Ci troviamo in un acquario, al centro della scena due pesci rossi, l’acqua è sporca, il livello di ossigeno è basso, i due protagonisti hanno un bisogno continuo di respirare. A rompere questo loro precario e illusorio equilibrio è l’avvento di un terzo pesce, che dopo una breve battaglia di competizione territoriale, è lasciato morire. I due personaggi rimanenti sono costretti a fare esperienza del lutto, ma la loro condizione di costante amnesia è imprescindibile: sono destinati a dimenticare l’accaduto.
Scritto da 𝗩𝗶𝗰𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗕𝗹𝗼𝗻𝗱𝗲𝗮𝘂 Da un’idea di 𝗩𝗶𝗰𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗕𝗹𝗼𝗻𝗱𝗲𝗮𝘂 e 𝗩𝗮𝗹𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗮 𝗕𝗿𝗮𝗻𝗰𝗮𝗹𝗲 Regia di 𝗦𝗶𝗺𝗼𝗻𝗮 𝗗𝗲 𝗦𝗮𝗿𝗻𝗼 Con 𝗔𝗹𝗲𝘀𝘀𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗠𝗮𝗻𝗻𝗶𝗻𝗶, 𝗖𝗮𝘁𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗙𝗼𝗻𝘁𝗮𝗻𝗮 e 𝗗𝗮𝗺𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗩𝗲𝗻𝘂𝘁𝗼 Musiche di 𝗔𝗻𝗱𝗿𝗲𝗮 𝗗𝗶 𝗙𝗮𝗹𝗰𝗼 Foto di 𝗚𝗿𝗮𝘇𝗶𝗮 𝗠𝗲𝗻𝗻𝗮 Produzione 𝗩.𝗔.𝗡 𝗩𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗔𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗡𝗮𝗿𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 Compagnia esecutrice 𝗩.𝗔.𝗡. 𝗩𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗔𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗡𝗮𝗿𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶
Sul palco, #FrancescoCicchella ci regala un’esibizione unica, un mix esplosivo di sketch esilaranti, performance indimenticabili e momenti di grande emozione, tutti caratterizzati dal suo inconfondibile talento comico.
Inaugura il 14 maggio a Roma alle ore 18.30 presso lo Studio di Architettura Anzuini & Edalatkhah “Tra Battiti e Segni”, la bipersonale di Davide Cocozza e Igor Grigolettocurata da Velia Littera.
Una mostra caratterizzata da una narrazione artistica complessa e potente, dai linguaggi artistici netti e definiti cha ambedue i protagonisti declinano in modo assolutamente personale
Davide Cocozza mentre al centro della sua visione pop gli animali per spingere lo spettatore a riflettere su quanto il modello antropocentrico abbia allontanato l’uomo dall’ambiente naturale, da quell’ideale di bellezza e purezza che la natura stessa rappresenta. I loro battiti sono la musicalità che regola l’universo, le loro emozioni sono pure, proprio perché regolate dall’istinto. Gli animali oggi sono costretti a “sopravvivere” in un ambiente che l’uomo ha modellato per il suo egoistico ed esclusivo vantaggio; renderli protagonisti significa per Davide Cocozza restituire loro la dignità e la forza della quale sono stati privati.
Igor Grigoletto attraverso il rigore delle sue linee ci invita a guardare noi stessi in modo differente e ad abbandonare ogni sovrastruttura per arrivare all’essenza della nostra anima. E per farlo sviluppa un linguaggio artistico basato sulle linee, sulle rette, su un geometrismo che abbandona l’io e le sue costruzioni per cogliere la struttura più profonda del nostro essere. Le sue linee trasportano lo spettatore in una profonda essenza di ordinata e calma bellezza; il vetro, che è il materiale d’elezione dell’artista, ci guida verso la purezza ed una quanto mai necessaria trasparenza.
Entrambi gli artisti con le loro differenti modalità narrative esprimono il loro j’accuse verso una società che si è sviluppata verticalmente, secondo logiche di supremazia e affermazione incontrastata del proprio ego.
Davide Cocozza e Igor Grigoletto riportano la necessità di una convergenza da parte di tutti su un equilibrio ecologico ed ambientale basato sulla cooperazione e sulla coabitazione, sulla coesistenza di specie diverse, sul rispetto nei confronti dell’elemento naturale, ormai visto solo in termini di spazio utile per una ulteriore conquista o un’ ulteriore cementificazione, e dell’elemento animale, che l’uomo, nel continuo sforzo di addomesticamento, ha snaturato.
Inserita nello spazio ordinato e rigoroso dello studio degli architetti Francesco Anzuini e Sara Edalatkhah, la mostra assume una funzione quasi generativa, l’arte rompe le geometrie architettoniche per aprire spiragli di emozione e di riflessione. Architettura e arte si completano a vicenda. Il progetto si fa più ricco, più profondo, quando lascia entrare la voce dell’arte e l’arte, a sua volta, trova nell’architettura un corpo dentro cui vivere.