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Francois Marius Granet, un antico estimatore dei tesori dell’attuale via Giolitti. Parte seconda: la chiesa di Santa Bibiana

Ecco un dipinto dell’interno della magnifica chiesa di Santa Bibiana, opera di F. M. Granet, che testimonia di un evento solenne che ha avuto luogo, presumibilmente, nei primi anni del XIX secolo.

Il quadro denominato “Il sermone a Santa Bibiana” è esposto presso il Museo d’Arte di Dallas. Oltre l’eccezionalità dell’evento che ritrae, evidenzia lo stravolgimento dell’interno della chiesa con un baldacchino approntato per facilitare l’esecuzione del sermone e addirittura una tribunetta per ospitare i prelati. Ma ciò che attira l’attenzione è la differenza con la chiesa attuale

Questa immagine è stata scattata in occasione della fine dei recenti lavori di riparazione e adeguamento dell’impianto di illuminazione  ed evidenzia un fatto particolare: quando venne dipinto il quadro il soffitto della chiesa era affescato e purtroppo questi affreschi sono stati asportati ed eliminati forse perchè irrimediabilmente danneggiati.

Altra notevole differenza, questa volta in senso inverso, è l’assenza nel dipinto, dello stemma papale della famiglia Barberini che è invece ben visibile attualmente al centro della vetrata situata sopra l’altare maggiore e che senza alcun dubbio è un’opera posteriore

Francois Marius Granet, un antico estimatore dei tesori dell’attuale via Giolitti. Parte prima: il cd. Tempio di Minerva Medica

Che  il cd. Tempio di Minerva Medica sia il monumento di Roma Antica più riprodotto dopo il Colosseo è risaputo ma che ancor oggi dopo aver visto centinaia tra stampe e dipinti ce ne fossero un paio che ci mostrassero degli aspetti del tutto inediti ci ha sorpreso non poco.

E’ il caso, principalmente,  di un dipinto ad olio su tela di Francois Marius Granet (vedi biografia), un artista francese vissuto a lungo a Roma agli inizi del XIX secolo che in pratica si può considerare un fotografo ante litteram grazie all’aderenza alla realtà e alla precisione dei dettagli nei suoi quadri. L’opera in questione  è stata dipinta sicuramente prima del 1828 dal momento che è ancora in piedi gran parte della cupola andata distrutta dal terremoto di quell’anno. Ma la particolarità di questo dipinto è che il monumento è stato ripreso dalla parte dove attualmente passano i binari dei treni diretti a Termini al contrario di quasi tutte le altre opere che lo ritraggono  dalla parte dell’odierna via Giolitti

Per cui è visibile in primo piano, in basso, una fontana (ovviamente non più esistente) con alcune donne intente, assai probabilmente, a lavare i panni e incredibilmente sullo sfondo  a destra la veduta di Santa Maria Maggiore resa possibile dall’assenza di edifici.

Tutto questo ci testimonia che i cd. Tempio di Minerva non era solo un superbo monumento dell’era tardo antica ma il luogo dove sorge era senz’altro un punto panoramico privilegiato e conosciuto fin dai tempi antichi da cui era possibile ammirare praticamente tutta la città di Roma .

Alcuni esperti attribuiscono allo stesso autore anche questa stampa assai simile al dipinto con l’unica differenza di una posizione più vicina al monumento. Non compare infatti la fontana ma è ben visibile il campanile di Santa Maria Maggiore

Sempre dello stesso autore questo ulteriore dipinto che ritrae il cd Tempio di Minerva Medica in un’altra veduta ma sempre assai originale