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Dal 15/11 al 7/12/25 “Tracce” Mostra fotografica al Palazzo Merulana

Dal 15 novembre al 7 dicembre 2025

PALAZZO MERULANA

Tracce

Dall’equilibrio naturale al disequilibrio cittadino

Mostra fotografica di

Andrea Fassi ed Emanuela Ferri

Palazzo Merulana presenta la mostra fotografica Tracce: dall’equilibrio naturale al disequilibrio cittadino, di Andrea Fassi ed Emanuela Perri.

La mostra Tracce: dall’equilibrio naturale al disequilibrio cittadino nasce dall’incontro di due sguardi differenti ma complementari, uniti dall’urgenza di riflettere sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente dove il generale si mimetizza nel particolare.

Nelle fotografie di Andrea Fassi il protagonista è lo stato di abbandono del generico, l’incuria e l’indifferenza umana, fotografate e raccontate attraverso la solitudine del dettaglio: coni e coppette abbandonati, simboli di un piacere consumato, restano vuota memoria del passaggio umano e del desiderio istintivo di nutrimento, atto che si completa con la sazietà e che non si cura d’altro.

Il vissuto di un consumo apparentemente innocuo, estemporaneo, diventa traccia tangibile di un impatto ambientale crescente dove l’uomo dilaga con i suoi istinti primordiali.

Con questo progetto, Fassi mette in luce l’involuzione dell’amore per la natura a fronte del progresso commerciale, trasformando oggetti quotidiani in testimonianze visive di una fragilità collettiva.

Insieme al figlio Andrea, la fotografa Emanuela Perri esplora un universo opposto proponendo, attraverso dettagli, una natura particolare, incontaminata, traccia indelebile dell’assenza dell’uomo. Gli spazi ancora intatti sono pieni del loro massimo valore naturale.

I suoi scatti restituiscono, nell’avvicendarsi delle stagioni, un paesaggio puro e silenzioso, in cui l’equilibrio naturale resiste, invitando lo spettatore a contemplare e proteggere ciò che rischiamo di compromettere.

Questa doppia prospettiva tra madre e figlio crea un dialogo visivo che mette in relazione l’impronta del consumo urbano e la resistenza della natura incontaminata; la natura che genera e l’uomo che distrugge, offrendo al pubblico una riflessione profonda e attuale.

La mostra non si limita a proporre immagini, ma diventa strumento di sensibilizzazione: un invito a considerare le conseguenze delle nostre abitudini quotidiane e a riconoscere il valore inestimabile degli spazi naturali ancora integri.

Attraverso il linguaggio della fotografia, Tracce: dall’equilibrio naturale al disequilibrio cittadino si pone dunque come un’occasione di consapevolezza e di confronto, stimolando una nuova responsabilità condivisa tra memoria, cultura e futuro ambientale, parte del ricavo verrà devoluto all’associazione Retake, movimento spontaneo di cittadini, no-profit e apartitico, che promuove la bellezza, la vivibilità e la rigenerazione urbana attiva sul territorio Esquilino e oltre.

NOTE BIOGRAFICHE

Andrea Fassi, pronipote della storica famiglia Fassi e del fondatore del Palazzo del Freddo, porta avanti un percorso personale e professionale che unisce l’eredità imprenditoriale alla sua passione per la narrazione. Ha appena pubblicato il suo romanzo d’esordio dal titolo Papille edito dalla casa editrice Coda di Volpe

La fotografa Emanuela Perri nelle parole di Giulia Argan, nipote dello storico Giulio Carlo Argan: “Fotografa naturalista Emanuela Perri vive e lavora a Roma. Ella è affascinata dalla fotografia che pratica da molti anni con passione. Ha partecipato a diverse mostre, anche nelle scuole, dove attraverso i suoi lavori avvicina i bambini e i giovani alla natura, con una sensibilità semplice e diretta che sa toccare nel profondo. Le sue foto sono presenti in molte abitazioni private, dove hanno portato tutta l’eterea magia e il mistero delle cose della natura. Osserva la natura anche nelle forme impensate del microcosmo, della vegetazione spontanea. Ama fissare nell’immagine il momento in cui l’emozione esile, ma rivelatrice di un senso profondo, scaturisce da caleidoscopiche forme di foglie e di petali, che diversamente si associano e vibrano al variare del vento e della luce del sole. Indaga le profonde corrispondenze tra il mezzo della fotografia e la poetica pittorica e letteraria, alternando una meticolosa e appassionata ricerca botanica ad una sensibilità poetica e passionale, che ci avvicina ai suoi soggetti in modo emozionale. La sua fotografia appare uno strumento di conoscenza per definire le atmosfere e i contorni mitici del mondo interiore.”

Dal 21 al 27/11/25 “Vanessa Litardi – Luna” al Medina Art Gallery

Dal 21 al 27 novembre 2025

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 32,34

Vanessa Litardi

Luna 

Solo Photo Exhibit

Si parte così per l’infinito. Vanessa Litardi sa benissimo cosa significhi essere un ponte, un medium d’eccezione in grado di condurci verso una dimensione nuova, straordinaria, laddove la realtà scivola fra le lenzuola del sogno.

L’opera dell’artista romana non si pone come mera narrazione. Di norma la fotografia fonda la sua ragion d’essere su due elementi, ovvero l’esigenza legata al ricordo, che non di rado si affida alle logiche della documentazione, e la più libera scelta autoriale, che eleva l’obiettivo della camera al modus agendi dell’occhio che vede e riconosce. È chiaro che nel momento in cui la realtà si fa visione, la fotografia diviene arte. Grandi maestri del calibro di Salgado, McCurry, Ray o Erwitt, non si sono limitati a mostrare il mondo, lo hanno trasfigurato. E il senso della bellezza sta proprio in questo, nella capacità di rileggere la nostra esistenza in un modo diverso, alternativo, assolutamente personale.

Litardi persegue un suo preciso progetto estetico. Le sue immagini confondono lo spettatore, lo catturano e lo inebriano, traghettandolo, scatto dopo scatto, sulle rive di un’isola sospesa, ambigua, spesso destabilizzante. L’artista desidera che siano gli occhi della mente a schiudersi dinanzi alle sue fotografie.

Sono ritratti apparentemente statuari…

…cristallizzati, che emergono fra decisi contrappunti di luci e ombre, sono primi piani, in cui l’intensità dello sguardo penetrante o la danza inscenata dalle mani creano un dramma visivo ed esistenziale. Una sapiente orchestrazione compositiva lascia emergere, con grazia e allusione, quel dettaglio simbolicamente efficace per il riconoscimento del soggetto.

Non si tratta di scatti da guardare distrattamente, ma di quadri lirici da sviscerare e comprendere. Sono le leggi della poesia a dettare le regole, specialmente se teniamo bene a mente l’origine del termine: la parola “poesia” viene dal verbo greco ‘poiéo’ che significa sia ‘compongo in versi, versifico’, sia ‘com-prendo, abbraccio le cose nella loro totalità’. Un aspetto, l’ultimo, che rimanda subito all’idea dell’arte che sa porsi come soluzione e lettura del mondo.

Gli scatti di Litardi agiscono alla stessa maniera. Anzitutto il buio della scena finisce per rivelare allo spettatore ciò che la luce si limita a mostrare. L’artista non ferma più il tempo, lo sovverte, lo cattura per trasfigurarlo in una linea infinita e trasognata. L’aspetto quotidiano, ordinario, del ritratto si fa allora mito.

Ciascuno dei soggetti veleggia sulle rive di quell’isola sovrannaturale…

…in cui l’antica mitologia classica, ricca di suggestioni e riferimenti, si fa ancora metafora di vita. Appare allora un uomo dalla folta barba e dallo sguardo ineluttabile, fra le cui dita è custodito l’anello con le ceneri della madre defunta. Costui è ora Ade, il dio degli Inferi, il custode della morte. I piercing di una donna dai lineamenti decisi sono ora gli ornamenti tribali di Demetra, dea della terra e della fecondità, o ancora la mano che copre metà volto di una ragazza evoca l’immagine della Luna, che ci rimanda alla Grande Madre, alla Musa ispiratrice o al lato oscuro dell’essere che esiste in ciascuno di noi.

Litardi, in guisa di regista e scenografa, dà origine a un pantheon moderno, in cui gli attori che recitano sul palcoscenico vengono stravolti e reinterpretati dal suo sguardo poetico e sorprendente, laddove l’impressione cede il passo all’intuizione. È l’adagio di Salustio: “queste cose non avvennero mai ma sono sempre”.

Bio

Vanessa Litardi, nata a Roma il 29 maggio 1972, ha intrapreso un percorso artistico che unisce moda, design e fotografia in un linguaggio visivo personale e riconoscibile. Dopo gli studi all’Accademia di Moda e Costume di Roma, nel 1994 ha iniziato la sua carriera nel mondo della moda, ricoprendo ruoli di Head Designer e Creative Director per diverse maisons, tra cui il Laura Biagiotti Group. In quegli anni ha affinato il suo occhio per il dettaglio e la composizione, sperimentando l’integrazione tra fotografia e design e ponendo le basi di una ricerca estetica originale.

La sua formazione fotografica si è consolidata presso lo studio di Andrea Lando, dove ha approfondito vari ambiti della disciplina, dalle tecniche di scatto alla post-produzione avanzata. Nel 2020 ha scelto di intraprendere la strada della fotografia freelance, specializzandosi nel ritratto e nella fotografia di scena, campi in cui la sua sensibilità artistica trova piena espressione. Per lei, ogni ritratto è “un’anima in posa, dove il nero diventa confine tra grembo e abisso”.

Parallelamente alla carriera professionale, ha sviluppato diversi progetti indipendenti, tra cui il marchio e progetto artistico Cartoon Prettyugly e l’iniziativa L’uccellino fa miao. Ha inoltre curato shooting e styling per la copertina del brano Senza Stelle e Senza Luna (Maqueta Records) del cantautore Mauro Di Maggio, pubblicata nel 2022. Il suo lavoro è stato presentato anche in contesti espositivi: l’11 maggio 2025 presso la Galleria Dantebus Margutta, il 27 giugno alla Galleria Studio 57 di Napoli e il 19 giugno 2025 ha ricevuto l’attestato di merito del Premio Giotto a Palazzo Borghese.

Le influenze personali…

…hanno sempre avuto un ruolo centrale nel suo linguaggio artistico: l’astrologia archetipica applicata alla psicologia, la pittura e la danza orientale nutrono la sua ricerca visiva, rendendo ogni scatto un crocevia di esperienze e suggestioni. In questo intreccio di passioni, Vanessa Litardi ha costruito un’identità fotografica unica, capace di trasformare l’immagine in un viaggio interiore.

Dal 13 al 26/11/25 “Panorami” Mostra di Eleonora Liso al Gatsby Cafè

Dal 13 al 26 novembre 2025

GATSBY CAFE’

Panorami

Mostra di

Eleonora Liso
Guardare l’orizzonte, carpire l’essenza della natura, panorami che riempiono l’anima, sete di immensità. Prendere consapevolezza di essere solo un ospite di passaggio.
“Guarda in profondità nella natura, e poi capirai tutto meglio.” – Albert Einstein
Romana, fotografa diplomata al cine tv Rossellini, ha studiato architettura d’interni all’istituto Quasar. Attualmente lavora nell’immobiliare.
Il suo primo amore a 8 anni, una piccola macchinetta minox per lo spionaggio regalata dal padre, che rivende a 14 per comprare una Canon FT analogica, sua amica del cuore per tanto tempo.
“Scatto per gioco e per passione, scatto l’emozione di quell’istante, scatto con qualsiasi strumento fotografico che possiedo in quel momento.”
le mostre del Gatsby Café sono a cura di Séverine Queyras

Dal 3 al 15/11/25 “Da Piero a Pier Paolo” a Villa Altieri

Dal 3l 15 novembre 2025

VILLA ALTIERI

Da Piero a Pier Paolo

Un viaggio tra arte e cinema nel nome di Pasolini

In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, nasce il progetto “Da Piero a Pier Paolo”, ideato da Alessandro Perrella,
un percorso originale che mette in relazione l’arte di Piero della Francesca con la visione cinematografica pasoliniana.
La mostra espone in via straordinaria fotografie dei costumi original del film “Il Vangelo secondo Matteo”, ispirati agli affreschi della “Leggenda della Vera Croce”. Completano il percorso le *foto di scena* del film, concesse dalla Cineteca di Bologna.
Il legame tra Pasolini e l’arte nasce dai suoi studi con Roberto Longhi e si riflette nel suo cinema, in cui emergono riferimenti visivi colti e profondi. Ne è esempio la figura della Madonna del Parto, che ispira la Maria del Vangelo, giovane, popolare e al tempo stesso regale.
Anche i copricapo geometrici indossati dai sacerdoti nel film richiamano direttamente quelli degli affreschi di Piero, confermando l’influenza visiva e simbolica dell’arte rinascimentale sulla poetica pasoliniana.
Un omaggio potente e suggestivo a due grandi interpreti del reale e del sacro.

Dal 30/10 al 12/11/25 “Wow!” Mostra di KSTUDIO – GIUDA – WOW! al Gatsby Cafè

Dal 30 ottobre al 12 novembre 2025

WOW!

Mostra di KSTUDO – GIUDA – WOW!

 

Opening party: 30 ottobre dalle 19.00 alle 23.00
Foto in mostra fino al 12 novembre.
KSTUDIO è un brand di moda indipendente che nasce dalla volontà di unire la tradizione sartoriale italiana a un’estetica potente e consapevole, capace di parlare di autodeterminazione, libertà e affermazione personale.
Il progetto prende forma dall’esigenza di raccontare identità complesse, corpi non conformi e soggettività che si impongono con forza, eleganza e autenticità. Le collezioni si distinguono per tagli netti, costruzioni geometriche e dettagli sartoriali reinterpretati in chiave contemporanea. Ogni capo è un manifesto visivo, pensato per chi non ha paura di esporsi e dominare la scena.
KSTUDIO si muove tra femminile e maschile, tra rigore e provocazione, offrendo un linguaggio estetico che supera le etichette e afferma la moda come strumento politico e narrativo. Alla base del brand c’è il concetto di everyday couture: i capi non sono pensati per essere indossati una sola volta nella vita, ma per accompagnare chi li sceglie ogni giorno, rendendolo unico in ogni occasione. La modularità degli abiti – studiati per essere adattabili e riconfigurabili nel tempo – ne aumenta la durata e la versatilità, promuovendo una moda più consapevole, resistente e personale.
KSTUDIO non veste un genere, veste un’attitudine: quella di chi sceglie, ogni giorno, di essere protagonista del proprio racconto. Dietro il progetto c’è un team interamente femminile, giovane e multidisciplinare, che lavora in sinergia tra progettazione, confezione, direzione creativa e comunicazione. Questa struttura collettiva e orizzontale non è solo un valore produttivo, ma un atto politico: affermare il ruolo centrale della creatività femminile nel sistema moda, riscrivendone i codici dall’interno. Con collezioni che combinano provocazione e precisione sartoriale,
KSTUDIO si afferma come voce autentica di una nuova generazione di designer indipendenti che non temono di esporsi, scegliere, trasformare. Perché la moda, per KSTUDIO, è una dichiarazione quotidiana di identità e visione.
le mostre del Gatsby Café sono a cura di Séverine Queyras

 

Dal 15 al 28/10/25 “Claudia. La forza di una voce” Mostra all’Acquario Romano – Casa dell’Architettura

Dal 15 al 28 ottobre 2025

ACQUARIO ROMANO – CASA DELL’ARCHITETTURA

Claudia. La forza di una voce

Autenticità, istinto e libertà oltre il cinema

a cura di Francesco Della Calce

Archivio Enrico Appetito – Archivio Luxardo

Una mostra antologica dedicata all’icona Claudia Cardinale che mira a raccontare l’attrice oltre il mito del grande schermo, celebrandola come Donna e Diva e focalizzandosi sulla sua autenticità, determinazione e coraggio. Il titolo è un omaggio alla sua vera voce, inizialmente roca e censurata, e alla sua percezione di sé come “un essere forte”. La Cardinale è presentata come l’artista che ha saputo “abitare” donne anticonformiste, come Rosa ne Il giorno della civetta o Sandra in Vaghe stelle dell’Orsa.
18 opere fotografiche rare e inedite provenienti dall’Archivio Enrico Appetito e dall’Archivio Luxardo.
Queste “essenze” spaziano da intensi ritratti di studio a scatti di set (on-set e off-set) di 8 film chiave – tra cui titoli di Visconti e Damiani – distillando l’essenza della sua carriera.

Dall’11/10 al 16/11/25 “Hortus – Featuring the sculpture habitat” mostra all’Acquario Romano – Casa dell’Architettura

Dall’11 ottobre al 16 novembre 2025

ACQUARIO ROMANO – CASA DELL’ARCHITETTURA

Hortus

Featuring the sculpture Habitat

La mostra rappresenta l’esito di un percorso avviato con le tre edizioni di Featuring the Sculpture Habitat, ospitate presso la Casa dell’Architettura. Le precedenti rassegne hanno indagato l’attualità della scultura attraverso il dialogo con l’architettura, a partire dall’edificio stesso, oggetto di un significativo intervento di riuso, approfondendo il rapporto tra scultura, corpo e lavoro manuale in un’epoca segnata dalla crescente volatilità del rapporto con la materia. La nuova edizione esplora la conquista dello spazio da parte della scultura. Non nello spazio urbano, spesso sottratto all’arte plastica dall’architettura, ma nell’hortus, il locus conclusus: uno spazio raccolto dove la natura è presente ma regolata e la scultura si fa ponte tra natura e architettura. Le opere di Davide Dormino, Alessia Forconi, Fulvio Merolli, Stefania Pennacchio e Giacomo Rizzo affrontano il tema secondo linguaggi e sensibilità differenti: dall’attivismo politico all’arte pubblica, dalla nostalgia per l’armonia perduta alla riflessione sulla modernità e sulla natura. 

a cura di Andrea Guastella e Fulvio Merolli

evento promosso da
Casa dell’Architettura
Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia

mostra
lun–sab ore 10–19
ingresso libero

11.10.2025
ore 17:00
opening mostra
ore 18:00
presentazione del catalogo
sala centrale
ingresso libero 

9/10/25 “Intersezioni” presso Horti Magici

9 ottobre 2025 dalle ore 15:30

HORTI MAGICI

Intersezioni

Il programma

• Ore 15.30 Apertura con saluti istituzionali.
• Preparazione set fotografico, con ritratto personalizzato per tutti i partecipanti, attivo fino alle 21 – a cura di Severine Queyras e Pierluigi Zolli.
• Laboratorio di stampa manuale. Stampa il tuo disegno su foglio, maglietta o borsa in 20 minuti! Per tutte le età in piazza cittadina – a cura di Zara Kian.
• Mostra fotografica di Marco Grandelis.
• Apertura del progetto di Jean-Baptise Huynh “Il giardino delle parole”.

• Ore 17.30 presentazione del libro di Abdou Mbacké Diouf “Il pianista del Teranga”, dialoga con Malick Fall e Sara Antonietta Amame.

• Dalle 18.30 si esibiranno sul palco:
– Alberto Rivas e Carlos Paz (Flauto e chitarra)
– Kora hero duo con Ameth Ndiaye e Kora Hero
– Nicolò Melocchi e Sanjay Kansa Banik (flauto indiano e Tabla)
– Sufi jazz con Houcine Ataa e Gaia Possente

Dal 5 al 16/6/25 “Mediterraneo” Mostra di Federico Scarchilli al Gatsby Cafè

Dal 5 al 16 giugno 2025

GATSBY CAFE’

Mediterraneo

Mostra di
Federico Scarchilli
Nel cuore del Golfo di Napoli, tra le celebri Ischia e Capri, si nasconde Procida, un piccolo gioiello che conserva intatta la sua anima autentica. Con i suoi appena 10mila abitanti, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Passeggiando tra le sue viuzze colorate si respira l’odore dei limoni, il mare è sempre vicino, e il ritmo della vita è ancora scandito dalla pesca e dalle tradizioni locali.
Le “cianciole”, tipiche barche da pesca, solcano ancora le acque intorno all’isola, ricordando un passato che qui è ancora presente. La cucina, semplice e genuina, riflette l’identità mediterranea dell’isola, fatta di sapori forti e profumi intensi.
Procida è anche cinema: il suo fascino ha incantato registi e attori, diventando il set naturale di film celebri come “Il Postino” con Massimo Troisi o “The Talented Mr. Ripley”. Il suo paesaggio, intimo e suggestivo, è capace di ispirare arte e racconti, lontano dalle rotte turistiche più battute.
Ma l’isola non è solo cartolina: ha una forte tradizione marittima, e molti dei suoi abitanti hanno solcato i mari del mondo come ufficiali della marina mercantile. Questo legame profondo con il
mare è parte dell’identità procidana, fatta di orgoglio e resilienza.
Procida oggi è una meta sempre più apprezzata da chi cerca autenticità, bellezza silenziosa e un’Italia fatta di piccoli gesti e grandi storie.
***
Federico Scarchilli è docente di Documentazione Fotografica presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e di Elaborazione Digitale dell’Immagine presso l’Istituto Pantheon Design & Technology di Roma. Insegna fotografia in strutture socio-sanitarie pubbliche, lavorando con persone a maggiore rischio di esclusione sociale e lavorativa.
Nel 2024, il suo lavoro “Flora” ha vinto il Sony World Photography Award nella categoria Still Life. Tra il 2020 e il 2022, i suoi progetti legati al Covid sono stati esposti in “COVID-19 Visual
Project” a cura di Cortona On The Move e in “CoviDiaries” alla Fabbrica del Vapore di Milano.
Nel 2019, il suo progetto “The Architecture of Knowledge” è stato finalista al Premio Marco Pesaresi. Nel 2018 ha ricevuto una residenza d’artista per il progetto “Landxcape”, organizzato
dalla Regione Puglia e dalla Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo.
Nel 2016 ha rappresentato l’Italia alla biennale Jeune Création Européenne.
Le sue pubblicazioni includono: Geo Magazine, La Repubblica, Internazionale, Il Messaggero, De Volkskrant, Oggi, L’Illustré, Die Zeit, CNN, Lonely Planet, Digital Camera Magazine.
I suoi lavori sono stati esposti in Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Corea del Sud, Polonia, Danimarca, India e Lituania.
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le mostre del Gatsby Café sono a cura di Séverine Queyras

Dal 30/5 al 12/6/25 “Chronogenics” Mostra fotografica di Francesco Grigori Di Bene al Medinna Art Gallery

Dal 30 maggio al 12 giugno 2025

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 4, 6

Chronogenics

Mostra fotografica di

Francesco Grigori Di Bene

Testo a cura di Grazia Mocci

Il progetto “Chronogenics” di Francesco Grigori Di Bene è un’indagine fotografica focalizzata sul volto come deposito genetico e spirituale, come superficie di passaggio tra ciò che saremo e ciò che siamo stati. Attraverso un ventaglio di ritratti in bianco e nero, l’artista mette in scena il dialogo silenzioso tra generazioni, tra padri, madri e figli che si specchiano vicendevolmente, talvolta con evidenza, talvolta in modo misterioso e celato, come se una linea sottile unisse i tratti più sfuggenti dell’identità.

Chronogenics nasce da un’esigenza profonda: lasciare una traccia di sé nel mondo. Se infatti la necessità creativa è un surrogato della necessità di procreare, qui le immagini cercano la somiglianza, la evocano, anche laddove è invisibile. Costruendo una geografia affettiva fatta di occhi, linee del volto, gesti e memorie condivise. Lasciando un’eredità che non è solo biologica, ma anche simbolica.

La scelta del bianco e nero…

…risponde a una precisa intenzione formale e concettuale: l’assenza del colore agisce quale strumento di sottrazione e costringe lo sguardo a concentrarsi sulle linee, sulla struttura, sulle simmetrie e sulle discrepanze. La forma emerge così con nitidezza e il medium si fa veicolo di verità, l’immagine si avvicina all’essenza, come fosse un’istantanea che resta quando il tempo scava.

La serie di foto, con un ampio spettro, si articola intorno ad un asse: la somiglianza intesa non solo come elemento morfologico, ma anche come tensione visiva tra presenza e assenza. Le immagini operano per fusione, giustapposizione o ibridazione dei tratti somatici, mettendo in luce le convergenze, ora manifeste, ora impercettibili. E suggerendo una riflessione sulla trasmissione genetica come narrazione visiva nel tempo.

La mostra non si limita a una semplice esposizione…

…ma esorta a chiederci: cosa lasciamo realmente di noi? Quali tracce resistono alla forza erosiva del tempo e della memoria? La fotografia, qui, non documenta, ma interpreta. È una forma di procreazione e, come un figlio, ogni immagine nasce dall’urgenza di continuità, dalla volontà di restare. La pratica artistica si fa dunque atto di incarnazione, di trasmissione, di amore.

Chronogenics è, in fondo, un archivio di legami, una riflessione pungente sull’identità come dono e come destino, sull’essere nel tempo e attraverso il tempo. E sulla bellezza di essere parte di una narrazione che ci precede e ci oltrepassa