra rappresenta un ponte tra l’Azerbaigian e l’Italia, sottolineando la nostra storia condivisa, i legami culturali e la comprensione reciproca attraverso l’Arte” così i rappresentanti dell’organizzazione annunciano l’evento, sostenuto dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia.
Nelle 26 mostre organizzate in tutto il mondo dal 2010, Dirçəliş ha esposto 2.046 opere d’Arte di 439 giovani artisti. Questo ritorno a Roma, dove il Centro ha tenuto la sua prima esposizione internazionale nel 2012, dimostra il potere unificante dell’Arte.
Dirçəliş, Youth Social-Psychological Rehabilitation Center, è un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata all’empowerment dei giovani azerbaigiani e alla promozione del dialogo culturale a livello globale.
Artisti dell’Azerbaigian in mostra:
Kamala Karimova | Iilgar Akbarov | Kanan Hasanguliyev | Gamar Aghazada | Narmin Baghirova | Durdana Mustafayeva | Narmina Aliyeva | Vafa Maharamova | Mahizar Sadigli | Nargiz Ahmadova | Svetlana Gurbanova | Nlihad Aliyev | Gular Mammadova | Mahru Norton | Leyla Gurbanova | Jamala Nakhchivani | Oksana Salimova | Salima Safarova | Riad Bakhshaliyev | Rachel Ziyad | Nigar Aslanova | Renat Sharifli
Dal 10 al 23 gennaio 2025
MEDINA ART GALLERY – VIA POLIZIANO 34, 36 ROMA
Mostra collettiva curata da
per Divulgarti
L’Arte Contemporanea si fa veicolo di connessione e riflessione nella mostra collettiva
“ConnettiMenti: Espressioni Artistiche per un Mondo Sociale”. Il concept è un’esperienza artistica provocatoria e immersiva che mira a esplorare il potere trasformativo dell’arte nel contesto sociale contemporaneo. Attraverso un percorso espositivo composto da opere di artisti di calibro internazionale, la mostra affronta tematiche di rilevanza globale come disuguaglianza, discriminazione, cambiamenti climatici, immigrazione e diritti umani.
La varietà delle forme espressive presenti – pittura, scultura, fotografia, installazioni interattive e performance – si pone l’obiettivo di coinvolgere il pubblico in un dialogo visivo ed emotivo che stimoli riflessioni critiche e nuove consapevolezze. Ogni artista offre una prospettiva unica, trasmettendo messaggi potenti attraverso il proprio medium.
Loredana Trestin
Jelena Borovčanin, Chiara Dominique Daum, Elso, Conceição Freire, Francesco Guglieri, Édgar Güiza, Mari Kamai, Mira Milovanovic, Minkyeong Ju, Pierpaolo Tarea, WILLS, Angelika Zajac, Ksenija Lucija Pataran.
Responsabile organizzazione: Ludovica Dagna, Marta Zugarelli | Art direction e web: Anna Maria Ferrari | Social media manager: Anna Poddine
Dal 17 al 23 gennaio 2025
MEDINA ART GALLERY – VIA MERULANA, 220
Mostra personale di
Nato in Galles nel 1998…
…da genitori iraniani, Bardia Haddad è cresciuto in Iran, a Mashhad. Nella sua prima esposizione internazionale, l’artista intreccia le sue esperienze personali e collettive e ci invita a immergerci in un universo visivo che affronta con cruda intensità un percorso evolutivo e introspettivo sulla violenza e sofferenza universale, attraverso il fenomeno della decomposizione e della transizione dalla vita alla morte.
Con una pittura eseguita prevalentemente con pastelli a olio, Haddad crea un universo cromaticamente intenso, generando un senso di tensione e urgenza. La sua tecnica è diretta e istintiva, un processo catartico che lo porta a completare le opere rapidamente, in uno stato d’animo turbolento, per liberare il peso delle emozioni e delle immagini che lo travolgono. Sono proprio i suoi autoritratti ad aggiungere questo forte elemento introspettivo: in essi l’artista riflette il suo cambiamento interiore e il peso emotivo di raccontare una violenza di cui lui è stato testimone e l’impatto che questo ha avuto su di lui come uomo e come artista
Haddad cattura ciò che definiamo “vittime sconosciute”…
…uomini donne e bambini senza nome, testimoni muti e simboli di un dolore universale che trascende confini geografici o politici. Queste opere non si limitano a rappresentare la sofferenza: la assorbono, la elaborano e la restituiscono con una forza che scuote lo spettatore. Quella rappresentata non è una violenza fine a se stessa, poiché Haddad è mosso da una profonda avversione per la violenza e un desiderio di esporne la realtà per smuovere le coscienze, sottolineando il ruolo dell’arte come catalizzatore per la riflessione e il cambiamento.
È la spiritualità, maturata negli anni, a giocare un ruolo cruciale nell’evoluzione della sua poetica, Haddad ha trovato nella fede in Dio una fonte di empatia e speranza. I corpi che ritrae non sono più semplici frammenti di carne morta, ma esseri umani che meritano amore e memoria. “Odio il genere umano, ma amo gli esseri umani”, afferma l’artista, sintetizzando la tensione tra la disillusione verso l’umanità e la sua fiducia nella possibilità di un cambiamento, poiché ci percepisce tutti come un’estensione di Dio.
Per Haddad, l’arte non è un atto di consolazione…
…ma di consapevolezza, è uno specchio che ci riflette la crudeltà del mondo. Le sue opere non cercano di rallegrare, ma di impressionare, costringendo lo spettatore a confrontarsi con ciò che spesso sceglie di ignorare. Questa mostra non è solo un’esposizione di opere, ma un appello, a guardare oltre la superficie e considerare le vittime senza nome che ogni giorno cadono nell’ombra della nostra indifferenza, un invito a interrompere il silenzio, a guardare in faccia la cruda realtà della violenza e a non restare inerti. Bardia Haddad è una voce potente che ci ricorda l’importanza di vedere, di sentire e di ricordare.
Dal 17 al 19 dicembre 2024
MEDINA ART GALLERY – VIA MERULANA, 220
La mostra personale di Alessandro Trani si presenta come un viaggio intimo ed emozionale, una narrazione poetica della vita che si dispiega attraverso la metafora del mare. Punto di partenza di questo percorso è la poesia “Alla luce”, scritta dall’artista stesso, che offre una chiave di lettura per interpretare il suo universo pittorico e il modo in cui il mare diventa veicolo delle sue emozioni più profonde.
Alessandro Trani ci invita a immergerci in un viaggio che ha origine nel principio della vita: il grembo materno, simbolo di un’oscurità primordiale che non spaventa, ma accoglie e protegge. Questo spazio ancestrale, fonte di sicurezza e nutrimento, si evolve in un’esplorazione dell’esistenza umana, fatta di quiete, tempesta, luce, oscurità, albe luminose e tramonti infuocati. Il mare diventa così il teatro ideale di questa narrazione, specchio delle profondità dell’animo umano e custode dei suoi misteri insondabili.
…che ci trasportano attraverso i ricordi, le esperienze e le emozioni che ci plasmano. L’acqua, elemento imprescindibile per la vita, è il medium che collega passato e presente, reale e immaginario, dando forma a paesaggi interiori dove l’anima può rifugiarsi e ritrovare equilibrio. Ogni pennellata sembra sussurrare una storia, ogni sfumatura di colore diventa un invito a lasciarsi trasportare, senza resistenze, verso l’ignoto.
La mostra personale di Alessandro Trani ci conduce attraverso un viaggio intimo e universale, dove il mare diventa protagonista assoluto, simbolo di infinito e introspezione. Con una maestria che unisce tecnica e visione poetica, l’artista traduce sulla tela le suggestioni di paesaggi che non appartengono a un luogo preciso, ma alla memoria e all’immaginazione di ciascuno di noi.
Il mare, come espresso da Virginia Woolf “non parla mai invano; c’è sempre qualcosa che trasmette, qualcosa di eterno che riverbera nel profondo dell’anima”. Allo stesso modo, le opere di Trani diventano uno specchio in cui il visitatore può scorgere frammenti della propria storia, un invito a riscoprire la propria essenza più autentica.
La narrazione artistica di Alessandro Trani è un inno alla lentezza e alla contemplazione, un invito a fermarsi e ad ascoltare il ritmo naturale della vita, scandito dal battito delle onde sulla riva. La sua pittura elegante e poetica ci trasporta in una dimensione fuori dal tempo, dove il mare diventa rifugio dal caos quotidiano e specchio dell’animo umano.
…Trani ci restituisce il mare come simbolo universale di rinascita, introspezione e sogno. Le sue opere, sospese tra calma e movimento, diventano un’esperienza visiva unica, capace di catturare lo sguardo e l’anima dello spettatore. Ogni tela si trasforma così in un luogo di incontro tra natura ed emozione, un invito a rallentare e a lasciarsi trasportare dalla profondità e dalla poesia che il mare porta con sé.
Dal 13 dicembre 2024 al 19 gennaio 2025
PALAZZO MERULANA
Mostra di
Palazzo Merulana, sede della Fondazione Elena e Claudio Cerasi, gestito e valorizzato da Coopculture, è lieto di presentare IBRIDO URBANO. Dall’immaginario alla visione aumentata, mostra personale di Alessandra Carloni a cura di Valeria Rufini Ferranti e organizzata da Medina Art Gallery.
La mostra della giovane street artist romana esplora una dimensione del tutto inedita del rapporto tra metropoli e individuo, tra contraddizioni urbane e prospettive future incerte: attraverso l’elaborazione figurativa di un giovane umanoide, immerso all’interno di una distopica Roma contemporanea, si seguiranno le tappe di un viaggio fisico e virtuale in cui inaspettatamente natura e mondo digitale innescano un dialogo dai risultati inattesi.
Gli ibridi di città, nuove creature senza sguardi, disorientati tra le macerie storiche della Città Eterna, sono il frutto dell’estrema esasperazione tecnologica rivolta al progresso in cui la società contemporanea ha smarrito non solo valori ma anche finalità. Come in un “concept album”, dove ogni traccia del disco è connessa alle altre in uno storytelling coeso, IBRIDO UMANO di Alessandra Carloni propone un riscatto culturale, sociale, estetico, ecologico, di Roma e dell’umanità tutta, in cui, grazie a una narrazione compatta e un segno stilisticamente riconoscibile, è possibile immaginare un futuro migliore. “In bilico lungo i profili dei monumenti, con i piedi a penzoloni sul traffico, l’ibrido urbano di Alessandra Carloni è epifania dell’incursione umana in un contesto virtuale ma non certo irreale, in cui trova finalmente spazio l’esigenza ancestrale di sentirsi parte di un tutto generatore, di una Natura Madre che ci ha partorito e che non abbiamo esitato a calpestare, a ricoprire di cemento”, come sottolinea la curatrice della mostra, Valeria Rufini Ferranti. “Chi, se non l’artista, che fa della propria unicità un vessillo, ha il compito di rappresentare l’attuale fenomeno di compenetrazione, se non sostituzione, tra essere umano e tecnologia?
Appellandosi al calore delle atmosfere del realismo magico, per mediare e in qualche modo contrastare la fredda precisione dell’intelligenza artificiale, la pittrice ci propone nelle tele una Roma 5.0 in cui realtà, iperrealtà, realtà aumentata, virtuale, provano a convivere per la prima volta nell’arte e non solo”.
Da mercoledì a venerdì: 12.00-20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Sabato e domenica: 10.00-20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Dal 29 novembre al 5 dicembre 2024
MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 32,34
CONFINI, la nuova mostra del collettivo artistico Phzero, invita a esplorare il tema del confine come spazio di riflessione tra libertà e barriera. Fondato dagli artisti Simona Gaffi e Daniele Signore, il collettivo Phzero propone un’Arte che unisce linguaggi contemporanei e critica sociale, portando l’osservatore a confrontarsi con le disparità che definiscono la nostra epoca: chi può attraversare il mondo liberamente e chi si trova bloccato da confini invisibili. Ogni opera in mostra diventa così un’occasione per interrogarsi sul significato di appartenenza, sulle distanze che ci separano e sui legami che ci uniscono.
Attraverso tecniche miste e materiali che richiamano la concretezza delle superfici urbane, Phzero esplora il confine non solo come una linea fisica, ma come un simbolo che si fa portatore di storie e vissuti. Le opere creano un dialogo tra street e fine art, fondendo elementi che esprimono l’asprezza e la bellezza delle esperienze urbane. L’approccio multidisciplinare sfuma i confini tra pubblico e opera, invitando chi osserva a divenire parte attiva di un’esperienza di riflessione condivisa intraprendendo un viaggio complesso.
L’interazione con il pubblico è al centro dell’esperienza espositiva di CONFINI: le opere non sono ideate solo per essere osservate, ma per stimolare nel visitatore un’esplorazione dei propri limiti interiori e delle barriere sociali della nostra epoca.
Phzero è un collettivo artistico fondato da Simona Gaffi e Daniele Signore, che si distingue per un approccio innovativo, in cui l’arte contemporanea e la critica sociale si fondono in una forma espressiva che abbatte i confini tra le discipline. Utilizzando una varietà di materiali e tecniche miste, Phzero sviluppa un linguaggio che interroga il ruolo dell’arte nel contesto urbano e invita il pubblico a dialogare attivamente con i materiali e la città.
Dal 29 novembre al 5 dicembre 2024
MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 4,6
Mostra personale di
“Di un tempo fragile” di Alessia Zolfo presenta opere pittoriche realizzate dall’artista negli ultimi due anni. È un’esplorazione della fragilità e complessità dell’animo umano. Con uno stile pittorico intenso e intimo, l’artista affronta temi di memoria, identità e vulnerabilità, trasformando il corpo e il volto in simboli universali di esperienze collettive e personali. Le sue opere si soffermano su dettagli che affiorano come frammenti di storie passate, evocando una narrazione visiva che è al tempo stesso profonda e misteriosa.
Attraverso una tavolozza sobria e materica, l’artista ci guida nei meandri dell’emozione e della riflessione, dove il tempo sembra sospeso e il dolore silenzioso si intreccia a una bellezza effimera. Ogni opera invita a soffermarsi, a riscoprire la delicatezza e la forza di ciò che è fragile, e a guardare negli occhi una vulnerabilità che ci accomuna.
Alessia Zolfo, nata a Napoli nel 1984, docente di Arte nella scuola secondaria, si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, dove ha sviluppato un linguaggio visivo unico che unisce pittura e scultura. La sua opera si distingue per l’uso di materiali poveri – legno, carta e stoffa – dando forma a figure che, come note di un alfabeto antico, raccontano di intimità e storia. Zolfo scolpisce e dipinge corpi e volti come simboli, in un linguaggio che Zani definisce “prudente e riservato”, lontano da ogni clamore, evocativo di una memoria collettiva e intima.
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«Certa gente è fatta così, deve spremere ogni opera d’arte fino all’ultima goccia e gridarlo ai quattro venti» (E. Jelinek, "La pianista")
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ROME - THE IMPERIAL FORA: SCHOLARLY RESEARCH & RELATED STUDIES.
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