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Dal 30/8 al 12/9/24 11° edizione di RIAF “Rome International Art Fair” al Medina Art Gallery

Dal 30 agosto al 12 settembre 2024

MEDINA ART GALLERY

11° edizione di

RIAF

Rome International Art Fair

Fino al 12 Settembre nelle galleries di 𝘝𝘪𝘢 𝘈𝘯𝘨𝘦𝘭𝘰 𝘗𝘰𝘭𝘪𝘻𝘪𝘢𝘯𝘰 32-34 𝘦 4-6 a Roma, l’exhibition, a cura di Luca Curci , presenta artisti internazionali: PHOTOGRAPHY, PAINTING, VIDEO ART, INSTALLATION/SCULPTURE AND PERFORMANCE ART, in un forum per la condivisione ed il networking di idee, contatti e relazioni tra collezionisti, artisti, fotografi, designer, curatori ed operatori di settore. La mostra analizza, con un approccio immersivo, la relazione fra corpo e spazio con l’ibridazione tra identità e contesti culturali / fisici / sociali / urbani del contemporaneo. Due le sezioni principali: MIXING IDENTITIES and FUTURE LANDSCAPES.

Dal 2 al 7 /7/24 “Wag Art Festival” al Medina Art Gallery

Dal 2 al 7 luglio 2024

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO, 32-34

Wag Art Festival

WAG International Artistic Organization è una rete internazionale di artisti, di tutte le discipline, con filiali nazionali e membership in tutto il mondo: dal 2008 un movimento costituito da più di 1.000 artisti per 70 nazioni, che ha pubblicato 18 libri, ricevuto il supporto di molte istituzioni tra le quali l’IPB (International Peace Bureau) ed organizzato 7 grandi festival artistici internazionali multidisciplinari: l’ultimo a Parigi prima di Roma 2024.

ARTISTI del Festival WAG Roma 2024 (pittori, iconografi, scultori, fotografi):

Ada Blau, lsrael

Beatrice Bracha Laszlo, lsrael

Ronit Koren lllouz, lsrael

Cristina Carri, Argentina

Lula Carri, Argentina

Vanessa Garside, United Kingdom

Janet Glynn Smith, United Kingdom

Richard Holt, United Kingdom

Aune MattiIa, FinIand

Agnes Mupariwa, Zimbabwe

Boris Pervan, Croatia

Rumy Renan, lsrael

Shula Ross, lsrael

Hanna Shahar, lsrael

Laila Sharmeen, Canada

Mark Thompson, United Kingdom

Iris Vrus, Croatia

Peter Weisz, Croatia

Mi Hyo Kim, South Korea

***

WAG International Artistic Organization is an international network of artists, of all art disciplines with national branches and members around the world. From 2008 till today more then 1.000 artists from more then 70 states, published 18 books and got support by institutions, like IPB (International Peace Bureau). Seven big international multidisciplinary art festivals: the last one in Paris before Rome 2024.

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Dal 21/6 al 4/7/24 “L’Arte di Sandra Tiberti” Mostra al Medina Art Gallery

Dal 21 giugno al 4 luglio 2024

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO, 4/6

L’Arte di Sandra Tiberti

Sandra Tiberti, artista che ha esordito presso Medina Art Gallery con la sua mostra fotografica “dai Fiordi” nel Giugno 2023, torna quest’anno con un repertorio artistico che, combinando fotografie e affreschi, percorre quel sentiero dell’arte che conduce alla memoria del passato e all’indissolubile legame con la sua città d’origine, L’Aquila. È qui che inizia i suoi studi, poi le passioni e i sogni la portano altrove, più precisamente a Milano, in seguito a Napoli e infine a Roma, città dove ha l’opportunità di formarsi in diverse discipline, quali l’arte, l’architettura e la valorizzazione del patrimonio culturale.

La serie degli affreschi sicuramente riflette una scelta che, al giorno d’oggi, non può che essere definita eccezionale, essendo appunto l’affresco una tecnica pittorica oramai in disuso, ma che in questo contesto appare sicuramente significativa e affascinante. Gli affreschi, inoltre, rappresentano una perfetta sintesi dei suoi studi: l’utilizzo di vari materiali esecutivi, quali il cemento, la calce, la sabbia, la polvere di marmo, e il rapporto tra pittura e inserti a rilievo, esplicano chiaramente la volontà dell’artista di creare un connubio tra architettura e arte figurativa.

L’artista qui si fa ideatrice, progettista ed infine anche carpentiere, un processo che richiede diverse competenze artigianali e artistiche. Gli elementi tridimensionali sono lì a ricreare l’aspetto architettonico, da sempre elemento guida delle sue opere. L’archetto della bifora, per esempio, composto da mattoncini ritagliati e disposti in successione, rappresenta dunque non solo un dettaglio decorativo, ma un vero e proprio elemento costruttivo. I materiali utilizzati che vanno a creare i vari strati costitutivi della base su cui dipingere, in questo caso i muri, sono cruciali per la riuscita dell’opera. Un primo strato di arricciato (intonaco grezzo applicato sulla muratura), in seguito l’intonaco (uno strato più fine rispetto all’arricciato, che serve da base per il successivo strato) e infine la polvere di marmo che, mescolata con la calce nell’intonaco finale, crea una superficie estremamente liscia e riflettente, ideale per la pittura. L’ultima fase del processo, chiamata pittura a fresco, va eseguita con particolare attenzione affinché i colori diventino parte integrante della superficie murale. Per garantire la corretta legatura chimica dei pigmenti colorati con la calce è essenziale che l’intonaco rimanga fresco e umido, motivo per il quale l’affresco deve essere completato entro una giornata lavorativa, al fine di prevenire la seccatura, facilmente raggiungibile nel giro di poche ore.

Diversi sono i paesaggi e soggetti che figurano, ma la luce è sicuramente protagonista indiscussa delle fotografie dell’artista aquilana. Tiberti, infatti, per ogni soggetto artistico studia con attenzione le esposizioni, giocando con l’equilibrio tra luminosità e contrasto, per catturare, nelle sue fotografie, le diverse luci della giornata.

Le foto ritraenti la modella, infatti, sono state prese in vari momenti della giornata, senza utilizzo di flash, con lunghe esposizioni e cavalletto. Il risultato è sicuramente quello di immagini che mantengono un’atmosfera naturale e morbida.

Altro soggetto è il così chiamato Chiassetto del Campanaro, un vicolo nel centro della città de L’Aquila, molto caro all’artista poiché affascinata dall’ambientazione particolarmente medievale e intima, ricreata dalla presenza di questi archetti che si susseguono. Insieme al Chiassetto, la foto ritrae anche un dettaglio della Porta Santa della Basilica di Collemaggio (L’Aquila): intende catturare un particolare gioco di luci e ombre, in questo caso ben marcato dalla scelta della foto in bianco e nero, che fa sì che essa sembri realizzata con inchiostro di china, tecnica artistica che attribuisce all’immagine un aspetto molto nitido e contrastato, grazie ad una forte presenza di linee e dettagli.

Infine la terza raccolta: dedicata alla Rocca di Calascio (L’Aquila), ambientazione di diversi film, quali Il nome della Rosa (1986) e Ladyhawke (1985). La Rocca, situata a 40 km dalla città de L’Aquila, con i suoi 1500 m, si erge al titolo di rocca più alta d’Europa. Una lunga camminata precede l’arrivo in cima, indispensabile però per godere di tale magnificenza: le imponenti mura di pietra, le maestose torri e le vedute panoramiche circostanti, contribuiscono a creare un’atmosfera che trasporta il visitatore indietro nel tempo, ad un Medioevo improvvisamente vivo e palpabile. Ed ecco una serie di foto realizzate con sopra e sotto esposizioni, durante momenti diversi della giornata (dall’alba al tramonto, fino alla notte fonda), a colore e in bianco e nero.

L’arte di Tiberti, una straordinaria combinazione di tecniche e sensibilità artistica, è capace di evocare memorie storiche, di creare profonde connessioni emotive e di portare alla luce le bellezze della terra aquilana.

In collaborazione con Foto Pettine L’Aquila

Matilde Spedicati

Dal 24/5 al 6/6/24 “RIAF10 – ROME INTERNATIONAL ART FAIR 2024 – 10TH EDITION” al Medina Art Gallery

Dal 24 maggio al 6 giugno 2024

MEDINA ART GALLERY –  VIA A. POLIZIANO, 32-34

RIAF 10

Rome International Art Fair 2024 10TH

ITSLIQUID Group is pleased to announce the opening of the 10th edition of RIAF10 ROME INTERNATIONAL ART FAIR 2024, international exhibition of photography, painting, video art, installation/sculpture and performance art, on May 24, 2024, at 06:00 PM at Medina Art Gallery, in Rome. The exhibition will run until June 6, 2024.

ROME INTERNATIONAL ART FAIR 2024 analyzes the relationship between body and space, and the hybridization between identities and cultural/physical/social/urban settings in contemporary times, through two main sections: MIXING IDENTITIES and FUTURE LANDSCAPES.

MIXING IDENTITIES analyzes the hidden parts of our identities, through an immersive experience inside the fascinating universe of the complex labyrinths of our consciousness. The human body is a changing system that connects us with other bodies and spaces to perceive the surrounding reality; a strong communication system with its own language and infinite ways of expression.

FUTURE LANDSCAPES are abstract, infinite and conceptual, associated with a sense of freedom and infinite extension. Primarily experienced with the mind, spaces redefine their limits and borders, transforming surfaces in an open flow of pure ideas. This section focuses on the concept of the borders and the structures between body, mind and soul, the human identity and the city, the space and the ground.

Dal 17 al 23/5/24 “Nomadi del futuro: A Stop in a Desert” Mostra al Medina Art Gallery

Dal 17 al 23 maggio 2024

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 32, 34

Nomadi del fututo: A Stop in a Desert

INTERNATIONAL EXHIBITION a cura di Nomadi del Futuro
organized by Arte a Fresa

Protagoniste della Mostra Internazionale “NOMADI DEL FUTURO: Una Sosta nel Deserto” sono le opere dell’Unione Internazionale di Artisti Nomadi del Futuro, per i quali il deserto è la metafora dell’assenza della casa: “Una terra desolata o mai destinata all’uomo. Il luogo da cui proveniamo e dove potremmo ritornare”.

Si definiscono “NOMADI DEL FUTURO” in un mondo in crisi d’identità. Seguendo la tradizione avviata dall’organizzazione che nacque nel 1997 ad Amsterdam, “NOMADI, Unione Internazionale di Artisti” (NOMADS, International Union of Artists), gli artisti partecipano ad un’attività residenziale, soggiornando in case messe a disposizione, come in un “albergo diffuso”. L’organizzazione è di “Arte a Fresa” che ha già programmato la seconda tappa in autunno a Londra, con l’obiettivo di raggiungere altre città del mondo ed ampliare il movimento.

IL CONCEPT

Questa mostra nasce dall’idea degli organizzatori di lanciare un invito, una open call universale, a pittori, scultori, fotografi e altri artisti internazionali (digitali, multimediali, ecc.), sfidandoli a portare in Italia opere sul tema del deserto. Intepretando metaforicamente come “deserto” tutti i sentimenti e i valori positivi, aridità di buone intenzioni, comprensione e rispetto reciproci, per risvegliare la capacità di armonizzarsi con la natura.

Il concept generale del progetto è la rinascita dell’uomo nel deserto, come metafora della continua ricerca, della perdita dei punti di riferimento, dell’indistinguibilità del percorso, che è particolarmente percepita nella nostra contemporaneità. L’idea della rinascita dell’uomo nel deserto è un’alternativa al pensiero e allo stile di vita occidentali abituali dei nostri giorni. Solo chi si espone e sopravvive ai climi estremi, ai pericoli e alle privazioni della vita nel deserto, riuscirà a credere di nuovo nella capacità dell’uomo di rinnovarsi.

Dal 3 all’ 9/5/24 “L’invisibile che diventa visibile. L’essere alla ricerca dell’universo” mostra al Medina Art Gallery

Dal 3 all’9 maggio 2024

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 32, 34

L’invisibile che diventa visibile.

L’essere all ricerca dell’Universo

Mostra personale

Il circolarismo di Michele Martella

A 14 anni realizza la sua prima opera trasponendo su tela una sua decorazione dipinta su un piatto di porcellana. Da questo momento, con una “mistura policroma”, nasce il suo stile. Che indaga sul tempo e sulla relazione degli umani con la propria esistenza.

Daniele Martella definisce la sua espressione come “Circolarismo”, una risposta che offre al mistero della vita. Attraverso una narrazione artistica che origina dall’ambito tecnologico, astronomico, sociale e della scoperta scientifica.

Il Circolarismo, è l’arte che guarda al passato, vive nel presente si proietta verso il futuro, crea attraverso lo stile un nuovo sistema simbiotico ed eterno tra la comunicazione visiva culturale e le esigenze più intime personali. Con “macchie” di colore che hanno la funzione, nella giustapposizione tonale delle stesse, di creare un movimento notevole all’interno della struttura del dipinto. E con la direzione delle pennellate, che suggeriscono la forma con pochi tratti di trascinamento del colore stesso.

Il catalogo

Dal 26/4 al 2/5/24 “Etruriart” Mostra d’arte collettiva al Medina Art Gallery

Dal 26 aprile al 2 maggio 2024

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO, 4-6

EtruriArt

Mostra d’arte collettiva

La Collettiva d’Arte “EtruriArt – Roma 2024” è una esposizione di opere, tra cui dipinti, sculture, ceramiche artistiche, del gruppo di artisti della Tuscia, associati in EtruriArt aps. Impegnati da molti anni in attività sociali per la divulgazione e valorizzazione dell’Arte in ogni sua forma, sviluppano fusioni di stili e correnti in una sintesi indissolubile dell’unione tra artista e storia.  Un repertorio di opere uniche nel loro genere, con la partecipazione di 17 artisti di particolare pregio:

Graziana Celaschi, Rosanna Chiani, Raffaella Cristofari, Marco de Santis, Adele Franchi, Giuliana Garrone, Delia Gionfrida, Catia Lelli, Adalberto Manfellotto (Manf), Piero Mariani, Beniamino Molon, Maura Muscogiuri, Maria Pacetti, Marco Pintus, Rosanna Troncarelli, Carla Vaccarelli, Loredana Vitiello.

Direttore artistico: Marco De Santis.

Dal 19/4 al 2/5/24 “Corinna Brandl & Dorothea Tielemann exhibit” al Medina Art Gallery

Dal 19 aprile al 2 maggio 2024

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO, 32,34,36

Corinna Brandl & Dorothea Tielemann exhibit

 

Corinna Brand lavora su grandi superfici in modo espressivo…

…mescolando elementi figurativi e astratti, ove dominano colori forti e decisi che vengono applicati con pennellate larghe o strette, di solito in più strati, su un fondo delicatamente smaltato su tela o carta. Da forme e colori inizialmente caotici, cerca un’immagine con l’intuizione. Nella pittura utilizza i mezzi più semplici – colore, pennello, tela, carta – per esprimere all’esterno le sue suggestioni interiori. L’artista mostra la vita nella sua piena vitalità, ove tutto è movimento. Le figure si dissolvono, diventano forme astratte, che a loro volta si sciolgono e formano nuove forme e figure. Le pennellate inquiete e i colori forti rivelano la vita in tutta la sua pienezza. Tutto è possibile, tutto è in costante cambiamento. E, secondo l’artista, abbiamo bisogno di accedere a uno stato alterato di coscienza per aprire le porte della percezione.

Dorothea Tielemann affronta molti fenomeni attuali…

…e si occupa di questioni cruciali della nostra epoca contemporanea, con focus particolare sui cambiamenti e sulle trasformazioni di valori, studiando gli ambiti nodali dei social media, della ricerca genetica, dell’intelligenza artificiale, della dissoluzione delle strutture sociali, dei cambiamenti climatici. Con i suoi oggetti e i mezzi dell’Arte, l’artista avvia processi e impulsi di riflessione. Questi oggetti sono presi in prestito dall’uso quotidiano per essere reinterpretati e trasformati all’interno di un processo artistico: assemblaggio, rimodellamento, creazione di nuovi significati simbolici. Non potendo progredire da soli, gli esseri umani dovrebbero orientarsi verso un maggiore senso di comunità, solidarietà e umanità. Allontanandosi dall’interesse personale, dall’egoismo e dal narcisismo, pur valorizzando la propria individualità contestualizzata in modo organico e senza rinunciare al coraggio di assumere un punto di vista unico.

Dal 19 al 25/4/24 “Antonio Miralli – The Shape of Will” al Medina Art Gallery

Dal 19 al 25 aprile 2024

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO, 4-6

The Shape of Will

abbassa la luce… l’oscurità mi acceca

Mostra personale di

Antonio Miralli

Antonio Miralli nasce a Viterbo nel 1978, si forma nell’ambito sanitario e, nel 2006, si laurea in tecniche di riabilitazione psichiatrica presso l’università “la Sapienza” di Roma.

La passione per la pittura non gli è mai mancata; anche se principalmente autodidatta, nel corso della sua carriera Miralli ha frequentato diversi corsi di disegno presso alcune delle scuole più prestigiose come, ad esempio, la scuola internazionale Comics e la Scuola Romana del Fumetto.

Forse per via della sua formazione in ambito psichiatrico, Miralli ha sempre avvertito quel bisogno di liberarsi dai contenuti emotivi producendo opere astratte dalla forte impronta cromatica, a tratti viscerale. Infatti, il colore per lui è fonte di vita, “vibra”.

Nelle sue opere cerca sempre di trovare un equilibrio, che gli permetta di far tacere il caos che porta dentro e questa ricerca di un bilanciamento lo porta a spaziare tra gli stili: si passa da opere che richiamano lo stile giapponese e la sua pacatezza, ad opere richiamanti Pollock e l’action painting. La potenza delle pennellate di colore sulla tela tradisce una rabbia che lo porta a lottare contro se stesso e contro i suoi pensieri quotidiani.

La pittura, per Miralli, rappresenta lo strumento principale con il quale riesce ad esprimere i diversi stati d’animo che lo attraversano e vuole che, davanti una sua opera, lo spettatore esprima le sensazioni che l’opera suscita in lui, in modo da creare un dialogo con l’artista.

Una caratteristica della sua produzione pittorica, inoltre, è il riutilizzo delle tele. L’atto di dipingere su tele già utilizzate in precedenza rappresenta per lui l’esigenza di raccontare una nuova storia, di descrivere un nuovo stato d’animo superando quelli precedenti.

L’overview di Martina Luffarelli

Antonio Miralli ha esposto le proprie opere in alcuni paesi del viterbese, in varie edizioni con i 100 pittori di Via Margutta e con l’associazione Art Studio Tre presso Piazza di Spagna. Ha partecipato alla mostra di arte contemporanea di Vitorchiano nel 2013 organizzata dall’associazione “Marzio 58”, nel 2019 ha partecipato al concorso “9margini” promosso dallo Studio Lab 138 Pavona di Castel Gandolfo mentre nel 2020 ha partecipato alla seconda edizione della mostra “luce&tenebre – cammini di fede” nell’abbazia di Santa Maria di Grottaferrata. Sue opere sono state esposte nelle Fiere d’Arte di Padova (Contemporary Art Talent Show) nel 2022 e di Forlì (Vernice Art Fair) nel 2023 e nella collettiva d’arte contemporanea organizzata in occasione del Festival del Dialogo ad Orvieto nel 2023.

Ciò che mi ha colpito delle sue opere è la trasfigurazione che mette in atto servendosi di sagome simili ad omini posizionate sopra le opere. Questi “omini” sembrano voler uscire dal quadro e creano un ponte tra l’opera e lo spettatore, che, mentre guarda l’opera, si libera dalla ragione e si lascia guidare dall’istinto, dal gusto, dal desiderio, in modo tale che l’opera parli senza l’intermediazione di nessun altro.

In conclusione, della pittura di Antonio possiamo dire che l’artista non segue un progetto, non sviluppa un disegno, ma esprime la propria creatività in un atto spontaneo e irrazionale, non privo di casualità. La sua pittura non nasce sul cavalletto; l’artista prima di mettersi a dipingere raramente tende le tele e preferisce invece fissarle, senza intelaiatura, sul muro o posarle a terra. L’energia che guida la sua mano è quindi istintiva, proviene dall’inconscio, ma appare poi anche rimodulata in corso d’opera in un processo di recupero della memoria o di visionarietà tra il vissuto presente e le aspirazioni future.

Dal 12 al 18/4/24 “Valèrie Honnart – Stiamo ballando su un vulcano” Mostra personale al Medina Ast Gallery

Dal 12 al 18 aprile 2024

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO, 4-6

Mostra personale di

Valèrie Honnart

Stiamo ballando su un vulcano

Danzare sul vulcano

Stiamo ballando su un vulcano… Da quando esistono i primi esseri umani, essi sono sempre stati alla ricerca delle bocche di fuoco che le vesciche dei vulcani creano sulla pelle della terra. Quando, durante le loro migrazioni, si imbattono in una di queste bocche del diavolo, fumanti o ruttanti, lo raggiungono con i loro rami di legno. Fascino, ma anche pericolo. A volte riportano la fiamma, a volte ne vengono inghiottiti. Il fuoco, questo primo essere, mobile, sfuggente, pericoloso e prezioso. Per migliaia di anni, i nostri antenati hanno cercato di domare il tremante e violento “Fiore Rosso” conservando le sue braci in vasi di terra.

Danzano sul vulcano per celebrare i suoi benefici: allontanare le bestie feroci, combattere il freddo, addolcire la carne cruda, i tuberi e i semi. Ma sa come protestare quando gli uomini abusano delle danze spensierate. La terra si ricopre allora di pustole gonfie che sputano fuoco devastante. E il fuoco che prima guariva diventa la bocca di un drago che sputa il male.

Neanderthal e Sapiens

Sui Campi Flegrei, a pochi chilometri da Napoli, 400.000 anni fa l’uomo di Neanderthal ballava molto perché la terra rimaneva accessibile, come lo è ora, in mezzo alle sue fumarole. Poi, 39.000 anni fa, un’enorme bolla eruttò qui, formando una caldera che sputò polvere di cenere così lontano che il sole si spense e il cielo azzurro divenne uniformemente grigio. L’Europa orientale e l’Asia sud-occidentale furono investite da un inverno vulcanico. Morirono piante e animali. Gli uomini di Neanderthal non potevano più mangiare né respirare. Scomparvero dalla terra come i dinosauri prima di loro. Il vulcano si vendicò delle loro affermazioni. In seguito, avrebbe fatto lo stesso nella vicina Pompei o sull’isola di Santorini in Grecia. O a Stromboli… Neanderthal, incosciente, aveva ballato troppo.

Poi, dalle profondità dell’Africa, arrivò Sapiens. Attraversò le terre e rispettò i vulcani, ma non danzò più sulla loro pelle, preferendo invece i lampi delle tempeste che gettano fuoco sui corpi degli alberi. Raccoglie i rami che bruciano finché non sa come conservare le braci come il “Fiore Rosso” dei suoi anziani…

Con il passare dei millenni, il Sapiens non si limitò più a raccogliere il fuoco, come il Neanderthal, ma imparò a produrlo: percussione della selce sulla pirite, lungo sfregamento di bastoncini di legno… Si dimenticò il Dio che glielo aveva portato. Mangiava grazie al fuoco, lavorava la pietra e poi il metallo con il fuoco, si difendeva con il fuoco, ma uccideva anche, conquistava e violava con la forza del fuoco.

Valérie Honnart, Danzare sul vulcano

Il caos e il vulcano ci ricordava l’uomo. Ha eruttato da tutte le sue vesciche terrene, ha vomitato i suoi torrenti di fuoco. E l’uomo si trovò gettato nel caos creato dai torrenti incandescenti. Fuggì dalla sua bocca e si gettò ai suoi piedi, diventando suo prigioniero, nell’oscurità dei rampicanti e dei tronchi d’albero carbonizzati. E così fù per il ballerino nero ai piedi del vulcano. Il caos ha precipitato la caduta degli esseri umani. Nel quadro di Valérie Honnart, ad esempio, il corpo di una ballerina capovolta viene risucchiato nel vuoto dell’aria, sospeso, levitante e fatalmente distrutto. La pittura aerea di Valérie contrasta con i suoi disegni festosi.

Dopo averci invitato a danzare sul vulcano, ci trascina nelle frane, dall’eruzione sui pendii vertiginosi alle profondità abissali. Il passaggio dal disegno alla pittura. Il potere del colore del pigmento per immaginare e condividere il rosso del fuoco interiore. E Valérie stigmatizza la rivolta del vulcano: “la caduta” è l’opera cardine che ci porta dalla danza armoniosa alla rottura dell’equilibrio, segnalando la nascita del caos. Il vulcano scuote bruscamente le spalle e la danzatrice cade. Di fronte a una massa di materia in movimento, nulla può fermare il suo ruzzolare tra cielo, terra e acqua. Una pittura senza peso. Un passaggio obbligato verso il rombo del fuoco e a causa di esso.

La fiamma e la cenere

Dopo la caduta, il fascino della bocca del fuoco ritorna sempre più spesso. La fotografia è impotente e la pittura è l’unico modo per avvicinarsi all’interno della terra, al suo fuoco interiore e centrale. Colori rossi e neri: fiamma e cenere. Una lunga e lenta combustione. Un’opera che richiama il fuoco al centro della creazione. Un appello a Prometeo, dio degli artisti, della terra bruciata degli scultori, ladro del fuoco riservato agli Dei per donarlo agli uomini. Prometeo punito a sua volta da Giove. La prova della libertà. Soffrite come lui. Ma non abbiate paura di giocare con il fuoco.

Dipingere il cuore stesso del fuoco, viaggiare al centro della terra, dove fuoco e acqua si mescolano: il vapore. Grotte di fuoco, cavità dove fuoco e acqua si mescolano: motore. E così andare avanti. Avanzare contro il caos. Il mistero del nero delle origini. In principio non c’era nulla, quindi nero! Nero, quindi luce in rilievo, come dipinto da Pierre Soulages. Con la luce del fuoco. In principio era il fuoco! Come dice Empedocle, non c’è creazione dal nulla né distruzione assoluta. Tutte le nascite e le morti sono semplicemente la combinazione o la disunione di elementi primordiali. Da qui i quattro elementi, da qui il ritorno al fuoco.

Testo per Mostra personale di Valérie Honnart “Stiamo ballando su un vulcano. Per quanto tempo ancora?”