Il mondo dei sogni e la dura realtà di via Giolitti – raccolta firme per fermare temporaneamente il “trenino” a Porta Maggiore


Ecco come dovrebbe diventare nei progetti, ma più realisticamente nei sogni,  la  linea Laziali Centocelle a via Giolitti. Chi la vorrebbe così non conoscendo appieno le criticità della strada dovrebbe saper ascoltare e valutare le istanze di chi ci vive, ci lavora o ha conoscenze che purtroppo molti amministratori e progettisti non hanno, e non trincerarsi dietro stereotipi improponibili o delle crude valutazioni di costi e ricavi.

Creare dei progetti che costano centinaia di milioni di euro alla collettività senza conoscere la storia e i monumenti di via Giolitti ci sembra francamente inaccettabile: qui non si tratta di costruire un plastico per i trenini elettrici ma di avere a che fare con la storia millenaria, la cultura e il benessere dei cittadini.

Nel corso di numerosi incontri e numerose discussioni i fautori di questa linea non hanno mai tenuto nel giusto conto questi dati oggettivi:

  • Documenti ufficiali dell’ENEA comprovanti senza ombra di dubbio che il cd. Tempio di Minerva Medica (ma anche i palazzi vicini e la chiesa di Santa Bibiana) è sottoposto a vibrazioni con dei valori elevatissimi, tali da metterne a repentaglio  la sua stessa struttura, a causa esclusivamente del passaggio dei convogli della suddetta linea ferrotranviaria. (vedi doc.1, doc.2, doc.3)
  • Documento ufficiale dell’ISPRA comprovante la natura particolare del sottosuolo di via Giolitti in maniera specifica dalla chiesa di Santa Bibiana a Porta Maggiore popolato da numerosi “sinkholes antropogenici” (“cavità sotterranee”) vedi
  • L’esistenza di una precisa legge dello Stato Italiano che impone delle distanze minime tra rotaie ed edifici (a maggior ragione se si tratta di monumenti di così grande valore) vedi.
  • L’articolo della Costituzione Italiana (il nono vedi) che indica come lo Stato debba preservare il paesaggio e il patrimonio artistico e monumentale della Nazione in maniera che possa essere fruito dal singolo cittadino così come da gruppi interessati. E il cd. Tempio di Minerva Medica è chiuso al pubblico da oltre un secolo a causa di questa ferrovia.
  • La carreggiata a senso unico adibita al traffico veicolare accanto al monumento larga appena 3,6 m e quindi ai limiti della legge che prescrive 3,5 m di larghezza minima (riducibili a 3,25 m) per il passaggio dei mezzi di soccorso e dei mezzi pubblici collettivi. Ciò impedisce qualsiasi spostamento significativo delle rotaie (vedi REGOLAMENTO VIARIO E CLASSIFICA FUNZIONALE
    DELLE STRADE URBANE DI ROMA CAPITALE pag. 54)

Basterebbero (e avanzerebbero) queste considerazioni per porsi dei seri dubbi sull’opportunità di continuare a far passare questi convogli a  pochi cm. da  monumenti così importanti ma i fautori di questa linea ferrotranviaria  continuano imperterriti a sminuire o addirittura ad ignorare questi fatti e ad indicare esempi di realizzazioni in altre città che sono assolutamente improponibili per la situazione presente a via Giolitti.

Prendiamo, ad esempio, quello che è stato fatto a Nizza, bellissima città del sud della Francia ma non paragonabile neppure lontanamente a Roma. Analizziamo questa fotografia

Innanzitutto c’è un percorso perfettamente rettilineo dei binari, marciapiedi su ambedue i lati della strada di circa 3/4 metri di larghezza, superficie rotabile su prato larga circa 7 metri, spartitraffico su prato e con alberi largo almeno 3 metri, strada per il traffico veicolare a doppio senso di circolazione (almeno altri 8 metri) e infine nessun traliccio a lati della strada . A chi non piacerebbe una realizzazione del genere? Ma per realizzarla occorre lo spazio necessario, e non è certo via Giolitti la sede più idonea per un progetto del genere.

Guardate ora questa foto: sapete quanto è la distanza tra il monumento e il palazzo di fronte? 0,78 m il passaggio pedonale + 3,6 m la carreggiata per il traffico veicolare + 6,4 m la parte adibita ai binari e in un punto nulla più per cui in totale 10,78 m tra il muro del palazzo e il muro del cd Tempio di Minerva Medica!

E analizziamo poi gli edifici di Nizza accanto alle rotaie: edilizia di fattura abbastanza recente (50-60 anni al massimo) nella quasi totalità in cemento armato (e quindi molto più resistenti alle vibrazioni) e di scarso valore architettonico eppure c’è stata un’attenzione notevole sotto l’aspetto paesaggistico. Niente di lontanamente paragonabile alla situazione di via Giolitti con uno dei monumenti più importanti di Roma Antica databile intorno al 250 d.C. e quindi con ben 1800 anni sulle spalle (senza considerare la chiesa di Santa Bibiana, opera del Bernini del 1625, sullo stesso percorso).

Ma non basta perchè di fatto il cd. Tempio di Minerva Medica è in mezzo alla strada (vedi foto accanto, cliccare per ingrandirla)  e obbliga il cosiddetto “trenino” ad una curva  a bassissimo raggio  ostruendo di fatto la visibilità  in maniera da infrangere delle precise regole per la sicurezza ferrotranviaria: ci siamo divertiti a fare un fotomontaggio per ricreare una situazione simile a quella di via Giolitti a Nizza e secondo voi  i tecnici francesi non avrebbero pensato a un itinerario alternativo?

Dobbiamo aspettare che crolli una porzione del monumento appena restaurato (ma ancora chiuso) o che si apra un’ennesima voragine sotto i binari perchè finalmente si riesca a ragionare?

Ecco l’unica tavola del mega progetto della ferrovia Termini Tor Vergata che siamo riusciti ad ottenere

Dal 19 febbraio scorso l’Associazione Abitanti via Giolitti Esquilino ha iniziato la raccolta di firme per attestare il capolinea della linea Laziali Centocelle a Porta Maggiore in attesa di conoscere e poter valutare il progetto definitivo dell’opera. Valutando le difficoltà amministrative e i tempi (lunghi) di una eventtuale realizzazione non è pensabile che la situazione attuale possa proseguire ancora per anni continuando ad arrecare danni ai monumenti e mantenendo tutte le altre criticità. Ecco il testo che vi preghiamo di leggere attentamente

6 pensieri riguardo “Il mondo dei sogni e la dura realtà di via Giolitti – raccolta firme per fermare temporaneamente il “trenino” a Porta Maggiore”

  1. Oltre a quanto correttamente riportato, manca una considerazione importante. Anche in previsione di una conversione in linea tramviaria, nel tratto da Porta Maggiore a Termini c’è già una linea tramviaria (quella del 5 e 14) nella quale quella del nuovo tram potrebbe innestarsi, dando così un senso al fatto che a suo tempo è stata incautamente sacrificata un’intera strada (Via di Porta Maggiore) ad una corsia preferenziale rialzata dove, assurdità, gli autobus non possono neanche passare (devono farlo nella corsia laterale delle auto, con tutte le conseguenze del caso), nello specifico gli autobus sono il 50 e il mammuttone 105 (che con l’occasione potrebbe anch’esso essere tolto di mezzo, in quanto via Casilina sarebbe coperta dal nuovo tram…)

    1. Purtroppo questa soluzione è difficilmente realizzabile e comunque totalmente non considerata dai progettisti. Innanzitutto perché non si tratta di una vera trasformazione in tram perché rimarrebbe lo scartamento ridotto tale e quale a quello dei treni attuali con la differenza di una “carrozzeria” più simile a quella di un tram che a quella di un treno. Insomma pur riveduta e corretta rimarrebbe una linea unica nel suo genere e non farebbe rete con nessun altro mezzo su rotaia funzionante a Roma.

      1. Bene, un motivo in più per considerare questa proposta (la loro) un’assurdità, considerato che la fornitura e successiva manutenzione di questo servizio, in quanto unico a Roma, sarebbe un ulteriore mondo a parte (che a sua volta necessita di gestione e controllo separato), con pesante impatto sui costi

  2. salve, si potrebbe provare a fare un accesso civico per avere a disposizione il progetto complessivo e non solo questa tavola, che ne pensate? avete qualche riferimento più preciso?

    1. In questo momento è praticamente impossibile ottenere delle altre informazioni perchè se entro il 15 giugno non si perfeziona il passaggio di proprietà della ferrovia dalla Regione Lazio al Comune qualsiasi previsione diventerà prematura. E questo perchè la Regione non è ancora proprietaria delle tre infrastrutture (ferrovie regionali concesse), in quanto non si è ancora perfezionato il passaggio dal demanio statale a quello regionale e al momento, quindi, la Regione Lazio è titolare solo della gestione del servizio, che è stata affidata all’ATAC e potrebbe solo ripetere il bando di gara per l’affidamento con l’ATAC nelle condizioni che sappiamo e quindi praticamente impossibilitata a partecipare. Abbiamo più volte cercato di ottenere dalla Regione delle notizie in proposito ma senza ottenere alcunchè. Aspettiamo quindi questi pochi giorni che mancano e poi chiederemo di nuovo notizie nella speranza di avere finalmente una risposta.

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