Nel 2010 per adeguare le linee elettriche alle maggiori richieste energetiche del centro di Roma fu necessario da parte della Società Terna del Gruppo ACEA eseguire dei lavori di scavo per sostituire i cavi esistenti con altri di maggiore capacità. Fu un lavoro di grande impegno perchè furono aperte delle trincee per diversi chilometri da Roma Est (Tiburtina) fino al centro della città. Prima di effettuare questi lavori nella parte dell’Esquilino interessata vennero eseguiti dei saggi di scavo ben sapendo che la zona tra via Giolitti e via Bixio è piena di preesistenze archeologiche per la maggior parte conosciute. Ciononostante. quando si procedette allo scavo in via Bixio nel tratto da via Giolitti a via Principe Umberto, vennero ritrovati dei reperti talmente interessanti che i rilievi durarono per più un anno con una voragine aperta di circa 4 metri di profondità dal piano stradale.
All’epoca dedicammo due articoli su questo blog sull’argomento (articolo n.1 , articolo n.2) mettendo in evidenza la mancanza di programmazione e il disagio recato ai residenti per una una voragine aperta davanti casa per tutto quel periodo.
Ma nessuno seppe mai, a parte, ovviamente, gli addetti ai lavori, che cosa avessero ritrovato. Ora dopo tutto questo tempo, finalmente, abbiamo scoperto un documento corredato con diverse immagini (Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma della SOVRINTENDENZA CAPITOLINA AI BENI CULTURALI) che non solo rende noto cosa ci fosse in quella voragine ma addirittura attribuisce la causa di cedimenti e crolli sotterranei, che hanno seriamente danneggiato pavimenti di marmi pregiati, alle ormai tristemente note vibrazioni del trenino Laziali Centocelle.
Insomma il nostro amato Rione non solo ci riserva autentici capolavori di arte e architettura a livello stradale ma dovremmo essere fieri di abitare sopra le rovine di residenze imperiali o comunque di domus romane di elevatissimo valore e raffinata fattura.
Buona lettura del documento