18 gennaio 2015 : Benedizione degli animali domestici a S. Eusebio #PiazzaVittorio

s.eusebio15Parrocchia di S. Eusebio all’EsquilinoSantAntonio-Abate15
17 – 18 Gennaio 2015
Piazza Vittorio Emanuele II
Festa di S. Antonio Abate

 

Sabato 17 gennaio

  • 18,30 : Celebrazione S. Messa con la presenza degli animali

Domenica 18 gennaio

  • 9,00   :  Apertura al pubblico del mercatino prodotti tipici enogastronomici e artigianali lungo il marciapede di Piazza Vittorio Emanuele II (chiusura mercatino ore 20,00
  • 9,30   :  Arrivo e parcheggio auto d’epoca (l’esposizione delle auto terminerà alle ore 16,30)
  • 10,30 :  Celebrazione S. Messa con la presenza degli animali
  • 11,30 :  Esibizione della Banda della Polizia Locale Roma Capitale. Processione con la statua si S. Antonio lungo tutta la strada che circonda Piazza Vittorio con al seguito la “Strabanda”
  • 12,30 :  Al termine della processione Benedizione generale e particolare degli animali sul sagrato della Chiesa
  • 15,00 :  Gara per categorie degli animali nell’area ludica (in Piazza Vittorio lato via Carlo Alberto) e premiazione finale
  • 17,00 :  Premiazione del concorso di foto “Io e il mio piccolo amico” nelle sale della Parrocchia
  • 18,30 :  Celebrazione S. Messa

Nel corso della giornata spettacoli a ripetizione del teatrino dei burattini “Teste di Legno”, animazione e giochi per bambini e villaggio indiano

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“La classe digerente” di e con Elio Crifò al Brancaccino

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LA CLASSE DIGERENTE
di e con Elio Crifò

“La classe diGerente” è un format di satira politica creato, scritto e interpretato da Elio Crifò che seguendo l’evolversi degli avvenimenti della politica italiana e mondiale si aggiorna nelle sue versioni: 2.0, 3.0, ecc…

DATE E ORARIO SPETTACOLO

lunedi 29 dicembre 2014 h. 21.00;
lunedi 5 gennaio 2015 h. 21.00;
lunedi12 gennaio 2015 h. 21.00;
lunedi 2 febbraio 2015 h.21.00;
lunedi 23 febbraio 2015 h.21.00;
lunedi 9 marzo 2015 h.21.00;
lunedi 23 marzo 2015 h.21.00;

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Piazza Dante: sabato 17 gennaio si inaugura il Cantiere dei Poeti

InvitoIl 17 gennaio alle ore 11 sarà inaugurato a Piazza Dante “Il cantiere dei poeti”. L’area interessata dal cantiere edile nato per la ristrutturazione del palazzo della Cassa Depositi e Prestiti da parte dei Servizi Segreti sarà abbracciata da enormi pannelli dipinti dai residenti del Rione che riproducono i lavori degli artisti e degli studenti realizzati negli ultimi due anni. Contestualmente a via Petrarca n. 3 sarà inaugurata l’esposizione dei bozzetti originali degli artisti

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Alcune immagini del Presepe Vivente allestito all’interno dell’Anfiteatro Castrense

Alcune suggestive immagini del Presepe Vivente allestito all’interno dell’Anfiteatro Castrense accanto alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme nelle giornate del 28 dicembre e del 6 gennaio. Ricordiamo che la mostra dei Presepi rimarrà aperta fino al 31 gennaio 2015.

8 – 18 gennaio 2015 “L’amico del Cuore” al Teatro Jovinelli

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BIBI’ Produzioni presenta

Biagio Izzo in

L’amico del Cuore

al Teatro Ambra Jovinelli

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Sampietrini o asfalto : guardate all’#Esquilino

Premessa :

In piena era Rutelliana e con l’avallo dell’allora assessore alla mobilità Walter Tocci si realizzò una corsia preferenziale per i tram da Porta Maggiore  a via Farini passando per Piazza Vittorio, tragitto ampliato e migliorato da un paio d’anni a questa parte grazie a un nuovo raccordo che sposta il capolinea a Piazza dei Cinquecento. Il tratto di via di Porta Maggiore venne eseguito in maniera diversa dal resto del tragitto : al posto dei cordoli in cemento armato (in seguito eliminati in via Principe Eugenio) si pensò alla sede tranviaria rialzata rispetto alle corsie laterali e pavimentata con i sampietrini. Intervento esteticamente molto valido e ben realizzato ma rivelatosi inadeguato per le accresciute esigenze dovute al passaggio degli autobus della linea 105 che originariamente transitavano a via Giolitti e furono spostati in via di Porta Maggiore dato che provocavano dei guasti insopportabili in una via già abbondantemente sconquassata dal passaggio del treno Termini – Giardinetti (allora Pantano). Il risultato è quindi una corsia preferenziale a metà ma le colpe non sono di chi l’ha progettata o costruita ma nella mancanza di programmazione e lungimiranza che anche allora contraddistinse la giunta comunale che commissionò il lavoro. Infatti si pensò al solo passaggio dei tram con degli ingombri pensati solo per questo mezzo di locomozione, salvo poi ripensarci a opera ultimata facendo passare per questa via anche gli autobus della linea 105 troppo ingombranti per poter usufruire della corsia preferenziale.

La corsia preferenziale oggi :

20150102_084317Nonostante l’incessante passaggio dei molti tram che la percorrono (e i tram non pesano poco) e dei mezzi di soccorso (ambulanze, polizia, carabinieri, vigili del fuoco, mezzi soccorso  Atac) l’opera ha retto benissimo : solo qualche piccolo avvallamento di poco conto, nessuna voragine, nessun allagamento quando piove e (udite, udite) pochissima manutenzione in questi quasi venti anni. Il segreto (se così si può definire) è un lavoro ben eseguito con un adeguato rinforzo sotto il manto stradale una buona posa in opera e nessuna apertura successiva per lavori per l’adeguamento dei vari servizi (Telecom, Italgas, Acea etc.). Lo stesso tratto è interessato dal passaggio nelle corsie laterali degli autobus oltre che dei mezzi privati ed è pavimentato con l’asfalto . Nonostante diversi interventi di manutenzione del manto stradale nel corso degli anni (l’ultimo questa estate) ecco come si presenta nei pressi dell’incrocio con viale Manzoni

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Se poi si fa qualche passo in più e si arriva alla fermata dei tram e degli autobus a via Principe Eugenio pavimentata in asfalto ecco lo spettacolo che ci si presenta

20150103_130355C’è da aggiungere altro ?

Le grandi sorprese dei vecchi progetti (1883) all’#Esquilino e non solo

Non è un mistero che dopo la breccia di Porta Pia, l’arrivo dei piemontesi e la proclamazione di Roma capitale d’Italia ci fu un fervore  enorme per cambiare il volto urbanistico ed architettonico alla città eterna per non farla sfigurare al confronto delle altre grandi capitali europee dell’epoca, più moderne e al passo con i tempi. Interi quartieri furono rasi al suolo o quantomeno profondamente ristrutturati secondo i canoni e gli schemi dell’urbanistica tardo ottocentesca. Abbiamo ritrovato la tavola del piano regolatore di Roma del 1883, redatto dall’ingegner Viviani, in cui si vede chiaramente che gli interventi più rilevanti erano iniziati o stavano per iniziare nelle zone dell’Esquilino, Prati, Aventino e Flaminio. Ci soffermeremo, ovviamente, all’Esquilino dal momento che non poche sorprese sono venute fuori dall’ esame del progetto urbanistico originario con la certezza che anche a quei tempi, purtroppo, si progettava una cosa e se ne realizzava un’altra. Innanzitutto bisogna ricordare che questo non è il primo piano regolatore pensato dal Viviani perchè ne esiste un altro più antico di circa 10 anni anche se non ufficilmente approvato e quindi questo rifacimento, valido anche formalmente, è dettato da aggiustamenti e modifiche scaturite da difficoltà attuative e chissà, anche pressioni politiche. Quindi si tratta di un piano regolatore lungamente pensato e non redatto in fretta e furia. Da una prima lettura si evince chiaramente che il primo “quartiere” ad essere interessato da questi enormi cambiamenti è stato proprio l’Esquilino perchè la legenda parla di  “nuovi quartieri in costruzione” (colore marrone) mentre per gli altri  si parla “nuovi quartieri da costruirsi”(colore rosa). Ecco la tavola d’insieme del piano regolatore del 1883 (cliccare per ingrandirla)

scienza IV - DOC 1La prima grossa sorpresa viene da Piazza Vittorio Emanuele II : come si vede chiaramente nell’ingrandimento sottostante l’intento del Viviani era quello di mantenere l’asse dell’antica Strada Felice (la via che collegava la basilica di S. Croce in Gerusalemme a quella di Santa Maria Maggiore) e per fare questo aveva diviso il giardino della piazza in quattro, non solo era attraversato dall’antica via ma ne era stata concepita un’altra ortogonale per  collocare all’intersezione il monumento a Vittorio Emanuele II (quello che ora è al Vittoriano). Come è facile vedere anche da alcune foto pubblicate da questo blog già alla fine dell’ottocento la piazza era stata rimodellata con un enorme giardino all’interno anche con un laghetto e senza alcuna strada che lo tagliasse e senza alcun monumento commemorativo. Ovviamente l’antica Strada Felice risultava così divisa in due tronconi : dalla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Piazza Vittorio e da Piazza Vittorio alla Basilica di Santa Maria Maggiore in netto contrasto con le direttive del piano regolatore.

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In questa immagine possiamo facilmente vedere anche che, originariamente, in piazza Manfredo Fanti e in piazza Guglielmo Pepe non fossero previsti edifici e che quindi l’Acquario Romano prima e la vecchia centrale del latte poi furono progettati e costruiti in tempi successivi  o in deroga a quello che era il piano regolatore vigente o con modifiche nei piani regolatori redatti negli anni seguenti.

Ma le sorprese più grandi vengono dalla parte sud, sud-est dell’Esquilino, quella che in seguito è stata pesantemente martoriata da decisioni spesso al limite dell’assurdo e senza alcun dubbio contrarie a qualsiasi idea non solo urbanistica ma anche solo sensata che invece pur nella furia distruttrice del rinnovamento a tutti i costi, il Viviani mostra in questo elaborato.

La prima cosa che si evince (vedi immagine sottostante) è che si era pensato a due sottopassaggi per collegare l’Esquilino a S.Lorenzo e più in generale alla Tiburtina : uno è quello che c’è oggi ossia il tunnel di S. Bibiana ma l’altro non esiste più anche se per il progettista era considerato più importante del primo perchè era in asse con viale Manzoni arteria importantissima e fondamentale del rinnovato assetto urbanistico del rione.

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Un’altra cosa che suscita interesse è l’importanza che era stata riservata al Ninfeo degli Horti Liciniani con una grande area di rispetto ( circa la metà di piazza di Porta Maggiore) sia dalla parte della ferrovia, sia principalmente dalla parte opposta. Interessante il fatto che l’attuale via Giolitti era considerata un’arteria principale ed importante  per il rinnovato rione tanto che era stata progettata per essere un viale alberato alla stessa stregua di viale Manzoni, via Merulana, via di Porta Maggiore e via di S. Croce in Gerusalemme. Da sottolineare anche come una vasta area (tra via di Porta Maggiore e via di S. Croce in Gerusalemme) fosse stata destinata come “area per gli edifici governativi” e in particolare per la nuova costruzione del Policlinico poi intitolato ad Umberto I, allora ancora da progettare e poi spostato in altra zona. Nei decenni successivi in quelle stessa area vennero costruite unità di edilizia residenziale e l’attuale sede della filiale romana della Fiat.

viagiolitti2014Come si può notare da questa pianta che ritrae la medesima zona ai giorni nostri, del sottopassaggio in asse con viale Manzoni non c’è più traccia, la zona di rispetto di fronte al Ninfeo degli Horti Liciniani non è stata rispettata e si costruì quasi a filo della strada e nel 1917 venne creata la linea ferroviaria Roma Fiuggi che restrinse in maniera ancor più significativa la carreggiata e di fatto costrinse alla chiusura del monumento. Altro martirio urbanistico lo ha subito nel corso degli anni  la chiesa di S. Bibiana (capolavoro di G.L.Bernini) che il Viviani aveva preservato incastonandola in una piazza di non modeste dimensioni : la ferrovia Roma Fiuggi prima, l’ala Mazzoniana della nuova Stazione Termini dopo, l’hanno praticamente nascosta e relegata in una posizione di secondo piano accresciuta oggi dal degrado che regna in quella zona interessata anche dall’abbandono in cui versa l’ex cinema teatro Apollo chiuso ormai da circa 15 anni (e di proprietà del Comune).

Per chiudere questo articolo una paio di considerazioni interessanti. La prima è che nell’elaborato risulta senza ombra di dubbio  che già nel 1883 era chiara l’idea di creare l’attuale via dei Fori Imperiali con la legenda “Demolizioni per ampliamento e apertura di strade”. E’ sintomatico che si pensò alla creazione di una via che collegasse la zona del Colosseo con la zona del parlamento e dei ministeri ancor prima che fosse pensato e progettato il Vittoriano.20141217_074644 La via era il proseguimento ideale dell’asse Viale Manzoni, Via Labicana e si intersecava con via Cavour ideata e costruita in quel periodo grazie a questo piano regolatore. La seconda è che molto probabilmente fino alla fine del secondo conflitto mondiale il sottopassaggio di viale Manzoni esistesse ancora, come qualche anziano del rione ricorda, venne chiuso in un secondo momento per ricavarne degli altri locali nella costruzione che attualmente ospita il pensionato della Polizia e delle FF.SS. .20141220_082734 Tale asserzione risulta evidente osservando che la base del corpo di fabbrica ortogonale a Viale Manzoni è completamente diversa dal resto del fabbricato ed è quindi chiaro che sia stata un’opera successiva e sicuramente peggiorativa del progetto originale che comprendeva il sottopassaggio che avrebbe dovuto essere il gemello di quello situato dinanzi a via Alfredo Cappellini.

 

Le idee chiare del Comune di Roma sui sampietrini

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30 dicembre :

Da “Libero”

Maurizio Pucci, neoassessore comunale ai lavori pubblici ha pensato di far cassa con la vendita degli stessi blocchetti di leucitite. “I sampietrini hanno un mercato fiorente, sia italiano sia internazionale. Li daremo alle imprese, sono un valore”. Conscio delle critiche che già stanno arrivando Pucci ha inoltre dichiarato: “Gli approcci ideologici non servono. E io dico che i sampietrini se non sono utili sono pericolosi, per automobilisti scooteristi e pedoni, per tutti: vanno sostituiti con l’asfalto, almeno in tutte le strade dove passa l’autobus al fine di rendere la città più funzionale”. Tra l’altro, aggiunge, “la sutura tra un sampietrino e l’altro produce polvere che crea inquinamento, danneggia i monumenti”.

31 dicembre :

Da “Il Messaggero”

I sampietrini che verranno smobilitati da piazze e strade del centro storico non verranno messi in vendita. Alla fine la linea dell’assessore ai Lavori pubblici Maurizio Pucci in giunta è stata bocciata: i blocchetti di leucitite verranno sì rimossi da alcuni luoghi storici del cuore di Roma, come anticipato dal Messaggero, ma non verranno utilizzati per fare cassa. Verranno invece trasferiti in periferia, nelle nuove aree pedonali che verranno create in tutti gli altri 14 municipi della città.

LE STRADE
Da piazza Venezia a via Nazionale, il Comune ha deciso di asfaltare i percorsi più trafficati del centro storico: troppo costoso mantenere i “serci”, che spesso rappresentano un’insidia per auto e moto, facendo rimbalzare le gomme e anche impennare il rumore. Che fare però dello storico selciato con cui Sisto V lastricò per prima piazza San Pietro dopo avere rischiato che la sua carrozza si cappottasse? L’assessore Pucci aveva proposto di metterli tutti sul mercato per rimpinguare le casse, sempre più magre, di Palazzo Senatorio, parlando addirittura del valore di circa 100 euro a pezzo.

La proposta però ha suscitato una bufera di reazioni. Il consigliere regionale Fabrizio Santori ha annunciato la presentazione di un esposto alla Procura «per la svendita del patrimonio culturale della città eterna». Il critico d’arte ed ex sottosegretario ai Beni culturali Vittorio Sgarbi ha parlato di «una follia, un’offesa alla città di Roma», anche perché, sostiene Sgarbi, «non mi pare che il sampietrino sia una pietra preziosa e che quindi consenta di fare grandi profitti».

LE POLEMICHE
Sull’addio all’uso in strada avevano storto il naso anche i «selciaroli», gli storici posatori di sampietrini ormai in estinzione. L’associazione che li difende ieri ha addirittura lanciato una petizione per chiedere al Campidoglio l’apertura di un tavolo per discutere di «problematiche e soluzioni legate alla pietra il cui nome viene fatto risalire al Cinquecento, quando venne utilizzata per la prima volta per la pavimentazione di piazza San Pietro». Secondo la presidente dell’associazione, Ilaria Giacobbi, «invece di rimuovere i sampietrini bisognerebbe valorizzare il lavoro del posatore, che ormai sta scomparendo ed è un patrimonio indiscutibile della Capitale dal punto di vista artistico ed archeologico».

LE ZONE
Ecco allora il dietrofront del Comune. La caratteristica trama a scacchi del selciato verrà trapiantata nei quartieri più periferici della città. «I sampietrini tolti dal centro storico – ha spiegato ieri il sindaco Marino – li utilizzeremo nelle periferie per realizzare piccole aree pedonali, dando così la stessa dignità ai cittadini che abitano in quei quartieri». Le aree, spiega il vicesindaco e assessore alle periferie Luigi Nieri, verranno selezionate attraverso un percorso partecipativo con il coinvolgimento dei municipi. Nelle prossime settimane verranno individuate 14 “isole dalle varie amministrazioni territoriali e i primi lavori di pavimentazione partiranno già nel 2015. «In tutte le piazze – spiegavano ieri dal Comune – verranno installati dei cartelli su cui verrà indicato da quale via del Centro provengono i sampietrini».

1 gennaio

Da RomaReport

Nessuna marcia indietro sul sampietrino. I selci romani potranno essere venduti dal Comune come merce di scambio. “Le zone pedonali non devono esserci solo a via dei Fori Imperiali, ma devono esservi delle aree pedonali anche nelle nostre periferie – ha spiegato il sindaco Marino -. E perchè non arredarle con quei bellissimi sampietrini che togliamo da via Nazionale dove rappresentano un pericolo per il traffico?”.

Una nota del Campidoglio chiarisce meglio come verranno messi sul mercato i sampietrini: “C’è una non indifferente variabile economica che rende più vantaggiosa la parziale sostituzione del fondo in basolato lavico. Un metro quadrato di posa di sampietrini costa infatti 212 euro, la stessa superficie in asfalto moderno ne costa 52. I sampietrini rimossi possono dunque rappresentare un valore prezioso da utilizzare come cambio merce negli appalti con le aziende incaricate di ripavimentare le strade sia in asfalto che con i sampietrini rimossi. Dunque – continua la nota – si sta studiando questa opportunità come ipotesi di lavoro. In tal senso, e solo in questo contesto, si può quindi parlare di un valore economico di vendita dello storico fondo stradale cittadino”.

“In luoghi ad alta percorrenza – ha aggiunto Marino – vogliamo mettere del catrame moderno, innovativo, miscelato con il pulviscolo di pneumatici usati, per avere maggiore aderenza, maggiore sicurezza per moto e motorini e una diminuzione significativa dell’inquinamento acustico”. Il piano di ricollocazione dei sampietrini sarà messo a punto entro la Befana, ha promesso nei giorni scorsi l’assessore Pucci. Secondo quanto riferisce l’Ansa però “lo storico sampietrino, con tanto di targa e certificato di garanzia, è già presente in numerosi scaffali di alcuni negozi della Capitale e non solo.

Con qualche decina di euro è possibile portarsi a casa un originale cubo in selce venduto come oggetto di design in versioni differenti, dalla lampada al salvadanaio. Il tutto con l’autorizzazione di Roma Capitale”.

Vedremo quali saranno i prossimi sviluppi

Comunque a tutti coloro che ritengono i sampietrini dei semplici sassi da vendere al migliore offerente vorrei ricordare che questo stesso blog pubblicizzò una mostra d’arte della pittrice Solveig Cogliani che si tenne due anni fa a Villa Altieri (a proposito, a quando un’altra ?) dal titolo “Sampietrini e tetti” (vedi) proprio a testimoniare il fatto che al pari dei tetti anche questi “serci” sono parte della tradizione, della storia e della cultura di Roma .